CICCONE SHOW A COGNE. L’ABRUZZESE TROVA IL RISCATTO, NO CONTEST TRA I BIG.

maggio 22, 2022
Categoria: News

Appena una settimana fa l’avevamo lasciato con gli occhi gonfi di lacrime dopo la pesante debalce subita proprio nell’attesissima tappa di casa che si concludeva in cima al Blockhaus. Una giornataccia che lo aveva messo fuori dalla lotta per la maglia rosa, ridimensionandone ancora una volta le ambizioni. Sette giorni dopo ritroviamo un Giulio Ciccone guascone che festeggia una splendida vittoria ottenuta in solitaria al termine di una lunga fuga, raddrizzando un Giro che finora gli aveva riservato molta amarezza. Il portacolori della Trek-Segafredo ha avuto la meglio sui compagni di fuga, staccando lungo la salita finale Santiago Buitrago (Bahrain-Victorius) e Hugh Carthy (EF Education-Easy Post), ultimi ad arrendersi alla foga dell’Abruzzese. Ciccone ha tagliato il traguardo con 1′31″ su Buitrago e 2′19″ su Antonio Pedrero (Movistar Team). Giornata tranquilla per gli uomini di classifica che, dopo la brutale tappa di Torino e alla viglia di un’ultima settimana durissima, hanno deciso di non attacarsi. Resta dunque immutata la classifica che vede in testa Richiard Carapaz (Ineos Grenadiers) davanti a Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) staccato di 7″ e Joao Almeida (UAE Team Emirates) a 30″.

La 15a frazione del Giro 2022 rappresentava la prima delle 5 tappe alpine in programma: 177 km da Rivarolo Canavese a Cogne conditi da circa 4000 metri dislivello. I primi 90 km erano sostanzialmente pianeggianti. Una volta giunti al traguardo volante di Pollein (km 90,5) aveva inizio la prima salita di giornata, l’ascesa verso Pila (12,3 km al 6,9%). Una lunga discesa anticipava il passaggio per Aosta (km 120) e quindi la seconda salita di giornata che ha portato i corridori a Verrogne (13,8 km al 7,1 %). Dalla cima del gpm mancavano ancora 40 km al traguardo, di cui i primi 15 tutti in discesa (molto tecnica). Infine, dopo un brevissimo tratto di fondovalle, ai -22,4 iniziava l’ascesa finale, una salita decisamente pedalabile (pendenza media del 4,3%) e il cui tratto più complicato era quello iniziale (tratti al 7%). Un finale che non lasciava presagire grandi attacchi tra gli uomini di classifica e che invece si prestava molto ai cacciatori di tappe.

Così come già successo nelle precedenti tappe, non appena dato il via ufficiale alla corsa, sono partiti gli attacchi per entrare nella fuga di giornata. La bagarre è stata altissima anche perchè, dopo la terrbile giornata di ieri, in gruppo era forte il sentore di un no contest tra gli uomini di classifica. E così, come succede sempre quando sono in tanti a voler andare in avanscoperta, la fuga ha tardato a partire. L’azione buona è partita soltanto intorno al km 75 quando dal gruppo principale è riuscito ad evadere un drappello di 5 corridori: Remy Rochas (Cofidis), Merhawi Kudus (EF Education-EasyPost), Lawson Craddock (Team BikeExchange-Jayco), Thymen Arensman (Team DSM) ed Erik Fetter (Eolo-Kometa). Al quintetto si sono aggiunti pochi chilometri dopo altri 22 uomini: Mikaël Cherel e Nicolas Prodhomme (AG2R Citroën), Mathieu Van der Poel e Dries De Bondt (Alpecin-Fenix), David De La Cruz e Harold Tejada (Astana Qazaqstan), Santiago Buitrago (Bahrain), Luca Covili (Bardiani-CSF), Natnael Tesfatsion (Drone Hopper-Androni Giocattoli), Hugh Carthy e Julius Van den Berg (EF), Koen Bouwman, Gijs Leemreize e Sam Oomen (Jumbo-Visma), Antonio Pedrero e Iván Sosa (Movistar), Nico Denz e Martijn Tusveld (DSM), Giulio Ciccone e Bauke Mollema (Trek-Segafredo), Rui Costa e Davide Formolo (UAE Emirates).

La fuga ha proceduto d’amore e d’accordo fino all’inizio della prima salita di giornata guadagnando subito un margine superiore ai 4 minuti sul gruppone tirato dalla Ineos. Proprio sulla salita che portava a Pila, Mathieu Van der Poel ha aperto le danze (ai -79) con un attacco a dir poco velleitario. Di lì a poco il neerlandese è stato ripreso e staccato dal connazionale Bouwman che si è poi involato in solitaria, transitando per primo sul gpm e riprendendosi così la maglia azzurra vestita nell’ultima settimana da Diego Rosa. Il mai domito Van der Poel è ripartito lungo la successiva discesa, stavolta in compagnia dell’altro neerlandese Tusveld. Il duo è riuscito poi a rientrare su Bouwman al termine della discesa (-60), mentre gli ex-compagni di fuga inseguivano con oltre un minuto di ritardo. Il gruppo, decisamente disinteressato alle sorti della tappa, procedeva invece con oltre 5 minuti di ritardo.

Lo scenario è cambiato sulla seconda salita di giornata, la più dura. L’ascesa verso Verrogne ha infatti scatenato i corridori del gruppo inseguitore che nel frattempo era scivolato ad oltre un minuto e mezzo dal trio olandese. Le prime accelerazioni sono state portate da Kudus, ma è stato Giulio Ciccone a produrre il cambio di ritmo decisivo. L’abruzzese è rinvenuto sulla testa della corsa ai -48 in compagnia di Buitrago e Pedrero, mentre Van der Poel e Bouwman, perdevano contatto, imitati poco dopo anche da Tusveld (ai-46). Nel frattempo il plotone, che era arrivato a 6 minuti di distacco, aveva improvvisamente accelerato grazie all’azione degli uomini della UAE che hanno addirittura fatto fermare Formolo per dare supporto al capitano Joao Almeida. Una volta esaurita la sfuriata della UAE nel gruppo principale erano ormai rimasti circa 30 corridori, con tutti i big della classifica. Dietro al trio di testa si era invece formato un altro terzetto, comprendente Hugh Carthy e Rui Costa oltre al già citato Tusveld. Il britannico ha rotto gli indugi nella seconda parte della salita riportandosi sul trio di testa prima del passaggio sul gpm. Tusveld e Rui Costa sono invece rientrati al termine della discesa (-27) andando a formare un drappello di 6 battistrada.

Una volta iniziata l’ascesa finale, Ciccone ha ricominciato ad accelerare. Nel giro di pochi chilometri di salita, l’abruzzese è rimasto nuovamente in compagnia dei soli Buitrago e Carthy. Il ritmo di Ciccone non è pero calato e così ai -20 ha perso contatto il giovane colombiano e poco dopo, ai -18, si è dovuto arrendere anche Carthy. Ciccone si è così involato in solitaria guadagnando un minuto di vantaggio sugli inseguitori in una manciata di chilometri. Alle sue spalle Carthy è andato in difficoltà venendo ripreso e staccato prima da Buitrago e poi da Pedrero. La cavalcata di Ciccone è diventata inarrestabile e ha trovato l’apoteosi nell’ultimo chilometro, in cui il corridore della Trek ha potuto festeggiare il meritatissimo successo incitando il numeroso pubblico assiepato ai bordi della strada. Seconda posizione per Buitrago (staccato di ben 1′31″) davanti a Pedrero (2′19″) ed un esausto Hugh Carthy (3′09″). Quinta posizione per Tusveld (4′36″) che è riuscito a precedere Luca Covili (5′08″) e il trio formato da Tesfatsion, Mollema e Leemreize e giunto a 5′27″. Completa la top ten di giornata Guillaume Martin (Cofidis) evaso dal gruppo negli ultimi km di salita verso Verrogne e giunto a 6′06″. Il gruppo dei migliori ha tagliato il traguardo a 7′48″ regolato da Fabio Felline (Astana Qazaqstan Team).

La classifica generale vede le prime 9 posizione assolutamente invariate rispetto alla tappa di Torino: resta in testa Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) con 7″ su Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) e 30″ su Almeida. Martin grazie ai quasi 2 minuti guadagnati oggi rientra in top ten, scalzando dalla 10a posizione Alejandro Valverde, ora undicesimo.

Domani è in programma il terzo ed ultimo giorno di riposo alla viglia di una tappa, quella di martedì, che potrebbe incidere pesantemente sull’economia della corsa. I corridori saranno impegnati nella Salò-Aprica, frazione lunga 202 km e infarcita di salite. La prima difficoltà altimetrica sarà il Goletto di Cadino (19 km al 6,2%) posto dopo 59 km. Quindi, giunti ad Edolo, avrà inizio il Passo del Mortirolo (12,7 km al 7,7%) posto a 70 km dall’arrivo. Dopo la successiva discesa e un lungo tratto di fondovalle, i corridori dovranno affrontare il Teglio (5,1 km al 8,7%) e infine il temibile Valico di Santa Cristina (12,7 km al 8,1%), la cui cima sarà posta ad appena 6 km dal traguardo, quasi tutti in discesa.

Pierpaolo Gnisci

Ciccone show a Cogne (fonte:Getty Images)

Ciccone show a Cogne

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