L’EUROPEO PARLA ANCORA ITALIANO: COLBRELLI TIMBRA LA QUARTA AFFERMAZIONE AZZURRA CONSECUTIVA

settembre 12, 2021
Categoria: News

Il campione italiano in carica Sonny Colbrelli si aggiudica la sesta edizione dei campionati europei di ciclismo riservati ai professionisti, riuscendo a resistere alle accelerate di Remco Evenepoel e battendolo nettamente in volata, dopo averlo fatto innervosire rifiutandogli più volte il cambio. La maglia tricolore resta in Italia per la quarta volta consecutiva dopo le vittorie di Trentin, Viviani e Nizzolo.

Finalmente un bel campionato europeo, che fosse duro ce ne eravamo accorti seguendo ieri la gara degli under 23 e quella femminile, tuttavia la prova di oggi è stata davvero altamente spettacolare. Non solo c’è stata grande selezione sin dall’inizio, grazie ad un tratto in linea molto esigente, ma abbiamo visto anche una grande battaglia sulle 8 tornate del circuito di Trento che, nonostante la blanda pendenza della salita di Povo si è rivelato altamente selettivo, tanto che i distacchi sulla linea di arrivo sono stati davvero netti, con un gruppo con corridori fortissimi come Pogacar giunto a oltre 1:40 ed il decimo classificato Campenaerts arrivato con un passivo di 5:41.
Molti commentatori sostengono che questo sia dovuto al chilometraggio ridotto e considerano questa scelta valida.
Chi scrive si permette di dissentire, in quanto la caratteristica di questi campionati, il loro marchio di fabbrica è proprio il chilometraggio elevato. Una corsa di oltre 250 km fa venire fuori il fondo e la resistenza degli atleti, anche se magari alcune fasi di corsa possono essere meno scoppiettanti. Del resto, durante la telecronaca televisiva, è stato detto apertis verbis che il chilometraggio ridotto è stata una specifica richiesta delle tv desiderose di offrire un prodotto televisivamente appetibile.
Chi scrive è fermamente convinto che le esigenze dello sport non possano essere completamente piegate a quelle televisive. Se la tv intende trasmettere eventi sportivi, è la televisione a doversi adattare alle caratteristiche di questi sport e non i contrario. Non si può snaturare un evento sportivo per far aumentare l’audience.
Dal punto di vista sportivo, una corsa come la Sanremo è lì a dimostrare che, quando il chilometraggio è elevato, anche una salita come il poggio affrontata una sola volta può far selezione.
Un corridore come Claudio Chiappucci, che ha ottenuto i suoi successi grazie alle sue doti di fondo, ha vinto una corsa come la Sanremo che non sembra affatto adatta alle sue caratteristiche proprio perché favorito dal chilometraggio elevato, oltre che dalla sua immensa classe e generosità.
Chiusa la doverosa parentesi si può passare alla cronaca della gara che ha visto sin da subito movimenti interessanti.
Il tratto in linea della prova infatti prevedeva diverse salite tra le quali spiccava quella che porta a Monte Bondone che è stata affrontata sino all’abitato di Candriai, appena sopra i 1000 metri di altitudine.
Dopo soli 7 chilometri di gara, si forma il primo drappello in testa composto da Harm Vanhoucke (Belgio), Antonio Jesus Soto (Spagna), Franck Bonnamour e Aurelien Paret Peintre (Francia).
Dopo aver guadagnato circa 1:30 sul gruppo, i battistrada vengono raggiunti da un manipolo di contrattaccanti favoriti dal lavoro della nazionale italiana che aveva ridotto il passivo. La testa della corsa dunque si infoltisce con Thibaut Pinot (Francia), David De La Cruz, Mikel Landa e Gorka Izagirre (Spagna), Jonas Rapp (Germania) e Sebastian Reichenbach (Svizzera), sui quali si riportano Andrea Bagioli (Italia) e Felix Grossschartner (Austria).
Sul Bondone, sia il gruppo di testa che il plotone perdono elementi. Bardet prova a scattare ma Evenepoel è lestissimo a prendere la ruota con Moscon e Sivakov. La Francia indomabile ci riprova, lanciando Barguil che, in un primo tempo, guadagna qualche secondo ma poi viene raggiunto da un folto gruppo comprendente tra gli altri Colbrelli, Almeida ed Evenepoel,
Sulla prima ascesa verso Povo però rientrano da dietro altri 30 corridori.
A questo punto ci riprovano Roger Adrià, Warren Barguil, Nelson Oliveira, Stan Dewulf e Jonas Rapp che vengono però tosto raggiunti da Ulissi e Campenaerts i quali provano a tirare dritto, ma vengono riassorbiti inesorabilmente all’inizio del terzo giro E’ proprio in questa tornata che Trentin prova un allungo in discesa, portandosi dietro Victor Campenaerts, Tadej Pogacar, Markus Hoelgaard e Mark Padun. I cinque iniziano il quarto giro con una trentina di secondi di vantaggio su un gruppo ormai molto ridotto. E’ la Francia a condurre l’inseguimento, con Madouas, Pinot e Barguil. Quest’ultimo dà una accelerata violenta, riducendo di molto il gruppo. Grazie a questa accelerazione, si riportano sulla testa della corsa Cosnefroy, Colbrelli, Evenepoel, Sivakov ed Hermans, mentre gli altri big, come per esempio Bardet ed Almeida, si fanno sorprendere e tenteranno invano di rientrare.
L’azione decisiva è quindi partita con dieci uomini di lusso.
Sulla penultima ascesa verso Povo, prova ad attaccare Sivakov, che però è anche il primo a cedere quando Evenepoel contrattacca dopo aver risposto con Consefroy e Colbrelli.
Se ne vanno quindi loro tre. Il gruppetto dietro con Pogacar e Sivakov tenta di rientrare, ma i tre davanti non fanno sconti e continuano a guadagnare.
All’ultimo giro, Evenepoel accelera ancora sulla salita di Povo per levarsi di ruota i compagni di avventura. Il progetto riesce solo a metà perché Cosnefroy cede, ma Colbrelli riesce stoicamente a resistere con un rapporto molto agile alle sfuriate del giovane belga che poi si arrabbia non poco quando Colbrelli sfinito rifiuta di dargli cambi.
Il belga fa gesti plateali tuttavia non poteva aspettarsi altro da un Colbrelli molto più veloce di lui a cui interessava solo evitare violente accelerate del belga da dietro.
L’italiano si porta in testa all’ultima curva e batte nettamente Evenepoel allo sprint, laureandosi campione europeo.
Il francese Cosnefroy molto provato riesce a conservare 13 secondi di vantaggio sul gruppetto inseguitore regolato allo sprint da Matteo Trentin che correva sulle strade di casa.
Sonny Colbrelli partiva con i favori de pronostico, regge bene su salita brevi e non troppo dure ed è fortissimo allo sprint, tuttavia, come si dice spesso, in Conclave si entra Papa e si esce cardinale. Il bresciano ha invece confezionato la gara perfetta, il suo compito era trovarsi in testa all’ultimo scollinamento. Il nuovo campione europeo ci è riuscito individuando il tentativo buono in un momento in cui non si trovava in posizione ottimale, tanto che è stato aiutato da Diego Ulissi a riportarsi in testa quando i francesi hanno rotto il gruppo con Barguil.
Evenepoel aveva già dimostrato il suo grande stato di forma, andando a prendersi il bronzo nella prova contro il tempo. Oggi è stato davvero superlativo, le ha provate tutte ed è riuscito a staccare gente come Pogacar. Gli è mancato quel quid pluris necessario a staccare un Colbrelli in stato di grazia che poi, ovviamente, lo ha battuto inesorabilmente in volata.
Anche Cosnefroy ha fatto un’ottima prova perché, nonostante non sia riuscito a reggere all’attacco di Evenepoel, non ha mollato ed è riuscito a resistere al ritorno del gruppo inseguitore con uomini pericolosi allo sprint come Trentin.
Tra i bocciati, Bardet ed Almedia che si sono fatti infinocchiare nel momento chiave, mentre Pogacar è stato bravo ad individuare il tentativo buono ma non ha evidentemente la condizione del Tour de France.
Dopo questa bella gara, agli appassionati non resta che aspettare due settimane per seguire i mondiali nelle fiandre, sperando di nuovo in un grande spettacolo e magari in un’altra grande prova di un corridore italiano.

Benedetto Ciccarone

Colbrelli si impone allombra del Duomo di Trento e fa suo il campionato europeo (foto Bettini)

Colbrelli si impone all'ombra del Duomo di Trento e fa suo il campionato europeo (foto Bettini)

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