C’E’ GIA’ ODORE DI… GILBERT

agosto 30, 2010
Categoria: News

Come da tradizione pluriennale vuole, si avvicina il mese di Settembre ed ecco che dal letargo torna fuori Philippe Gilbert. Il capitano della Omega Pharma-Lotto inizia come meglio non potrebbe il percorso di avvicinamento a Melbourne vincendo la seconda tappa della Vuelta sprintando sulla salitella finale che porta all’arrivo di Malaga. Ma il “nostro” Nibali è lì, pronto a non farsi scappare nemmeno uno scatto.

Foto copertina: il belga Gilbert taglia vittorioso il traguardo di Malaga (foto AP)

Quando si parte per la seconda tappa di un grande Giro spesso si pensa che il copione sia quello oramai arcinoto nel mondo del ciclismo: frazione piatta, va via la fuga, dopo metà gara le squadre dei velocisti iniziano a menare, fuga ripresa a 10-15 chilometri dal traguardo, volatone generale. A guardare l’altimetria della Marbella-Malaga sembra di essere a metà della terza settimana, magari fra un tappone e l’altro, ma invece si scopre che siamo davvero alla seconda frazione di questa Vuelta 2010: 157 chilometri con un Gpm di 2° categoria, addirittura uno di prima (a 37 chilometri dalla fine) e, soprattutto, lo sperone per arrivare al traguardo, bello dritto ma corto, una sorta di Mende del Tour, tanto per intendersi.
Ed è stato proprio lì che Philippe Gilbert ha dato l’affondo giusto per riprendere ciò che era rimasto della fuga del mattino, mettere alle corde sia Nibali che Joaquin Rodriguez ed inserirsi come la più forte mina vagante in vista del Mondiale. E dà un pizzico di ottimismo anche alla squadra di Damiani, sempre più Glibert-dipendente in una stagione dove ha brillato ben poco e si è dovuta accontentare delle briciole, nonostante anche il successo di Matthew Lloyd al Giro.
Allo strapotere di Gilbert ha provato a reagire Rodriguez (che proprio la tappa di Mende al Tour aveva vinto) ma si è dovuto inchinare, così come Vincenzo Nibali che è stato il primo a dare l’affondo per riprendere Martinez ma, poi, ha preferito amministrare. Anche perché adesso la classifica gli sorride sempre di più.
La frazione si accende sul primo Gpm di giornata verso Puerto de Ojen dove se ne vanno in sette: Terpstra (Milram), Serafin Martinez (Xacobeo Galicia), Vanendert (Omega Pharma), Kadri (AG2R-La Mondiale), Cherel (FdJ), Egoi Martinez (Euskaltel-Euskadi) e Ramirez (Andalucia). Il ritmo è forsennato, tant’è che già qui la maglia rossa di Cavendish inizia a stantuffare nelle retrovie del gruppo, segno che l’uomo di Man non ha nessuna intenzione di forzare.
Nel plotone chi va a prendersi la briga di chiudere sui fuggitivi? La Caisse d’Epairgne che imbocca l’ascesa al Puerto del Leon, la salita di 1° categoria, con 6’40” da recuperare. La salita si fa dura per gli uomini in testa che vedono via via ridurre il proprio gap, grazie al lavoro forsennato di Vicente Garcia Acosta. Quando il margine si assottiglia sempre di più (intorno ai 3’) ecco che davanti compaiono anche i Saxo Bank, segno che Frank Schleck sta bene.
Una prima svolta della gara arriva, sempre in salita, a poco più di 40 chilometri dall’arrivo: fra i sette davanti, c’è lo scatto di Serafin Martinez che con un rapporto molto agile saluta la compagnia e prova a fare tutto da solo. Dietro il gruppo sta recuperando e prova addirittura un tentativo anche Moncoutie, vincitore negli ultimi due anni della classifica del Gpm, che è troppo indietro. Gli altri sei fuggitivi, oramai, hanno alzato bandiera bianca ed il francese passa per secondo sul Puerto del Leon, a 35” dall’uomo Xacobeo, con il gruppo a 1’52” guidato dai compagni dello “squalo dello stretto”.
Durante la luga, ma non continua discesa, Martinez non si lascia intimorire da chi lo insegue (Moncoutie, Cherel ed Egoi) ma tira dritto e mantiene un margine importante, conservando sul gruppo ancora qualcosa come 1’45”. Le posizioni rimangono queste fino a poco più di cinque chilometri dall’arrivo, con il gruppo tirato da Liquigas (per Nibali), Katusha (per Jro e Pozzato) e Saxo Bank (per Schleck), anche se inizia già ad intravedersi la figura di Gilbert. Negli ultimissimi chilometri dà una mano in testa anche l’Astana, ma quando inizia lo sperone verso il centro di Malaga l’uomo della Xacobeo, come inseguitori, ha soltanto il gruppo: mancano due chilometri all’arrivo e ha ancora mezzo minuto, anche se il plotone sale a velocità doppia.
Sotto lo striscione dell’ultimo chilometro è proprio Nibali ad aprire il gas, marcato stretto da Gilbert: i due raggiungono in un battito di ciglia il coraggioso fuggitivo (bravissimo comunque!!!) ma è il belga ad aumentare ancora i giri, troppi persino per un Nibali in ottima forma. Il capitano della Liquigas studia la situazione, lascia andare Gilbert e anche un Rodriguez che si accorge troppo tardi che i buoi sono scappati. Prova a ricucire ma rimarranno tre secondi di troppo.
Terzo posto per Igor Anton che prende 13” dal vincitore di tappa ma fra lui e chi gli finisce dietro c’è luce e così Nibali, Grega Bole (Lampre) e Roche (AG2R) chiudono a 15”. Poi Menchov, Mosquera, Arroyo (chi si rivede!!) e Vichot a chiudere la top-10. Dentro i quindici anche altri due azzurri come Pozzato e Bruseghin.
Complice un Cavendish che più a spasso non si potrebbe, il rosso del primato saluta casa HTC e fa rotta verso il Belgio visto che, oltre alla tappa, per Gilbert c’è anche la maglia. La nuova classifica, infatti, lo vede condurre con 14” su Joaquin Rodriguez, attenzione massima a questo punto per l’uomo Katusha, 22” su Siutsou, 26” su Van Garderen e 28” su un Nibali che non dorme ma che rimane a contatto con i primi, in attesa di prove ancora più impegnative.
Domani quarta tappa, da Malaga a Valdepenas de Jaen, 184 chilometri studiati apposta per le fughe ma occhio alle imboscate di qualche “vip”: si superano anche i 1.000 metri di quota con due Gpm di 2° categoria ed uno di 3°.

Saverio Melegari

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