CARAPAZ SI PRENDE IL GIRO DI SVIZZERA. ULTIMA TAPPA A GINO MADER

giugno 13, 2021
Categoria: News

La tappa regina del Tour de Suisse 2021 non riserva nessuna sorpresa, ma conferma i valori emersi nel corso della settimana. A conquistare l’85a edizione della corsa elvetica è quindi un Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) apparso decisamente brillante e sempre rapido nel chiudere sugli attacchi dei rivali.L’ultima frazione è andata a Gino Mader (Bahrain-Victorius), che ha facilmente battuto in uno sprint a due il canadese Michael Woods (Israel Start-Up Nation). Carapaz chiude la corsa con 17” di vantaggio su Rigoberto Uran (EF Education-Nippo) e 1′15” su Jakob Fuglsang (Astana-Premier Tech) che ha approfittato della defaillance di Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) per sfilargli il gradi più basso del podio.

L’8a ed ultima frazione della corsa elvetica era stata ridisegnata (ed indurita) proprio all’ultimo minuto. Le autorità locali infatti ieri pomeriggio avevano deciso di non autorizzare il passaggio della corsa dal versante del San Gottardo che parte da Airolo (in superstrada) ‘costringendo’ la corsa a salire attraverso la vecchia strada della Val Tremola (ben più dura e per diversi tratti lastricata in pavè) che era stata esclusa dal percorso pochi giorni prima della partenza del Tour de Suisse a causa della presenza di neve.
Il nuovo percorso, che quindi ripercorreva quello originario, era un anello di 159,5 km con partenza ed arrivo ad Andermatt. Neanche il tempo di partire che i corridori dovevano subito affrontare l’Oberalpass dal versante percorso in discesa nella cronometro di sabato (10,8 km al 5,5% di pendenza media). Al termine della successiva discesa, iniziava la seconda salita di giornata, il Lukmanierpass (16,5 km a, 5,3%) la cui cima era posta al km 49,8. Dopo lo scollinamento i corridori erano attesi da una nuova discesa e da un lungo tratto di fondovalle che poi portava ad Airolo dove (poco dopo il cartello dei -30) iniziava la salita finale, il passo del San Gottardo dalla Val Tremola (11,9 km al 7,4% di pendenza media). L’ascesa, caratterizzata in un tratto finale quasi tutto in pavè, offriva il terreno ideale per poter ribaltare la corsa. Dalla cima fino all’arrivo mancavano poco meno di 15 km, di cui solo gli ultimi 3 in pianura.

La battaglia è iniziata già sulle prime rampe dell’Oberlapass. Il primo a muoversi è stato Wout Poels (Bahrain-Victorius) 15° in classifica generale a quasi 6 minuti di distacco dal leader Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). Il gruppo, tirato dagli uomini della Movistar, ha reagito immediatamente. Gli spagnoli hanno imposto un ritmo infernale che ha letteralmente disintegrato il gruppo. La bagarre è continuata lungo tutta l’ascesa ed è stata alimentata principalmente dagli uomini della Movistar con Marc Soler particolarmente attivo. Poels nel frattempo continuava la sua azione solitaria con una vantaggio di appena 25” su quel che rimaneva del gruppo maglia gialla. I tentativi di evasione dal plotone sono continuati anche nella parte finale della salita, ma il gruppo ha sempre reagito. Poels è così transitato al gpm dell’Oberlapass con 15” sul gruppo regolato da Sergio Samitier (Movistar Team) davanti a David De La Cruz (UAE Team Emirates) e Antonio Nibali (Trek-Segafredo) che ha così momentaneamente difeso la maglia della classifica dei gpm. Lungo la successiva discesa, Poels non è riuscito ad incrementare il margine anche perchè in tanti avevano ancora voglia di andare via dal gruppo. L’azione buona è venuta al termine della prima parte di discesa, quando Marc Soler (Movistar Team), Dries Devenyns (Deceuninck-Quick Step), Omar Fraile (Astana-Premier Tech), Fabien Doubey (Total Direct Energie) e Soren Kragh Andersen (Team DSM) sono riusciti ad evadere dal gruppo andando a riprendere Poels. La battaglia non si è comunque placata perchè altri corridori hanno provato (invano) il contrattacco. Di conseguenza il margine dei 6 fuggitivi è rimasto a lungo intorno ai 25”. Lungo il secondo tratto di discesa un terzetto formato da Stefan Kung (Groupama-FDJ), Tiesj Benoot e Andreas Leknessund (Team DSM) è finalmente riuscito a partire all’inseguimento dei battistrada. Nel giro di pochi chilometri il gruppo si è rialzato, mentre i 3 inseguitori sono riusciti a rientrare sulla testa della corsa poco prima del km 35, lungo le prime rampe del Passo di Lucomagno.

Porprio nei primi chilometri del Lukmanierpass sono ricominciati gli attacchi in testa al gruppo che nel frattempo era scivolato a circa 1 minuto dai 9 battistrada. Nel giro di una manciata di chilometri, il gap nei confronti del gruppo, ridotto a meno di 40 corridori, era sceso intorno ai 30 secondi. A 5 km dalla vetta dal gruppo si è infiammata anche la lotta per la maglia rossa: dal gruppo si sono mossi Sergio Samitier, David De La Cruz e Antonio Nibali, i primi tre della graduatoria. L’italiano non ha però tenuto il ritmo dei due iberici che si sono lanciati all’inseguimento dei 9 fuggitivi. Dal gruppo nel frattempo erano evasi Hermann Pernsteiner (Bahrain-Victorius), Mauri Vansevenant (Deceuninck-Quick Step) e Nans Peters (Ag2r Citroen Team). Il terzetto ha ripreso Nibali a 3 km dalla vetta del Lucomagno mentre De La Cruz e Samitier erano già riusciti a rientrare sulla testa della corsa. Il quartetto inseguitore invece si è riportato in testa proprio ad un km dal gpm, poi vinto da Poels davanti a De La Cruz, Samitier e Nibali. Il drappello di testa, ormai formato da 15 uomini, ha scollinato con quasi 2 minuti di vantaggio sul gruppo da cui poco prima del gpm erano usciti 3 corridori elvetici: Johan Jacobs (Movistar Team), Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Michael Schar (Ag2r Citroen Team).

La corsa si è stabilizzata lungo la discesa del Lucomagno: a 75 km dall’arrivo, quando era già iniziato il lungo fondovalle che anticipava il San Gottardo, i fuggitivi avevano un vantaggio di 2′00” sui tre inseguitori e 2′25” sul gruppo maglia gialla. I contrattaccanti sono stati riassorbiti a 68 chilometri dall’arrivo proprio mentre alla testa erano arrivati gli uomini del Team BikeExchange e dell’Israel Start-Up Nation evidentemente intenzionati a giocarsi la tappa coi rispettivi capitani, Esteban Chaves e Michael Woods. Il vantaggio dei fuggitivi di conseguenza non è mai decollato, anzi al traguardo volante di Giornico (-58), vinto da Kung davanti a Poels e Devenyns, era addiritura sceso a poco più di un minuto. Da lì in poi il gruppo si è leggermente rialzato e i battistrada hanno riguadagnato qualcosa, transitando ai -45 con circa 2′00” sul plotone.
Intorno ai -40, nel tratto in leggera salita che portava al secondo traguardo volante, sono iniziate le prime manovre nel gruppo dei battistrada. Mentre Poels aveva irriemediabilmente perso contatto in preda a quella che sembrava una crisi di fame, gli altri fuggitivi hanno iniziato a scattarsi in faccia. E così allo sprint di Quinto (-35,8) è passato per primo un gruppetto di 4 corridori formato da Devenyns, Peters, Leknessund e Benoot. Dietro di loro, con circa 20” di ritardo, era rimasto a bagnomaria Hermann Pernsteiner mentre Doubey, Nibali, Vansevenant, Kung, Andersen, e De La Cruz inseguivano a quasi un minuto. Soler, Samitier e Poels erano invece già stati ripresi dal gruppo che pagava un ritardo di circa 2′30”.

Il gruppo, questa volta sotto l’impulso degli uomini della EF Education-Nippo, è tornato ad aumentare vistosamente l’andatura proprio nel tratto di avvicinamento al San Gottardo, andando a riprender man mano tutti gli inseguitori a meno di Pernsteiner, rientrato sui 4 battistrada ai -29. Nel giro di pochissimi chilometri il ritmo del gruppo ha letteralmente fatto crollare il distacco che all’imbocco del San Gottardo era abbondantemente inferiore al minuto. Nel frattempo davanti solo Benoot e Peters avevano sostenuto l’andatura imposta da Pernsteiner, mentre Devenyns e Leknessund hanno perso contatto e sono stati ripresi dal gruppo (ai -26). Di lì a poco lo stesso destino è toccato a Peters. Gli ultimi due superstiti hanno invece proseguito la loro azione seppur con un vantaggio di poco superiore ai 10” sul gruppo ora tirato dalla Ineos. Ai -21 Pernsteiner grazie all’ennesimo scatto si è liberato della presenza di Benoot, proseguendo la sua cavalcata in solitaria. Il fiammingo è stato ripreso poco dopo (ai -20), mentre l’austriaco si è arreso ai – 18,5 quando dal gruppo è partito Neilson Powless (EF Education-Nippo). Jakob Fuglsang (Astana-Premier Tech) ha provato reagire ma alla sua ruota si è subito posto Richard Carapaz, leader della generale. Powless ha mantenuto qualche secondo di vantaggio sul gruppo, finchè ai -17,3 è arrivato lo scatto del suo capitano Rigoberto Uran a cui ha subito risposto nuovamente Carapaz. 300 mentri dopo è partito Michael Woods a cui si è poco dopo accodato Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step). Carapaz questa volta non ha risposto e la nuova coppia di testa ha rapidamente guadagnato una decina di secondi. Ai -16 Jakob Fuglsang ha riprovato a lasciare la compagnia di Carapaz, ma l’ecuadoriano anche questa volta è stato attento e brillante nel chiudere velocemente. Poco dopo è giunto un nuovo attacco, questa volta molto più deciso, di Rigoberto Uran a cui hanno risposto come Carapaz e Fuglsang. Woods nel frattempo aveva abbandonato la compagnia di Cattaneo su cui poi ai -15 si è riportato Gino Mader (Bahrain-Victorius), a sua volta evaso dal gruppo dei migliori.

Il canadese è transitato al gpm (ai -14,8) con una quindicina di secondi su Mader e Cattaneo. Poco dietro Jakob Fuglsang (Astana Premier Tech), Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), Rigoberto Uran (EF Education First), Eddie Dunbar (Ineos Grenadiers), Rui Costa (UAE Team Emirates), Domenico Pozzovivo (Team Qhubeka-Assos). Staccati invece Maximilian Schachmann (Bora-Hansgrohe) e Esteban Chaves (Team BikeExchange). Cattaneo è stato ripreso poco dopo lo scollinamento, mentre Mader ha continuato l’inseguimento a Woods lungo la discesa, portandolo a compimento ai -8. Il gruppetto dei migliori era però distante solo una decina di secondi e così ai -4,5 Eddie Dunbar ha provato ad uscire dal gruppo e a rientrare tutto solo sui battistrada. L’azione dell’irlandese è stata però stroncata dal rientro di Rui Costa e come diretta conseguenza il gruppetto inseguitore ha rallentato l’andatura, lasciando via libera al duo di testa. Entrati nell’ultimo chilometro Mader e Woods hanno iniziato a controllarsi, finchè ai -400 Woods ha lanciato la sua lunghissima volata, Mader gli si è posto a ruota passandolo facilmente negli ultimi 100 metri. Il gruppetto inseguitore è arrivato a 9” regolato da Mattia Cattaneo davanti ad Eddie Dunbar, Richard Carapaz, Rui Costa, Rigoberto Uran, Domenico Pozzovivo e Jakob Fuglsang. 10° posto, a 21” da Mader, per Maximilian Schachmann che perde il podio in favore di Fuglsang.

La classifica finale va dunque a Richard Carapaz che ha difeso splendidamente la sua leadership nell’ascesa verso il San Gottardo. Rigoberto Uran chiude secondo ad appena 17” dall’ecuadoriano, mentre sul terzo gradino del podio sale Jakob Fuglsang (ad 1′15”). Schachmann termina la corsa 4° ad 1′19” davanti a Woods (5° a 2′55”), Pozzovivo (6° a 3′16”) e Rui Costa (7° a 3′43”). Chiudono la top ten Sam Oomen (Jumbo-Visma) 8° a 4′16”, Mattia Cattaneo (9° a 4′39”) ed Esteban Chaves (10° a 5′33”).

Pierpaolo Gnisci

Carapaz conquista la Svizzera (Getty Images)

Carapaz conquista la Svizzera (Getty Images)

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