SORPRESA A MARBELLA, HUTAROVICH BRUCIA CAVENDISH

agosto 29, 2010
Categoria: News

Va a Yauheni Hutarovich, 26enne bielorusso della Française des Jeux, la prima frazione in linea della Vuelta 2010. Sorprendentemente passato nel finale Mark Cavendish, secondo, comunque ancora leader in classifica generale. Gradino più basso del podio per Farrar, che relega al 4° posto Alessandro Petacchi. Mai in corsa per il successo Daniele Bennati, appena 16°. Domani già prime salite, con la doppia scalata del Puerto del Leon prima dell’arrivo sullo strappo di Malaga.

Foto copertina: un primo piano di Yauheni Hutarovich, vincitore di giornata (foto Isabelle Duchesne)

Se questa mattina un flash forward ci avesse preannunciato la vittoria di Yauheni Hutarovich a Marbella, sede d’arrivo della 2a tappa della Vuelta 2010, avremmo subito pensato ad una frazione dallo svolgimento non convenzionale, al di fuori del copione che il profilo altimetrico estremamente agevole lasciava presagire. Nulla di più sbagliato. Non sarebbe stato possibile immaginare per la tappa di oggi un canovaccio più prevedibile di quello effettivamente sviluppatesi lungo i 173 km e 700 metri in programma: lunga fuga di Ramirez (Andalucia Cajasur), Buffaz (Cofidis), Walker (Footon) e Delage (Omega Pharma), disgregatasi troppo presto per avere qualche possibilità di riuscita, contrattacco di Marcos Garcia di evidente ispirazione masochistico-televisiva, ed inevitabile ricongiungimento ad una decina di chilometri dalla linea bianca.
Un andamento più che pronosticabile, dunque, che sembrava il naturale preludio ad uno sprint dall’esito altrettanto facile da predire, complice il grande impegno profuso dalla HTC, che lasciava intendere una condizione eccellente di Mark Cavendish. Come un po’ troppo spesso è accaduto alla corazzata (almeno a livello di sprint) statunitense in questa stagione, specialmente nelle prime tappe dei grandi giri – Tour in primis -, gli uomini in bianco e giallo hanno perso il controllo del plotone proprio nel momento chiave, quello della formazione del treno addetto a pilotare Cannonball ai 200 metri finali. Gli uomini Lampre e Milram hanno così inizialmente spezzato il predominio di maglie HTC in testa al gruppo, prima che, approfittando anche dell’assenza del miglior apripista del gruppo, Mark Renshaw, Danilo Hondo prendesse il comando delle operazioni ai 500 metri conclusivi, attivandosi forse fin troppo in anticipo.
La lunga durata dello sforzo del tedesco, se da un lato ha sventato le possibilità che Petacchi, spesso fin troppo corretto in finali convulsi, restasse imbottigliato indietro, come talvolta accadutogli al Tour, dall’altro ha sortito l’effetto di lanciare lo sprint ad una velocità estremamente ridotta, consentendo a Cavendish e Farrar di anticipare lo spezzino e mettere da parte un discreto margine di vantaggio in pochi metri.
Mentre si profilava l’ennesimo duello Cavendish – Farrar, avviato peraltro alla conclusione di sempre, con il britannico destinato ad alzare le braccia, da dietro è progressivamente risalita, nascosta dai più blasonati avversari partiti lunghi, l’elegante tenuta bianca di Yauheni Hutarovich. Il bielorusso – 4 vittorie quest’anno fino ad oggi – è riuscito a guadagnare la scia del capoclassifica, infilandolo poi proprio come moltissime volte abbiamo visto fare a Cannonball con i suoi rivali, ossia con una micidiale progressione negli ultimi 50 metri. Una vittoria dunque sorprendente, ma netta e pienamente meritata, per un velocista sicuramente talentuoso, che troppo spesso deve rinunciare ai suoi sogni di gloria per via della pressoché nulla tenuta in salita. Farrar e Petacchi hanno chiuso al 3° e al 4° posto rispettivamente, precedendo Manuel Cardoso, primo spagnolo. Ancora una volta decisamente sottotono la prova di un Daniele Bennati che, dopo aver illuso facendo lavorare a tratti la sua formazione, è scomparso al momento dello sprint, non entrando di fatto mai in corsa per i piazzamenti che contano, e concludendo con un misero 16° posto.
Cavendish, certamente il grande deluso di giornata a dispetto della piazza d’onore, si può consolare con il mantenimento della maglia rossa di capoclassifica. Una leadership che è adesso solitaria, grazie ai 12’’ di abbuono raccolti al traguardo, ma che ha discrete possibilità di terminare già domani, dopo i 157,3 km da Marbella a Malaga, caratterizzata dalla doppia scalata al Puerto del Leon nella seconda metà di gara, prima di un arrivo posto al termine di un ultimo chilometro in salita, al 5% di media. Difficoltà altimetriche forse eccessive anche per uno sprinter come Cannonball, la cui tenuta su ascese di media difficoltà è stata spesso sottovalutata, come testimoniato dalla vittoria alla Milano – Sanremo 2009, e soprattutto da quella nella frazione di Aubenas del Tour de France dell’anno passato, quando superò indenne il pedalabile ma lungo Col de l’Escrinet. Più probabile che domani si possa assistere ad uno sprint ristretto, quando non ad un tentativo vittorioso sul Puerto del Leon. Per provare a prendersi la rivincita su Hutarovich, Cavendish dovrà verosimilmente aspettare la tappa di Lorca. Per chi si è presentato alla Vuelta con il pensiero proiettato quattro settimane più in là, a Geelong, sarà un’attesa sopportabile.

Matteo Novarini

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