CARAPAZ DOMA L’ANGLIRU E TORNA IN ROJA

novembre 1, 2020
Categoria: News

Alla fine la montagna ha partorito il topolino. E’ questo il verdetto principale che emerge dalla tappa regina della Vuelta 2020. L’arrivo in cima al mitico Alto de l’Angliru ha premiato Hugh Carthy (EF Pro Cycling), bravo a piazzare lo scatto decisivo a 1300 metri dal traguardo, al termine di una tappa in cui i distacchi tra i big sono stati molto risicati deludendo un pò le attese. Il britannico, rivelazione della corsa iberica, ha staccando di 16” il redivivo Alexandre Vlasov (Astana Pro Team), Enric Mas (Movistar Team) e Richard Carapaz (Ineos Grenadiers). Poco più dietro (a 26”) è giunto Roglic che ha perso la maglia rossa tornata sulle spalle di Carapaz per appena 10”. Lo sloveno può però sorridere in vista della cronometro di martedì che potrebbe riportarlo in testa alla graduatoria.

La 12 frazione era la più breve di quest’edizione (solo 109 km) ma al contempo anche quella più attesa visto l’arrivo posto in cima al mitico Alto de l’Angliru. Dopo la partenza da Pola de Laviana, i corridori erano attesi da 25 km piatti per poi affrontre in rapida sequenza due gpm di terza categoria, l’Alto del Padrùn (3,5 km al 6,6%) al km 29,3 e l’Alto de San Emiliano (5,9 km al 4,9%) al km 43, ed uno di 1a categoria, l’ Alto de la Mozqueta (6,6 km al 8,4 %) posto al km 60. Dopo la lunga discesa e il successivo fondovalle, la strada tornava a salire lungo le dure rampe dell’Alto del Cordal (5,5 km al 8,9%). Infine, giunti al km 97 iniziava la durissima salita che porta in cima all’Alto de L’Angliru: 12,2 km al 10,2% di pendenza media. Particolarmente duri gli ultimi 7 km caratterizzati da pendenze che arrivano fino al 23,5%.

Nei primi 10 km diversi corridori hanno provato ad evadare dal gruppo, ma soltanto la coppia formata da Anthony Roux (Groupama-FDJ) e Julius Van den Berg (EF Pro Cycling) è riuscita avvantaggiarsi. Quando la coppia di testa aveva raggiunto un margine di 20”, dal gruppo si è sganciato un nutrito drappello formato da ben 18 corridori: Mattia Cattaneo (Deceuninck-Quick Step), Alexandre Riabuschenko (UAE-Team Emirates), Luis Leon Sanchez (Astana Pro Team), Andreas Schillinger (Bora-Hansgrohe), Nans Peters (Ag2r La Mondiale), Lukasz Wisniowski (CCC Team), Enrico Gasparotto (NTT Pro Cycling), Imanol Erviti (Movistar Team), Jhojan Garcia (Caja Rural-RGA Seguros), Cameron Wurf, Robert Stannard e Alex Edmondson della Ineos Grenadiers, Kobe Goossens e Tosh Van der Sande della Lotto-Soudal, Guillaume Martin e Pierre-Luc Perichon per la Cofidis e infine la coppia della Burgos-BH formata da Angel Madrazo e Juan Felipe Osorio.
Il gruppo inseguitore ha raggiunto i due battistrada intorno al km 20, mentre dal gruppo provavano a rientrare altri tre atleti: Tomasz Marczynski (Lotto-Soudal) e il duo del UAE-Team Emirates formato da Davide Formolo e Jasper Philipsen.
Nel tratto pianeggiante che precedeva la prima salita di giornata, l’Alto del Padrùn (3,5 km al 6,6%), il plotoncino di testa è riuscito a guadagnare oltre un minuto sul gruppo principale. Il trio inseguitore è invece rimasto a metà strada fra i battistrada e il gruppo. Il cima al gpm Formolo e Marczynski, da cui si era nel frattempo staccato Philipsen, sono transitati con 1’ di svantaggio mentre il gruppo era ormai distante quasi 2 minuti. I due inseguitori lungo la successiva discesa hanno raggiunto Osorio e Gasparotto, che avevano perso contatto dal gruppo durante la salita, ma non hanno trovato particolare collaborazione. Ai piedi dell’Alto de de Santo Emiliano (5,9 km al 4,9%) i 18 fuggitivi sono transitati con 1’10” sul quartetto inseguitore e 2’20” sul gruppo. Proprio lungo l’ascesa della seconda asperità di giornata, è iniziata la rimonta di Formolo e Marczynski che hanno poi completato l’inseguimento al termine della discesa, quando all’arrivo mancavano 60 km.

Nel tratto di fondovalle i battistrada hanno guadagnato ulteriormente sul gruppo approcciando l’Alto della Mozqueta (6,6 km al 8,4% di pendenza media) con 3’ di vantaggio. Dopo un km di ascesa, dal gruppo sono scattati Esteban Chaves (Mitchelton-Scott) e David De La Cruz (UAE-Team Emirates). A loro si sono poco dopo aggiunti Thymen Arensman (Team Sunweb) e Ivo Oliveira (UAE-Team Emirates). Il portoghese ha scandito un ritmo molto elevato in favore di De La Cruz, facendo staccare Chaves, per poi rialzarsi a sua volta dopo aver completato il forcing.
L’attacco di De La Cruz ha scosso il Team Movistar che ha immediatamente reagito alzando il ritmo del plotone, facendo scendere il vantaggio dei battistrada a 2 minuti. Come conseguenza anche il gruppetto dei fuggitivi ha alzato il ritmo. A farne le spese prima Jhojan Garcia, poi Andreas Schillinger e infine Riabushenko. Il gruppo però ha continuato ad avvicinarsi, scollinando con 1’22” di ritardo dalla testa della corsa e 50” dalla coppia De La Cruz-Arensman. Poco dopo il gpm due corridori del gruppo di testa hanno rallentato per ordine delle rispettive ammiraglie: Erviti ha atteso il gruppo per dare manforte ai compagni di squadra, mentre Davide Formolo ha rallentato per dare una mano a De La Cruz, impegnato nell’inseguimento.
Lungo l’insidiosa discesa, un quartetto formato da Guillaume Martin, Pierre-Luc Perichon, Angel Madrazo e Anthony Roux, si è sganciato dal gruppo di testa. Il quartetto non ha però preso il largo e ai -30 dall’arrivo vantava appena 10” sugli immediati inseguitori e 45” sul gruppo. Di lì a poco i due gruppetti di testa si sono ricongiunti, approcciando l’Alto del Cordal (5,5 km al 8,9%) con 40” di vantaggio sul plotone.
La bagarre nel drappello di testa è riscoppiata lungo la dura ascesa. Ad avvantaggiarsi mentre si scalavano le prime rampe del’Alto del Cordal sono stati Mattia Cattaneo e Luis Leon Sanchez. Alle loro spalle provava a tener duro Guillaume Martin, già vincitore dei primi 3 gpm di giornata, mentre gli altri compagni di fuga venivano ripresi uno alla volta dal gruppo sempre tirato dalla Movistar, da cui nel frattempo si era già staccato Esteban Chaves.
La tenacia ha ripagatao Guillaume Martin che è riuscito a rientrare su Cattaneo e Sanchez ad 1,3 km dal gpm. Contemporaneamente nel gruppo della maglia rossa è partito il forcing di Chris Froome (Ineos Grenadiers) oggi finalmente utile alla causa del suo compagno Richard Carapaz. Il ritmo del britannico ha letteralmente frantumato il gruppo e ha mandato in difficoltà Marc Soler (Movistar Team) evidentemente affaticato dopo la tappa di sabato.
Sul gpm è nuovamente transitato per primo Guillaume Martin, ormai padrone della maglia a pois, davanti Mattia Cattaneo e Luis Leon Sanchez. Il gruppo, ormai ridotto ad una ventina di unità, è passato con meno di 30” di ritardo. Al termine della successiva discesa il terzetto di testa aveva solo 25” sul gruppo, mentre il ritardo di Soler era di 45”.

Si è così giunti alla scalata della terribile e affascinante salita de l’Alto de l’Angliru con i 3 battistrada ormai in procinto di essere riassorbiti dal gruppo tirato dagli uomini della Jumbo-Visma. Il primo ad essere ripreso è stato Mattia Cattaneo (ai -11). La stessa sorte è toccata a Guillaume Martin e Luis Leon Sanchez 500 metri più tardi.
Il ritmo della Jumbo-Visma ha ben presto fatto staccare Soler, che era rientrato poco prima e quindi (ai -10) anche Chris Froome, unico gregario rimasto a supporto di Carapaz dopo la caduta occorsa ad Andrey Amador. L’inesauribile Robert Gesink (Jumbo-Visma) ha continuato ad imporre un’andatura sostenuta per tutto il primo tratto (il più facile) dell’Angliru per poi spostarsi soltanto a 6,7 km dall’arrivo, quando era già iniziato il tratto più duro della salita.
Esaurito il compito di Gesink, in testa al gruppo formato da 10 uomini è arrivato un altro corridore della Jumbo-Visma, Jonas Vingegaard. Alla sua ruota vi erano i compagni Sepp Kuss e Primoz Roglic, quindi Enric Mas (Movistar Team), Daniel Martin (Israel Start-Up Nation), Richard Carapaz (Ineos Grenadiers), il duo della EF formato da Hugh Carthy e Michael Woods, Alexandre Vlasov (Astana Pro Team) e Wout Poels (Bahrain-McLaren).
Il gruppetto di testa ha affrontato senza sussulti il duro tratto di Las Cabanas (-6,2) con il danse Vingegaard sempre in testa.
A 5,2 km dall’arrivo Wout Poels è andato in difficoltà prima di arrendersi definitivamete ai -4,7. Il primo scatto è invece arrivato ai 3,6 per opera di Enric Mas. L’accelerazione prodotta dallo spagnolo ha fatto immediatamente staccare sia Vingegaard, che avea oramai esaurito il suo compito, che Michael Woods.
Sotto lo striscione dei -3 Mas guidava con una ventina di metri di vantaggio su un gruppetto tirato da Sepp Kuss e comprendente Roglic, Carpaz, Martin, Carthy e Vlasov. Approfittando della marcatura ad uomo con cui Roglic controllava Carapaz, Hugh Carthy e Alexandre Vlasov hanno provato ad avvantaggiarsi guadagnando qualche metro su Vlasov e Kuss, Roglic e un Daniel Martin in leggera difficoltà.
Si è così entrati nel tratto più duro, quello di Cuena les Cabres (-2,3), caratterizzato da una pendenza massima del 23,5%. Di li a poco è arrivato lo scatto di Richard Carapaz che ha subito mandato in difficoltà il leader Primoz Roglic. Carapaz ha raggiunto nel giro di poche pedalte Enric Mas, imitato da Hugh Carthy 200 metri più avanti. Dietro al terzetto di testa tirato da Carpaz vi erano Daniel Martin e Alexandre Vlasov, mentre Sepp Kuss si era fermato per aiutare Roglic, che a 1,5 km dal traguardo pagava 12” di ritardo.
L’azione di Carapaz è però andata calando e così ai 1300 metri dal traguardo Hugh Carthy ha prodotto una decisa accelerazione che ha fatto staccare sia Carapaz che Mas. Il britannico si è involato in solitaria aumentando ulteriormente il margine nel corso dell’ultimo km. Mas, che aveva provato a rientrare sul corridore della EF, ha dovuto desistere ed è stato poi ripreso da Vlasov.
Per Carthy è così arrivato il trionfo in cima alla salita più celebre e ambita della Vuelta. Ottima prestazione per Alexandre Vlasov 2° a 16” davanti ad Enric Mas e Richard Carapaz. Il trio comprendente Roglic, Kuss e Daniel Martin ha tagliato il traguardo con 26” di ritardo, mentre Poels e Woods hanno chiuso ad 1’35”. Ancora più indietro Felix Grossschartner (Bora-Hansgrohe) giunto 10° a 2’15” in compagnia di Mikel Nieve (Mitchelton-Scott).

Resta apertissima la classifica generale che vede ora Richard Carapaz in testa con appena 10” su Primoz Roglic, 32”sul trionfatore di giornata Hugh Carthy e 36” su un tenace Daniel Martin. Alle loro spalle si trova Enric Mas, sempre 5° ad 1’50”. Decisamente più staccati Wout Poels (6° a 5’13”), Felix Gossschartner (7° a 5’30) e Alejandro Valverde (Movistar Team), 8° a 6’22”. Entra in top 10 Alexandre Vlasov, 9° a 6’41”, davanti a Mikel Nieve, 10° a 6’42”.
La Vuelta riprenderà martedì, dopo il secondo giorno di riposo, con una cronometro individuale di 33,7 km. I primi 31 saranno completamente piatti, mentre negli ultimi 2 I corridori dovranno scalare le durissime rampe che portano al Mirador de Ezaro (1800 metri al 14,2%).

Pierpaolo Gnisci

Hugh Carthy in azione sulle dure rampe dellAngliru (Getty Images Sport)

Hugh Carthy in azione sulle dure rampe dell'Angliru (Getty Images Sport)

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