KRAGH ANDERSEN, SCAMPAGNATA VINCENTE A CHAMPAGNOLE

settembre 18, 2020
Categoria: News

In una tappa caratterizzata da numerosi mangia e bevi, un po’ come nel finale della tappa di Lione, Søren Kragh Andersen bissa il successo ottenuto sulle sponde del Rodano staccando un gruppetto di attaccanti formatosi dopo un rimescolamento, dovuto alla anticipata capitolazione della fuga solitaria di Rémi Cavagna. Giornata tranquilla per i big che hanno riposato in vista della tappa a cronometro di domani, dalla quale usciranno gli ultimi verdetti prima della sfilata lungo i Campi Elisi.

Søren Kragh Andersen (Sunweb) primo, Luka Mezgec (Mitchelton-Scott) secondo, come a Lione.
La tappa odierna, incastrata tra il tappone di ieri e la cronometro di domani, doveva essere di riposo per i big, ma non per questo dedicata ai velocisti, che ritroveranno terreno fertile domenica nella consueta conclusione parigina. La frazione era, infatti, caratterizzata da numerosi mangia e bevi, un po’ come nel finale della tappa con arrivo a Lione.
La giornata per i big è stata di tutto riposo e l’unica battaglia, se così si può chiamare, è stata quella per la maglia verde, oltre naturalmente alla quella per la vittoria di tappa.
La tappa è stata a lungo caratterizzata dalla fuga di Rémi Cavagna (Deceuninck – Quick Step). Alle sue spalle parte un gruppo di contrattaccanti composto da Dylan van Baarle (INEOS Grenadiers), Cyrli Barthe (B&B Hotels), Guillaume Martin e Christophe Laporte (Cofidis, Solutions Crédits). La convinzione non è quella giusta e ben presto il drappello viene riassorbito, mentre Cavagna resta da solo in testa alla corsa. La situazione resta invariata sino al traguardo volante di Mournans, posto ad una cinquantina di chilometri dalla conclusione. Poco dopo il passaggio Cavagna viene, infatti, raggiunto da un gruppetto di contrattaccanti con Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale), Pierre Rolland (B&B Hotels) e Luke Rowe (INEOS Grenadiers), mentre dietro, dopo lo sprint per in punti valevoli per la maglia verde, rimangono in avanscoperta Matteo Trentin (CCC), Kasper Asgreen (Deceuninck – Quick Step), Casper Pedersen (Sunweb), Michael Mørkøv (Deceuninck – Quick Step) e Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), che vengono comunque riassorbiti nel giro di qualche chilometro.
A questo punto, vista la debolezza della fuga, comincia una girandola di tentativi. I primi ad uscire sono Greg Van Avermaet (CCC), Pierre-Luc Périchon (Cofidis, Solutions Crédits), Tim Declercq (Deceuninck – Quick Step), Nils Politt (Israel Start-Up Nation) e Mathieu Burgaudeau (Total Direct Énergie), seguiti e tosto raggiunti da Pedersen, Valentin Madouas ( Groupama – FDJ), Omar Fraile (Astana), Jasper Stuyven (Trek – Segafredo) e Kragh Andersen.
Il gruppo non sembra in vena di regali e a 36 chilometri dal traguardo la situazione è di gruppo compatto.
Ovviamente è troppo presto per pensare che sia finita e, infatti, pochi chilometri dopo il ricongiungimento partono Van Avermaet, Kragh Andersen, Oliver Naesen (AG2R La Mondiale), Jack Bauer (Mitchelton-Scott), Sagan, Rowe e Sam Bennett (Deceuninck – Quick Step).
Su questi uomini si riportano poco dopo anche Stuyven, Trentin, Mezgec, Dries Devenyns (Deceuninck – Quick Step) e Nikias Arndt (Sunweb), mentre Edvald Boasson Hagen (NTT Pro Cycling), Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation) e Bryan Coquard (B&B Hotels) non riescono nel tentativo di agganciare il drappello dei battistrada e vengono riassorbiti dal gruppo maglia gialla.
Il primo a provare la stoccata è Trentin, con una accelerata ai 16 all’arrivo, ma Sagan fa buona guardia. Mentre tutti stanno riordinando le idee parte deciso Kragh Andersen e gli altri fuggitivi si guardano un po’ troppo in faccia, lasciando che il danese scavi un distacco che si rivelerà presto incolmabile, arrivando sino a un minuto. Nella volata per il secondo posto si impone Mezgec su Stuyven, mentre Bennet si accontenta di mettersi alle spalle Sagan e Trentin.
Ovviamente i big hanno badato a preservare le energie per la tappa di domani, una cronometro mista che assomiglia molto alla prova del Passo del Bocco del Giro 1994, che vide battaglia a distanza tra Berzin, Pantani e Indurain.
Anche in quella occasione si dovevano percorrere circa 35 chilometri con una prima parte pianeggiante ed una salita finale. Si tratta di un percorso imprevedibile perché favorevole agli specialisti nella prima parte e più adatto agli scalatori nella seconda.
Considerando sia l’antico sia il moderno, va osservato che in una crono anche in salita l’importante è il ritmo, non tanto gli scatti che possono fare male solo se colui che viene attaccato è costretto a rispondere colpo su colpo, rischiando il fuori giri. Inoltre, la voglia di fare un buon tempo può indurre a commettere l’errore di forzare troppo nella prima parte pianeggiante e trovarsi in riserva proprio sulla salita, cosa che capitò a Pantani nella tappa del Giro del 1994.
Oggi, con la tecnologia, questo rischio è decisamente minore ma l’esito di una tappa del genere resta comunque imprevedibile, anche se il percorso strizza decisamente l’occhio all’attuale capoclassifica Primož Roglič (Jumbo-Visma).
Più interessante la battaglia per il terzo posto con Miguel Ángel López (Astana) che dovrà difendersi da assalti di corridori più specialisti di lui, corridori che però sono sembrati in affanno negli ultimi giorni e che devono comunque recuperare uno svantaggio non proprio esiguo.

Benedetto Ciccarone

La seconda vittoria di Søren Kragh Andersen al Tour de France 2020 (Getty Images Sport)

La seconda vittoria di Søren Kragh Andersen al Tour de France 2020 (Getty Images Sport)

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