DELFINATO STORY: VAUJANY 2016

giugno 4, 2020
Categoria: News

Il 2016 è l’anno della terza vittoria di Chris Froome al Delfinato, che vede il britannico prevalere per pochissimi secondi sul francese Romain Bardet e sull’irlandese Daniel Martin. Riviviamo la quinta tappa di quell’edizione, che vide il passaggio di consegne in testa alla classifica tra lo spagnolo Alberto Contador e Froome

FROOME-CONTADOR: SECONDO ATTO AL BRITANNICO

Tappa e maglia per il britannico a Vaujany, nel primo appuntamento alpino del Giro del Delfinato. Richie Porte è l’unico a reggere il suo ritmo, cedendo soltanto allo sprint. Paga invece 21’’ Contador, che dopo aver vanamente tentato di resistere si vede battuto anche da Adam Yates e Daniel Martin. Froome guida ora la generale con 7’’ su Porte e 27’’ sul madrileno.

Dopo il terzo posto del prologo, nel quale in soli 4 km aveva reso 13’’ a Contador, per Chris Froome è arrivata una sonora rivincita nel primo atto del trittico alpino del Delfinato, sulla breve ma aspra salita di Vaujany: vittoria di tappa, maglia gialla, e soprattutto il pareggio nel duello con lo spagnolo, vero motivo di interesse della corsa francese.
L’azione decisiva è cominciata a 2 km e mezzo dal traguardo, quando il gruppetto dei migliori aveva da poco neutralizzato, grazie al forcing di Roman Kreuziger, il primo attacco eccellente, portato da Mikel Landa. Il basco si era mosso dopo un chilometro circa di salita, lanciato dal classico trenino Sky, sostituitosi in testa al gruppo alla FDJ e alla Tinkoff, a lungo in controllo del plotone. Davanti restavano ancora i cinque componenti di una fuga nata a metà percorso: Cyril Gautier, Dayer Quintana, Bartosz Huzarski, Enrico Gasparotto e Andriy Grivko, quest’ultimo evaso da un foltissimo drappello che aveva animato la corsa sul Col de Barrioz (oltre all’ucraino, ne facevano parte Poels, Van Avermaet, Kiserlovski, Kreuziger, Morabito, Reichenbach, Bakelants, Vuillermoz, lo stesso Gautier, Keukeleire, Marczynski, Boasson Hagen, Cummings, Teklehaimanot, Hesjedal, Pedrero, Voeckler, Slagter, Coppel, Thurau, Voss, Grmay, Pibernik e Tiralongo). Gli altri quattro attaccanti si erano riportati su di lui in un secondo momento, dando vita ad un tentativo che non ha comunque mai assunto proporzioni significative, e che ai piedi dell’ascesa conclusiva era di fatto già spacciato.
Sulle prime rampe, Gasparotto ha avviato una progressione che lo ha lasciato ben presto solo al comando, senza però poter resistere più di 2 km abbondanti al ritorno di Landa.
A 3 km e mezzo dalla conclusione, il basco si è così ritrovato solo al comando, senza però riuscire a dilatare il suo vantaggio oltre il centinaio di metri. È bastato così il contrattacco di Daniel Martin, ai -3, per neutralizzare la sua azione.
In scia all’irlandese si mantenevano la sagoma gialla di Contador, quella a pois di Porte, e quella nera di un uomo Sky; si trattava però di Sergio Henao, e non di un Chris Froome rimasto attardato di qualche metro. Sembrava un campanello d’allarme, e invece quella del britannico si è rivelata una strategia ben precisa: appena completato il rientro, evitando accuratamente cambi di ritmo inutili, Froome ha sferrato a propria volta uno scatto dei suoi, al quale i soli Porte e Contador hanno saputo replicare.
Non pago della selezione operata, al primo affondo il keniano bianco ha fatto seguire subito il secondo, poi un terzo. Porte, dopo aver rinunciato a rispondere ad ogni acceleraizone, è riuscito a rifarsi sotto con un’andatura più regolare; Contador, forse troppo ostinato nel tentare di reagire alle sparate del rivale più temuto, si è invece piantato, perdendo in un amen oltre 10’’.
Buon per lo spagnolo che da dietro stesse rinvenendo Daniel Martin, al quale si è potuto aggrappare nel momento più difficile, che in seguito sia rientrato anche un ottimo Adam Yates, e soprattutto che l’ultimo chilometro e mezzo fosse molto più agevole rispetto ai precedenti, con un tratto addirittura in discesa.
Gli ex compagni di squadra in maglia Sky al comando hanno trovato subito un accordo impeccabile, incrementando così, sia pur moderatamente, il proprio vantaggio fino ai 200 metri finali, quando si è aperta la volata finale. Froome ha preferito affrontarla in testa, lanciando una lunga progressione alla quale Porte ha saputo resistere soltanto fino a 50 metri dal traguardo. Per il nativo di Nairobi è arrivato dunque il quarto successo in stagione, indubbiamente il più significativo in chiave Tour de France.
A Porte è stato attribuito un distacco di 1’’, mentre Yates ha regolato Martin nello sprint per il gradino più basso del podio, a 19’’ dal vincitore. Contador, in evidente affanno, ha perso negli ultimi metri anche le ruote del duo anglo-irlandese, tagliando il traguardo con un passivo di 21’’. Bardet, che in un primo tempo aveva tentato di tenere la ruota di Froome, rendendosi conto dopo poche pedalate dell’impossibilità della missione, ha recuperato a sufficienza da prendersi la sesta piazza, a 25’’, precedendo di 2’’ un drappello comprendente Rolland, Mollema, Meintjes, Alaphilippe, Rosa, Rodriguez e Navarro, e di ulteriori 4’’ Landa. Con il basco si esaurisce, ordine d’arrivo alla mano, l’elenco di chi può ancora nutrire realistiche ambizioni di classifica in questo Delfinato: dal 15° posto di Valerio Conti, infatti, i distacchi si impennano oltre il minuto.
Costretti ad abbandonare qualsiasi sogno di gloria, dunque, anche Fabio Aru e Thibaut Pinot, giunti al traguardo con 1’57’’ e 2’31’’ di ritardo rispettivamente. Per il sardo, la resa odierna implica anche la definitiva cessione dei gradi di capitano a Diego Rosa, ora 7° in classifica generale a 1’08’’ da Froome.
Il britannico ha infatti scalzato Contador dalla vetta della generale, occupata dal madrileno sin dal primo giorno. Il Pistolero, staccato di 27’’ dalla maglia gialla, ripartirà anzi domani dalla terza piazza, preceduto anche da Richie Porte, il cui ritardo è invece di sette miseri secondi. Ancora in lizza anche Martin (37’’), Alaphilippe (42’’) e Yates (52’’), con i due anglosassoni che si sono oggi lasciati preferire.
Il prossimo capitolo del duello Froome-Contador andrà in scena domani, ancora sul palcoscenico delle Alpi: 141 km fra La Rochette e Méribel, con tre GPM di prima categoria, uno di seconda, e l’unico Hors Catégorie di questa edizione, il Col de la Madeleine. Una tappa magistralmente disegnata fino a metà percorso, con il poco conosciuto ma molto ostico Champ-Laurent poco dopo il via, seguito senza soluzione di continuità dal breve ma arduo Grand-Cucheron, prima di dare l’assalto alla salita più dura del Delfinato 2016. La salita di Méribel inizia di fatto in fondo alla discesa della Madeleine, offredo dunque la possibilità di un concatenamento naturale e senza respiro, favorevolissimo ad attacchi da lontano; Thierry Gouvenou e soci, onde minimizzare il rischio del verificarsi di questo scenario, hanno però preferito intercalare fra le due ascese la pedalabile Montée des Frasses, condita da una decina di chilometri di fondovalle sia prima che dopo.
Ciò nonostante, si tratterà della tappa regina del Delfinato, nonché, forse, dell’occasione migliore per provare ad incrinare la supremazia che Froome sembra aver acquisito oggi sulla corsa.

Matteo Novarini

Chris Froome va a cogliere il primo successo di tappa in questo Giro del Delfinato (foto Bettini)

Chris Froome va a cogliere il primo successo di tappa in questo Giro del Delfinato (foto Bettini)

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