PRIMAVERA 2007: IL FIANDRE PORTA LA FIRMA DI BALLAN

aprile 5, 2020
Categoria: News

Per questo ricordo siamo andati a riesumare un articolo scritto quando era ancora in funzione il vecchio sito (ancora accessibile dall’attuale home page): correva l’anno 2007 e a tagliare per primo il traguardo del Giro delle Fiandre, che all’epoca si concludeva a Meerbeke con Grammont e Bosberg ultimi giudici della corsa fiamminga, fu l’italiano Alessandro Ballan.

Ballan fa lo show sul Grammont, poi regola i conti con l’Hoste: il Fiandre stavolta è suo!

“Aspettatemi sui muri” aveva detto. Come a dare appuntamento agli amici della borgata, Alessandro Ballan l’aveva promesso. I muri di Ballan non contemplano però un paio di jeans strappati, una bottiglia di birra nella sinistra e la sigaretta accesa nella mano destra. Il muro di Ballan è quello che in Belgio sognano la notte, attendono per 365 giorni, vivono fino in fondo per due-tre minuti di un pomeriggio di sole del giorno di Pasqua. Il muro di Ballan è il Grammont (tradotto in italiano) delizia di un Fiandre che rovescia tutti i pronostici, che schianta un Boonen spavaldo e che ripropone un italiano, per la decima volta nella storia della competizione, sul gradino più alto del podio dopo cinque anni di astinenza dal successo del 2002 di Andrea Tafi.
La gara vive sulla lunga fuga a sette composta da seconde linee tra le quali vengono rappresentate con Franzoi e Kuchynski sia la Lampre che la Liquigas. I magnifici sette proseguiranno in avanscoperta fino all’imbocco del Grammont quando quel che è rimasto del gruppo si riporta sotto ed iniziano i fuochi d’artificio. Intanto da dietro si segnalano diverse cadute, vuoi per l’alta velocità, vuoi per la scelta scriteriata di inserire una fila di camion pubblicitari in una strada stretta. Ne fanno le spese e sono costretti al ritiro, tra i tanti, Zabel, Wegmann e Bernucci (all’ennesima caduta grave). Scivolate anche per Boonen, che lamenta dolori a polso e ginocchio ed O’Grady, mentre Cancellara è costretto a mettere piede a terra per evitare proprio il compagno di squadra. Appena i muri iniziano a susseguirsi ed una volta superato il Kwaremont giungono i primi segnali decisi: Van Petegem non è più quello di qualche anno fa e non sarà d’aiuto alla corazzata Quick-Step. Cade intanto anche un Paolini che, quando mancano 60 chilometri, sembra essere tagliato fuori dalle posizioni che contano. Le formazioni di casa, Quick-Step e Lotto, iniziano a muoversi e mandano in avanscoperta di volta in volta le seconde linee: i primi a partire sono Hulsmans e Van Summeren e col gruppo che sonnecchia per una decina di chilometri è Cancellara a cercare di far saltare il banco. Il campione del Mondo contro il tempo accelera e si porta dietro un gruppetto coi migliori: O’Grady, Hoste, Boonen gli prendono la ruota. Ma è proprio a Ballan a concepire il grosso rischio e a ricucire lo strappo prima che diventi irrecuperabile. Cancellara si rialza, O’Grady no e rilancia. Con lui stavolta vanno Boogerd, ancora Hoste, un sorprendente Bennati e Steegmans. Neanche stavolta l’azione va a buon fine e quando i big si ricongiungono nuovamente ecco che Cancellara parte con una progressione impressionante. E pensare che nel 2007 non si era mai visto. Aria di Roubaix per lui. Steegmans lo segue e non gli dà mai un cambio: forse Boonen sta meglio di quanto la caduta faccia pensare. I due guadagnano fino a quarantacinque secondi e si ricompattano col gruppetto dei sette eroi di giornata. Ma la Lampre con un super Baldato e la Lotto di Hoste tirano a tutta prima del Geraardsbergen (o Grammont se preferite). A sorpresa Boonen approccia la salita in testa. Troppa spavalderia che accende il cuore dei tifosi assiepati ai lati delle transenne e la foga di un Ballan pronto a mordere il freno. Il veneto di Castelfranco parte nel tratto più duro, laddove Michelino Bartoli fece la differenza 11 anni fa. Ed allo stesso modo si invola. Solo Hoste prova a tenergli testa scollinando con cinque secondi di ritardo subito colmati nel primo tratto di discesa. Mancano ancora quindici chilometri ed il vantaggio sul gruppo dei migliori è di soli sei secondi. Non sarebbe nulla se non fosse il Fiandre. Qui è tutto diverso. Boonen intanto è letteralmente scoppiato e da dietro non si riesce ad organizzare un inseguimento degno di nota. Così i due guadagnano quei 10 secondi necessari ad arrivare sotto l’ultima asperità, il Bosberg, con 18 secondi di gap. Pippo Pozzato, che dichiarerà di non aver avuto la condizione giusta, prova ad uscire dal plotone degli inseguitori ma non ha il colpo di pedale dei giorni migliori e viene presto riassorbito. Ci prova ancora Bettini ma il tentativo più serio è quello di Vaitkus che si trascina dietro Kroon. Mancano soltanto quattro chilometri ed il vantaggio scema di due secondi ogni mille metri. La strada è amica dei due al comando e quando si transita sotto la flame rouge il vantaggio si assesta ancora sui dieci secondi. Ma Hoste, già due volte secondo alla Ronde, capisce di dover impostare la volata in seconda ruota e smette di collaborare. Il sangue si gela. Alla mente riaffiorano i pensieri del Tour dello scorso anno, di un Ballan beffato dalle bizzarre e antisportive strategie di Freire e Popovych. Da dietro intanto è ufficiale: non rientrerà più nessuno. Lo sprint è ormai lanciato. Ballan sbaglia e parte col rapporto troppo duro. Sembra finita ma non lo è. Non lo è perché Hoste è l’eterno secondo e non sembra voler rovesciare la sua triste sorte e perché Ballan ha una voglia di prendersi il successo più dolce pari a quella della destra di far cadere il governo Prodi. Finisce con l’urlo strozzato in gola dei belgi e con la ruota di Alessandro Magno scavalcare inesorabilmente quella dell’avversario proprio a pochi centimetri dalla linea. E’ tripudio italiano. E’ una gioia che neanche fiumi di parole saprebbero raccontare come il viso dell’umile veneto. E’ sbocciato finalmente un Campione.

Marco Ferri

La vittoria di Alessandro Ballan al Giro delle Fiandre 2007 (foto Bettini)

La vittoria di Alessandro Ballan al Giro delle Fiandre 2007 (foto Bettini)

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