STAGIONE 2020, SI RICOMINCIA

gennaio 17, 2020
Categoria: Approfondimenti

Come avviene da diversi anni riparte dall’Australia la stagione di corse “grandi firme” del ciclismo. Il Santos Tour Down Under aprirà il circuito del “World Tour”, la serie A delle corse ciclistiche; l’attenzione degli appassionati si sposterà successivamente in Argentina per la Vuelta a San Juan Internacional mentre, a fine mese, la Challenge Ciclista a Mallorca sarà la prima gara europea del calendario.

Un’altra stagione di corse è ai nastri di partenza e recherà con sé alcune novità, a cominciare dalla creazione del circuito “Pro Series”, che si affiancherà all’UCI World Tour (la “serie A” delle corse ciclistiche), per poi arrivare all’autentico terremoto che sarà causato in calendario dalle Olimpiadi di Tokyo, che provocheranno diversi “traslochi” e lo slittamento indietro di una settimana di tutte le corse dal Giro in giù, con la Corsa Rosa che andrà a sovrapporsi, anche se per sole ventiquattrore, con il Delfinato. Ci saranno anche lieti eventi come la nascita del Giro dell’Arabia Saudita e temporanei arrivederci perché quest’anno il Giro se si “scontrerà” con il Delfinato non dovrà patire la concorrenza con il Tour of California.

Il mese di gennaio, invece, non proporrà novità e così, come avviene puntualmente dal 2008, anche l’edizione 2020 del World Tour si aprirà con il Santos Tour Down Under. La breve corsa a tappe disegnata sulle strade dell’Australia Meridionale quest’anno scatterà il 21 gennaio con una tappa di 150 Km tracciata attorno alla cittadina di Tanunda e costituita da un circuito di 30 Km da ripetere cinque volte che vedrà in scena i velocisti, favoriti da un percorso che proporrà quale unica difficoltà uno strappo di 600 metri al 4% da superarsi l’ultima volta a 13.5 Km dal traguardo. Anche il giorno successivo, al termine dei 136 Km della Woodside – Stirling, l’epilogo più probabile sarà un arrivo allo sprint, nonostante questa frazione abbia un tracciato più articolato rispetto a quello della tappa d’apertura e i chilometri conclusivi presentino una leggera pendenza all’insù che in passato non hai mai impedito l’arrivo in volata in questo centro (l’ultima volta, nel 2018, qui s’impose il corridore di casa Caleb Ewan). I corridori che punteranno al successo finale – che nelle ultime due edizioni ha arriso al sudafricano Daryl Impey – metteranno per la prima volta il naso fuori dalla finestra nel finale della Unley – Paracombe (131 Km), che terminerà in vetta a una breve ma ripida ascesa lunga un chilometro e 200 metri, caratterizzata da una pendenza media del 9.3% e in cima alla quale sono già terminate due frazioni della corsa australiani, nelle quali si erano rispettivamente imposti Rohan Dennis (2015) e Richie Porte (2017). Torneranno successivamente protagonisti i velocisti, ai quali strizza l’occhio il percorso della Norwood – Murray Bridge (153 Km dei quali gli ultimi cinquanta pianeggianti) mentre leggermente più complicata per loro sarà la Glenelg – Victor Harbor (149 Km), il cui finale prevede alcuni tratti lungo le ventose coste dell’oceano e la salita di Kerby Hill (paragonabile a Paracombe, sono 1600 metri al 9%) a 20 Km dal traguardo, a sua volta preceduto di circa 6 Km da uno zampelotto di 1400 metri al 4.1%. L’ultimo giorno sarà quello decisivo essendo in programma il traguardo sulla salita simbolo della corsa, Willunga Hill, ascesa di 3.6 Km al 7.1% che dovrà essere affrontata due volte negli ultimi 25 Km della frazione conclusiva di 151 Km, che scatterà da McLaren Vale e che dal 2014 è sempre “espugnata” dal medesimo corridore, il già citato Richie Porte.

Il 26 gennaio, stesso giorno della frazione conclusiva del Down Under, sarà tenuto a battesimo il circuito delle gare “Pro Series”, costituito dalle gare che fino allo scorso anno appartenevano allo scomparso circuito “H.C.” e da altre promosse da categorie inferiori, com’è il caso dell’argentina Vuelta a San Juan Internacional, che era di categoria 2.1 ma che aveva visto al via campioni di spessore, richiamati in Sudamerica dalla possibilità di correre con un clima caldo e di affrontare in corsa le prime salite impegnative della stagione. Lo scorso anno, per esempio, si schierarono al via corridori del calibro di Peter Sagan, Julian Alaphilippe e Nairo Quintana e i primi due dovrebbero far campo dei partenti anche nel 2020, quando la corsa sudamericana proporrà un tracciato leggermente più impegnativo rispetto al recente passato. Come in Australia il giorno d’apertura sarà riservato ai velocisti, anche se i 163 Km del circuito di San Juan presenteranno un tracciato di media montagna e dovrà essere superata per quattro volte – l’ultima a 37 Km dal traguardo – la salita dell’Alto Punta Negra (1.1 Km al 7.5%), che i corridori in gara scruteranno con attenzione perché due giorni più tardi sarà affrontata anche nel corso della cronometro, preceduta da una seconda frazione destinata ai velocisti disegnata sul piatto circuito di Pocito (169 Km). La prova contro il tempo si disputerà sulla distanza di 15 Km, partendo dal dipartimento di Ullum per arrivare sulle sponde del lago artificiale di Punta Negra, sulle quali si approderà dopo aver superato la salita che termina presso la diga del bacino, la medesima della tappa d’apertura e che si concluderà quando mancheranno circa 2500 metri al traguardo, nello stesso luogo dove lo scorso anno – ma in quell’occasione l’arrivo era in linea – si era imposto Alaphilippe. L’indomani si affronterà la prima salita di una certa consistenza chilometrica, ma la facilità delle pendenze che s’incontreranno nei 14.5 Km al 3.5% (suddivisi in tre GPM distinti) da pedalare verso il parco naturale di Ischigualasto non turberà più di tanto i sonni dei velocisti, che sempre si sono imposti nella San José de Jáchal – Villa San Agustín (186 Km), presenza fissa nella corsa argentina nelle ultime edizioni (vittoria di Maximiliano Richeze nel 2017 e di Fernando Gaviria nel 2018). Gli scalatori dovranno così attendere 48 ore per dare sfogo alle loro velleità di vittoria quando, dopo il giorno di riposo, si affronterà la frazione regina della corsa argentina, che scatterà da Caucete per concludersi dopo 175 Km ai 2565 metri dell’Alto Colorado. La quota suscita un po’ di timore mentre non si può dire la stessa cosa delle pendenze, ma affrontare una salita di quasi 20 Km al 4.4% a queste altitudini e all’inizio della stagione sicuramente innescherà una selezione degna di un salitone alpino, come testimoniato dagli ordini d’arrivo stilati lassù gli scorsi anni: dodici mesi fa sull’Alto Colorado s’impose il colombiano Winner Anacona, che riuscì a strappare per 41 secondi la maglia di leader ad Alaphilippe. Del tutto inutili ai fini della classifica saranno le rimanenti due frazioni, con la penultima – un circuito di 155 Km con partenza e arrivo fissate sulla pista dell’autodromo El Villicum – che offre qualche chanche ai finisseur mentre la conclusiva tappa di San Juan (144 Km), totalmente disegnata sulle piatte strade del capoluogo dell’omonima provincia argentina, costituirà la classica passerella di fine corsa.

Per vedere le prime pedalate del gruppo in Europa bisognerà attendere la fine del mese, quando sull’isola di Maiorca (Spagna) andrà in scena dal 30 gennaio la 29a edizione della Challenge Ciclista a Mallorca, che terminerà il 2 febbraio ma che non può essere considerata come una vera e propria corsa a tappe. Si compone, infatti, di quattro gare “indipendenti” l’una dall’altra non esistendo né una classifica generale finale, né l’obbligo della partecipazione a tutti e quattro i “trofei” dei quali si compone questa challenge. Il primo sarà il Trofeo Ses Salines – Felanitx (171 Km), che prende nome dai due comuni tra i quali è disegnato il tracciato, favorevole ai velocisti che non si faranno certo spaventare dal facilissimo Coll Es Monjos (1.6 Km al 4.1%) da scavalcare a 18 Km dalla conclusione. Il secondo giorno si disputerà la più impegnativa tra le quattro competizioni, il tradizionale Trofeo Serra de Tramuntana, la più ostica anche per gli organizzatori che talvolta in passato, a causa del maltempo, si sono visti costretti a tagliare parte del tracciato: il percorso di 140 Km – partenza da Sóller e arrivo a Deià – vedrà i partecipanti superare sei salite sulle quali spiccano il Puig Major, “Cima Coppi” dell’isola delle Baleari (881 metri, 4.8 Km al 5.4%), e il Coll den Bleda (4.4 Km al 5%), ultima difficoltà di gara collocata a soli 4 Km dal traguardo. Le due ascese saranno riproposte il giorno dopo nel corso del movimentato Trofeo Pollença – Port d’Andratx, quasi 170 Km che prevedono il traguardo finale al culmine di una salita di 2.3 Km all’8.9%. A chiudere il “cartellone” sarà un altro appuntamento immancabile della corsa iberica, il Trofeo Playa de Palma – Palma, 160 Km privi di grosse difficoltà per giungere sul lungomare di Palma di Maiorca dove andrà in scena il secondo volatone della challenge.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLA CORSE

Santos Tour Down Under

https://tourdownunder.com.au/

Vuelta a San Juan Internacional

https://vueltaasanjuan.org/

Challenge Ciclista a Mallorca

http://vueltamallorca.com/challenge-mallorca/

Uno scorcio dellisola di Maiorca (visitmaiorca.com)

Uno scorcio dell'isola di Maiorca (visitmaiorca.com)

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