SALUTO ALLA SICILIA NELLA VAMPA DEL VENTO
Il Giro lascia la Sicilia con una tappa sulla carta adatta ai velocisti, almeno a quelli che avranno superato senza troppi problemi la lunga salita della Portella Mandrazzi. In realtà ben altra insidia si nasconde negli ultimi 40 Km di pianura verso il traguardo di Villafranca Tirrena e risponde al nome del vento: in quei frangenti si correrà, infatti, in una delle zone più ventose della Sicilia e ne sa qualcosa Mario Cipollini che al Giro del 1999 proprio dalle parti del traguardo odierno fu protagonista di una brutta disavventura…
Sulla carta sembra una tappa di trasferimento sulla quale pende un unico dubbio: riusciranno i velocisti a superare indenni i quasi 12 Km dell’ascesa verso i 1125 metri della Portella Mandrazzi, che svetta praticamente nel mezzo del cammino di questa tappa? La facilità delle pendenze (la media è 5,2%) e il fatto che nei successivi 63 Km non s’incontreranno più difficoltà altimetriche depongono a favore di un arrivo allo sprint, anche se non a ranghi compattissimi e con i velocisti che arriveranno a disputarsi la volata con i muscoli leggermente provati alla precedente ascesa. Fin qui l’esame alla “carta”, che però non tiene conto della principale insidia che questa frazione potrebbe proporre nei chilometri conclusivi, tracciati lungo le rive del Tirreno: il vento. Fu proprio dalle parti di Villafranca che una folata particolarmente violenta innescò una brusca sbandata durante la Catania-Messina del Giro del 1999, repentino cambio di direzione che causò la caduta di una ventina di corridori, tra i quali finirono a terra il futuro vincitore di quell’edizione Ivan Gotti, la maglia azzurra (all’epoca destinata al leader della classifica dell’Intergiro) Massimo Apollonio e Mario Cipollini, che rimase a terra per quasi un minuto e poi rimonterà in sella, ovviamente non riuscendo a competere per il successo di tappa in quel di Messina, dove a imporsi fu l’olandese Jeroen Blijlevens, che grazie a quell’affermazione riuscirà anche a conquistare la maglia rosa, togliendola proprio dalle spalle del velocista toscano. Ecco, dunque, quale sarà il principale “babau” della frazione con la quale il Giro saluterà la Sicilia, un arrivederci perché nel 2021 la Corsa Rosa tornerà nell’isola per la “Grande Partenza” della 104a edizione.
Come nella tappa del Giro di 21 anni fa si partirà da Catania pedalando in direzione della “malavogliana” Aci Trezza, conosciuta anche per il piccolo arcipelago d’origine vulcanica delle Isole dei Ciclopi, secondo la leggenda massi di pietra lavica scagliati in mare da Polifemo, infuriato con Ulisse. Con un tratto in lieve ascesa si giungerà nella meravigliosa Acireale, nota per i suoi monumenti in stile barocco sui quali spicca la Basilica di San Sebastiano. Si planerà dolcemente verso Giarre per poi giungere a Fiumefreddo di Sicilia, presso il quale si trova il Castello degli Schiavi, edificio del 1700 che il celebre regista statunitense Francis Ford Coppola scelse per girarvi diverse scene di uno dei suoi più noti film, “Il Padrino”, ispirato all’omonimo romanzo di Mario Puzo.
Ci sarà spazio per la commozione a questo punto, perché al momento del passaggio da Giardini-Naxos il pensiero di tutti sarà rivolto a Felice Gimondi, che proprio nel mare di questa nota località balneare ha chiuso la sua parabola terrena in un caldo pomeriggio della scorsa estate. Proprio adesso i corridori volgeranno le spalle al mare per virare verso l’interno, anche se non sarà ancora arrivato il momento di misurarsi con la salita di Portella Mandrazzi. Prima dovranno essere messi nelle gambe più di venti chilometri di dolce falsopiano risalendo la valle dell’Alcantara, frequentata meta turistica per via delle spettacolari grotte, alte fino a 25 metri, formatesi in seguito a remote colate dell’Etna. Raggiunta Francavilla si andrà quindi all’attacco della salita vera a propria, lungo la quale si toccherà uno dei sette “Villaggi Schisina”, oggi in abbandono, costruiti nel 1950 per dare alloggio ai contadini che la regione incaricò di coltivare le terre circostanti.
Se lunga era stata la salita, ancor più lo sarà la successiva discesa dal versante tirrenico, oltre 20 Km nel corso dei quali si transiterà ai piedi della spettacolare Rocca Salvatesta, una delle cime più elevate della catena dei Monti Peloritani, poco prima di giungere nel centro di Novara di Sicilia, inserito nel circuito dei “borghi più belli d’Italia”.
Terminata la discesa, la pianura sarà unica protagonista dell’altimetria negli ultimi 40 Km, all’inizio dei quali la corsa transiterà dalla località termale di Vigliatore, frequentata per scopi curativi fin dall’epoca romana, periodo al quale risale la Villa di San Biagio, rinvenuta negli anni 50 del secolo scorso. Successiva meta dei “girini” sarà la cittadina di Barcellona Pozzo di Gotto, il centro più popoloso della provincia di Messina dopo il capoluogo, dotata di numerosi edifici di culto come la Basilica minore di San Sebastiano, inagurata nel 1936, e l’antichissima chiesa rupestre di Santa Venera.
È a questo punto che inizierà il tratto più esposto di questa frazione, poiché nell’ultima ventina di chilometri il percorso s’avvicinerà decisamente alle acque del Tirreno, laddove queste vanno a infrangersi contro l’estremità orientale della Sicilia. E, tra un colpo di vento e l’alto, rischieranno d’infrangersi anche le speranze di chi non sarà riuscito a tener aperti gli occhi nel concitato finale di gara e rimanere agganciato al ventaglio giusto.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
I VALICHI DELLA TAPPA
Portella Mandrazzi (1125 metri). Valicata dalla SS 185 “di Sella Mandrazzi” tra Francavilla di Sicilia e Novara di Sicilia, separa la catena dei Monti Peloritani da quella dei Nebrodi. In tre precedenti occasioni è stata GPM al Giro d’Italia: nel 1954 fu conquistata da Giuseppe “Pipaza” Minardi (tappa Palermo – Taormina, vinta dal medesimo corridore), nel 1999 da Mariano Piccoli (la tappa Catania – Messina citata nell’articolo e vinta da Jeroen Blijlevens) e nel 2003 dal colombiano Freddy González durante la Messina – Catania vinta da Alessandro Petacchi.
Portella Pertusa (974 metri). Valicata dalla SS 185 “di Sella Mandrazzi” nel corso della discesa dalla Portella Mandrazzi a Novara di Sicilia, all’altezza del bivio per Fondachelli.
Nota.
Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
FOTOGALLERY
La Fontana dell’Elefante e il duomo di Catania
Aci Trezza, Isole dei Ciclopi
Acireale, Basilica di San Sebastiano

Il Castello degli Schiavi di Fiumefreddo di Sicilia, dimora del boss Michael Corleone ne “Il Padrino” (www.davinotti.com)
Gole dell’Alcantara
Una fontana abbandonata presso il villaggio fantasma di Borgo Schisina

Rocca Salvatesta (www.corrieredeinebrodi.it)

Uno dei mosaici rinvenuti nella Villa romana di San Biagio a Terme Vigliatore (www.tripadvisor.com)
Barcellona Pozzo di Gotto, Basilica minore di San Sebastiano
Barcellona Pozzo di Gotto, Chiesa di Santa Venera

La spiaggia di Villafranca Tirrena e, in trasparenza, l’altimetria della sesta tappa del Giro 2020 (www.tripadvisor.com)