PER NON “RUMPIRI I CABBASISI”
Il Giro sbarca in Italia con una tappa non troppo impegnativa, disegnata con mano leggera alla luce del lungo trasferimento dall’Ungheria e della mancanza del giorno di riposo una volta giunti in Sicilia. Sarà una tappa non piatta ma comunque soffice per gran parte del suo sviluppo, poi si affronterà verso Agrigento la salita dei mondiali del 1994 e lì la corsa si accenderà… un certo Peter Sagan potrebbe percepire il sentore dell’iride e proporci uno show dei suoi!
Sì è reduci da un lunghissimo trasferimento aereo effettuato senza riposo, non unico ma nemmeno raro perché di simili se ne erano già visti alla Vuelta del 1988 (dalle Canarie alla Spagna) e al Tour di Pantani dieci anni più tardi (dall’Irlanda alla Francia). Per questo motivo gli organizzatori hanno tracciato la prima tappa italiana con mano non eccessivamente pesante, breve e – pur se non totalmente pianeggiante – priva di vere e proprie difficoltà per non eccessivamente “rumpiri i cabbasisi” ai corridori provati dallo stress del lungo viaggio… almeno fino a 4 Km dall’arrivo quando la strada si rizzerrà sotto le ruote per superare il dislivello che separa la Valle dei Templi dal traguardo di Agrigento, andando a ricalcare quello che fu il finale dei mondiali del 1994, quell’ascesa che, ripetuta 19 volte. laurerò campione del mondo il francese Luc Leblanc, “collega” di quel Peter Sagan che la competizione iridata l’ha vinta 3 volte e che potrebbe lasciare il segno anche su questo traguardo, avendo preannunciato la sua presenza ai nastri di partenza del 103° Giro d’Italia. La mano “leggera” di Vegni non si nota solo nel disegno altimetrico di questa prima tappa italiana ma anche nella scelta delle strade da percorrere poiché la quasi totalità del tracciato si snoderà sulla strada a scorrimento veloce che collega Palermo ad Agrigento, evitando i centri abitati.
Si partirà in discesa dalla preziosa Monreale per raggiungere il “chilometro 0” alle porte del capoluogo siciliano e da lì costeggiare l’autostrada per Messina per una dozzina di chilometri fino allo svincolo di Villabate, antico borgo agricolo oramai saldato urbanisticamente a Palermo. È a questo punto che si andrà a imboccare la citata superstrada che taglia nel mezzo la Sicilia andando ad affrontare un paio di pedalabili tratti in salita entro i primi 65 Km di gara, che potrebbero rimanere nelle gambe solo la tappa prenderà il via a velocità elevata, a causa dell’ampiezza della carreggiata che tende a fare sembrare meno pendenti i tratti in salita.
Superato un piccolo zampellotto si andrà a lambire la cittadina di Misilmeri, nella cui frazione Gibilrossa si trova un obelisco eretto nel luogo dove, durante l’Impresa dei Mille, si radurano 4000 volontari la sera precedente la presa di Palermo. Un primo tratto di salita più consistente – 4 Km al 4.2% – terminerà nei pressi dello svincolo per Bolognetta, centro che fino al 1883 si chiamava Santa Maria d’Ogliastro, poi la superstrada procederà in assetto di dolce e costante falsopiano verso il successivo svincolo per Ciminna, dove presso la chiesa di San Vito nel 2009 Giuseppe Tornatore girò una scena del film “Baarìa” nella finzione ambientata sulla spiaggia di Bagheria, che sarà poi aggiunta in postproduzione con un fotomontaggio trovandosi il centro di Ciminna a quasi 500 metri sul livello del mare.
Al termine del tratto di falsopiano si andrà quindi a sfiorare Villafrati, centro dalla pianta a scacchiera dal quale è possibile raggiungere, deviando per qualche chilometro dal percorso di gara, il comune di Cefalà Diana, dove si trovano i resti di uno stabilmento termale che, a detta degli studiosi, sarebbero gli unici direttamente ascrivibili al periodo della dominazione araba.
Seguirà un dolce tratto in discesa nel corso del quale si andranno a lasciare sulla destra del percorso le diramazioni prima per Mezzojuso e poi per Vicari, presso il quale è possibile ammirare un’altra testimonianza lasciata dagli arabi, la Cuba di Ciprigna, costruita con la funzione di cisterna. Qui si tornerà a prender quota per superare la più lunga tra le ascese di giornata, dodici docili chilometri (la pendenza media non arriva al 4%) che condurrà al punto più elevato del tracciato odierno (723 metri di quota), in corrispondenza del cosiddetto “Bivio Manganaro”, dove il tracciato svolterà a destra per imboccare il tratto più veloce di questa tappa, che avrà la forma di una soave planata di 40 Km che si snoderà nella valle del Platani – il quinto fiume per lunghezza della Sicilia – e che sarà resa ancora più veloce dalla linearità del tracciato, caratterizzato da rare e comunque sempre morbide curve. È proprio all’inizio di questo tratto che i “girini” incontreranno l’unico centro abitato – Monreale e Agrigento a parte – quasi direttamente toccato dalla corsa, Lercara Friddi, noto per aver dato i natali al gangster Charles “Lucky” Luciano e al ramo paterno della famiglia di “The Voice”, l’intramontabile Frank Sinatra.
Anche lo scorrere dei successivi chilometri di gara sarà scandito dai passaggi dagli svincoli, come quello che conduce al comune di Cammarata, situato ai piedi dell’omonimo monte della catena dei Sicani, alto 1578 metri e dalla cui cima nelle giornate più limpide è possibile scorgere l’Etna, con il quale i pretendenti al successo al Giro 2020 si misureranno il giorno successivo. Un’altra interessante disgressione dalla “strada maestra” è quella che permette di raggiungere Mussomeli, dove ammirare lo spettacolare castello manfredonico situato a 2 Km dal centro. Superata con una breve galleria la gola del “Passo Fonduto” la corsa entrerà in provincia di Agrigento ai piedi di un tratto in lieve ascesa che terminerà in corrispondenza dello svincolo per Aragona, centro presso il quale fino al 2014 – anno della temporanea chiusura al pubblico della riserva naturale in seguito ad un incidente mortale – era possibile osservare da vicini le “macalube”, piccoli vulcanetti di fango alti all’incirca un metro.
Imboccata la superstrada che arriva da Caltanissetta, quando mancheranno poco meno di 10 Km al traguardo si entrerà su quello che era il circuito dei mondiali del 1994, sul quale gareggiarono i soli professionisti poiché per le categorie minori fu predisposto un tracciato molto meno impegnativo in quel di Capo d’Orlando. Gran parte dell’anello si svolgeva sulla strada di circonvallazione alla città, che i “girini” imboccheranno all’altezza dello svincolo per Favara, presso il cui castello chiaramontano nella settimana della Pasqua è allestita una sagra dedicata alla principale “delizia” del centro, l’Agnello Pasquale realizzato con pasta di mandorle e pasta di pistacchio. Per i corridori non ci sarà tempo per questo tipi di distrazioni, sia perché “fuori tempo massimo”, sia perché troppo caloriche… e soprattutto perché da lì a breve s’imboccherà la conclusiva salita di 4 Km al 5% sulla quale vedremo le prime scintille in terra italica del Giro 2020, scintille a tinte d’iride.
Mauro Facoltosi
RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.
I VALICHI DELLA TAPPA
Portella di Mare. Valicata dalla SP 76 “di Portella di Mare” (ex SS 118 “Corleonese Agrigentina”) tra Villabate e Misilmeri. La corsa in questo tratto transiterà sulla parella SS 121 “Catanese”
Portella Manganaro (723 metri). Coincide con il “Bivio Manganaro”, punto più elevato di questa tappa nel quale dalla SS 121 “Catanese” si stacca la SS 189 “della Valle del Platani”, circa 5 Km a nord del comune di Lercara Friddi.
Passo Funnuto. Chiamato anche “Passo Fonduto”, è valicato in galleria dalla SS 189 “della Valle del Platani” tra gli svincoli di Milena e Casteltermini.
Nota. Il testo di riferimento è “Valichi stradali d’Italia” di Georges Rossini (editore Ediciclo).
FOTOGALLERY
Il duomo di Monreale
L’obelisco di Gibilrossa
Le terme arabe di Cefalà Diana

La chiesa di San Vito a Ciminna come appare nel film “Baarìa” (www.davinotti.com)

La medesima chiesa com’ènella realtà (www.davinotti.com)
Vicari, Cuba di Ciprigna
Mussomeli, Castello Manfredonico

Le "macalube" di Aragona (Tripadvisor.com)
Favara, Castello Chiaramontano

Il tempio di Giunone e, in trasparenza, l’altimetria della quarta tappa del Giro 2020 (www.balarm.it)