QUÉBEC, BIS DI MATTHEWS. NIENTE DA FARE PER SAGAN
La decima edizione del Grand Prix de Québec va all’australiano Micheal Matthews (Sunweb) che precede, in uno sprint ristretto ad una trentina di corridori, lo slovacco Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) ed il belga Greg Van Avermaet (CCC Team).
Si respira già aria di mondiale in quel di Québec City e non è un caso che tra i primi dell’ordine d’arrivo ci sia tutta gente che sta cercando di preparare nel modo migliore l’appuntamento iridato di fine settembre. Prima di partire con la cronaca della corsa si può già affermare che non tutti i contendenti per la sfida di Harrogate sono usciti allo scoperto, poichè c’è anche chi si nasconde bene e nemmeno si vede e, al contrario, c’è anche chi esce allo scoperto per provare la gamba, magari aiutando la squadra, e questo gli basta. Insomma il mondo è bello perché è vario ed il panorama ciclistico offre un mosaico interessante per quanto riguardo le strategie.
Nel classico circuito di 12 chilometri da ripetere sedici volte, scandito da alcuni strappi impegnativi, si è svolta la solita routine iniziale con la fuga da lontano che ha caratterizzato la prima parte di gara. A promuoverla erano sei corridori – Julien Bernard (Trek-Segafredo), Lluís Mas (Movistar ), Guy Sagiv (Israel Cycling Academy), Gavin Mannion (Rally UHC Cycling), Evan Burtnik e Adam Roberge (nazionale canadese) – che riescono a guadagnare un vantaggio massimo di sei minuti sul gruppo. Le squadre dei favoriti a quel punto corrono ai ripari cercando di far diminuire il gap, il quale piano piano si abbasserà costantemente anche se la resistenza dei battistrada, come vedremo, si dimostrerà abbastanza elevata. Intanto dal gruppo si assiste ad alcuni tentativi di fuga senza successo, come quelli portati avanti da Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) e Daniel Martin (UAE-Team Emirates), mentre la sfida tra il plotone e i fuggitivi continua.
Ai meno trenta dal traguardo, con il vantaggio che scende sotto il minuto, la situazione in testa alla corsa cambia per lo scatto di Mas che, accompagnato da Mannion, tenta il tutto per tutto per sfuggire dal ritorno del gruppo, ma sia la Sunweb che la Bora sono implacabili e al penultimo giro la situazione torna compatta.
Nell’ultimo giro la corsa si vivacizza di nuovo grazie all’attacco di Enric Mas e Nibali, che provano in discesa, ma anche in questo caso il loro tentativo ha vita corta. Sulla Côte de la Potasse parte più deciso Julian Alaphilippe (Deceuninck – Quick Step), seguito da Peter Sagan (Bora – Hansgrohe), Greg Van Avermaet (CCC Team) e Diego Ulissi (UAE-Team Emirates), ma anziché collaborare per giocarsi la vittoria all’arrivo gli atleti menzionati iniziano a fare la cosiddetta “melina”, consentendo in il ritorno di quel che resta del gruppo e dando inizia a una volata abbastanza anarchica, con Sagan che sceglie il lato sbagliato della strada, quello vicino alle transenne, mentre Matthews sceglie quello giusto e vince la corsa, bissando il successo dello scorso anno, davanti Sagan, Van Avermaet e un pimpante Ulissi.
Chiudono la top ten Jasper Stuyven (Trek – Segafredo), Tom-Jelte Slagter (Dimension Data), Alaphilippe, Timo Roosen (Jumbo-Visma), Tim Wellens (Lotto Soudal) e Benoît Cosnefroit (AG2R La Mondiale), mentre ottengono un discreto piazzamento gli italiani Alberto Bettiol (EF Education First) e Kristian Sbaragli (Israel Cycling Academy), rispettivamente dodicesimo e tredicesimo; un po’ più opaca la prova di Sonny Colbrelli (Bahrain Merida), che nel finale si è trovato senza forze e si è piazzato al 37° posto, ultimo del gruppo di testa.
Paolo Terzi

Secondo successo consecutivo per il corridore australiano nella corsa canadese (Getty Images Sport)