POGAČAR, UN MACHO SUI MACHUCOS. ROGLIČ RESTA IN MAGLIA ROSSA
Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) mette tutti in fila sul durissimo finale di Los Machucos. Lo sloveno parte a 3 km dall’arrivo e gli resiste soltanto Primož Roglič (Jumbo Visma), che difende con autorità la maglia rossa. Entusiasmante la lotta per il podio con quattro ciclisti nel giro di poco più di un minuto. Domani tappa per velocisti con arrivo ad Oviedo.
Dopo un paio di giorni relativamente tranquilli, che hanno visto l’arrivo di due fughe con i big di classifica a controllarsi reciprocamente, la tredicesima tappa della Vuelta 2019 si candida ad essere una di quelle decisive per la vittoria finale ed anche per le posizioni sul podio. Si parte da Bilbao e si arriva a Los Machucos dopo 166.4 km. La tappa è infarcita di GPM, ben sette. I primi sei si dividono tra seconda e terza categoria mentre l’ultimo, posto all’arrivo, è di categoria speciale e attende i ciclisti con punte in doppia cifra e spesso superiori al 20%. Da Bilbao non partiva Fabio Aru (UAE-Team Emirates), costretto al ritiro per problemi muscolari. Anche la fuga, dopo la partenza all’interno dello stadio di San Mamés, non decollava immediatamente. Nonostante alcuni tentativi, era lungo l’ascesa dell’Alto de la Escrita, primo GPM in programma, a formarsi un primo drappello di attaccanti che via via aumentava nel numero. Alla fine erano in 29 i ciclisti che riuscivano ad evadere dal gruppo: Antonio Pedrero (Movistar Team), Pierre-Roger Latour, Geoffrey Bouchard e Clément Venturini (AG2R La Mondiale), Domen Novak (Bahrain-Merida), Felix Großschartner (Bora-Hansgrohe), Philippe Gilbert (Deceuninck-Quick Step), Sergio Henao (UAE-Team Emirates), Sergio Higuita (EF Education First), Bruno Armirail (Groupama-FDJ), Thomas De Gendt (Lotto Soudal), Tsgabu Grmay e Damien Howson (Mitchelton-Scott), Louis Meintjes (Dimension Data), Wout Poels e David de la Cruz (Team Ineos), Steff Cras, Matteo Fabbro e Ruben Guerreiro (Katusha Alpecin), Robert Power e Martijn Tusveld (Sunweb), Gianluca Brambilla e Niklas Eg (Trek Segafredo), Ángel Madrazo (Burgos-BH), Sergei Chernetskii (Caja Rural-Seguros RGA), Jesús Herrada e Darwin Atapuma (Cofidis), Mikel Bizkarra ed Héctor Sáez (Euskadi-Murias). Poels transitava in prima posizione sull’Alto de la Escrita e poi il consistente gruppo dei fuggitivi accumulava un vantaggio di 3 minuti lungo la succesiva discesa. Sul successivo Alto de Ubal era Herrada a transitare per primo, mentre sul Collado de Asón toccava a Poels. Si faceva incandescende anche la lotta per la maglia a pois con Madrazo che sentiva sul collo il fiato di Herrada e di Poels. La fuga sembrava anche questa volta avere la meglio sul gruppo maglia rossa, il quale inseguiva con quasi 7 minuti di ritardo e non sembrava interessato più di tanto ad annullarla. Tra l’altro, bisognava anche considerare che tra i fuggitivi quello messo meglio in classifica generale era Higuita, che aveva un ritardo da Primož Roglič (Jumbo Visma) di 10 minuti e 21 secondi. Herrada scollinava per primo sul successivo Puerto de Alisas mentre la fuga aveva portato a quasi 9 minuti il vantaggio su un indolente gruppo maglia rossa. All’inizio del Puerto de Fuente las Varas, terzultimo GPM in programma, Sáez si ritrovava da solo in testa alla corsa con gli ex compagni di fuga a quasi 2 minuti di ritardo. Il gruppo maglia rossa inseguiva a circa 8 minuti. A 31 km dall’arrivo l’Astana prendeva in mano le redini della corsa e imprimeva un deciso cambio di ritmo al gruppo maglia rossa, che in poco tempo si riduceva a circa una quarantina di unità. Sáez nel frattempo scollinava per primo sia sul Puerto de Fuente las Varas, sia sul successivo Puerto de la Cruz de Usaño. L’accelerazione impressa dall’Astana aveva ridotto il ritardo da Sáez a poco più di 5 minuti quando mancavano 15 alla conclusione. Sull’ultima durissima ascesa verso Los Machucos Sáez veniva superato prima da Admirail e poi da Latour quando mancavano circa 4 km dall’arrivo. Nel frattempo il gruppetto maglia rossa si era avvicinato moltissimo al francese dell’AG2R; era la coppia slovena formata da Tadej Pogačar (UAE-Team Emirates) e Roglič a sferrare l’attacco decisivo e a lasciarsi alle spalle Alejandro Valverde (Movistar), Nairo Quintana (Movistar) e Miguel Ángel López (Astana). La coppia raggiungeva e superava Latour a meno di 2 km dall’arrivo e poi era Pogačar a trionfare sul traguardo con Roglič subito dietro. Al terzo posto si classificava Latour con 27 secondi di ritardo, mentre chiudevano la top five Valverde e Quintana, rispettivamente quarto e quinto. Più dietro, a 1 minuto e 1 secondo di ritardo, giungeva López, oggi sicuramente il peggiore tra i big. Pogačar, oltre a fare sua la seconda tappa alla Vuelta 2019, si porta adesso in terza posizione in classifica generale con un ritardo di 3 minuti e 1 secondo su Roglič, mentre Valverde resta in seconda posizione a 2 minuti e 25 secondi dallo sloveno. Più dietro troviamo López e Quintana, rispettivamente quarto e quinto con ritardi di 3 minuti e 18 secondi e 3 minuti e 33 secondi da Roglič. La lotta per il podio è entusiasmante e Pogačar potrà costituire una mina vagante per il finale della Vuelta. Domani è in programma la quattordicesima tappa da San Vicente de la Barquera ad Oviedo. Sarà una tappa di transizione visto che è quasi completamente piatta e presenta un solo GPM di terza categoria a 16 km dall’arrivo. Il pronostico arride ai velocisti, anche se per arrivare al traguardo dovranno “digerire” la lieve ascesa che caratterizza il chilometro conclusivo.
Giuseppe Scarfone

Dominio sloveno nella tappa cantabrica della Vuelta 2019 (Getty Images)