GILBERT, UN’ALTRA PERLA NELLO SCRIGNO DI BILBAO
A Bilbao, una delle prestigiose sedi del museo d’arte moderna Guggenheim, Philippe Gilbert firma un’altro capolavoro d’arte sportiva della sua luminosa carriera. All’età di 37 anni suonati, compiuti 2 mesi fa, il campione belga lascia i compagni di fuga sul muro dell’Alto de Arraiz e giunge al traguardo nella cittadina basca con 3″ di vantaggio sui più immediati inseguitori. Nulla cambia in classifica generale nei piani alti e così lo sloveno Primož Roglič conserva la maglia rossa alla vigilia dell’ostico arrivo in salita a Los Machucos
Si è corsa oggi la dodicesima tappa della settantaquattresima edizione della Vuelta ciclista a Españam, una fazione di 171,4 chilometri che scattava dal circuito automobilisitico di Navarra per terminare a Bilbao, città faro dei Paesi Baschi. Il percorso era pieno di insidie e adatto agli attaccanti per la presenza di un paio di ripissimi muri nel finale. Non prendeva il via Benjamin Thomas (Groupama-FDJ) che abbandonava la corsa a causa della bronchite che gli aveva provocato anche febbre alta. Il gruppo nei primissimi chilometri non lasciava spazio alla fuga, tanto che si arrivava a ranghi compatti alla prima salita, l’Alto de Azazeta, GPM di 3a categoria situato a 43 km dalla linea di partenza. In vetta all’ascesa, lunga 4,9 km e caratterizzata da una pendenza media del 3.9%, transitavano nell’ ordine Sergio Henao (UAE-Team Emirates), Tosh van der Sande (Lotto Soudal) e Robert Power (Sunweb), col colombiano che voleva insidiare Ángel MAdrazo (Burgos-BH) nella lotta per la maglia a pois. Il gruppo ritornava compatto nella discesa seguente e avrebbe viaggiato sempre compatto per molti altri chilometri mentre diversi tentativi di attacco non riuscivano mai ad andare in porto, tanco che l’emozione più avvincente nei primi 100 chilometri di corsa era l’avvento della pioggia.
Quando di chilometri all’arrivo ne mancano poco più di 60 dal gruppo evadevano ben 19 corridori – José Joaquín Rojas (Movistar ), Manuele Boaro (Astana ), Heinrich Haussler (Bahrain-Merida), Felix Großschartner (Bora-Hansgrohe), Franciscov Ventoso (CCC Team), Philippe Gilbert e Tim Declercq (Deceuninck-Quick Step), Van der Sande, Tsgabu Grmay (Mitchelton-Scott), Willie Smit (Katusha Alpecin), Nikias Arndt (Sunweb), John Degenkolb e Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Valerio Conti e Marco Marcato (UAE-Team Emirates), Alexander Aranburu e Jonathan Lastra (Caja Rural-Seguros RGA), Fernando Barceló e Cyril Barthe (Euskadi Basque Country – Murias) – che riuscivano a prendere 3′ di vantaggio dal resto del gruppo. Le squadre di Nairo Quintana, Alejandro Valverde Movistar) e Miguel Ángel López (Astana) mandavano così dei propri uomini all’attacco, cosa che non faceva il leader della classifica Primož Roglič (Jumbo Visma). I fuggitivi affrontavano la seconda salita di giornata, l’Alto de Urruztimendi (2.5 km, 9.2% di pendenza media) con 5′30” di vantaggio sul plotone inseguitore, con Marcato – seguito da Conti – primo a transitare in vetta. Sull’Alto El Vivero attaccavano e prendevano il largo Grmay e Großschartner, mentre nel gruppo partiva il forcing della Jumbo-Visma. Il duo di testa arriva ad accumulare 15” di vantaggio dal primo gruppo inseguitore sull’ultima asperità di giornata, l’Alto de Arraiz, muro di 2,2 Km al 12,2% di pendenza massima, sul quale si registrano picchi fino al 20%.
Sull’ultima pendenza di giornata dal gruppetto inseguitore partiva Gilbert che, raggiunti i due di testa, li superava e si portava da solo al comando della corsa quando mancavano 5 km alla linea d’arrivo. L’attacco veniva eseguito molto bene dal campione belga, che aveva gestito perfettamente le energie in precendenza. Nel gruppo maglia “roja” si susseguivano vari attacchi sul muro di Arraiz, con López molto attivo e Roglič attento a non farsi sorprendere. Invecve, il Team Movistar non mostrava alcuna velleità, con i capitani oggi a riposo.
Dopo aver fatto il vuoto Gilbert andava a vincere la dodicesima tappa della Vuelta con un’altra zampata delle sue, con la quuale lasciava il segno anche in questa edizione della corsa iberica. Tre secondi dopo il suo arrivo giungenvano al traguardo Aranburu e Barceló. Il gruppo dei big arrivava compatto dopo 3′02” con lo sloveno che manteneva senza troppi problemi la leadership alla vigilia dell’ostico arrivo in salita a Los Machucos
Luigi Giglio

Un'altro capolavoro "made in Gilbert", la tappa di Bilbao della Vuelta 2019 (foto Bettini)