PARIGI-ROUBAIX 2019: LE PAGELLE

aprile 15, 2019
Categoria: Approfondimenti

Dopo la strepitosa vittoria di Philippe Gilbert, che a 36 anni inserisce nel suo curriculum un’altra classica monumento, diamo i voti ai partecipanti alla 117a edizione della Parigi-Roubaix, che ha promosso parecchi dei suoi interpreti ma ne ha respinti diversi altri

PHILIPPE GILBERT: Intramontabile, eroico e stoico. Una carriera da sogno, un palmarès da paura, quattro classiche monumento vinte su cinque, solo la Milano-Sanremo non fa parte della bacheca del fuoriclasse belga. Trionfa alla Parigi-Roubaix come il suo solito, con un’azione degna di un vero campione, attacca e rilancia, staccando e sfinendo gli avversari. Un Mito. Voto: 10 e lode.

YVES LAMPAERT: Il campione in carica belga oggi era l’unico che poteva mettere in discussione la vittoria di Gilbert, ma senza batter ciglio obbedisce agli ordini di squadra e si mette a lavoro, e che lavoro! Traina il gruppetto in fuga per chilometri e gli fa guadagnare terreno persino nei tratti di pavé, mettendo nel sacco il gruppo all’inseguimento. Attacca Gilbert e gli fa da stopper, alla fine stacca anche un esausto Sagan per andare a chiudere al terzo posto. Voto: 9

NILS POLITT: Il giovane tedesco della Katusha-Alpecin aveva già stupito al Giro delle Fiandre e si riconferma alla Parigi-Roubaix. Sempre nel vivo della corsa, non ha nemmeno timori reverenziali a provare a staccare gente come Sagan e Gilbert. Nel velodromo la differenza di esperienza ha, però, pesato a sfavore di Politt. Voto: 8,5

SEP VANMARCKE: La sfortuna si abbatte sul passistone belga. Costretto a cambiare bici due volte ed entrambe in due momenti cruciali della corsa, prima nella Foresta di Arenberg e poi al momento del decisivo attacco di Gilbert e Politt. Chiude al quarto posto tra tanti rimpianti. Voto: 7,5

WOUT VAN AERT: La classe non si discute, la grinta anche, ma gli manca la fortuna. Cade, va per i prati, rientra e ha guai meccanici, spreca troppe energie per rientrare e nuovamente la sfortuna si abbatte su di lui. Voto: 7,5

FLORIAN SÉNÉCHAL: Il francese resta al coperto quando in avanscoperta ci sono Gilbert e Lampaert. Che fare a questo punto? Mentre gli altri mollano, lui resta sempre a ridosso degli inseguitori per poi beffarli allo sprint finale. Arriva 6°. Un altro campioncino in casa Deceuninck. Voto: 7

SEBASTIAN LANGEVELD: L’olandese è in una forma smagliante. Al Fiandre lavora da stopper per Alberto Bettiol, alla Roubaix è sempre vicino a Sep Vanmarcke e gli dona anche la sua bici quando il capitano fora. Cambia bici, non molla e arriva decimo. Voto: 6,5

PETER SAGAN: Va incontro a varie vicessitudini che supera brillantemente e non corre nemmeno male. Perde prima del tempo Oss e Burghardt, ma trova Selig al punto giusto. Nel finale resiste agli attacchi di Gilbert, ma non ha più la forza di replicare, finché cede mestamente. Oramai privo d’energie, non sprinta nemmeno per il quarto posto. Sembrerebbe che il motore del campione slovacco stia diminuendo di potenza, ma speriamo di sbagliarci. Voto: 6

DAVIDE BALLERINI: Il ciclista italiana dell’Astana è alla sua prima partecipazione alla Parigi-Roubaix e al traguardo sarà il primo degli italiani, 31° a 4’25″ da Gilbert. Prova da solo a rientrare sul gruppetto Sagan-Gilbert lanciato verso il traguardo, in precedenza era entrato anche nella prima fuga di giornata. Tanta generosità per lui, ma la pagherà nel finale. Voto: 6

OLIVER NAESEN: Si vede già dai primi chilometri di corsa che non sarà una bella giornata per il belga. Rimasto nel secondo troncone quando il gruppo si spezza nella Foresta di Arenberg, sfianca i suoi per rientrare, ma si sfianca anche lui. Resta nel gruppo inseguitore senza mettere mai la testa fuori dal guscio. Voto: 5,5

ARNAUD DÉMARE: Da anni dice che gli piacerebbe vincere la Parigi-Roubaix, ma oggi non fa nulla per provare a vincerla. Voto: 5,5

GREG VAN AVERMAET: Il belga della CCC Team corre sempre nelle prime posizioni ma, come lo scorso anno, perde l’attimo decisivo e non rientra più. Sarà uno dei pochi a provare a rientrare nel gruppetto di testa lanciato verso Roubaix, ma non ha le gambe per reggere a Lampaert prima e a Gilbert poi. Chiude al dodicesimo posto. Voto: 5

DYLAN VAN BAARLE: Dopo gli sprazzi al Giro delle Fiandre, si aspettavano in molti l’olandaese del team Sky, ma purtroppo non entra mai nel vivo della corsa. Voto: 5

JOHN DEGENKOLB: Al Tour de France dello scorso anno, su queste strade, si assisteva alla rinascita sportiva del tedesco della Trek-Segafredo. Prova ad un certo punto ad allungare, ma non lo hanno lasciato andare. Perde il treno giusto e si perde. Voto: 5

MATTEO TRENTIN: Entra nella prima fuga di giornata e sui primi due tratti di pavé sembrava uno dei più in forma. Poi fora e da lì inizia la sua giornata nera che conclude la serie delle classiche del pavé con un bilancio molto negativo. Solo 43° all’arrivo a 10′20”. Voto: 5

ALEXANDER KRISTOFF: Giornata no per il ciclista norvegese. Dice subito addio ai sogni gloria, quando mancano ancora 100 km all’arrivo. Voto: 4,5

GIANNI MOSCON: Per il trentino non è un bel periodo, nulla da fare. Voto: 4

LUKE ROWE: Un fantasma. Voto: 4

TIESJ BENOOT: Non si hanno sue notizie finché, a 70 km dall’arrivo, non inquadrano il lunotto posteriore dell’ammiraglia del Team Jumbo-Visma sfondato da Benoot in una caduta. Ritiro e check-up all’ospedale. Forza Benoot. Voto: S.V.

Luigi Giglio

Il gruppo di testa imbocca uno dei tratti storici della Parigi-Roubax, il settore di pavè di Mons-en-Pévèle (foto Bettini)

Il gruppo di testa imbocca uno dei tratti storici della Parigi-Roubax, il settore di pavè di Mons-en-Pévèle (foto Bettini)

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