‘NA GITA A LI CASTELLI

maggio 14, 2019
Categoria: News

Roma sarà presente anche nel percorso del Giro 2019, pur non ospitando l’epilogo della corsa come avvenuto lo scorso anno. Nell’attesa di rivedere il finale della Corsa Rosa nel 2020 nella Città Eterna, stavolta saranno attraversate alcune delle borgate più popolari della capitale nel tratto conclusivo della quarta tappa, subito prima d’intraprendere l’ascesa verso Frascati che chiama alla ribalta i finisseur e qualche uomo di classifica desideroso d’anticipare d’un soffio gli avversari prima che si arrivi alle tappe calde della corsa.

“Ma che ce frega ma che ce ‘mporta se il Giro d’Italia nun passa pe’ le strade de sta Roma bella”… Anche il Giro del 2019 avrebbe dovuto finire a Roma, ma le polemiche sullo stato delle strade della capitale, che lo scorso anno aveva costretto gli organizzatori a neutralizzare la frazione conclusiva, hanno consigliato di rimandare tutto al 2020. La città eterna sarà comunque presente, anche se “di sbieco”, con l’attraversamento di alcuni dei più popolari quartieri della capitale, quelli della Roma “de panza”, nel finale della quarta frazione, che terminerà con una classica scampagnata ai Castelli Romani, di quelle cantate nella popolare canzone portata al successo dall’indimenticata Gabriella Ferri (‘Na gita a li Castelli, mentre quella parafrasata in apertura è la non meno celebre La società dei magnaccioni). Andare sui “Castelli” vuol dire salire e una salita caratterizzerà, infatti, gli ultimi chilometri di gara e, pur non essendo cattiva, toglierà di mezzo i velocisti anche se, con tutta probabilità, in tanti piomberanno sul traguardo di Frascati per giocarsi la vittoria. Il finale, infatti, ricorda quello della tappa terminata nella vicina Tivoli nel 2008, vinta allo sprint da Riccardo Riccò su Paolo Bettini e Davide Rebellin, seguiti nell’ordine d’arrivo da altri corridori di classifica come Franco Pellizotti (4°), Danilo Di Luca (6°), Domenico Pozzovivo (8°) e Paolo Savoldelli (9°). Il resto del tracciato sarà caratterizzato da ondulazioni ancor più pedalabili dell’ascesa conclusiva, come quella che, a una trentina di chilometri dal via da Orbetello, condurrà a Manciano (7,1 Km al 3,5%), unico traguardo della montagna previsto dal tracciato odierno, collocato nel centro del quale è originario Massimilano Lelli, l’ex corridore che si mise alla luce al Giro d’Italia del 1991 vincendo due tappe – sul Monviso e a Selva di Val Gardena – e conquistando la maglia bianca di miglior giovane piazzandosi terzo in classifica generale a quasi 7 minuti dal conterraneo Franco Chioccioli. Subito dopo il passaggio per Pitigliano farà compiere al gruppo un virtuale salto indietro nel tempo al 2018 e alla partenza della Corsa Rosa da Israele: questo piccolo ma suggestivo borgo dell’entroterra maremmano è, infatti, conosciuto con il soprannome di “Piccola Gerusalemme” per la numerosa comunità ebraica che vi visse e per la quale fu costruita anche una piccola sinagoga, monumento tra i più visitati di questo comune del quale fu sindaco negli ultimi due anni di vita il professor Alberto Manzi, celebre per aver contribuito all’istruzione elementare di molti italiani grazie al programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, trasmesso dalla RAI dal 1960 al 1968. Superato il confine tra Toscana e Lazio si scollinerà la “Cima Coppi” di giornata, raggiunta – dopo aver affrontato 13 Km di facilissima ascesa al 3% medio – ai 645 metri del Poggio Evangelista, terza cima per altitudine della catena dei Monti Volsini, il gruppo montuoso che circonda come un abbraccio il lago di Bolsena e che prende il nome dall’antica città etrusca di Velzna. Sfiorato in prossimità dello scollinamento il borgo di Latera, il cui castello risale al XII secolo ed è oggi sede municipale, si planerà dolcemente in direzione di Valentano, dove si trova un altro monumentale maniero, appartenuto alla famiglia Farnese e che oggi ospita un museo dedicato alla preistoria della Tuscia e, si racconta, anche un paio di fantasmi, quello di un soldato zuavo che vi era stato imprigionato e quello del duca Pier Luigi Farnese, assassinato il 10 settembre 1547 a Piacenza.
Sono tanti i richiami artistici che offrirà il percorso di questa tappa e il più rilevante arriverà qualche chilometro più avanti quando i “girini” transiteranno per Tuscania, cittadina tra le più importanti dell’antica Tuscia e che secondo una leggenda sarebbe stata fondata da Ascanio, il figlio del mitico Enea, mentre secondo altre voci il fondatore sarebbe Tusco, figlio nientemeno che di Ercole. Ma non sono queste storie ad attrarre fin qui i turisti bensì i suoi monumenti, in particolar modo le chiese romaniche di Santa Maria Maggiore e di San Pietro, spesso utilizzate come set cinematografici, come accadde nel 1966 quando qui furono girati “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli e “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini.
A cavallo di metà tappa si percorrerà per una trentina di chilometri la statale che ricalca le rotte dell’antica Via Cassia, la strada consolare romana che collegava Roma a Florentia (l’odierna Firenze) e che deriva il nome da Gaio Cassio Longino, il censore che fu tra i promotori della congiura terminata con l’assassinio di Giulio Cesare, anche se alcuni studiosi propendono per un’intitolazione a un omonimo console. All’inizio di questo tratto si attraverserà il centro di aspetto medioevale di Vetralla, con l’interessante chiesa romanica di San Francesco, per poi costeggiare in lenta salita i margini meridionali della catena dei Monti Cimini, rilievi d’origine vulcanica nella cui caldera si adagia il Lago di Vico. Più avanti la corsa giungerà sulle strade di Sutri, centro frequentatissimo all’epoca dei pellegrinaggi medioevali lungo la Via Francigena poiché costituiva l’ultima tappa prima di giungere a Roma, distante una cinquantina di chilometri da questo comune, presso il quale si può visitare uno dei principali anfiteatri romani d’Italia, ritenuto uno dei sette più belli al mondo e che poteva contenere fino a 9000 spettatori: anche questo luogo ha spesso attratto i registi e, per esempio, qui fu ambientato il Paese dei Balocchi nella miniserie in due puntate dedicata a Pinocchio, trasmessa dalla RAI nel 2009 e diretta da Alberto Sironi, lo stesso regista che nel 1995 aveva firmato la fiction su Fausto Coppi.
Lasciata la Cassia, il percorso disegnerà ora un ampio arco sulle colline a ovest della capitale, superando subito la facile salitella verso Campagnano di Roma, 4 Km al 3,5% che iniziano non distante dall’autodromo di Vallelunga, inaugurato nel 1963 nel luogo dove in precedenza si trovava un ippodromo. Con un percorso leggermente tortuoso in soave discesa ci si porterà quindi a Castelnuovo di Porto, paese nel quale visse Enrico Maria Salerno, la cui villa oggi ospita un centro studi intolato al celebre attore, scomparso nel 1994.
Si supererà quindi il corso del Tevere immediatamente prima d’affrontare la breve e facile rampetta verso Monterotondo (2 Km al 4,5%), seguita dal passaggio per Mentana, il centro presso quale il 3 novembre 1867 fu combattuta l’omonima battaglia che vide le truppe franco-pontificie contrapposte ai volontari italiani al soldo di Giuseppe Garibaldi, usciti sconfitti da una tenzone che concesse ancora tre anni di vita allo Stato Pontificio, destinato a scomparire nel 1870 con la Presa di Roma. La capitale sarà la protagonista dei successi 30 Km, che vedranno i corridori sfecciare tra alcune delle borgate più popolari di Roma, cominciando da quella di Tor Lupara, divenuta indipendente nel 2001 (è la sede del municipio di Fonte Nuova), sulle cui case svettano i ruderi moderni della chiesa di Maria Regina, che avrebbe dovuto essere la parrocchiale di questa comunità ma che rimase incompiuta nel 1988, dove un devastante incendio.
Sfiorato il parco al cui centro sorge il castello di Marco Simone, ristrutturato alla fine degli anni ’70 dalla stilista Laura Biagiotti che trasformò la tenuta circostante in un esclusivi country club dotato di un campo da golf da 27 buche, si scavalcherà il corso del fiume Aniene subito prima di giungere a Lunghezza, dove i “girini” sfioreranno l’omonimo castello, innalzato sul luogo dove si trovava un insediamento risalente al paleolitico e nel quale nel 1992 soggiornò nientemeno che il Principe Carlo d’Inghilterra, per il quale fu organizzata una cena benifica i cui invitati contribuirono con le loro donazioni al restauro dell’abitazione romana del poeta inglese John Keats, situata nei pressi della scalinata di Piazza di Spagna.
Giunti in Borgata Finocchio, nella zona della capitale detta “Borghesiana” in ringraziamento alla famiglia Borghese che donò le terre sulle quali fu costruita l’omonima stazione della ferrovia Roma – Fiuggi, si imboccherà la Via Casilina in direzione della capitale, lambendo il popolare quartiere di Tor Bella Monaca (il nome deriva da quello di una torre citata in un documento del 1317 e di proprietà di tale Pietro Monaca) e giungendo quindi a Tor Vergata, quartiere principalmente conosciuto per la presenza della seconda università statale di Roma, fondata nel 1986, e nel quale si sarebbe dovuta realizzare anche la “Città dello sport”, i cui lavori, iniziati nel 2007, furono bloccati due anni più tardi per mancanza di fondi, dopo che era già stata realizzata la cosidetta “Vela di Calatrava”, che avrebbe dovuto sormontare lo stadio del nuoto, opera dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava. Superata l’Autostrada del Sole si percorrerà quindi l’ultimo tratto di pianura sulla statale Tuscolana in direzione di Vermicino, località tristemente conosciuta per un fatto di cronaca avvenuto il 10 giugno 1981, la vicenda della scomparsa di Alfredino Rampi, accadimento che convinse il Presidente della Repubblica Sandro Pertini a istituire il Ministero della Protezione civile. A quel punto mancheranno poco più di 4 Km al traguardo, in salita al 4,8% ricalcando quello che fu il finale del circuito dei mondiali del 1955, l’edizione che vide il successo del belga Stan Ockers al cospetto della scenografica Villa Aldobrandini, spettacolare sfondo anche della quarta frazione del 102° Giro d’Italia.

Mauro Facoltosi

MODIFICHE AL PERCORSO

Completamente ridisegnato il finale di gara, da Mentana in poi. Si andrà a Frascati passando per Guidonia, Villanova e Gallicano nel Lazio. La salita finale sarà inoltre affrontata da un altro versante (2 Km al 4,4%)

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

I VALICHI DELLA TAPPA

Valico della Cantoniera di Latera (595 metri). Valicato dall’ex SS 74 “Maremmana” tra Pitigliano e Grotte di Castro in corrispondenza del bivio per Latera, poco dopo aver superato lo scollinamento del Poggio Evangelista.

FOTOGALLERY

Pitigliano, sinagoga

Latera, castello

Valentano, Rocca Farnese (www.simulabo.it)

Valentano, Rocca Farnese (www.simulabo.it)

Tuscania, chiesa di San Pietro

Scena de “L’armata Brancaleone” girata nelle campagne di Tuscania, con la chiesa di San Pietro sullo sfondo (www.davinotti.com)

Scena de “L’armata Brancaleone” girata nelle campagne di Tuscania, con la chiesa di San Pietro sullo sfondo (www.davinotti.com)

Vetralla, chiesa di San Francesco

L’anfiteatro romano di Sutri trasformato in Paese dei Balocchi nella fiction “Pinocchio” del 2009 (www.davinotti.com)

L’anfiteatro romano di Sutri trasformato in Paese dei Balocchi nella fiction “Pinocchio” del 2009 (www.davinotti.com)

Autodromo di Vallelunga

Passaggio sul fiume Tevere

La porta d’accesso al centro storico di Mentana

Fonte Nuova, ruderi della chiesa di Maria Regina

Guidonia, Castello di Marco Simone (www.mondimedievali.net)

Guidonia, Castello di Marco Simone (www.mondimedievali.net)

Guidonia, Castello di Marco Simone (www.mondimedievali.net)

Villa Aldobrandini di Frascati e, in trasparenza, l’altimetria della quarta tappa del Giro 2019 (YouTube)

Villa Aldobrandini di Frascati e, in trasparenza, l’altimetria della quarta tappa del Giro 2019 (YouTube)

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