VUELTA A ESPAÑA 2018 – LA “PRIMERA SEMANA”

agosto 24, 2018
Categoria: Approfondimenti

Prende il via la 73a edizione della corsa iberica, anche nel 2018 nobilitata da una starting list di tutto rispetto che vedrà ai nastri di partenza gli italiani Aru e Nibali, il francese Pinot, i britannici fratelli Yates, l’australiano Porte, i colombiani Quintana e Urán. Mancherà il vincitore uscente Froome, che in questa stagione ha già disputato Giro e Tour, in un’edizione della Vuelta che nella prima settimana presenterà già alcuni momenti interessanti come il cronoprologo di Málaga e gli arrivi in salita alla Sierra de la Alfaguara e alla Covatilla

Abbiamo imparato a conoscerla, soprattutto nelle ultime stagioni, come la corsa delle rivincite. Perché la Vuelta a España è vista da molti, essendo l’ultima delle tre grandi corse a tappe in ordine cronologico, una sorta di esame di recupero a settembre, in particolare da quei corridori che puntavano a far bene a Giro e Tour ma che sono usciti con le ossa peste dalle due corse. Per esempio, spulciando la starting list dell’edizione 2018 spccano, infatti, nomi di corridori che sono stati protagonisti al Giro d’Italia ma che, per una ragione o per l’altra, sono tornati a casa con le classiche pive nel sacco: al via da Málaga ritroveremo Fabio Aru (UAE-Team Emirates), Thibaut Pinot (Groupama – FDJ) e Simon Yates (Mitchelton-Scott), in gara assieme al fratello gemello Adam, reduce invece dal Tour de France. Tra i protagonisti più “sfortunati” della Grande Boucle cercheranno, invece, il riscatto sulle strade della penisola iberica Vincenzo Nibali (Bahrain Merida), Richie Porte (BMC), Nairo Quintana (Movistar) e Rigoberto Urán (EF Education First-Drapac), mentre mancherà il vincitore uscente della Vuelta Chris Froome (Sky), ma la sua è un’assenza che si può definire “fisiologica”, avendo quest’anno il britannico già disputato Giro e Tour ed essendo stata questa, per lui, la quinta grande corsa a tappe consecutiva conteggiando anche il Tour del 2017.

1a TAPPA: MÁLAGA (cronometro individuale – 8 Km)

Per la terza volta nella storia la cittadina di Málaga accoglierà il “Grand départ” della Vuelta, come già successo nel 2000 e nel 2006, precedenti nei quali la corsa pure era scattata con una corsa contro il tempo, anche se con modalità differenti. Dodici anni fa, infatti, si era partiti con una cronosquadre vinta dalla CSC mentre l’ultima edizione del XX secolo era stata tenuta a battesimo da una prova individuale – conquistata dall’elvetico Alex Zülle – proprio come accadrà quest’anno quando si dovranno percorrere 8 Km sulle strade della nota località andalusa. Il percorso si annuncia abbastanza veloce, disegnato in pianura con l’eccezione di un tratto di circa 1 Km al 3,3% di pendenza media che inizia poco dopo la metà di questo prologo; i problemi maggiori potrebbe darli il vento, in particolare nei primi 4 km che si snoderanno costantemente in riva al Mediterraneo.

2a TAPPA: MARBELLA – CAMINITO DEL REY (163.5 Km)

Subito un arrivo in salita alla Vuelta 2018, come nell’edizione del 2015 che propose al secondo giorno di gara proprio il traguardo del Caminito del Rey, al termine di una frazione da dimenticare per lo sport italiano perché le cronache riporteranno principalmente la notizia della clamorosa espulsione di Nibali, reo di essersi fatto trainare dall’ammiraglia. Ad ottenere gloria fu l’ancora sconosciuto colombiano Esteban Chaves, favorito anche dalla breve ma impegnativa ascesa finale verso l’Alto de la Mesa, asperità che stavolta non farà parte del tracciato di gara. Gli organizzatori hanno, infatti, deciso di anticipare il traguardo ai piedi del tratto più difficile dell’ascesa, posizionandolo immediatamente dopo la vetta del facilissimo Alto de Guadalhorce (7,1 Km al 2,8%) che dovrà essere ripetuto due volte essendo previsto un circuito finale di una settantina di chilometri. Con questa rivisitazione del finale di gara, ad esser maggiori indiziati per la vittoria dovrebbero essere i finisseur più che gli scalatori, che baderanno invece a risparmiarsi in vista del primo vero arrivo in salita, in programma 48 ore più tardi.

3a TAPPA: MIJAS – ALHAURÍN DE LA TORRE (178.2 Km)

Ricordate la tappa di Gualdo Tadino dell’ultimo Giro d’Italia, rimasta nella storia della corsa rosa principalmente per l’eclatante crisi della quale fu vittima Chaves? Ecco, questa frazione che condurrà il gruppo da Mijas ad Alhaurín de la Torre può essere definita la sua gemella, altimetricamente parlando. L’ossatura delle due tappe è, difatti, simile: una salita lunga da superare nella prima parte di gara (là era quella di Rigopiano, qui s’affronteranno i 20 Km e rotti al 4,9% del Puerto del Madroño), ulteriori ascese inserite in ordine di difficoltà decrescente nei chilometri successivi fino ad arrivare alla pianura che caratterizzerà gli ultimi chilometri di gara. Nella tappa disputata alla corsa rosa i saliscendi e la forte velocità impressa in gruppo in seguito alla crisi dello scalatore colombiano misero alla corda il gruppo inseguitore, che fallì l’aggancio sulla testa della corsa per 34” secondi, gap senza il quale a vincere quel giorno non sarebbe stato lo sloveno Matej Mohorič ma il velocista irlandese Sam Bennett. Va detto che, rispetto alla tappa del Giro, la salita principale non sarà affrontata a “freddo” subito dopo il via, ma si dovranno prima percorrere una ventina di chilometri a livello del mare, e dunque, probabilmente, in quest’occasione le squadre degli sprinter potrebbero aver vita più facile nel tenere a bada la fuga di giornata.

4a TAPPA: VÉLEZ-MÁLAGA – ALFACAR (SIERRA DE LA ALFAGUARA) (161.4 Km)

È il secondo dei nove arrivi in salita previsti dal tracciato della Vuelta 2018, il primo nel quale vedremo in azione gli uomini di classifica perché troppo facile era quello di Caminito del Rey. Come nella frazione del giorno precedente ci sarà un’ascesa particolarmente lunga da affrontare nella prima fase di gara – Alto de la Cabra Montés, 15,7 km al 5,9% – che però dovrebbe “scivolare via” senza troppi problemi anche perché chi punterà alla maglia “roja” oggi preferirà risparmiarsi nellattesa dell’inedita salita finale verso il Puerto de Alfacar. Non si tratta di una difficoltà eccezionale – niente a che vedere con certi “sesti gradi” che la Vuelta ha proposto negli scorsi anni e che pure sono nel programma di questa edizione – ma i suoi 12,4 Km al 5,4% offriranno i primi verdetti della corsa, anche perché è risaputo che il primo arrivo in salita serio, soprattutto se proposto subito a inizio corsa, spesso toglie già di mezzo qualche pretendente al successo finale e, se non permette ancora di capire chi potrà vincere la Vuelta, di certo stabilirà chi dovrà riporre nel cassetto i sogni di gloria e pensare a salvare la corsa andando alla caccia di successi parziali.

5a TAPPA: GRANADA – ROQUETAS DE MAR (188.7 Km)

Potremmo definirla come una versione ribaltata della frazione di Alhaurín de la Torre la quinta tappa della Vuelta 2018. Pure caratterizzata da un percorso di media montagna non particolarmente difficile, a differenza di quella proporrà l’ascesa più rilevante non in partenza ma nel finale di gara. È, infatti, quando mancheranno 37 Km al traguardo che, affrontati fin lì diversi frastagliamenti altimetrici, si andrà all’attacco dei 1010 metri dell’Alto El Marchal. I suoi numeri non sono particolarmente significativi (10,8 Km al 4,1%) e, se i continui su e giù dei tratti precedenti non avranno lasciato troppo il segno, qualche velocista potrebbe anche riuscire a stringere i denti e poi andare a giocarsi il successo di tappa in una volata ristretta, tenuto anche conto che dalla cima del GPM al traguardo ci saranno oltre 25 Km di strada, da questo punto in poi totalmente priva di ostacoli altimetrici.

6a TAPPA: HUÉRCAL-OVERA – SAN JAVIER (MAR MENOR) (155.7 Km)

Finalmente una tappa disegnata come il dio delle volate comanda, di quelle che vedono tutti gli sprinter gareggiare ad armi quasi pari sul rettilineo d’arrivo. Certo le salite anche oggi non mancheranno, perché è diventato un vezzo di un po’ tutti gli organizzatori – non solo alla Vuelta – d’inserirne almeno una ogni giorno per dare un po’ di vita anche alle frazioni di trasferimento, ma le due che si dovranno affrontare sulla strada per San Javier oltre a non esser particolarmente impegnative saranno ben distanti l’una dall’altra. Parecchi chilometri di strada “libera” si dovranno percorrere anche dopo la cima dell’ultima ascesa – che è anche quella più esigente delle due (Alto del Cedacero, 4 Km al 6,2%) – poiché gli ultimi 50 Km di gara saranno un vero e proprio piattone, dove l’unica insidia potrebbe arrivare dal vento. Con l’esclusione dei primi 30 Km e delle due brevi divagazioni nell’immediato entroterra per affrontare i GPM, la tappa si snoderà lungo le rive del Mediterraneo, lungo le quali ogni momento potrebbe essere quello buono per l’apertura di un pernicioso ventaglio.

7a TAPPA: PUERTO-LUMBRERAS – POZO ALCÓN (185.7 Km)

Ecco un’altra occasione d’oro per i finisseur dopo quella offerta loro sul traguardo del Caminito del Rey. Stavolta il finale si annuncia decisamente più intrigante per l’autentico concentrato di agonismo che si vivrà negli ultimi 17 Km, nei quali si succederanno a spron battuto il GPM dell’Alto de Ceal (4,5 Km al 5,4%), un traguardo volante con abbuoni piazzato a soli 9 Km dalla conclusione e quindi l’epilogo della tappa, dove pure saranno assegnate bonificazioni temporali ai primi tre corridori che taglieranno il traguardo. Oltre a tutto questo, superato lo striscione del GPM e affrontata una brevissima discesa, tutto il tratto terminale della tappa sarà in lieve ascesa e se ci fosse qualche uomo di classifica ispirato potrebbero venirne fuori piccole scosse telluriche tra le prime piazze.

8a TAPPA: LINARES – ALMADÉN (195.1 Km)

Vista sulla carta l’ottava frazione della Vuelta, una delle più lunghe della 73a edizione, apparentemente si annuncia come una tappa destinata ai velocisti, con il finale che taglierà sicuramente fuori dai giochi qualche sprinter a causa della selezione naturale che sarà provocata dal tratto conclusivo in dolce ascesa. C’è un particolare del disegno del chilometro finale, però, che potrebbe scompaginare il lavoro dei “treni” e favorire anche oggi l’azione di un finisseur. Gli ultimi mille metri che salgono al 5% medio – una pendenza che non spaventerà di certo i velocisti riusciti a rimanere in testa fin lì – presentano, infatti, due tornanti che inevitabilmente freneranno la marcia del gruppo e di solito è proprio in occasione di questi rallentamenti che qualcuno tenta l’assolo, talvolta riuscendo a cogliere il bersaglio massimo: il primo, ai meno 700 metri, si presenterà “addomesticato” da una rotatoria attorno alla quale si farà un giro quasi completo, mentre l’ultimo – a 300 metri dal traguardo – assomiglia di più a un classico “tourniquets” e anche la sede stradale, che nel frattempo si sarà leggermente ristretta, contribuirà a dare un’ulteriore scremata al gruppo di testa e a favorire chi avrà provato la carta dell’azione solitaria.

9a TAPPA: TALAVERA DE LA REINA – LA COVATILLA (200.8 Km)

La prima settimana di gara si conclude con la prima vera tappa d’alta montagna della Vuelta 2018, che si concluderà presso la Covatilla, stazione di sport invernali inaugurata nel 2001 e che l’anno successivo fu tenuta ciclisticamente a battesimo da Santiago Blanco, vincitore della prima frazione della corsa iberica a terminare lassù. Nell’albo d’oro della Vuelta gli succederanno il colombiano Félix Cárdenas (2004), l’italiano Danilo Di Luca (2006) e l’irlandese Daniel Martin, che nel 2011 è stato l’ultimo a imporsi alla Covatilla, quest’anno raggiunta al termine di un itinerario lungo il quale si sfioreranno in un paio di occasioni i 2000 metri di quota. La prima volta accadrà esattamente a metà tappa, quando si scollineranno i 1910 metri del Puerto de Peña Negra (13 Km al 4,5%), colle di seconda categoria che sarà anticipato da due precedenti GPM, tra i quali un “prima categoria”, il Puerto del Pico (13 Km al 4,5%). Fissato a 1965 metri sul livello del mare sarà, invece, il traguardo della Covatilla, percorsa un’ascesa finale lunga poco meno di 10 Km, caratterizzata da una pendenza media del 7,1% (massima del 12%) e che sarà considerata “especial”, paragonabile quindi alle salite “hors catégorie” del Tour de France.

Mauro Facoltosi

La strada che conduce alla Covatilla, terzo arrivo in salita della Vuelta 2018 (www.dangerousroads.org)

La strada che conduce alla Covatilla, terzo arrivo in salita della Vuelta 2018 (www.dangerousroads.org)

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