MARZO 2018 a.S.

marzo 4, 2018
Categoria: Approfondimenti

A.S., Avanti Sanremo. Possono essere definiti così i primi quindici giorni del mese di marzo, che tradizionalmente tirano la volata alla Milano-Sanremo. Le due corse a tappe che si fronteggiano in quelle due settimane hanno una storia che permetterebbe loro di vivere di luce propria ma, da sempre, sono state considerate “palestre” di preparazione alla classicissima. In questi ultimi anni, però, Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico sono riuscite in parte a scrollarsi di dosso questa definizione e in particolare la “Corsa dei due mari” s’è imposta all’attenzione come un vero e proprio grande giro in miniatura, riuscendo ad attirare al via i grandi interpreti di Giro e Tour.

È il mese della Sanremo e per il mondo del ciclismo tutto o quasi ruota attorno a quell’evento, che ha una risonanza pari a quella del festival. Le prime due settimane di marzo, infatti, sono caratterizzate dalla marcia d’avvicinamento alla classicissima, che prevede due differenti possibilità d’approccio, quelle tradizionalmente offerte dalla Parigi-Nizza e dalla Tirreno-Adriatico, corse che da sempre sono vissute in ottica Sanremo ma che, in questi ultimi anni, sono ugualmente riuscite a ritagliarsi un proprio spazio e a vivere di luce propria. È il caso della corsa italiana che, grazie al buon lavoro compiuto dagli organizzatori in queste ultime stagioni, è riuscita a “strappare” molti big alla Parigi-Nizza e testimone di questo scippo è l’albo d’oro delle ultime 10 edizioni, nel quale spiccano le doppiette di Nibali (2012-2013) e Quintana (2015-2017), affiancate alle non meno nobili affermazioni di Evans (2011) e Contador (2014). Dopo aver inizialmente “patito” lo scippo, la più veterana corsa francese è lentamente riuscita a risalire la china, anche se a fasi alterne, e in quest’ultimo decennio può controbattere con le vittorie di Contador (2010), di Wiggins (2012) e di Richie Porte (2013-2015). Pare evidentemente, da questo primo semplice esame statistico, che gli scalatori abbiano trovato maggior pane per i loro denti nella corsa italiana e, in effetti, nonostante fosse da sempre vista come corsa di preparazione di una delle corse altimetricamente più facili del calendario (la Sanremo, appunto), negli ultimi anni il suo tracciato altimetrico è decisamente “lievitato” rispetto ai percorsi prevalentemente collinari d’un tempo grazie alla sua trasformazione in una sorta di Giro d’Italia in miniatura, infarcito anche di due tappe a cronometro. Ebbene quest’anno pare che anche alla Parigi-Nizza si sia presa una decisione simile: crono e montagna erano già previste nelle ultime edizioni e ci saranno anche stavolta, mentre a “lievitare” saranno alcune delle tappe di contorno e così rimaranno solo le briciole – leggasi, un paio di tappe al massimo – per i velocisti, che poi sono proprio i maggiori indiziati di vittoria sul traguardo di Via Roma.

Rispettando l’ordine di successione cronologica, addentriamoci nell’esame di queste due storiche corse incominciamo proprio dalla Parigi-Nizza, la cui 76a edizione si correrà dal 4 all’11 marzo sulla distanza complessiva di 1199 Km. I primi 135 di questi costituiranno il palcoscenico della prima frazione, da “calcare” sulle strade del dipartimento degli Yvelines, che ospiterà il “Grand Départ” per il nono anno consecutivo: non si tratterà, quindi, del tradizionale cronoprologo ma di una tappa in linea che vedrà il gruppo partire da Chatou in direzione di Meudon, centro situato a sud ovest di Parigi dove il traguardo sarà collocato al termine d’una dolce salita lunga quasi 2 Km (media del 5,4%) che fa gola ai finisseur anche per la presenza di pavè nella parte terminale del lungo rettilineo d’arrivo.
Gli spinter in scena alla “corsa verso il sole”, com’è spesso soprannominata la Parigi-Nizza, dovranno così rimandare la loro prima esibizione alla tappa successiva, la più facile delle otto in programma perché i 187,5 Km della Orsonville – Vierzon saranno gli unici a non proporre nemmeno il becco di una salita, se si esclude lo zampellotto di circa 400 metri in cima al quale sarà collocato il traguardo, troppo corto e troppo pedalabile per impensierire i velocisti. Se presente, l’unica vera insidia di giornata potrà arrivare dal vento a causa della natura totalmente pianeggiante della zona attraversata e, in effetti, è già capitato in passato che le frazioni disputate in quest’area si siano rivelate più selettive e dispendiose del previsto proprio per colpa del vento e dei ventagli.
La terza frazione sarà la prima e più facile di tre tappe di media montagna dall’assetto collinare, tappa che – viste le ben poche difficoltà altimetriche finora incontrate – molto probabilmente potrebbe terminare con un avvicendamento in testa alla classifica, anche se non c’è da attendersi troppa selezione e non è escluso che sia uno sprinter potente – stile Degenkolb, per fare un nome – a tagliare per primo il traguardo di Châtel-Guyon, al quale si giungerà dopo esser partiti dalla città di Bourges, aver percorso 210 Km (si tratterà della frazione più lunga) ed aver superato tre “côtes” di terza categoria, la più interessante delle quali è l’ultima, quella di Charbonnières (4,6 Km al 4,7%), da scavalcare a 22 Km dall’arrivo, abbastanza per permettere alle squadre di rifarsi sotto.
Il giorno delle prime selezioni che contano sarà il quarto, quando si disputerà la cronometro individuale di Saint-Étienne, 18 Km e 500 metri da pedalare lungo un tracciato non proprio da specialisti, sia per le curve che la caratterizzano a tratti, sia per il grafico altimetrico specifico, pur privo di tratti di vera salita ma che vedrà comunque i corridori superare quasi 270 metri di dislivello nei primi 8 Km di gara, subito dopo aver lasciato la località di partenza, La Fouillouse: non è un caso che i cronometristi abbiamo stabilito un tempo medio di percorrenza di 25 minuti circa, pari a una media poco superiore ai 44 Km/h.
La quinta tappa rappresenterà l’ultima spiaggia per i velocisti, nonostante i 165 Km da percorrere tra Salon-de-Provence e Sisteron non siano una passeggiata e propongano anche un colle di 1a categoria (Col de Lagarde-d’Apt, 11 Km al 7%), piazzato però a 88 Km dall’arrivo, a sua volta preceduto di una dozzina di chilometri da una breve “côte” i cui 1300 metri al 6,4% sembrano buoni al massimo per far fuori i velocisti meno resistenti.
Crono a parte, è negli ultimi tre giorni che si costruirà la storia della 76a Parigi-Nizza, a partire dalla tappa che terminerà a Vence dopo 198 Km e aver affrontato un tracciato accidentato che potrebbe rivelarsi una trappola, come più volte accaduto in passato: nell’occasione la “tagliola” potrebbe essere rappresentata dalla Côte de la Colle-sur-Loup, vero e proprio muro di 1,9 Km al 9,8% (il primo chilometro dell’ascesa ha una pendenza media di poco superiore al 12%), che arriverà in una fase particolarmente calda della corsa. Infatti, a quel punto si avranno nelle gambe i parecchi saliscendi incontrati in precedenza e all’arrivo mancheranno 8,5 Km, che prevedono un successivo tratto di salita, infarcito con un traguardo volante al quale saranno “distribuiti” abbuoni validi per la classifica generale.
Quest’ultima, con tutta probabilità, sarà definita l’indomani dalla tappa regina che vedrà i corridori partire da Nizza diretti alla stazione di sport invernali di Valdeblore La Colmiane: percorsi 175 km e affrontati 4 GPM intermedi che non dovrebbero aver alcun peso, tutto si giocherà nei 16,3 Km dell’ascesa finale, che condurrà sino a 1500 metri di quota superando quasi mille metri di dislivello e una pendenza media del 6,2%.
Se tutto ciò non dovesse bastare, ci sarà la possibilità di ribaltare le sorti della corsa nella conclusiva tappa di Nizza, fatto che nelle ultime due edizioni non è avvenuto per un pelo, essendo in entrambe le occasioni andato in scena l’attacco di Contador nel finale della frazione conclusiva, con il corridore spagnolo che nel 2016 si era fermato a 4” dal primato di Geraint Thomas mentre lo scorso anno erano stati appena 2 i secondi che gli impedirono il trionfo ai danni del colombiano Sergio Henao. Nel tentativo, forse, di rendere finalmente più risolutori simili azioni gli organizzatori hanno così pensato di rendere leggermente più difficile il tracciato della tappa, un circuito breve ma intenso di 110 Km che proporrà una salita in più rispetto all’anno scorso, con la Côte de Peille (6,5 Km al 6,9%) e il Col d’Èze (1,7 Km al 8,5%), salita simbolo della corsa francese, che stavolta saranno seguite dall’inedito Col des Quatre Chemins (5,5 Km al 5,4%), la cui cima è più vicina al tradizionale traguardo finale sulla Promenade des Anglais.

Lo stesso giorno della cronometro individuale della Parigi-Nizza un’altra importante prova contro il tempo si starà “consumando” a quasi 250 Km di distanza, quella che darà il via alla 53a edizione della Tirreno-Adriatico, il cui “nastro” anche nel 2018 collegherà le località balneari di Lido di Camaiore e San Benedetto del Tronto passando per sette frazioni – una in meno rispetto alla Parigi-Nizza – e quattro tappe chiave. La prima sarà proprio quella d’apertura, una cronometro a squadre di 21,5 Km che si disputerà sullo stesso velocissimo tracciato, salvo una piccola modifica nell’attraversamento di Forte dei Marmi, sul quale si è gareggiato negli ultimi due anni e che sempre ha visto imporsi la formazione statunitense BMC Racing Team.
L’indomani la facilissima salita di Montemagno (4,8 Km al 3,5%), da affrontare subito dopo la partenza da Camaiore, rappresenterà l’unica difficoltà di una prima tappa in linea altrimenti totalmente pianeggiante, che terminerà a Follonica dopo aver percorso 167 Km e le tornate finali di un circuito cittadino di circa 8 Km che dovrà essere ripetuto tre volte per la goia dei tifosi e dei velocisti, per i quali questa rappresenterà la prima delle due occasioni offerte loro.
Si entrerà nel vivo con la Follonica – Trevi di venerdì 9 marzo, frazione collinare di quasi 240 Km che avrà il suo momento di maggior interesse nella doppia e ripidissima ascesa finale verso il traguardo, dove pure è previsto un circuito cittadino di 11 km: anche chi punta alla classifica dovrà temere il muro di 1500 metri all’11,5% che caratterizza l’epilogo della tappa perché lassù a metter in fila i corridori non saranno soltanto le inclinazioni ma anche la sede stradale notevolmente ristretta e si potrebbero perdere preziosissimi secondi alla vigilia della tappa regina della “corsa dei due mari”.
L’indomani si correrà, infatti, l’attesa tappa di montagna della corsa italiana che, partiti da Foligno, proporrà l’arrivo in salita a Sassotetto, la principale stazione di sport invernali delle Marche che negli scorsi anni più volte aveva ospitato il passaggio di decisive frazioni della Tirreno, mentre l’unica corsa professionistica terminata lassù era stata nel 1993 una prova, vinta da Alberto Elli, dello scomparso “Trofeo dello Scalatore”, corsa che la “Gazzetta dello Sport” aveva creato specificatamente per gli uomini della salita e che è stata organizzata l’ultima volta nel 2001. Lunga 12,3 Km e caratterizzata da una pendenza media dell’6.7%, l’ascesa finale culmina a 1335 metri di quota e arriva al termine di un tracciato frastagliato di 219 Km, movimentato da continui saliscendi tra l’80° e il 180° Km di gara, che comprendono anche la breve ma ripida salita di Penna San Giovanni, i cui primi 2 Km salgono al 10,5% medio.
Il giorno dopo toccherà al tradizionale appuntamento con i muri marchigiani, che quest’anno sarà dedicato a Michele Scarponi. Dopo esser partiti da Castelraimondo, si arriverà, infatti, nella sua Filottrano percorrendo 178 Km e, quel che più interessa, salendo per tre volte sul muro che attraversa la zona industriale del paese, 800 metri all’11,8% che costituiscono la fase iniziale di una salita complessivamente lunga 1,5 Km (media dell’8,9%) e che all’ultimo giro proporrà un’ulteriore appendice di circa 1,7 Km al 5,1% per raggiungere la zona del traguardo. Si tratterà di una frazione interessante anche in ottica Giro d’Italia poiché pure la prossima edizione della corsa rosa ha nel “menù” l’ascesa al muro, inserito nel finale della tappa con arrivo a Osimo, il cui chilometro finale in pavè attraverso il centro storico sarà pure percorso dai partecipanti alla Tirreno prima di giungere sul circuito di Filottrano.
A ventiquattore dall’epilogo sambenedettese i velocisti torneranno padroni del vapore nella penultima frazione, più intricata rispetto a quella di Follonica a causa dei continui saliscendi che si dovranno “digerire” prima di guadagnare la pianura che unicamente caratterizza gli ultimi 50 Km della Numano – Fano, come l’altra tappa imperniata attorno ad un circuito finale (12,8 Km, 2 giri).
I cronometri, infine, torneranno a scorrere per l’ultima frazione che per l’ottavo anno consecutivo avrà la forma di una breve prova individuale di 10 Km tracciata sul lungomare di San Benedetto del Tronto, frazione che solamente nel 2012 – in occasione del primo dei due successi di Nibali – riuscì a cambiare il volto al detentore della maglia azzurra.

Infine, il 17 marzo ci sarà l’attesissimo appuntamento con la Milano-Sanremo, giunta alla 109a edizione e che anche quest’anno proporrà il tracciato tradizionale senza aggiunte o variazioni, 291 Km per andare dal capoluogo lombardo alla città dei fiori passando per il Turchino, la teoria dei capi dell’Aurelia e, infine, Cipressa e Poggio prima di piombare sullo storico rettilineo d’arrivo di Via Roma.
E anche per il 2018 la Sanremo sarà servita.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE

Parigi-Nizza

https://www.paris-nice.fr/fr

Tirreno-Adriatico

www.tirrenoadriatico.it

Milano-Sanremo

Lo storico rettilineo darrivo di Via Roma a Sanremo (Google Street View)

Lo storico rettilineo d'arrivo di Via Roma a Sanremo (Google Street View)

www.milanosanremo.it

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