FEBBRAIO RICCO… ANCOR DI PIÙ

febbraio 12, 2018
Categoria: Approfondimenti

Autentica scorpacciata di corse nella seconda metà di febbraio. Nel volgere di meno di quindici giorni si concentrano, infatti, ben quattro corse a tappe che vedranno i partecipanti tornare a calcare i palcoscenici della penisola araba tra Oman ed Abu Dhabi. Si gareggerà anche in Europa, sulle strade della penisola iberica, prima che l’Omloop Het Nieuwsblad Elite di sabato 24 apra ufficialmente la “Campagna del Nord”.

Dopo una prima metà di febbraio già pregna d’appuntamenti, anche la seconda parte del mese offrirà diverse, interessanti occasioni per seguire i propri beniamini in giro per il mondo e la maggior parte degli appassionati s’è già segnata una data, quella del 14 febbraio. Sarà quello il “primo giorno di scuola” per il corridore più chiacchierato del momento, il britannico Chris Froome che – mentre ancora non si sono spenti gli echi della positività riscontrata all’ultimo Giro di Spagna – quest’anno ha scelto di rimandare di un paio di settimane il suo debutto, lo scorso anno e nel 2016 avvenuto sulle strade australiane dell’Herald Sun Tour. Stavolta il corridore della Sky sarà uno dei grandi nomi al via della Vuelta a Andalucía, che schiererà ai nastri di partenza anche lo spagnolo Landa, il danese Fuglsang e l’olandese Kruijswijk, chiamati a esibirsi sul palcoscenico delle due frazioni più impegnative della corsa iberica, alle quali si affiancheranno altre due tappe di media montagna e una riservata agli sprinter. Il via sarà dato dai 198 Km della Mijas – Granada, con conclusione nella città della celebre Alhambra dopo aver superato sei salite, la più impegnativa delle quali è il Puerto de Zafarraya (11,5 Km al 6,1%), previsto a circa 80 Km dall’arrivo, mentre la cima dell’ultimo colle sarà scavalcata ai meno 20 dal traguardo. È questa la prima delle due tappe di media montagna, alla quale seguirà, invece, la frazione di montagna vera e propria, come lo scorso anno collocata al secondo giorno: dopo la partenza da Villa de Otura, si arriverà in 140 Km spaccati ai 1003 metri di quota dell’Alto de Allanadas, percorsa un’ascesa finale breve ma violenta, 3500 metri all’11.5% di pendenza media in cima ai quali si sono già concluse nel recente passato due tappe di questa corsa, vinte dallo spagnolo Sergio Pardilla Bellón nel 2010 e dallo stesso Froome nel 2015. Il terzo giorno la “Ruta del Sol”, com’è abitualmente chiamata questa corsa facendo riferimento alla denominazione ufficiale della Vuelta a Andalucía adottata tra il 1979 e il 1986, si disputerà la frazione più semplice (Mancha Real – Herrera, 166 Km), alla quale seguirà la seconda ed ultima tappa di media montagna, che prevede di percorrere 195 Km tra Siviglia e Alcalá de los Gazules, dove si giungerà dopo aver affrontato un colle di 1a categoria a metà del cammino (Puerto de las Palomas, 12.5 Km al 6.4%) e un vero e proprio muro nei 1200 metri conclusivi, che salgono al 15% di media nei primi 500 metri e già fanno venire l’acquolina in bocca ai finisseur. Anche gli uomini di classifica dovranno stare attenti perché, complice la strada stretta che accompagnerà il violento strappo finale, potrebbero perdere un piccolo gruzzoletto di secondi alla vigilia della delicatissima tappa finale, che avrà la forma di una cronometro individuale di circa 14 Km, sulla carta apparentemente priva di particolari insidie. Non sarà così, invece, perchè il circuito di Barbate ne proporrà due di non poco conto: un tratto sterrato di ben 5 Km e 300 metri, tra l’altro in falsopiano, nella prima metà del tracciato e il vento che spira dall’Oceano Atlantico nell’itinerario di rientro a Barbate.

Nelle stesse date si correrà nel vicino Portogallo la 44a edizione della Volta ao Algarve em Bicicleta per la quale è stato adottato un tracciato non molto dissimile da quello proposto lo scorso anno, quando in classifica s’impose lo sloveno Primož Roglič. Sono state, infatti, confermate 4 sedi di tappa su 5, compresi gli oramai tradizionali arrivi in salita agli “alti” di Fóia e di Malhão, piatti forti della corsa assieme alla cronometro individuale del terzo giorno di gara. Il ruolo di “apripista” toccherà a una frazione di 193 Km che si disputerà tra Albufeira e Lagos, movimentata da una serie di morbidi saliscendi nei primi cento chilometri mentre il finale più snello consentirà ai velocisti di giocarsi il primo dei due traguardi messi a loro disposizione. Toccherà poi ai grandi protagonisti della corsa lusitana, chiamati all’appello dall’arrivo in salita ai 900 metri dell’Alto do Fóia, ascesa di 7.3 Km al 6% che si affronterà al termine di una tappa lunga 188 Km e caratterizzata dall’alternanza, nei tratti precedenti, di pianura e colline. La cronometro quest’anno sarà meno insidiosa rispetto a quella proposta dodici mesi fa, interamente disegnata lungo le ventose coste dell’oceano: s’incontrerà, infatti, solo un breve tratto costiero lungo i 20 Km e rotti del pianeggiante circuito di Lagoa. Espletata l’ultima formalità per i velocisti al termine della poco impegnativa Almodôvar – Tavira, la più lunga delle cinque tappe in programma (199 Km), la corsa si concluderà sull’Alto do Malhão, salita simbolo della Volta ao Algarve in virtù non tanto delle sue pendenze – media del 9,2% calcolata su 2,7 Km – quanto per il suo “pedigree” nobilitato da Alberto Contador che lassù si è imposto nel 2010, nel 2014 e nel 2016. Anche stavolta sarà l’atto terminale di una corsa non eccessivamente dura ma prevedibilmente molto intensa, percorsi nell’ultimo giorno di gara 173 Km che prevedono un primo passaggio sull’ascesa finale a una quarantina di chilometri dall’arrivo.

Tornando indietro di ventiquattrore rispetto alla partenza delle due corse iberiche, il 13 febbraio salperà un’altra gettonata gara a tappe d’inizio stagione, il Tour of Oman, quest’anno organizzato per la prima volta senza la “regia” di Eddy Merckx. Sarà l’unica vera novità di una corsa giunta alla nona edizione e che presenterà le solite difficoltà che abbiamo imparato a conoscere in questi anni, sulle quali spicca l’immancabile arrivo in salita sulla Green Mountain, che bene ci ha portato in due occasioni grazie ai successi di Vincenzo Nibali nel 2012 e nel 2016, quest’ultimo accompagnato dall’affermazione del messinese nella classifica finale. La prima tappa dell’edizione 2018 scatterà proprio da una cittadina situata quasi ai piedi della montagna omanita, Nizwa, ma non presenterà alcuna difficoltà altimetrica snodandosi prevalentemente in discesa i 162 Km che si dovranno percorrere verso la Sultan Qaboos University di Mascate, presso la quale la frazione si concluderà verosibilmente con un volatone. Ripartendo dalla stessa università, la principale del sultanato, il giorno successivo si arriverà nella località turistica di Al Bustan, sede di tappa per il quinto anno consecutivo: il finale sarà il medesimo che ha visto nell’ordine i successi di Peter Sagan, Andrè Greipel, Fabian Cancellara, Bob Jungels e Ben Hermas, caratterizzato dalla breve ma ripida salita di Al Jissah (1,4 Km al 9%) da scollinare a 5 Km dal traguardo. Un arrivo “recuperato” sarà, invece, quello previsto presso la diga di Wadi Dayqah, che era stato proposto l’ultima volta nel 2013 e che arriverà al termine della tappa più lunga, 179 Km e mezzo con partenza dalla sede di Halban della German University of Technology e tracciato che alterna pianura e tratti collinari che non sfigurerebbero nel percorso di certe movimentate frazioni marchigiane della Tirreno-Adriatico: in particolare nel finale si dovranno superare un’ascesa di un chilometro al 9,6% quando mancheranno circa 8 Km all’arrivo e un secco strappo all’8% in vista del traguardo. La quarta tappa sarà l’esatto clone di due frazioni disputate nelle ultime edizioni e che entrambe terminarono con il successo di un velocista norvegese, Alexander Kristoff lo scorso anno e Edvald Boasson Hagen nel 2016: in programma la partenza da Yiti e l’arrivo davanti al palazzo del Ministero del Turismo dopo aver percorso 117 Km e aver affrontato per tre volte (ma da due versanti differenti) la salita di Bousher Al Amerat, con l’ultimo passaggio valido come traguardo volante collocato a 13.5 Km dall’arrivo. L’indomani da Samail scatterà la tappa più attesa, anch’essa riproposta sull’identico tracciato di un anno fa, che porterà i corridori in 152 Km all’annuale appuntamento con la Jabal Al Akhdhar, la “montagna verde” dell’Oman, unica difficoltà di un tracciato che salirà costantemente negli ultimi 5,7 Km, affrontando una pendenza media del 10.5%. Ben poche difficoltà – a parte il ritorno sulla salita di Al Jissah, stavolta collocata lontana dall’arrivo – proporrà, invece, la tappa conclusiva che, con il pianeggiante circuito finale disegnato sulla corniche di Matrah, rappresenta la classica passerella finale a uso e consumo dei velocisti e che nelle ultime due edizioni ha visto primeggiare il citato Kristoff.

La “primavera araba” del ciclismo si concluderà tra il 21 e il 25 del mese con la quinta edizione dell’Abu Dhabi Tour, la prima della corsa emiratina a disputarsi in cinque tappe. Gli organizzatori hanno approfittato del giorno in più concesso dall’UCI per inserire una tappa a cronometro che andrà a “pareggiare” la tappa di montagna presente sin dalla prima edizione. Le due decisive frazioni si affronteranno per ultime mentre le prime tre giornate di gara avranno come protagonisti i velocisti, data la natura prevalentemente pianeggiante del territorio dell’emirato. Le principali insidie di queste prime frazioni saranno le stesse viste al Dubai Tour, vale a dire il vento e i passaggi nel deserto, che caratterizzeranno in particolare la prima tappa, che vedrà i corridori sfrecciare tra le dune dell’oasi di Liwa e terminerà a Madinat Zayed dopo aver percorso un rettilineo quasi ininterrotto di una sessantina di chilometri. La seconda tappa partirà e si concluderà sull’isola Yas, sulla quale si trova il circuito automobilistico che fino allo scorso anno accoglieva l’arrivo della frazione conclusiva mentre stavolta il traguardo sarà collocato presso la spiaggia. L’ultima occasione per gli sprinter sarà offerta dalla tappa che avrà come teatro di gara le strade della capitale Abu Dhabi, con l’approdo finale fissato ad Al Marina dopo aver attraversato una serie di grosse isole artificiali costruite a ovest del centro, terre rubate al mare dove il mare, per la presenza di ampi spazi privi di edifici, spesso fa sentire i suoi effetti sotto la forma del vento che potrebbe complicare la corsa e dar parecchi grattacapi anche agli uomini di classifica. In un “habitat” molto simile andrà in scena l’inedita cronometro individuale, disegnata per 11 Km tra le isole artificiali Al Reem Island e Al Maryah Island, con quest’ultima che ospiterà partenza e arrivo di questa velocissima prova contro il tempo, prevalentemente disegnata sulla medesima strada, prima percorso in un senso e poi in quello opposto per rientrare alla “base”. Con la classifica inevitabilmente modificata da questa frazione si andrà quindi ad affrontare la tappa conclusiva, che prenderà il via da Al Ain alla volta dell’unica salita presente nell’emirato di Abu Dhabi, quella che risale in 11 Km al 6.6% le pendici dello Jebel Hafeet, la seconda vetta per altezza dell’intero territorio degli Emirati Arabi Uniti. Le pendenze non sono particolarmente temibili ma le particolari condizioni di gara – anche oggi si correrà per ampi tratti nel deserto – potrebbero scombinare i piani dei favoriti e magari cogliere di sorpresa chi avrà esagerato il giorno prima nell’approcciare la cronometro.

Dopo questa sbornia di piccole corse a tappe si cambierà registro perché il 24 febbraio prenderà il via la cosiddetta “Campagna del Nord”, il nome con il quale sono identificate le corse in linea che si disputano sulle strade del Belgio nel periodo primaverile, le più celebri delle quali sono il Giro delle Fiandre, la Liegi-Bastogne-Liegi e, emigrando nella vicina Francia, la Parigi-Roubaix. Prima di arrivare a questi storici appuntamenti del calendario, in programma nel mese di aprile, alla fine di febbraio si correranno le prime competizioni sul suolo belga, introdotte dall’Omloop Het Nieuwsblad Elite di sabato 24, corsa organizzata dal quotidiano che le attribuisce il nome e che lo scorso anno è approdata nel circuito del World Tour. Il tracciato proposto nel 2018 si svolgerà nel senso di marcia opposto rispetto a quello delle ultime due edizioni, entrambe vinte da Greg Van Avermaet, viaggiando per 196 Km da Gand a Meerbeke, la frazione del comune di Ninove che ospitò il traguardo del Fiandre per 38 anni, fino al 2011. Presa la decisione di “ribaltare il percorso, gli organizzatori hanno poi previsto di far ricalcare proprio lo storico finale della corsa fiamminga, che proporrà quali ultime difficoltà il mitico Muro di Grammont e l’immancabile compagno di viaggio Bosberg al termine di un itinerario che, oltre ai classici “berg” (12 in tutto), presenterà anche undici tratti in porfido per complessivi 12.9 Km. Il giorno successivo si rimarrà in zona per la 70a edizione della Kuurne-Bruxelles-Kuurne, semiclassica nettamente meno impegnativa e più favorevole ai velocisti per la totale assenza di difficoltà negli ultimi 50 Km mentre più movimentate si presentano le fasi centrali della gara, pure caratterizzate da 12 collinette tipiche di queste terre. Infine, il penultimo giorno del mese toccherà a Le Samyn, corsa di categoria 1.2 che si disputa in prossimità del confine con la Francia tra i paesi di Quaregnon e Dour e nella quale la principale insidia non arriva dall’altimetria ma dalla presenza di due tratti di pavè – il primo di 1,6 Km, il secondo di 1,5 Km – nel circuito finale che dovrà essere ripetuto quattro volte.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE

Vuelta a Andalucía

www.vueltaandalucia.es

Volta ao Algarve em Bicicleta

http://voltaaoalgarve.com/en/

Tour of Oman

www.tour-of-oman.com/fr

Abu Dhabi Tour

www.abudhabitour.com/home.php

Omloop Het Nieuwsblad Elite

www.omloophetnieuwsblad.be/nl/ohn/elite-mannen

Kuurne-Bruxelles-Kuurne

www.kuurne-brussel-kuurne.be

Le Samyn

www.lesamyn.be

Una spiaggia dellAndalusia, la comunità autonoma spagnola dalla quale partirà la stagione 2018 di Chris Froome (www.viviandalucia.com)

Una spiaggia dell'Andalusia, la comunità autonoma spagnola dalla quale partirà la stagione 2018 di Chris Froome (www.viviandalucia.com)

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