VUELTA A ESPAÑA 2017 – LA “TERCERA SEMANA”

settembre 4, 2017
Categoria: Approfondimenti

La Vuelta 2017 è giunta al suo gran finale. Nell’ultima settimana di corsa non s’incontreranno mai tapponi ma le occasioni per far classifica saranno diverse e in particolare spiccano la cronometro di Logroño e i due scoscesi arrivi in salita al Los Muchacos e all’Angliru, estrema possibilità di ribaltare i verdetti della strada a sole 24 ore dalla conclusione madrilena.

16a TAPPA: CIRCUITO DE NAVARRA – LOGROÑO (cronometro individuale – 40.2 Km)

48 ore dopo la tappa della Sierra Nevada, con il secondo e ultimo giorno di riposo a far da spartiacque, va in scena un’altra delle frazioni “clou” della 72° Vuelta a España, l’unica cronometro indivuale prevista quest’anno dal tracciato della corsa iberica. Il percorso disegnato dagli organizzatori è un vero e proprio “inno” alla velocità e non soltanto per la partenza prevista dal circuito automobilistico di Navarra, inaugurato nel 2010 nei pressi del comune di Los Arcos. Tutti i 40 Km e rotti che si dovranno percorrere in direzione Logroño strizzano, infatti, l’occhio ai cronoman in virtù della quasi totale assenza di salite e dell’abbondante presenza di tratti in rettilineo, con le tortuosità prevalentemente concentrate nei primi 6 Km, quelli previsti sulla pista del circuito. Su questa frazione, va notato, peseranno come una spada di Damocle il riposo osservato il giorno prima – che diversi corridori faticano a smaltire – e la tappa successiva che proporrà uno dei più impegnativi arrivi in salita previsti quest’anno.

17a TAPPA: VILLADIEGO – LOS MACHUCOS (Monumento Vaca Pasiega) (180.5 Km)

Debutta l’ascesa al Collado de la Espina nel mondo del ciclismo e lo fa alla grande accogliendo nientemente che l’arrivo in salita della 17a tappa della Vuelta 2017. Si tratta di un esordio col botto perché la salita cantabrica presenta numeri di tutto rispetto per quel che concerne le pendenze, mentre difetta decisamente in quota (l’arrivo sarà a 880 metri d’altezza) e lunghezza: ufficialmente sono 7,2 Km all’8,7% ma questi dati tengono conto anche del chilometro conclusivo parte in discesa e parte in pianura e, “ripulita” di questo tratto, l’ascesa reale misura 6 Km e mezzo e sale al 10,4% medio, raggiungendo una punta massima del 26% lungo una stretta strada che presenta anche alcuni tratti pavimentati in cemento. Non sarà l’unica difficoltà in programma perché si dovrà salire anche ai 1350 metri del Portillo de Lunada e, proprio a ridosso dell’ascesa finale, ai 675 metri del Puerto de Alisas, colle di 1° categoria che propone una pendenza media del 6% distribuita su 10 Km.

18a TAPPA: SUANCES – SANTO TORIBIO DE LIÉBANA (169 Km)

Seconda e ultima giornata sulle strade della Cantabria che oggi accoglieranno la corsa con una tappa altimetricamente meno impegnativa rispetto a quella affrontata poche ore prima. L’arrivo è ancora in salita ma stavolta l’ascesa finale è breve, pur presentando pendenze molto elevate nel chilometro conclusivo, tutto in doppia cifra. Anche il resto del tracciato appare più leggero perché prima della rampa finale dovranno essere superati tre GPM di 3a categoria e 2a categoria, apparentemente non particolarmente ostici. Queste tre ascese veranno, però, affrontate consecutivamente nello spazio di 35 Km e presentano comunque pendenze in grado di stuzzicare gli alti papaveri della classifica, se ci saranno spazi e occasioni per insidiare la maglia rossa di turno: si comincerà con i 4,8 km al 7,2% della Collada de Carmona, per poi passare ai 6 km al 6,6% della Collada de Ozalba e sbarcare infine sui 7 Km al 6% della Collada de la Hoz, superata la quale si dovranno quindi percorrere 11 Km di discesa e 15 di falsopiano dolcemente ascendente per arrivare ai piedi dello strappo verso il monastero di Santo Toribio de Liébana, 3,2 Km al 6,4% con il veleno nei mille metri conclusivi che “strappano” improvvisamente al 13,3% medio. Chi non dovesse aver riassorbito del tutto un eventuale “forcing” di qualche avversario nel tratto a cavallo delle tre “collade” potrebbe pagare in questo finale, magari già sul falsopiano che precede il muro finale.

19a TAPPA: CASO (Parque Natural de Redes) – GIJÓN (149.7 Km)

La terzultima fatica della Vuelta 2017 è una frazione di media montagna che può essere paragonata alla sesta tappa di quest’edizione, quella disputata tra Vila-real e Sagunto e che proponeva cinque ascese da superare lungo il cammino, con il Puerto del Garbí nel doppio ruolo di salita più impegnativa di giornata e di ultima difficoltà da affrontare, a una discreta distanza dal traguardo, circa 36 Km per la precisione. Stavolta i colli da scavalcare pedalando verso Gijón saranno inferiori nel numero di un’unità ma, pure in questo caso, l’ultimo sarà quello più difficile, collocato a 15 Km dall’arrivo: è l’Alto de San Martín de Huerces, 4,5 Km al 7,2% con i mille metri centrali nei quali la pendenza media si attesta oltre il 13%, con una punta massima del 19%. Pur non raggiungendosi lassù i picchi più aspri del Garbí, che schizzava fino al 22%, anche su questo “alto” potrebbe starci un tentativo da parte di un grosso nome, come là avvenne con Alberto Contador. Le possibilità di lasciare il segno in classifica saranno ben maggiori rispetto alla tappa di Sagunto perché siamo oramai alla fine di una corsa a tappe di tre settimane e le energie saranno al lumicino. E come la citata frazione, anche questa sarà un’occasione d’oro – forse l’ultima – per i cacciatori di traguardi parziali che tenteranno la fuga sin dai chilometri inziali di questa diciannovesima tappa, che propongono a una ventina di chilometri dalla partenza l’unico colle di 1a categoria previsto quest’oggi, l’Alto de la Colladona (7 Km al 6,8%).

20a TAPPA: CORVERA DE ASTURIAS – ALTO DE L’ANGLIRU (117.5 Km)

È il giorno dell’extrema ratio per chi avrà la possibilità fisica di contrastare il capoclassifica e ribaltare, proprio all’ultimo momento, il destino della 72a Vuelta a España che, al penultimo giorno di gara, per la settima volta nella storia tornerà ad abbarbicarsi sulle scosese rampe dell’Angliru, una delle salite più ripide della penisola iberica, per la quale sin dal primo assalto, anno 1999, si sprecarono paragoni con il Mortirolo, per poi passare – dopo la scoperta del monte friulano – ad accostarla allo Zoncolan. Non sono solo parole perché anche i numeri parlano chiaro: per arrivare in vetta alla “Gamonal”, come talvolta è stata erronemente chiamata la verticale asturiana, bisogna percorrere 12,5 km di una strada la cui pendenza media è del 10,1% con i tratti più scoscesi in corrispondenza della famigerata “Cueña les Cabres”, dove la strada “svirgola” fino al 23,5%. Un finale decisamente intenso, così come intensa sarà questa ventesima frazione, lunga soli 117 Km e che concentrerà il suo “sale” negli ultimi 46 Km, quando si ricalcherà per filo e per segno quello che fu il finale della prima tappa terminata lassù e conquistata dal mai dimenticato José María Jiménez, affrontando prima del “monstruo” Angliru gli alti della Cobertoria (8,1 Km all’8,6%) e del Cordal (medesima pendenza media su 5,7 Km), che già da soli potrebbero bastar a far molto male.

21a TAPPA: ARROYOMOLINOS – MADRID (117.6 Km)

Non c’è praticamente nulla da aggiungere alla facilità disarmante della conclusiva frazione della Vuelta, che avrà il consueto formato delle passerelle di fine corsa. I chilometri da incamerare saranno praticamente gli stessi della tappa dell’Angliru, con la sostanziale differenza che qui non s’incontrerà neppure un dislivello, né percorrendo i 73 Km del tratto in linea verso la capitale spagnola, né nel consueto circuito madrileno di 5,6 Km che si snoda attorno a Plaza de Cibeles e che dovrà essere inanellato complessivamente otto volte prima di metter definitivamente fine all’ultima delle tre grandi corse a tappe della stagione.

Mauro Facoltosi

LAngliru mozzafiato.... anche per i bei panorami che offre la tremenda salita asturiana (www.spiuk.com)

L'Angliru mozzafiato.... anche per i bei panorami che offre la tremenda salita asturiana (www.spiuk.com)

Commenta la notizia