VUELTA A ESPAÑA 2017 – LA “SEGUNDA SEMANA”

agosto 28, 2017
Categoria: Approfondimenti

È la settimana delle Sierre la seconda della Vuelta che, dopo la sbornia di arrivi in vetta ad ascese brevi ma arcigne vista nei primi giorni di gara, proporrà tappe di montagna via via più consistenti, che raggiungeranno l’apice con il “tappone” della Sierra Nevada, una delle giornate fondamentali della 72° edizione della corsa iberica

10a TAPPA: CARAVACA (Año Jubilar 2017) – ELPOZO ALIMENTACIÓN (164.8 Km)

Dopo la prima giornata di riposo (lunedì 28 agosto) la Vuelta si rimette in pista da Caravaca de la Cruz, nota meta del turismo religioso nella quale quest’anno si tiene uno speciale “anno santo”. E un autentico “giubileo” saranno i primi 125 Km di questa decima frazione, scorrevolissimi in quanto in lunga e dolce discesa nella prima parte per poi diventare totalmente pianeggianti nella marcia d’avvicinamento al primo passaggio dal traguardo, previsto ad Alhama de Murcia presso la sede di ElPozo Alimentación, azienda che sponsorizzerà la Vuelta da questa edizione al 2019. Tutt’altro aspetto avrà il circuito finale di 56 Km che vedrà la corsa arrampicarsi fino ai 1200 metri del Collado Bermejo, salita simbolo della Vuelta Ciclista a Murcia che dal 2004 è intitolata alla memoria di Marco Pantani, vincitore di questa gara nel 1999. Tra i due versanti a disposizione gli organizzatori hanno scelto quello più utile agli scalatori che vorranno emulare le gesta del “Pirata” perché più vicino al traguardo: affrontati così i 7,7 Km al 6,5% che caratterizzano l’ultima parte del versante che sale da Totana, bisognerà poi percorrere circa 22 Km per tornare alla “base”, quasi tutti in discesa. Si tratta comunque di pendenze non particolarmente esigenti e anche per questo gli uomini di classifica potrebbero risparmiarsi in vista della dura frazione prevista l’indomani. Sempre che il giorno di riposo non sia rimasto sullo stomaco a qualche big. Questa sarà, inoltre, la prima delle quattro tappe che si disputeranno sulle sierre della Spagna meridionale e, per la precisione, oggi i corridori attraverseranno nel finale il parco naturale che preserva l’area della Sierra Espuña.

11a TAPPA: LORCA – OBSERVATORIO ASTRONÓMICO DE CALAR ALTO (187.5 Km)

La seconda tappa d’alta montagna della Vuelta 2017 è anche la seconda delle frazioni disegnate sulle sierre del sud della penisola e, dopo l’Espuña, toccherà ora alla Sierra de Los Filabres, nella provincia di Almería, che accoglierà la corsa all’osservatorio di Calar Alto, presso il quale sono terminate in passato due tappe della corsa iberica, vinte dagli spagnoli Roberto Heras (2004) e Igor Antón (2006). È dunque un traguardo che ha sempre portato bene ai corridori di casa quello che sarà raggiunto al termine di un tracciato che, come quello della frazione precedente, concentrerà le difficoltà nelle fasi finali. Scevra da particolari insidie nei primi 144 Km, l’altimetria si ravviverà con decisione dopo il passaggio dal centro di Velefique, dal quale inizierà l’impegnativa salita di 13 Km (la media dell’8,6%) che condurrà ai 1800 metri dell’omonimo valico, in vetta al quale nel 2009 si concluse un’altra tappa della Vuelta, conquistata dall’allora poco conosciuto Ryder Hesjedal, il corridore canadese che nel 2012 s’imporrà nella classifica finale del Giro d’Italia. Arrivati in fondo alla discesa del Velefique non ci saranno “intervalli” e subito si riprenderà a salire verso quello che è il più basso dei due traguardi “over 2000” di questa edizione, previsto a 2120 metri sul livello del mare: alla linea d’arrivo mancheranno a quel punto 15,5 Km, i primi sette dei quali impegnativi quanto quelli dell’ascesa precedente (media dell’8,7%), poi la salita si addolcirà drasticamente alternando tratti pianeggianti ad altri pedalabili, con l’intrusione di un’ultima rampa cattiva di 1 Km che terminerà sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, passato il quale le pendenze torneranno ad allentarsi. Attenzione, però: alla fine di una giornata vissuta con particolare intensità anche queste continue variazioni nelle pendenze potrebbero rivelarsi più selettive delle inclinazioni stesse!

12a TAPPA: MOTRIL – ANTEQUERA (Los Dólmenes) (160.1 Km)

In attesa d’affrontare, nel prossimo week end, le rimanenti frazioni delle sierre, la corsa proporrà ora due tappe di trasferimento, anche se non proprio classiche. La seconda, a dire il vero, lo sarà e costituirà anche una delle ultime occasioni per i velocisti, mentre quella che si concluderà presso il sito archeologico Los Dólmenes di Antequera avrà un aspetto di media montagna, con la prospettiva di superare 25 Km complessivi di salita che, collocato com’è l’ultimo GPM – il Puerto del Torcal – a 17,5 Km dall’arrivo, tarperanno le ali agli sprinter lasciando campo libero ai cacciatori di traguardi parziali. L’approdo vincente di una fuga, come spesso capitato nella prima settimana, è, infatti, la più probabile tipologia di conclusione per questa frazione che dovrebbe vedere i big della classifica impegnati in una sorta di riposo vigile, per recuperare dopo le fatiche della tappa del Calar Alto senza abbassare troppo la guardia. Non va, infatti, esclusa la possibilità che qualche corridore non troppo distante dalla cima della classifica provi qualcosa sul Torcal, che sfodera comunque numeri interessanti: la pendenza media sui 7,6 Km dall’ascesa è del 7%, dato che sale al 9,1% nei primi 4 Km.

13a TAPPA: COÍN – TOMARES (198.4 Km)

Come anticipato questa sarà una delle ultimissime occasioni offerte ai velocisti. Anzi, per qualcuno potrebbe essere l’ultima poiché dopo la tappa di Tomares gli sprinter avranno a disposizione la sola tappa conclusiva di Madrid e non è detto che ci si arrivi perché a quest’appuntamento mancano nove giorni, comprensivi di alcune delle frazioni più impegnative di questa edizione, come quella della Sierra Nevada dove sarà elevatissimo il rischio d’incappare nelle “maglie” del tempo massimo. Poi ci saranno corridori che, come pessima abitudine di alcuni, faranno le valigie dopo questa frazione e, tra questi, potrebbe esserci chi sta puntando sui mondiali di Bergen e ha scelto di affrontare le prime due settimane della Vuelta come “allenamento” in vista della competizione iridata. Venendo al percorso della frazione in oggetto, questa sarà una delle più semplici di questa edizione e proporrà le maggiori difficoltà proprio a “danno” dei velocisti perché al termine di un tracciato quasi completamente sgombro di difficoltà – a parte due facili salite da superare nella prima metà tappa – proporrà due brevi e pedalabili zampellotti negli ultimi 3 Km, con l’ultimo di questi che terminerà nel corso dei mille metri conclusivi, lungo i quali qualche velocista potrebbe perdere le ruote del gruppo lanciato a tutta velocità verso il traguardo di Tomares.

14a TAPPA: ÉCIJA – SIERRA DE LA PANDERA (175 Km)

La Vuelta torna in montagna e ritrova la salita verso la Pandera, la più elevata delle cime che costituiscono la Sierra Sur de Jaén, scoperta dalla corsa iberica nel 2002 grazie alla segnalazione di una cicloturista che l’aveva affrontata durante le vacanze. Dopo quel giorno, quando lasciò il segno lo spagnolo Roberto Heras, altre tre volte è stata inserita nel tracciato questa salita che complessivamente è lunga 12 Km e presenta una pendenza media del 7,3%, con una punta massima del 13% che viene raggiunta a 3 Km dal traguardo, previsto a 1830 metri di quota, nello stesso luogo dove l’ultima volta si è imposto Damiano Cunego, primo e finora unico italiano ad aver inserito la Pandera nel proprio palmarès dopo che Gilberto Simoni ci era andato vicinissimo nell’anno del debutto piazzandosi al secondo posto. Di là dell’ascesa finale il percorso non presenterà altre grandissime difficoltà perché poco selettivi si annunciano i precedenti Puerto El Mojón (8,8 Km al 3,7%) e Alto Valdepeñas de Jaén (8,5 Km al 4,8%) e perché l’organizzazione, compiuti i sopralluoghi di rito, ha deciso di togliere dal percorso la ripidissima salita di Los Villares de Jaén (4,4 Km al 9,3%), che era stata inserita nell’altimetria originaria della tappa, presentata lo scorso 13 gennaio con tutto il resto del percorso, e sulla quale si sarebbe dovuto scollinare a una decina di chilometri dall’attacco della Pandera.

15a TAPPA: ALCALÁ LA REAL – SIERRA NEVADA (Alto Hoya de la Mora – Monachil) (129.4 Km)

Fa un certo effetto definire “tappone” la frazione che terminerà sulla Sierra Neveda essendo lunga poco meno di 130 Km ma sulla carta ne ha la consistenza, così come l’aveva la frazione disputata nel 2015 sui Pirenei tra Andorra La Vella e Cortals d’Encamp, che consentì a Fabio Aru di issarsi al vertice della classifica e che concentrava in 138 Km sette salite, praticamente senza tratti di respiro tra un colle e l’altro. Al confronto questa tappa pare meno “pressante”, soprattutto perché non s’incontreranno difficoltà nei primi 65 Km, ma egualmente potrebbe produrre parecchia selezione se si pensa che oggi si dovranno affrontare 44 Km di salita e superare 2675 metri di dislivello, raggiungendo quote non abituali per la Vuelta. Già la prima delle tre salite in programma è di quelle toste poiché presentano una pendenza media del 9,7% i 7,3 Km dell’Alto de Hazallanas, in vetta al quale s’è conclusa una tappa della Vuelta nel 2013, conquistata dallo statunitense Chris Horner, mentre alla Vuelta a Andalucía del 2015 questo traguardo era stato di Contador. Si scenderà in direzione di Granada percorrendo quella che è la principale strada d’accesso alla Sierra Nevada, verso la quale si ritornerà da Monachil, il centro dal quale si darà l’assalto all’interminabile ascesa finale, lunga quasi 29 Km e spezzata in due da una breve discesina intermedia di 600 metri: la prima parte, che sarà valida come GPM a sé stante, è la più impegnativa (Alto del Purche, 8,5 Km all’8%) mentre la seconda è apparentemente più pedalabile (19,3 Km al 5,6%) ma, a questo punto, interverranno a far accrescere la selezione le continue variazioni di ritmo delle pendenze che propone la parte conclusiva dell’ascesa, che porterà la corsa sino alla “Cima Coppi” della Vuelta, l’Alto Hoya de la Mora (2510 metri), che nella corsa spagnola si chiama Cima Alberto Fernández in ricordo del corridore scomparso in un incidente stradale il 14 dicembre del 1984 e che ricordiamo vincitore delle tappe di Campitello Matese e di Colli di San Fermo al Giro d’Italia dell’anno precedente.

Mauro Facoltosi

Lalbergo militare Hoya de la Mora, presso il quale si concluderà la tappa della Sierra Nevada (foto Panoramio - © Ignacio Diaz Triviño)

L'albergo militare Hoya de la Mora, presso il quale si concluderà la tappa della Sierra Nevada (foto Panoramio - © Ignacio Diaz Triviño)

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