MONZA – MILANO: A L’UMBRÌA DE LA MADUNINA CUNT EL GIR EN MAN

maggio 28, 2017
Categoria: News

Il centesimo Giro d’Italia termina il suo cammino laddove è nato 108 anni fa e lo farà con una tappa a cronometro che potrebbe cambiare i connotati alla classifica se le montagne affrontate nell’ultima settimana di corsa non saranno bastate a definirne il volto. È già successo in passato che una grande corsa a tappe fosse decisa proprio all’ultimo giorno e sono precedenti che hanno fatto storia, come quella volta che Moser sorpassò Fignon all’Arena di Verona. Accadrà anche stavolta? Non ci resta che attendere domenica 28 maggio per saperlo.

Saranno utili questi ultimi 29 Km a ribaltare i verdetti della montagna o assisteremo a una trionfale passerella della maglia rosa, mentre alle sue spalle si lotterà esclusivamente per le posizioni di rincalzo? Lo sapremo solo attorno alle 17.10 di domenica 28 maggio perché a quell’ora è previsto l’arrivo in Piazza Duomo dell’ultimo corridore in gara che, come da regolamento, è il primo della classifica. Potrebbe succedere tutto o il contrario di tutto, come talvolta è accaduto nelle ultime crono di un grande giro, affrontate con la classifica oramai ben delineata e con il serbatoio delle energie che punta verso la riserva e non è raro, infatti, che in queste prove i grandi cronoman non siano riusciti a incidere come al solito. Ci sono anche le dovute eccezioni, come quella volta che Indurain si bevve a 50 Km all’ora i 66 Km della Vigevano-Milano o in occasione di clamorosi ribaltoni dell’ultimo minuto e, nello specifico caso, sono rimaste nella storia la Soave-Verona del Giro del 1984 e la Versailles-Parigi del Tour del 1989, che entrambe videro sorpassato proprio sull’ultimo traguardo il mai dimenticato Laurent Fignon, la prima volta per opera di Francesco Moser e la seconda per mano di Greg Lemond. Anche il capoluogo lombardo non è digiuno da simili capovolgimenti di fronte: è ancora fresco l’epilogo dell’edizione 2012, con lo scambio al vertice della classifica, per appena 16”, tra lo spagnolo Joaquim Rodríguez e Ryder Hesjedal, primo e finora unico canadese ad aver vinto il Giro.
Quel che è certo è che gli scalatori, che avevano trovato pane per i loro denti negli ultimi giorni di corsa, qui dovranno invece stringerli, i denti, lungo un tracciato che – per la natura del territorio dell’hinterland milanese – non proporrà altro che pianura. Anzi, a guardar bene l’altimetria, il percorso tenderà sempre a scendere verso i 120 metri di Piazza del Duomo, superando strada facendo anche interminabili tratti in rettilineo che ancor più agevoleranno le cilindrate degli specialisti del tic-tac.
E a proposito di velocità si partirà da uno dei templi della specialità, l’Autodromo Nazionale di Monza, inaugurato nel 1922 e terzo al mondo per anzianità dopo quello inglese di Brooklands (1907, utilizzato fino al 1939) e quello statunitense di Indianapolis, in esercizio fin dal 1909, lo stesso anno nel quale nasceva il Giro. E sempre su quest’argomento, la velocità, non dobbiamo dimenticare che quest’anno cadrà il 75° anniversario della conquista del record dell’ora da parte di Fausto Coppi (1942, Velodromo Vigorelli) e – forse è una coincidenza, forse è una cosa voluta – quest’ultima tappa contro il tempo partirà proprio nel luogo il Campionissimo fu consacrato vincitore del Giro del 1949 perché quell’edizione della corsa rosa si concluse, quarantott’ore dopo la leggendaria cavalcata nella Cuneo-Pinerolo, con una frazione di 267 Km che non terminò nella solita Milano ma sulla pista dell’autodromo monzese con il successo allo sprint di Giovanni Corrieri.
Laddove sfrecciano i bolidi della Formula 1 stavolta vedremo in azione i “girini” che compieranno un giro quasi completo dello storico anello per uscirne a 5,6 Km dalla partenza e imboccare il primo dei tre rettilinei principali che caratterizzano il tracciato di questa crono, poco meno di 2 Km interamente tracciati all’interno del parco che fu pertinenza della Villa Reale e durante il quale i corridori sfrecceranno dinanzi al più antico fabbricato collocato all’interno dell’area verde: è Villa Mirabello, costruita tra il 1656 e il 1675 dalla famiglia Durini, che aveva acquistato questi terreni dai De Leyva, feudatari locali e famiglia d’origine di Suor Virginia Maria de Leyva, la manzoniana Monaca di Monza. Per rimaner in tema d’impianti sportivi, di fronte alla villa si trovava lo scomparso Ippodromo del Mirabello, attivo dal 1924 al 1976 e le cui tribune lignee – presso le quali Adriano Celentano nel 1981 girò alcune scene del film “Asso” – rimasero in loco fino al 1990, quando furono distrutte da un incendio e successivamente demolite. Si uscirà dal parco attraverso Viale Cavriga, che lo taglia nel mezzo superando il corso del fiume Lambro, prendendo poi in direzione di Monza e della spettacolare Villa Reale, costruita tra il 1777 e il 1780 da Giuseppe Piermarini come residenza estiva del governatore generale della Lombardia Austriaca, l’arciduca Ferdinando d’Asburgo-Este, e così chiamata in epoca napoleonica quando vi fissò la residenza Eugenio di Beauharnais, vicerè del Regno d’Italia. Ne mantenne poi il nome anche dopo l’Unità nazionale, quando passò in possesso alla famiglia Savoia e re Vittorio Emanuele II ne fece dono al figlio, il futuro Umberto I, che troverà la morte per mano di Gaetano Bresci il 29 luglio del 1900, in un luogo poco distante dalla villa, dove dieci anni più tardi sarà eretta una cappella espiatoria.
Il percorso girerà poi attorno al centro storico di Monza, nel cui cuore pulsa lo splendore della Corona Ferrea, forgiata su richiesta della regina longobarda Teodolinda; con essa Napoleone si autoincoronò re d’Italia in una celebre cerimonia tenutasi il 26 maggio del 1805 nel Duomo di Milano (“Dio me l’ha data e guai a chi me la toglie!”) e fu poi in mani austriache fino al 1866, quando tornò a Monza dov’è esposta nel museo del tesoro del duomo.
All’uscita dal capoluogo della provincia brianzola inizierà il tratto più filante di questa cronometro, un rettifilo ininterrotto di 5 km e mezzo, la cui linearità è spezzata solo da lievi flessioni della carreggiata, in particolar modo all’altezza delle rotatorie che s’incontreranno percorrendo lo stradone che collega Monza a Sesto San Giovanni, uno dei principali centri della Città Metropolitana di Milano, che nel corso del secolo scorso ebbe i soprannomi, di origine rispettivamente sociale e industrale, di “Stalingrado d’Italia” e di “Piccola Manchester”. Tra le celebri industrie che ebbero sede in questo centro, il cui nome fa riferimento alla posizione della sesta pietra miliare della strada che collegava Milano a Monza in epoca romana, una delle più note era la Falck, per i cui operai fu costruito all’inizio del ventesimo secolo un villaggio che si trova poco distante dal percorso di questa cronometro e che nel 1932 fu dotato anche di una grande chiesa, intitolata a San Giorgio alle Ferriere.
L’ultimo dei grandi rettilinei di quest’ultima crono misura circa 3 Km e introdurrà la corsa in Milano, che accoglierà la corsa rosa sulle strade del quartiere Bicocca, alla periferia nord-occidentale della metropoli lombarda, dove ha sede l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, nella quale è docente di anatomia umana il professor Giovanni Tredici, personaggio notissimo agli appassionati di ciclismo perché da quasi trent’anni è al seguito del Giro d’Italia con l’incarico di responsabile del servizio medico, proposto per la prima volta alla corsa rosa nel 1953 con il nome di “Giroclinica”.
Raggiunta Piazza Carbonari, cuore del quartiere residenziare di Maggiolina (curiose le villette a forma d’igloo realizzate dall’ingegner Mario Cavallè in Via Lepanto), inizieranno gli ultimi 5 Km di gara, i più “spigolosi” per la presenza di circa otto curve che rallenteranno leggermente la marcia dei cronoman, i quali potrebbero a questo punto essere frenati anche dal progressivo accumularsi delle fatiche profuse in tre settimane di gara. All’inizio di quest’ultima porzione di gara si attraverserà il Centro Direzionale di Milano, a un tiro di schioppo dalla Stazione Centrale e del “Pirellone”, oramai battuto in altezza dai nuovi grattacieli innalzati dal Progetto Porta Nuova, sui quali oggi spiccano i 161 metri dal Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale, e soprattutto i 231 metri della Torre Unicredit, il grattacielo più alto d’Italia, progettato con la sottostante piazza Gae Aulenti dall’architetto argentino César Pelli.
Il successivo tratto si snoderà lungo l’area dove un tempo correvano le mura cittadine, tra le porte Nuova e Venezia, che non ha la forma classiche delle porte essendo semplicemente costituita da due caselli daziari eretti in stile neoclassico da Rodolfo Vantini ai lati della strada per conduceva a Gorgonzola e che venivano adornati con un arco di trionfo posticcio realizzato in legno in occasione delle visite dei sovrani stranieri, come accadde nel 1857 quando transitarono sotto questa fassula porta l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe e la moglie Elisabetta, la celebre principessa Sissi. Anche per i “girini” sarà allestito un arco nell’occasione, quello più moderno che segnalerà i meno due chilometri alla conclusione di questa crono, disposto subito prima dei caselli e della svolta verso Corso Venezia, una delle strade più eleganti di Milano, parte del perimetro del “Quadrilatero della moda” sulla quale in passato si sono concluse sei edizioni del Giro d’Italia, all’altezza dei giardini pubblici intitolati a Indro Montanelli. In fondo a Corso Venezia sventolerà il triangolo rosso, caratteristico biglietto da visita dell’ultimo chilometro, che inizierà con la svolta da Piazza San Babila – vi s’affaccia l’omonima basilica – verso Corso Matteotti e Piazza Filippo Meda, dove si transiterà a due passi da uno dei monumenti più curiosi di Milano, la Casa degli Omenoni, il cui nome deriva da quello delle otto sculture che ne adornano la facciata.
È arrivato il momento delle ultime due curve, prima una svolta secca a sinistra per entrare in Via San Paolo e poi, 200 metri più avanti, un’altra verso destra per passare sul lastricato di Corso Vittorio Emanuele II e percorrere sulla pietra i 400 metri conclusivi.
Solo allora, tra il Duomo e il Rinascente, sapremo chi avrà saldamente in mano il Giro d’Italia n° 100.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Autodromo di Monza, Variante Ascari

Parco di Monza, Villa Mirabello

Adriano Celentano e Sylva Coscina passeggiano nel vecchio ippodromo del Mirabello, nel parco di Monza, in una scena di ‘’Asso’’ (www.davinotti.com)

Adriano Celentano e Sylva Coscina passeggiano nel vecchio ippodromo del Mirabello, nel parco di Monza, in una scena di ‘’Asso’’ (www.davinotti.com)

Adriano Celentano e Sylva Coscina passeggiano nel vecchio ippodromo del Mirabello, nel parco di Monza, in una scena di ‘’Asso’’ (www.davinotti.com)

Monza, Villa Reale

Monza, Cappella Espiatoria

Duomo di Monza

Villaggio Falck di Sesto San Giovanni, chiesa di San Giorgio alle Ferriere

Milano, Quartiere Bicocca, l’edificio sede dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca

Le curiose villette a forma d’igloo, nel quartiere Maggiolina

Palazzo Lombardia

La Torre Unicredit vista dalla stessa prospettiva dei corridori

I caselli daziari di Porta Venezia visti dal luogo dove sarà collocato l’arco dei -2 Km all’arrivo

La basilica di San Babila fa capolino in fondo a Corso Matteotti

Casa degli Omenoni

Ecco come vedranno il Duomo i “girini” in arrivo a Milano

La Madonnina del Duomo e, in trasparenza, l’altimetria della ventunesima tappa del Giro 2017

La Madonnina del Duomo e, in trasparenza, l’altimetria della ventunesima tappa del Giro 2017

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