L’AQUILA DA’ UNA BELLA SCOSSA AL GIRO

maggio 19, 2010
Categoria: News

In un’altra giornata da tregenda con l’arrivo nella città ancora ferita dal terremoto dell’Aprile 2009, cambia completamente la geografia dei pretendenti alla maglia rosa finale. Una fuga bidone di 56 corridori va in porto, con i primi che guadagnano quasi 13 minuti su di un gruppo dei “big” ridotto all’osso dalla pioggia e dal freddo. Alla fine vince Evgeni Petrov davanti ad un combattivo Dario Cataldo, mentre la maglia rosa passa da “Vino” al giovane Richie Porte che adesso diventa seriamente una mina vagante della corsa.

Foto copertina: l’arrivo di Petrov sul traguardo aquilano (foto Riccardo Scanferla)

La tappa più lunga. La tappa più fredda. La tappa che ricordava una tragedia immane. La tappa più rivoluzionaria. La tappa più piovosa. La tappa che non ti aspetti. L’undicesima frazione di questo pazzo Giro si può riassumere così. Già di per se, sulla carta, le insidie erano tante visto l’infinito chilometraggio (262 da Lucera a L’Aquila) e delle condizioni atmosferiche che ricordavano più le piste da sci che correre in bicicletta. Tutto si è deciso, per la tappa e chissà anche per le sorti di questo Giro, al chilometro numero 37, quando dopo continui scatti e controscatti, il grosso del gruppo si distrae e chi è davanti prende il largo. Peccato, però, che non si tratti di tre o quattro elementi, ma di ben 56 corridori che se ne vanno e di “big” nemmeno l’ombra. Il gruppo sta a guardare e, se è vero quanto riferito in corsa dall’ammiraglia Liquigas, anche la giuria ci mette del suo, avvisando le varie squadre del vantaggio dei primi soltanto quando i 56 hanno già otto minuti di vantaggio.
Resta il fatto che passano ancora momenti in cui capire cosa fare, visto che di fatto tutte le squadre sono rappresentate in testa e, nel mentre che il gruppo si guarda, il margine raggiunge il vantaggio massimo di 17’50”. La corsa oramai è andata.
Ma chi c’è davanti? Tanti gregari sì, ma anche uomini molto pericolosi se rientrano in classifica. Fra questi basta citare Carlos Sastre e Xavier Tondo Volpini (Cervelo), Bradley Wiggins (Sky), Richie Porte (Saxo Bank) e David Arroyo (Caisse d’Epairgne) che può contare addirittura su ben quattro compagni di squadra al suo fianco. In un Giro che per ora sorride poco ai colori azzurri, c’è poi anche qualche speranza di successo parziale con i vari Pozzovivo, Giampaolo Caruso, Codol, Donati, Cheula, Bono, Agnoli, Cataldo e Possoni.
Fin da subito la maglia rosa virtuale passa sulle spalle di Richie Porte, mentre in tanti si danno battaglia per prendersi i punti dei Gpm, con Matthew Lloyd in testa a difendere la sua maglia verde.
Ai -65 il ritardo dei “big” è di un quarto d’ora e non si può dire che sia un plotone nutrito, visto che siamo intorno alla trentina di unità, complice le salite ed il grande freddo. Al momento, la grande sconfitta di giornata sembra essere l’Astana che, per provare a correre ai ripari, fa fermare i suoi corridori in testa, Stangelj e Jufre, per cercare di aiutare Vinokourov e altrettanto fa la Liquigas con Vanotti, la Bmc con Bookwalter e tre uomini dell’Androni per Scarponi. Anche perché, oltre ai gap, ci sono anche tanti ritiri, fra cui due compagni di squadra di Evans (uno è Santambrogio) e due di “Vino” (Iglinsky e Gasparotto).
Lentamente il gruppo di testa si assottiglia perché perde per strada quelli che non ne hanno più, sotto l’impulso di Saxo Bank e Casse.
Che dietro non riusciranno a recuperare nulla lo si capisce sull’ultimo Gpm verso Capo di Valle (le Svolte di Popoli) dove, è vero che diversi si staccano, ma il gruppo della maglia rosa rimane con 15-20 unità e riuscirà a recuperare soltanto la miseria di 10”.
Scampato di nuovo il pericolo, in testa ancora Caisse, Saxo e Sky ed ai -25 il distacco è sempre di 12’23” che, tradotto in distanza, vuol dire praticamente dieci chilometri. Il finale è ancora nervoso (sullo stesso traguardo nel 2005 vinse fra il tripudio generale Di Luca davanti a Bruseghin) ed il primo ad attaccare, a otto dal traguardo, è Jerome Pineau che dà una prima scremata al gruppo degli attaccanti. Ripreso il francese è la volta del suo compagno in casa Quick Dario Cataldo che corre sulle strade di casa e che in due giorni si è sciroppato 400 chilometri di fuga. Gli italiani del gruppetto perdono quasi tutti contatto, in particolar modo Caruso, Agnoli e Possoni, mentre Cataldo continua in solitaria anche in un tratto in discesa dove però viene raggiunto e superato da Gerdemann (Milram) e Bakelandts. Quest’ultimo è davvero sfortunato visto che alla penultima curva a 1.500 metri dall’arrivo scivola e cade, mentre il tedesco della Milram tiene un buon vantaggio sull’azzurro ed imbocca per primo la rampa dell’ultimo chilometro. Fin da subito, però, si capisce che Linus non ne ha più, da dietro Cataldo attardato di una trentina di metri cerca di resistere ma a velocità doppia arriva Evgeni Petrov (Katusha) che supera tutti e saluta la compagnia, tornando al successo dopo ben otto anni e dopo il traguardo esplode tutta la sua gioia. Al secondo posto uno stremato ma bravissimo Dario Cataldo che allunga ancora la serie di secondi posti di corridori italiani che prosegue consecutivamente da sabato a Montalcino (Cunego, Stortoni, Pozzato, Sabatini e Cataldo appunto) e chiude davanti ad un sornione Carlos Sastre, un altrettanto controllore Bradley Wiggins, Efimkin, Gerdemann, Pineau e David Arroyo. Il gruppo, che non accenna nessuno scatto nel finale, accusa un ritardo di quasi tredici minuti con Scarponi che si concede un mini-sprint davanti a Damiano Cunego.
In classifica generale cambia tutto, visto che l’uomo della Tasmania Richie Porte va ad indossare la maglia rosa con 1’45” di vantaggio su David Arroyo, 1’56” su un bravissimo Robert Kiserlovski che tiene la Liquigas nei primissimi posti della graduatoria, 3’54” su Tondo Volpini e 4’41” su Valerio Agnoli. Una generale completamente sconvolta e scombussolata che vede tutti i “big” arretrare paurosamente e rischiare di essere troppo lontani dalle posizioni di vertice, nonostante manchi ancora tutta la terza settimana che sarà tremenda. Con la fuga rientra nella top ten lo stesso Sastre che adesso è settimo staccato comunque di sette minuti da Porte, mentre Vinokourov scivola a 9’58”, Evans, Nibali e Basso a più di undici minuti e Cunego a tredici.
Insomma, la rivoluzione c’è stata eccome. Domani dodicesima tappa di 206km da Città Sant’Angelo a Porto Recanati. Andrà via una fuga da lontano senz’altro e qualcuno potrebbe anche muoversi sull’ultimo Gpm di Potenza Picena a dodici chilometri dalla fine. Ma potrebbe esserci ugualmente volata. A meno che qualcun altro non trova la seconda fuga-bidone.

Saverio Melegari

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