SANREMO E LE ALTRE: TRA NIZZA E TIRRENO, APERTE LE ROTTE PER LA CLASSICISSIMA

febbraio 28, 2017
Categoria: Approfondimenti

È arrivato marzo, il mese della Sanremo. Ma non ci sarà solo la Classicissima in questi 30 intensi giorni che debutterano sulle strade belghe della Samyn e poi vedranno i grandi nomi del ciclismo dividersi tra Parigi-Nizza e Tirreno-Adriatico, tradizionali marce d’avvicinamento alla Milano-Sanremo, che nel 2017 raggiungerà il traguardo dei 110 anni. E non è finita qua…

Si sono appena spenti gli echi di Sanremo, quelli del festival, e già si riaccendono i riflettori sulla cittadina ligure, stavolta per l’altra kermesse, quella decisamente meno canterina che accompagnerà al primo grande appuntamento della stagione ciclistica, la Milano-Sanremo, la classica delle classiche che quest’anno taglierà il traguardo delle 110 primavere. E, come il solito, chi desidererà primeggiare sullo storico rettilineo di Via Roma avrà l’imbarazzo della scelta sulla corsa alla quale partecipare per preparare al meglio l’appuntamento con la “classicissima”. Subito prima della Sanremo il calendario propone due storiche corse a tappe che in questi ultimi anni sono state protagoniste di una vera e propria “sfida nella sfida” per accaparrarsi la miglior starting list, dalla quale è più spesso uscita a testa alta la nostra Tirreno-Adriatico, forte di un percorso più completo e impegnativo rispetto a quello della più vetusta Parigi-Nizza. Basta semplicemente dare un occhio all’albo d’oro delle due competizioni per rendersene conto e costatare anche il fatto che, limitandoci agli ultimi venti anni, il vincitore della Sanremo è stato 14 volte su 6 un corridore che aveva preso parte alla corsa italiana. Sotto quest’aspetto, però, in quest’ultimo periodo si è assistito a un’inversione di questa tendenza e, infatti, è dal 2014 che a imporsi in Via Roma è un uomo uscito dalla Parigi-Nizza, gara che quest’anno festeggerà la 75a edizione e si disputerà tra il 5 e il 12 marzo, mentre quasi contemporaneamente, dall’8 al 14, andrà in scena la 52a Tirreno-Adriatico.

Cominciamo dunque con l’esame del percorso della corsa transalpina, la prima a essere effettuata in ordine cronologico, che proporrà un tracciato di complessivi 1233,5 Km da percorrere in otto giorni, metà dei quali saranno destinati ai velocisti – e quindi a chi maggiormente ambisce al successo nella Classicissima – mentre i rimanenti contempleranno le quattro frazioni chiave ai fini della classifica generale, una di montagna, due di media montagna (ma non meno trascurabili) e una cronometro individuale di 14 Km che si disputerà a metà del cammino verso Nizza. Quest’anno, dunque, non si disputerà il tradizionale cronoprologo d’avvio, ma la “Course au soleil” scatterà con una tappa di quasi 150 Km disegnata nei dintorni di Bois-d’Arcy, cittadina del dipartimento degli Yvelines situata una ventina di chilometri a sud ovest di Parigi, non distante dalla celebre reggia di Versailles. Il tracciato della frazione d’apertura, costituito da un circuito di circa 80 Km da ripetere due volte, offrirà la prima occasione agli spinter, anche se il traguardo non sarà alla portata di tutti poichè preceduto da una breve rampetta che terminerà in corrispondenza della “flamme rouge”. Decisamente più lunga (195 Km) ma anche più semplice si presenta la successiva frazione che condurrà il gruppo da Rochefort-en-Yvelines ad Amilly, il centro dal quale la Parigi-Nizza scattò nel 2009 con un prologo vinto da Alberto Contador: l’unica salita prevista dal percorso è una facilissima “côte” che dovrà essere scavalcata subito dopo la partenza mentre il finale proporrà un circuito di 31 Km e così i velocisti avranno anche la possibilità di prendere le misure del rettilineo d’arrivo. Difficilmente anche la terza frazione sfuggirà al controllo delle formazioni delle “ruote veloci”, per essendo i 190 Km che si dovranno percorrere tra Chablis e Chalon-sur-Saône leggermente più mossi rispetto a quelli della tappa precedente, con un paio di “côtes” da superare nella seconda parte di gara ma nessuna difficoltà negli ultimi 25 Km. Si suoneranno musiche di tutt’altro tenore al quarto giorno di gara, nel quale è prevista la citata tappa a cronometro, con la quale si andrà a recuperare il traguardo del Mont Brouilly, previsto anche nella scorsa edizione quando la tappa che vi si doveva concludere fu prima interrotta e poi definitivamente annullata a causa della neve. I corridori vi giungeranno al termine di un tracciato di 14,5 Km che si presenta completamente pianeggiante fino ai piedi dell’ascesa finale, apparentemente facile per com’è stata disegnata l’altimetria ufficiale, ma in realtà caratterizzata da una pendenza media del 7,7% distribuita lungo i 3 Km conclusivi, con gli ultimi mille metri che costituiscono lo strappo più aspro (media del 9,3%) e che potrebbero ribaltare i verdetti registrati dal cronometro nella prima fase di gara, nettamente più congeniale ai passisti che, però, non dovranno incorrere nell’errore di “pestare” troppo sui pedali per poi trovarsi in debito d’energie lungo l’ascesa finale.
Torneranno poi padroni della scena i velocisti, per l’ultima volta in questa edizione: la Quincié-en-Beaujolais – Bourg-de-Péage è la tappa più lunga di tutte, fermandosi alla soglia del 200 Km, ed anche la più impegnativa dal punto di vista altimetrico tra quelle destinate agli sprinter, ma le difficoltà che si dovranno superare sono di quelle che non tolgono loro il sonno, unitamente al fatto che gli ultimi 50 Km di gara si presentano praticamente sgombri da dislivelli.
Da qui a Nizza s’incontranno solamente tappe da classifica, che debutteranno con la frazione che si concluderà a Fayence, un nome che sicuramente metterà più d’un brivido addosso a chi punta alla vittoria finale. Nel 2009, infatti, la cittadina della Provenza fu teatro dell’arrivo di una frazione della Parigi-Nizza passata alla storia per una delle più pesanti crisi in carriera di Alberto Contador, che aveva letteralmente furoreggiato nelle giornate precedenti dove lo si era visto prima imporsi prima nel citato prologo di Amilly e poi nel tappone con arrivo in salita alla Montagne de Lure, nel quale aveva affibbiato pesanti distacchi agli avversari. L’indomani, però, il corridore spagnolo patì terribilmente la frazione di media montagna che terminava a Fayence, priva di grandissime salite ma senza mai un metro in cui tirare il fiato, e lascerà sulla strada quasi 3 minuti, vanificando l’impresa del giorno precedente e perdendo definitivamente le insegne del primato. A distanza di 8 anni si tornerà sul luogo del “misfatto” con una frazione che ricalcherà in parte le rotte di quella tappa ma “ampliandole” e così l’ascesa principale del percorso, il Col de Bourigaille (720 metri, 8 Km al 5,9%) che nel famigerato precedente fu scalata una sola volta, dovrà essere presa di petto due volte negli ultimi 50 Km, con la ciliegina finale rappresentata dalla breve ma ripida salita di 1,3 Km al 9,8% che condurrà a un traguardo che fu determinante ai fini della classifica anche nel 2014, quando la Parigi-Nizza fu vinta dal colombiano Carlos Alberto Betancur. E questa sarà soltanto la vigilia di un tappone che gli organizzatori hanno presentato come il più duro della storia della corsa francese. Ma sarà anche il più alto perché la “Course au soleil” mai era arrivata così vicino al sole come farà ai 1678 metri del Col de la Couillole, il valico che accoglierà il traguardo della penultima frazione, percorsa un’ascesa finale di quasi 16 Km al 7% di pendenza media che sarà preceduta da un altro impegnativo colle, il Saint-Martin (7,5 Km al 7,2%), da scavalcare quando mancheranno 37 Km all’arrivo. Nelle intenzioni questa dovrebbe essere la giornata decisiva ma se, come accaduto lo scorso anno nella tappa regina della corsa che terminò al santuario della Madone d’Utelle, le pendenze della Couillole avranno avuto come conseguenza una classifica generale ancora traballante il ruolo di giudice toccherà alla tappa conclusiva, che dodici mesi fa rischiò di mettere in serio pericolo il “regno” del britannico Geraint Thomas, salvatosi per appena 4” dall’attacco di Contador. Il percorso non sarà lo stesso ma si sono conservati i tratti salienti nel circuito di 115 Km disegnato sulle alture alle spalle di Nizza, con cinque GPM strada facendo, le pendenze più impegnative da superare nei 6,5 Km al 6,9% della Côte de Peille e l’ultima difficoltà rappresentata dallo storico Col d’Èze (7,7 Km al 5,7%), salita simbolo della Parigi-Nizza, piazzato a 15 Km dal tradizionale traguardo finale sulla Promenade des Anglais.

Nelle stesse ore nelle quali i partecipanti alla corsa francese saranno impegnati nella frazione a cronometro, un’altra gara contro il tempo si starà vivendo a quasi 250 Km di distanza, in quel di Lido di Camaiore, per il terzo anno consecuito selezionata quale sede di partenza della Tirreno-Adriatico. Come dodici mesi fa sarà una cronometro a squadre a dare il “la” alla “Corsa dei due mari” che si svilupperà in sette tappe e poco più di mille chilometri, seguendo la filosofia che negli ultimi anni ha portato gli organizzatori a trasformare la Tirreno una sorta di grande giro in miniatura. In una settimana s’incontreranno, infatti, tutte le variabili di percorso possibili, dalla tappa di montagna a quelle di collina, dalle frazioni per velocisti alle sfide contro l’orologio. Di queste ultime ne sono state programmate due e la prima sarà la prova collettiva, nella quale si ripercorrerà lo stesso tracciato di 22,7 Km proposto l’anno scorso, prevalentemente disegnato sulla litoranea verso Forte di Marmi e spezzato solo da quattro curve nell’attraversamento di questa località, una linearità di percorso che consentì alle formazioni in gara di far registrare velocità particolarmente elevate (la formazione vincitrice, la BMC, impiegò 23’55”, a una media di poco meno di 57 Km/h). Anche le sedi d’arrivo delle prime due frazioni in linea saranno le medesime del 2016 e così l’indomani si arriverà ancora a Pomarance, centro delle Colline Metallifere dove s’impose il ceco Štybar, corridore appartenente alla famiglia dei “finisseur”, ancora chiamati alla ribalta anche se la salita che condurrà al traguardo (8,3 Km al 3,6%) non sarà la stessa di quella, notevolmente più pendente, che fu affrontata lo scorso anno. Addolcita anche la successiva tappa verso Montalto di Castro, che già lo scorso anno era stata disegnata a favore dei velocisti e lo sarà ancora di più quest’anno perché, dopo la fase centrale collinare, ci sarà più strada da percorrere per andare al traguardo, comunque non alla portata di tutti gli sprinter poiché si presenta in leggera ascesa l’intero chilometro finale, lo stesso al termine del quale s’impose il colombiano Gaviria. Arriverà quindi l’11 marzo, data che gli appassionati sicuramente si segneranno in rosso sulle agende perché quel giorno si disputeranno entrambe le frazioni d’alta montagna delle due corse e così, mentre in Francia il Col de la Couillole deciderà le sorti della Parigi-Nizza, tra Lazio e Umbria si disputerà la tappa che ricondurrà la carovana della Tirreno sulla “montagna dei romani”, quel Terminillo che decise l’edizione 2015, conquistata da Nairo Quintana che costruì la vittoria finale sui 16,1 Km al 7,3% che conducono al traguardo di Campoforogna, percorrendo l’ultimo tratto di strada sotto la nevicata. Quell’anno il giorno successivo si affrontò una facile frazione destinata ai velocisti, mentre stavolta il programma prevede una tappaccia di collina che potrebbe anche ribaltare i verdetti decretati dalla montagna poche ore prima, come accadde nel 2013 a Porto Sant’Elpidio, quando Vincenzo Nibali andò all’attacco nella tappa dei muri disegnata nell’entroterra marchigiano e riuscì a levare la maglia azzurra di leader nientemeno che a un campione del calibro di Froome, che l’aveva conquistata il giorno precedente prima sull’arrivo in salita ai Prati di Tivo. Più o meno dalle stesse parti di quella storica frazione si disputerà la terzultima fatica della Tirreno 2017, che vedrà i corridori percorrere 209 Km tra Rieti e Fermo, dove si giungerà dopo aver attraversato le terre martoriate dal sisma della scorsa estate e incontrato una raffica di sesti gradi negli ultimi 44 Km: in particolare le pendenze più rilevanti di giornata saranno quelle del muro di Via Reputolo, 800 metri di strada al 14,3%, che s’inclina fino al 22% e che costituisce la prima balza dell’ascesa che condurrà poi al traguardo, preceduto da un chilometro conclusivo altalenante nelle pendenze, la cui media globale è del 6,5%, inasprita da un picco del 10% nel tratto che dalla centralissima Piazza del Popolo conduce alla linea d’arrivo, prevista in Piazzale del Girifalco.
Solo a questo punto si potrà tirare il fiato con la seconda e ultima tappa che ha nel mirino l’arrivo allo sprint, anche se arrivarci non sarà gioco facile perché i 168 Km da percorrere per andare da Ascoli Piceno a Civitanova Marche presenteranno un andamento discontinuo, con un’alternanza fra tratti filanti e altri vallonati e l’ultima difficoltà rappresentata dalla salita di Civitanova Alta, circa 2 Km al 4,7% che spiccano sull’altimetria quando mancheranno poco meno di 8 chilometri a un traguardo che si concederà a molti, ma non a tutti. Una tappa che, dunque, dovrebbe essere una pura formalità per gli uomini di classifica, prima che questi tornino a sfidarsi nella frazione conclusiva che, come puntualmente avviene dal 2011, avrà la forma di una pianeggiante cronometro individuale di 10 Km spaccati, tracciata in andata e ritorno sul ventoso lungomare della Riviera delle Palme tra Porto d’Ascoli e San Benedetto del Tronto, terminal della Tirreno-Adriatico sin dalla seconda edizione della corsa nata nel 1966 da una felice intuizione di Franco Mealli.

Ma non saranno queste due le uniche opportunità offerte in vista della Sanremo. Chi vorrà preparare la classicissima lontano dallo stress di una corsa a tappe potrà sceglie tra una lunga lista di gare di un giorno che costellano le prime due settimane di marzo, a partire da Le Samyn, gara che si disputa il primo giorno del mese nella provincia belga dell’Hainaut e che è dedicata a José Samyn, il corridore che ne vinse la prima edizione nel 1968 e che morì l’anno successivo a causa di un incidente avvenuto mentre disputava un criterium: si tratta di una competizione adatta ai velocisti (nel 2015 s’impose Arnaud Démare, il vincitore dell’ultima Sanremo), ma che lascia spiragli aperti anche a soluzioni di altro tipo, come quella indovinata lo scorso anno da Niki Terpstra, grazie alla presenza di 16 tratti di pavè disseminati lungo i 202 Km predisposti tra Quaregnon e Dour. Di tutt’altro spessore è la gara che si disputerà in Toscana il 4 marzo e che può essere definita come la più giovane tra le classiche: è la “Strade Bianche”, la corsa che dal 2007 ha riportato il ciclismo sulle strade d’un tempo, quando l’asfalto era un miraggio e gli sterrati il pane quotidiano delle competizioni. Di polvere i partecipanti all’undicesima edizione della corsa toscana ne dovranno trangugiare parecchia essendo previsti ben 11 settori in terra battuta per complessivi 61,9 Km, pari al 35% dell’intero tracciato scelto dagli organizzatori sui saliscendi delle Crete Senesi. Il primo tratto, soprannominato “Vidritta”, i corridori lo incontreranno a 12 Km dalla partenza e subito dopo se ne affronterà uno dei più selettivi, snodandosi prevalentemente in salita il tratto “Bagnaia”. I tronconi più attesi e lunghi arriveranno più avanti, con i quasi 12 Km del settore di Lucignano d’Asso e, soprattutto, con gli 11,5 Km di quello di Monte Sante Marie, che il giorno precedente la gara sarà ufficialmente intitolato a Fabian Cancellara, tre volte vincitore della “Strade Bianche”, un primato che non potrà più difendere l’oramai ex corridore elvetico e che, almeno per il 2017, non potrà nemmeno essere insidiato perché finora nessuno ha ancora capitalizzato almeno due vittorie nella corsa toscana. All’uscita dal “settore Cancellara” mancheranno 42 Km e altre tre “fette” di sterrato al traguardo che, come il solito, sarà collocato sul lastricato dell’affascinante Piazza del Campo di Siena.
Il ciclismo che conta si fermerà altre ventiquattore in Toscana poiché l’indomani si correrà a Larciano, in provincia di Pistoia, il tradizionale Gran Premio Industria e Artigianato che festeggerà il 50° anniversario della prima edizione (ma quella di quest’anno sarà la quarantanovesima) con la promozione alla categoria 1.HC, la stessa di corse come la Tre Valli Varesine e il Giro dell’Emilia. Il percorso sarà quello classico con le quattro scalate al Colle di San Baronto, una decina di chilometri nel complesso scarsamente pendenti (media globale del 3%) ma dal ripieno “pepato” poiché nel tratto iniziale dell’ascesa si deve affrontare il muro di Fornello, circa un chilometro al 10,5% che in passato ha permesso anche a scalatori di grido di vincere il Gran Premio, come ci ricorda, per esempio, l’affermazione di Nibali nel 2007.
Lo stesso giorno si correrà anche in Belgio, dove è in calendario la Dwars door West-Vlaanderen, gara il cui nome si traduce in “Attraverso le Fiandre Occidentali” e che si disputerà quest’anno per la prima volta con questo nome e in un solo giorno, mentre dal 1965 al 2016 era strutturata su tre tappe. Nello specifico nel tracciato della rinnovata edizione 2017, la 71a della storia, si dovranno percorrere poco più di 200 Km tra i centri di Nieuwpoort e Ichtegem, superando strada facendo 11 settori in pavè e 14 brevi, ma talvolta ripide salite, che da queste parti si chiamano “berg”. Spicca in particolare l’erto Kemmelberg, ascesa simbolo della Gand-Wevelgem, che sarà però affrontatato molto lontano dal traguardo, a un centinaio di chilometri dalla conclusione di una corsa che, molto probabilmente, si deciderà nelle quattro tornate di 13 Km del circuito finale, che prevede due tratti di porfido e altrettante asperità, il Keiberg e il Catterberg, con quest’ultimo da scavalcare a circa 5 Km dall’arrivo.
Avvicinandosi all’appuntamento con la Sanremo, esattamente una settima prima in terra d’Olanda si disputerà la Ronde van Drenthe, ideale per un approccio “soft” alla Classicissima grazie al suo profilo perfettamente pianeggiante, essendo questo il giro di una provincia, la Drenthe appunto, il cui punto più elevato non arriva nemmeno ai 50 metri sul livello del mare.
Il 15 marzo si disputerà, quindi, la 72a edizione della Danilith – Nokere Koerse, gara belga approdata lo scorso anno alla categoria 1.HC e che prende il nome dal Nokereberg, strappo in pavè di 350 metri al 5,7% che viene ripetuto in corsa più volte e in cima al quale è anche collocato il traguardo, nel 2016 conquistato dal belga Timothy Dupont.
Sole 24 ore prima dell’appuntamento con la “classica dei fiori” sempre sulle strade belghe andrà in scena la 15a Handzame Classic, gara particolarmente adatta ai velocisti, che gli italiani hanno conquistato in due occasioni, con Danilo Napolitano nel 2009 e con Francesco Chicchi nel 2012.
Finalmente il 18 marzo sarà Milano-Sanremo, tornata lo scorso anno nella classica collocazione al sabato mentre nel 2015 era stato ripristinato il tradizionale arrivo in Via Roma: non ci saranno particolari “regali” per il 110° compleanno della corsa che, dunque, manterrà anche stavolta il percorso adottato nel 1982, quando fu inserita la Cipressa tra i capi dell’Aurelia e il Poggio.
E, per chi avesse ancora “fame” di ciclismo, lo stesso pomeriggio del 18 a quasi 800 Km di distanza si correrà a La Haie-Fouassière la 18a edizione della Classic Loire-Atlantique dove, sulle strade dell’omonimo dipartimento francese, dodici mesi fa Anthony Turgis coglieva la vittoria mentre, negli stessi momenti, il connazionale Arnaud Démare andava a segno sul più prestigioso traguardo della Milano-Sanremo.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE

Qui trovate i siti internet delle corse citate nell’articolo

PARIGI-NIZZA

www.letour.fr/paris-nice

TIRRENO-ADRIATICO

www.tirrenoadriatico.it

LE SAMYN

www.lesamyn.be

STRADA BIANCHE

www.strade-bianche.it

GP INDUSTRIA & ARTIGIANATO

www.larcianeseciclismo.com

DWARS DOOR WEST-VLAANDEREN JOHAN MUSEEUW CLASSIC

www.ddwvl.be

ENERGIEWACHT RONDE VAN DRENTHE

www.rondevandrenthe.nl

DANILITH – NOKERE KOERSE

www.nokerekoerse.be

HANDZAME CLASSIC

www.handzameclassic.be

CLASSIC LOIRE-ATLANTIQUE

www.classic-loire-atlantique.com

MILANO-SANREMO

www.milanosanremo.it

Il rettilineo di Via Roma, classico traguardo della Milano - Sanremo (foto Google Street View)

Il rettilineo di Via Roma, classico traguardo della Milano - Sanremo (foto Google Street View)

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