ONE, TWO, THREE… “AUSSIE”

maggio 17, 2010
Categoria: News

Dopo Lloyd e Cadel Evans, Matthew Goss coglie il terzo successo per l’Australia in questo Giro d’Italia sempre più pazzo. Il velocista dell’HTC-Columbia, che dovrebbe fare da apripista a Greipel, va a vincere a Cava de’ Tirreni al termine di una tappa comunque movimentata e che ha visto il solito “fantasista” Vinokourov in testa per provare a fare male. Ma non c’è riuscito. Secondo posto per Pozzato, terzo Tyler Farrar.

Foto copertina: mancano pochi istanti al terzo successo australiano sulle strade del Giro 2010 (foto Bettini)

A poco meno di un mese dai Mondiali di calcio, c’è da registrare un preoccupante Italia-Australia 0-3. Non si tratta di nessuna amichevole segreta o sottaciuta, ma del bilancio di un Giro d’Italia che non sta regalando soddisfazioni ai colori azzurri e che invece ne regala tantissime ai forestieri.
In questa speciale classifica, con la tappa di Cava de’ Tirreni, sono gli australiani a saltellare di gioia come un canguro maturo: dopo Matthew Lloyd e Cadel Evans, arriva il turno di Matthew Goss (HTC-Columbia) che sul leggero arrivo in salita della cittadina campana piazza la propria bicicletta davanti a quella di Pippo Pozzato e Tyler Farrar. In classifica generale niente cambia, nonostante una frazione ancora una volta molto movimentata soprattutto per colpa, o per merito dipende dai punti di vista, della pioggia, delle “piscine” trovate per strada e dell’asfalto viscido. Quasi tutti davanti i “big”, ad eccezione di Carlos Sastre che anche oggi ha perso 1’49”.
Fin dall’inizio, c’è bagarre per andare in fuga ed al nono chilometro ci riescono in quattro: Giampaolo Cheula (Footon-Servetto), Mikhail Ignatiev (Katusha), Tom Stamsnijder (Rabobank) e Michael Barry (Sky). Questi attaccanti raggiungono un vantaggio massimo di 4’10”, ma senza l’ Astana del leader Vinokourov davanti ad aprire la strada, a tirare c’è l’Htc per Goss e Greipel. La fuga sembra, però, non avere storia perché le squadre dei velocisti rimasti vogliono provare a fare almeno una volata a ranghi compatti, tant’è che ai -55 chilometri il vantaggio è sceso ad un minuto. Il ricongiungimento sembra oramai dietro l’angolo ma ecco che arriva la prima sorpresa di giornata: sul percorso si è abbattuta tanta acqua e almeno per tre-quattro chilometri la situazione è difficilissima con il manto stradale che si è trasformato in una gigantesca piscina. C’è chi la prende con filosofia come Stangelj che imita il miglior Phelps, c’è chi la prende come manna dal cielo vale a dire i quattro davanti che, in quel frangente, guadagnano di nuovo un minuto di fronte ad un gruppo che sapeva del pericolo e va avanti ad andatura cicloturistica.
Passato il pericolo, però, sono gli uomini di Piva a tornare in testa per rintuzzare di nuovo il gap che si è dilatato di nuovo fino a 2’05”. Il gruppo si fraziona, con almeno una quarantina di elementi staccati di più di un minuto e mezzo, ai meno 25 il vantaggio è di nuovo sceso a 53”.
A Sarno, poi, il secondo colpo di scena: durante l’attraversamento del centro abitato, con fondo stradale molto insidioso, il gruppo si spezza durante 3 curve, c’è il buco creato dagli Htc con “Vino” davanti e provano ad andare all’inseguimento dei quattro davanti che hanno sempre un minuto circa. Quando il kazako, informato via radio, si accorge che c’è spazio, manda subito Stangelj e Gasparotto davanti a menare le danze, sorprendendo anche gli Htc, e favorendo il tentativo di evasioni di altri come un reattivo Cunego e Nibali. Dietro, invece, dopo essersi contati, tirano gli Acqua&Sapone perché Garzelli è rimasto attardato, così come Evans e Basso. Il momento difficile dura circa cinque chilometri prima che tutti ritornino a ranghi compatti.
Ai meno otto, e non è una novità, rompe gli indugi Ignatiev e alla sua ruota ci rimane solo Barry, mentre Cheula e Stamsnijder vengono ripresi dal gruppo ai -7 con i fuggitivi che anno ancora 17” di vantaggio.
Oramai il destino è segnato e a quattro chilometri dal traguardo la fuga si esaurisce. Ancora gran lavoro dell’Htc con Hansen ma, quando anche l’ultimo uomo si scansa, siamo sempre ai tre chilometri e quindi anche il treno Columbia non è più buono. Confusione, Astana davanti, Vinokourov che non sa che fare, arriva Basso, arriva Agnoli, arriva Millar, ma è Rubens Bertogliati che, ai 900 metri, piazza la botta di finisseur. Il gruppo ha bisogno di pensarci su ma poi si lancia all’inseguimento. Da una parte il treno Garmin, dall’altra addirittura Cadel Evans e Vinokourov che vogliono provare a scombinare i piani di tutti. E’ il campione del mondo a menare le danze, riprende Bertogliati e sta davanti al gruppo. Da dietro, Farrar capisce che sono quelle le ruote buone e si mette dietro ai due “big” finché ai 250 metri parte, li salta agevolmente ma dalla sua parte sinistra viene su come un forsennato Goss che toglie il pertugio giusto a Pippo Pozzato e va a vincere piuttosto comodamente, mentre l’uomo di Sandrigo è costretto ad accontentarsi della piazza d’onore, proprio davanti all’americano della Garmin e poi Forster, un bravissimo Federico Canuti e poi Hinault. Greipel non pervenuto, Hondo imbottigliato e Sastre che prende un’ altra sberla.
Il secondo posto di Pippo è il miglior risultato azzurro (cronosquadre esclusa) fino a questo momento, al pari della piazza d’onore di Cunego a Montalcino e di quella di Stortoni ieri sul Terminillo. Quanto ci sarà da aspettare ancora per festeggiare qualcosa di più?

Saverio Melegari

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