DUBAI, VALENCIANA & CO., UNA PAELLA DAI MILLE SAPORI

gennaio 31, 2017
Categoria: Approfondimenti

È lunga appena 7 giorni ma offrirà occasioni per tutti i palati la prima settimana ciclistica del mese di febbraio. Non ci stiamo riferendo solo ai tifosi e alle differenti corse che si avranno la possibilità di seguire, sul posto o da casa, ma anche ai corridori, che disporranno di un’ampia possibilità di scelta, dalle pianeggianti strade dell’emirato di Dubai a quelle più movimentate della Comunità Valenciana, dai variegati percorsi della Francia meridionale agli estremi lidi dell’Australia. Ed anche l’Italia in questa settimana aprirà per la prima volta le porte al gruppo…

Incomincerà con un giorno d’anticipo la prima settimana “febbraiola” del grande ciclismo, giacché scatterà il 31 gennaio la quarta edizione del Dubai Tour, corsa gestita sotto l’aspetto tecnico dalle mani italiane di RCS Sport e che quest’anno durerà ventiquattrore di più per la decisione d’inserire una quinta frazione, tappa che nulla aggiungerà a una corsa che rimarrà ancora una volta aperta al successo finale di un velocista. Nei cinque giorni di gara s’incontrerà quasi esclusivamente pianura e nemmeno la tappa più impegnativa sotto l’aspetto altimetrico turberà più di tanto il sonno agli sprinter e alle loro formazioni che, invece, temeranno di più i lunghi tratti costieri e quelli nel deserto, dove il vento potrebbe rendere la corsa decisamente più complicata. Si partirà con la “Nakheel Stage”, frazione di 181 Km tracciata tra il Dubai International Marine Club, sede di partenza di tutte le tappe, e l’isola artificiale di Palm Jumeirah, unico traguardo presente in tutte le edizioni fin qui disputate e sul quale si sono imposti il tedesco Marcel Kittel nel 2014 e la medaglia d’oro a Rio de Janeiro Elia Viviani nel 2015 e nel 2016. Il tracciato per giungervi, che nella prima parte toccherà alcuni tra i principali impianti sportivi di Dubai, presenterà le principali insidie negli ultimi 11 Km poiché, in quanto tracciati sulle strade dell’isola creata dall’uomo dov’era un tempo il mare, saranno esposti al vento che spira dal Golfo Persico e che potrebbe causare fratture nel gruppo, in particolare nel tratto terminale di 7 Km interamente disegnato sul lungomare che segue la “corniche” esterna dell’isola, progettata a forma di palma.
Lo stesso problema potrebbe ripresentarsi, e in maniera più rilevante, nella successiva “Ras al Khaimah Stage”, che si concluderà nel capoluogo dell’omonimo emirato dopo aver percorso gli ultimi 60 Km, su 188 di percorso totale, interamente lungo le coste del golfo, con un’altra escursione strada facendo sulle strade di un’isola artificiale, la Marjan Island.
La “Dubai Silicon Oasis Stage” sarà la frazione più lunga, 200 Km netti attraversando da parte a parte il territorio degli Emirati Arabi Uniti, con interminabili tratti da percorrere nello snervante paesaggio del deserto nei primi 160 Km mentre gli ultimi 40 che condurranno al traguardo di Al Aqah, località turistica dell’emirato di Fujairah, si snoderanno sulla strada litoranea che costeggia l’Oceano Indiano.
Il giorno più atteso sarà il 3 febbraio quando si correrà la “Westin Stage”, che per il terzo anno consecutivo proporrà l’approdo sulla spettacolare diga di Hatta, dopo un tracciato di 172 Km mosso da un paio di collinette prima dell’arcigno strappo finale di 100 metri nel quale la strada si inclina al 15,2%, troppo corto per “far fuori” i velocisti più resistenti e, infatti, nei due precedenti arrivi a imporsi sono stati sprinter che ben digeriscono le salite piazzate nei finali di gara, il tedesco Degenkolb nel 2015 e lo spagnolo Lobato lo scorso anno. Con un percorso complessivamente così semplice, come dodici mesi fa a decidere le sorti della classifica potrebbe essere, in virtù degli abbuoni, la conclusiva “Meraas Stage”, la più corta delle cinque frazioni dal “basso” dei suoi 124 Km, tutti previsti all’interno della città di Dubai con l’ultimo traguardo previsto presso il centro commerciale City Walk.

Sullo stesso periodo di tempo, ma con lo sfalsamento di un giorno (dal primo del mese al 5 febbraio), si correrà in Spagna la 67a edizione della Vuelta Valenciana, corsa tornata a far parte del calendario lo scorso anno dopo un lungo stop per problemi di natura economica e che era ripartita con il successo finale dell’olandese Wout Poels, impostosi nelle due frazioni chiave, la crono individuale d’apertura e la tappa con arrivo in salita a Xorret del Catí. Anche nel tracciato predisposto per quest’anno il ruolo di “giudici” è stato affidato ad una salita e a una prova contro il tempo, ma con una grossa differenza perché la cronometro, sempre prevista il primo giorno di gara, sarà a squadre e si correrà su di un tracciato piuttosto impegnativo per questo tipo di prove, essendo costantemente vallonati – con tanto di GPM di terza categoria da scavalcare nella prima metà del tracciato – i quasi 40 Km che si dovranno percorrere tra Playa La Glea e Orihuela. Il secondo giorno di gara si correrà per 178,6 Km da Alicante a Dénia, con l’Alto de Montgó da ripetere due volte nel finale, ideale trampolino per la sparata di un finisseur collocato a soli 6 Km dal traguardo. I velocisti, letteralmente padroni di casa a Dubai, qui avranno a disposizione solo le due tappe di contorno, a partire da quella che in 163 Km condurrà da Canals a Riba-roja de Túria e che farà il paio con la frazione conclusiva di 130 Km prevista tra Paterna e Valencia, classica passerella di fine corsa. Tra queste due frazioni si collocherà la tappa “regina” che, dopo il via da Segorbe e la scalata a 4 traguardi GPM intermedi, si concluderà dopo 181 Km con il durissimo arrivo in salita al Mas de la Costa, 3,8 km dal fondo in cemento nei quali s’incontreranno una pendenza media del 12,5% e un picco del 21% a 800 metri dal traguardo, difficoltà già note a parte del gruppo perché lassù si è conclusa la 17a tappa dell’ultima Vuelta a España, vinta dall’elvetico Mathias Frank.

Negli stessi giorni il “plotone” sbarcherà anche in Francia dove, dopo il “Grand Prix Cycliste La Marseillaise” del 29 gennaio (vinto da Artur Vichot), si disputerà la 47a edizione dell’Étoile de Bessèges, gara conquistata lo scorso anno dal transalpino Jérôme Coppel, che prese le insegne del primato nella cronometro conclusiva. Come nel 2016, la prima tappa andrà in scena tra Bellegarde e Beaucaire, dove s’impose il velocista francese Bryan Coquard e anche stavolta, vista la pochezza altimetrica del tracciato, si dovrebbe arrivare tutti assieme appassionatamente allo sprint. Anche la tappa numero 2, da Nîmes a Rodilhan, finirà in volata mentre il terzo giorno di gara sarà in programma la frazione più impegnativa tra quelle in linea, disegnata in circuito attorno alla cittadina titolare della corsa, il comune di Bessèges, nel dipartimento del Gard: l’anello di 152 Km sarà lo stesso proposto l’anno scorso, con la triplice scalata ai colli di Trélis (5,4 km al 4,6%) e di Brousses (2,3 Km al 5%) prima di un circuito cittadino totalmente pianeggiante, pure da ripetere tre volte, al termine del quale conquistò il successo il francese Sylvain Chavanel, che si portò temporaneamente al vertice della classifica scalzando il connazionale Coquard. Pur essendo nel complesso meno impegnativa, molto interessante si annuncerà anche la penultima tappa da Chusclan a Laudun-l’Ardoise per la presenza nel circuito finale di un muro con pendenze fino al 20% che dovrà essere ripetuto cinque volte, l’ultima in corrispondenza del traguardo che nella scorsa edizione fu tagliato per primo dallo spagnolo Madrazo. A questo punto rimarrà solo la cronometro conclusiva, introdotta nel 2012 e finora sempre rivelatasi fondamentale per decretare il nome del vincitore finale: il terreno di gara sarà lo stesso, una dozzina di chilometri lungo le strade della cittadina di Alès, pianeggianti fino ai piedi della collina dell’Ermitage, in vetta alla quale sarà collocato l’ultimo traguardo dell’Étoile de Bessèges, percorsa una salita di 2,9 Km al 5,5% di pendenza media (7,6% negli ultimi 1600 metri).

Contemporanemente a queste gare i riflettori torneranno a puntare verso l’Australia dove, nello stato del Victoria, si terrà la 64a edizione dell’Herald Sun Tour, corsa che fino al 2015 era forse nota a pochi e che ha avuto un deciso picco di popolarità l’anno passato quando fu scelta da Chris Froome per il suo debutto stagionale. Quella del corridore del Team Sky non fu soltanto una presenza dettata dal voler cercare la prima condizione in una terra dal clima ancora estivo e lo testimonia come andò a finire la corsa, con il successo finale proprio del corridore anglo-keniota, che s’impose nell’apparentemente non impegnativa tappa conclusiva e poi in classifica con 29” sul connazionale e compagno di squadra Kennaugh. Per l’edizione 2017 gli organizzatori stanno gongolando e non solo perché Froome ha deciso di tornare laggiù per tentare il bis: infatti, sono riusciti ad accaparrarsi ai nastri di partenza pure Johan Esteban Chaves, il colombiano rivelazione della Vuelta 2015 e del Giro 2016, che corre per una formazione australiana, l’Orica Scott. Saranno loro i “fari” di una corsa che scatterà con un tradizionale cronoprologo sulle strade di Melbourne e che, a differenza delle ultime edizioni disputate, presenterà anche una tappa di montagna, inserita proprio per stimolare la presenza di stelle del calibro di Froome e Chaves. Sarà affrontata subito all’inizio, al secondo giorno di gara, tra Wangaratta e la stazione invernale di Falls Creek, dove si arriverà a circa 1600 metri di quota dopo aver affrontato un’interminabile salita di 31 Km, dolce nelle pendenze nel suo complesso (la media globale è del 4%) e che riserverà i tratti più impegnativi negli ultimi 10 Km, nei quali la pendenza media si attesta attorno al 6%. Le due frazioni successive saranno di trasferimento – quella di Beechworth sarà movimentata da una salita di 11 Km al 4,7% che culminerà a 14 Km dal traguardo, mentre quella con arrivo a Nagambie sarà l’unica disegnata a favore dei velocisti – poi all’ultimo giorno si disputerà una frazione collinare, disegnata sulla falsariga di quella che dodici mesi fa consentì a Froome di portarsi a casa la classifica generale. Il terreno di gara per quest’ultimo giorno di corsa è stato individuato nel piccolo centro di Kinglake, dove si dovranno ripetere quattro tornate di un circuito di una trentina di chilometri che prevede una salita di 8,3 Km al 3,5% nella parte conclusiva del tracciato, con l’ultimo scollinamento collocato a circa 3 Km dall’ultimo traguardo dell’Herald Sun Tour 2017.

E in questa intensa settimana di corse ci sarà spazio anche per l’Italia organizzatrice perché domenica 5 febbraio, proprio alla fine di queste sette giorni sui pedali, si disputerà in Toscana, in provincia di Livorno, la prima corsa della stagione 2017 sulle nostre strade, il Gran Premio Costa degli Etruschi, la competizione che dal 1996 ha il compito di inaugurare il calendario italiano, un ruolo che fino all’anno precedente toccava al Trofeo Laigueglia (quest’anno in programma il 12 febbraio). Da quando, nel 2013, l’organizzazione è passata nelle mani del Gruppo Sportivo Emilia il Gran Premio ha perso i connotati di facile gara d’apertura destinata ai velocisti – come testimonia l’albo d’oro delle prime 17 edizioni – per diventare una competizione altimetricamente più stimolante che, negli ultimi quattro anni, ha salutato le vittorie di Michele Scarponi, Simone Ponzi, Manuel Belletti e lo sloveno Grega Bole. Il tracciato dell’edizione 2017 ricalcherà quasi fedelmente quello proposto negli anni passati (circa 190 Km da San Vincenzo a Donoratico) e avrà il momento più interessante nei due giri del conclusivo circuito di una ventina di chilometri che porterà i corridori fino ai 205 metri di Torre Segalari, raggiunti al termine di un’ascesa di 2,9 Km al 9% di pendenza media.

Mauro Facoltosi

I SITI DELLE CORSE

Qui trovate i siti delle corse citate nell’articolo

DUBAI TOUR

www.dubaitour.com

VOLTA A LA COMUNITAT VALENCIANA

https://vueltacv.es

ETOILE DE BESSÈGES

www.etoiledebesseges.com

HERALD SUN TOUR

www.heraldsuntour.com.au

G.P. COSTA DEGLI ETRUSCHI

http://www.gsemilia.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=107&Itemid=99

TROFEO LAIGUEGLIA

www.trofeolaigueglia.it

La salita del Mas de la Costa, traguardo della frazione più impegnativa della Volta a la Comunitat Valenciana (www.pressreader.com)

La salita del Mas de la Costa, traguardo della frazione più impegnativa della Volta a la Comunitat Valenciana (www.pressreader.com)

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