SCOCCA L’ORA DEL GENNAIO “CALDO” DEL CICLISMO

gennaio 15, 2017
Categoria: Approfondimenti

Riparte al caldo dell’estate australe la stagione 2017 del grande ciclismo. Il Santos Tour Down Under aprirà il World Tour, poi già vedremo in azione gli scalatori al Tour de San Juan e quindi l’Europa abbraccerà per la proma volta il ciclismo che conta sulle strade dell’isola di Maiorca. Location esotiche per le prime emozioni a pedali dell’anno agonistico…

Sono passate sole tre settimane dal Natale e per i professionisti del pedale è già arrivata l’ora di rimettersi in sella, ovviamente in lidi più caldi rispetto a quelli europei, ancora sferzati dal gelo. Così a metà gennaio i nomi che contano dello sport del pedale si raduneranno nella lontana Australia dove la settima edizione del circuito UCI World Tour, la serie A del ciclismo, salperà con la prima corsa a tappe stagionale, il Santos Tour Down Under. Successivamente l’attenzione dei media si sposterà verso l’Argentina, dove si disputerà la Vuelta Ciclista a la Provincia de San Juan, mentre parallelamente si comincerà a pedalare anche sulle strade del vecchio continente con l’annuale appuntamento con il challenge maiorchino, quindi i riflettori torneranno a puntare verso oriente, dove alla fine del mese scatterà la quarta edizione del Dubai Tour.

La prima gara stagionale ad alto livello, dopo i campionati nazionali australiani e neozelandesi d’inizio anno, sarà la People’s Choice Classic, tradizionale anteprima al Santos Tour Down Under che si disputerà il 15 gennaio sulle strade di Adelaide secondo le modalità dei criterium: si tratterà di un semplicissimo e snello circuito cittadino di poco più di 2 Km che dovrà essere ripetuto 22 volte per complessivi 50,6 Km, al termine dei quali è praticamente scontata la vittoria di uno sprinter.
Due giorni più tardi scatterà la 19a edizione del Santos Tour Down Under, prevista dal 17 al 22 gennaio su sei tappe, che vedrà al via con il numero 1 il “canguro” Simon Gerrans, vincitore uscente ma anche plurivittorioso di questa competizione, avendola conquistata per quattro volte negli ultimi 10 anni (2006, 2012, 2014 e 2016). Ogni frazione avrà un soprannome e la “Hostworks Stage” sarà la prima, disegnata per 145 Km tra Unley, sobborgo di Adelaide, e il centro di Lyndoch, dove la tappa terminerà con un circuito di 26,5 Km da ripetere tre volte. Il tratto in linea iniziale proporrà il facile GPM di Humburg Scrub (508 metri, 6,3 Km al 3,9%) a una quarantina di chilometri dal via, mentre i dolci saliscendi dell’anello conclusivo non costituiranno un grosso grattacapo per i velocisti, naturali favoriti per la vittoria, così come fu l’anno scorso quando la prima tappa del Down Under finì proprio a Lyndoch con il successo di uno dei più talentuosi sprinter australiani, Caleb Ewan. L’indomani la “Staging Connections Stage” proporrà il primo dei due arrivi in salita, anche se non si può ancora parlare di montagne, che, invece, avranno un ruolo determinante in Argentina e nelle corse di febbraio. Il traguardo sarà previsto nella piccola località di Paracombe, dove si giungerà dopo aver percorso 148,5 Km strutturati al contrario rispetto alla tappa precedente; partendo da Stirling si dovrà, infatti, affrontare un circuito iniziale di una ventina di chilometri da ripetere ben 5 volte mentre in linea si snoderanno gli ultimi 40 Km, che si concluderanno con l’ascesa di 1500 metri all’8,4% di pendenza media che condurrà al traguardo, collocato a poco più di 400 metri di quota, nello stesso luogo dove terminò una tappa nell’edizione del 2015, vinta da chi poi s’imporrà nella classifica finale, l’australiano Rohan Dennis.
Il vento potrebbe essere il grande protagonista della terza frazione, l’”Hansgrohe Stage”, che si disputerà tra Glenelg e Victor Harbor per 144 Km, nella prima parte tracciati lungo le coste del golfo di St Vincent, lasciate le quali l’altimetria si animerà con la morbida salita verso la Sellicks Hill (8,7 Km al 2,6%) e con i saliscendi che movimenteranno il circuito finale di una dozzina di chilometri (4 giri complessivi) disegnato nei dintorni di Victor Harbor, il principale centro della penisola di Fleurieu, dove lo scorso anno ottenne il suo secondo successo parziale Simon Gerrans, già andato a segno ventiquattrore prima a Campbelltown. Quest’ultima stavolta s’invertirà nella collocazione e ospiterà l’epilogo della “Bupa Stage”, l’unica frazione interamente tracciata in linea, 149,5 Km con partenza da Norwood, un’altimetria nella quale si alterneranno tratti collinari ad altri più filanti e il traguardo collocato al termine di una docile rampetta di circa mezzo chilometro che non dovrebbe chiudere del tutto le porte ai velocisti.
Come accade stabilmente dal 2012 la penultima tappa (BikeExchange Stage), la più lunga – anche se sono solo 151 i chilometri in programma – e la più attesa, si svolgerà tra i vigneti della Mc Laren Vale, con partenza da quest’ultima località e l’arrivo in salita sulla Willunga Hill, vero e proprio regno di Richie Porte, che se andrà in “goal” anche stavolta farà suo questo traguardo per la quarta volta consecutiva. Il tracciato della frazione decisiva si snoderà attorno a due circuiti uniti da un breve tratto di raccordo: mentre l’anello iniziale di 35 Km, da ripetere tre volte, non comporterà grandissime difficoltà, quello conclusivo di 22,4 Km avrà il momento clou nella doppia scalata alla collina di Willunga, non durissima (5,7 Km al 5,3% per arrivare sino a 376 metri di quota) ma già in grado di stuzzicare gli appetiti dei grandi, se si pensa che prima di Porte “lassù” aveva lasciato la sua firma anche un certo Valverde.
Dopo questa giornata nulla potrà più turbare la classifica, anche perché il giorno successivo si farà ritorno ad Adelaide per la tappa conclusiva, purissima passerella di fine corsa poiché la “Be Safe Be Seen MAC Stage” sarà esclusivamente costituita da un veloce circuito cittadino di 4,5 Km che i corridori dovranno inanellare per 20 volte. In totale saranno 90 spaccati i chilometri che si dovranno percorrere per raggiungere l’ultimo traguardo, ideale palestra per dare ancora una volta sfogo alle velleità dei velocisti.

24 ore e 12.000 Km separeranno la conclusione del Down Under dalla partenza della Vuelta a San Juan, gara che, dopo 34 edizioni riservate alla categoria dei dilettanti, quest’anno si affaccerà per la prima volta nel calendario dei professionisti per prendere il posto del Tour de San Luis, annullato per questioni economiche e che nelle ultime stagioni aveva attirato ai nastri di partenza “stelle” del calibro di Nibali e Quintana, richiamati in Argentina sia dalla possibilità di gareggiare al caldo, poiché nell’emisfero australe si è in piena estate, sia dalla presenza di salite in grado di permettere loro di lasciare il segno, come, in effetti, accadde allo “Squalo” nel 2010 e al colombiano nel 2014, lo stesso anno nel quale s’imporrà al Giro d’Italia.
La nuova corsa a tappe – che, a differenza di quella australiana, non è inserita nell’UCI World Tour – si disputerà dal 23 al 29 gennaio su sette frazioni, due delle quali destinate a “costruire” la classifica mentre le rimanenti cinque saranno tutte di contorno, vera e propria manna per i velocisti. Dal punto di vista del tracciato la parte del leone la farà la città di San Juan, capoluogo dell’omonima provincia situato a quasi 1200 Km dalla capitale Buenos Aires, che accoglierà quattro frazioni su sette a cominciare da quella d’apertura, un circuito di 142,5 Km che – esclusa una microscopica salitella piazzata a più di 100 Km dall’arrivo (Alto del Cerrillo, 1,2 Km al 3,3%) – si snoderà in totale pianura e costituirà la prima occasione per le ruote veloci del gruppo. Si replicherà il giorno successivo con una frazione leggermente più movimentata altimetricamente, lunga 128,8 Km e che proporrà per due volte la scalata all’Alto del Dique Punta Negra, 1000 metri di quota precisi e 1,6 Km d’ascesa al 7,5%: pendenze non tenerissime, ma i 30 Km di strada per rientrare a San Juan e la mancanza di altre difficoltà dovrebbero consentire agli sprinter di giocarsi anche questo traguardo. Fuori dalla loro portata, invece, sarà quello della terza frazione, pure prevista nella città capoluogo, poiché si tratterà della prima delle due tappe “forti”, una velocissima cronometro individuale di 12 Km interamente tracciata sulla circonvallazione di San Juan, con i primi 6 Km da percorrere sulla carreggiata interna per poi fare inversione di marcia e ritornare al punto di partenza seguendo la corsia più esterna: un percorso totalmente pianeggiante che, grazie alla mancanza di curve vere e proprie – inversione a parte – e alla quota di quasi 700 metri, i più veloci “voleranno” in poco meno di un quarto d’ora facendo registrare medie che potrebbero sfiorare e superare i 55 Km orari.
Dopo la prova contro il tempo la carovana traslocherà nel vicino centro di Villa San Martín dove, cambiata la location di gara, non muterà la “destinazione d’uso” del traguardo rispetto ai primi giorni di gara poiché anche la quarta frazione, un circuito di 122,1 Km che non proporrà nemmeno l’ebbrezza di un cavalcavia, a meno di sorprese terminerà certamente con un appassionante volatone. Per la corsa questa sarà la giornata di vigilia della tappa regina, in programma venerdì 27 gennaio tra Villa Paula Albarracín de Sarmiento, capoluogo del dipartimento di Chimbas, e l’Alto Colorado dove, dopo 162,4 Km di gara, la linea d’arrivo sarà tracciata a 2565 metri d’altezza. Le uniche reali difficoltà della salita andina saranno rappresentate proprio dalla quota e dalla lunghezza dell’ascesa finale (si salirà costantemente negli ultimi 14,4 Km) mentre le pendenze non sono di quelle che mandano particolarmente in sollucchero gli scalatori, essendo appena del 4,6% la media e del 6,4% la massima, ma sicuramente permetteranno loro di distanziare comunque i rivali più accreditati poiché si è ancora all’inizio della stagione, i motori devono ancora essere rodati appieno e una simile salita affrontata a gennaio col caldo può far gli stessi “danni” di un salitone più dotato di Giro o Tour. Da considere, inoltre, che la marcia d’avvicinamento all’Alto Colorado non sarà una passeggiata essendo in programma altri tre gran premi della montagna, difficoltà ancora più pedalabili ma che potrebbero rimanere nelle gambe quando si attaccherà l’ascesa finale.
Con questa frazione si chiuderanno definitivamente i giochi di classifica, anche se mancheranno ancora 48 ore all’epilogo, poiché gli ultimi due giorni di gara sulle strade della provincia di San Juan non riserveranno più emozioni ad alto livello. La penultima tappa sarà la più lunga dall’alto dei suoi 185,7 Km, ma il circuito disegnato attorno alla località di Pocito offrirà soltanto la doppia scalata al modestissimo GPM di Cuesta de las Vacas e, con la totale assenza d’ostacoli naturali negli ultimi 81 Km, ben difficilmente si sfuggirà alla legge dello sprint. Ancor più facile sarà la tappa conclusiva, nuovamente sulle strade di San Luis, dove si tornerà a gareggiare sulla circonvallazione che quattro giorni prima aveva ospitato la cronometro, stavolta teatro di una tradizionale passerella di fine corsa sotto la forma di un pianeggiante anello da ripetere 8 volte per complessivi 96 Km.

Contemporaneamento alla Vuelta a San Juan, tra il 26 il 29 gennaio si correrà la prima competizione europea, il Challenge Ciclista a Mallorca, ventiseiesima edizione di una corsa a tappe atipica poiché non è prevista una classifica generale finale, in quanto non è obbligatorio prendere parte a tutti i “trofei” di cui si compone, come sono chiamate le quattro frazioni di questa gara che scatterà con il “Trofeo Porreres – Felanitx – Ses Salines – Campos”, organizzato nella parte meridionale dell’isola di Maiorca. Con i suoi 168,6 Km è la più lunga delle quattro prove del challenge ma anche la più semplice, nella quale a movimentare un’altimetria abbastanza glabra interverranno due facili GPM di 4a categoria, il più impegnativo dei quali è l’ultimo, il Coll Es Monjos, 1,1 Km al 5,5% che dovranno essere superati a 70 Km dal traguardo di Campos, dove a imporsi con tutta probabilità sarà un velocista: nel recente passato questo “trofeo” ha portato bene agli sprinter nostrani con i successi di Sacha Modolo nel 2014 e di Matteo Pelucchi nel 2015, mentre l’anno scorso s’impose il tedesco Greipel.
Il secondo giorno si affronterà la più interessante tra le quattro prove, il “Trofeo Serra de Tramuntana”, che avrà come terreno di gara l’omonima catena montuosa situata a nord della città di Palma di Maiorca. Si dovranno percorrere 140 Km tra i centri di Sóller e Deià superando nel corso della tappa sei salite, sulle quali spicca per altitudine il valico del Puig Major (935 metri, 6,9 Km al 4,1%) che dovrà essere superato quando mancheranno 25 Km al traguardo, seguito da una lunga discesa (14,3 Km al 6,4%) e, proprio a ridosso di Deià, dall’ultima salita di giornata, il Coll den Bleda (4,1 Km al 6,3%). Non si tratta di grandissimi numeri ma l’albo d’oro di questa giovane gara, introdotta nel programma del challenge nel 2012, toglie ogni dubbio sul valore di questo trofeo, conquistato da Cancellara l’anno scorso, da Kwiatkowski nel 2014, da Valverde in due occasioni (2013 e 2015) mentre nell’anno del debutto ci mise lo zampino il maltempo, sotto forma della neve, e la gara fu annullata.
Da non perdere anche il successivo “Trofeo Andratx – Mirador d’es Colomer (Pollença)”, gara di 160 Km che riporterà la corsa sul Puig Major, stavolta affrontandolo dal versante più impegnativo, quello scalato il giorno precedente in discesa. Questo percorso lo proporrà molto più distante dal traguardo che, però, 55 Km più avanti, sarà collocato in vetta alla breve ascesa del Mirador d’es Colomer (3,3 Km al 5,9%), ideale trampolino di lancio per i finisseur.
Le squadre dei velocisti, infine, torneranno padrone del vapore nella conclusiva prova, il “Trofeo Playa de Palma – Palma” che, come lascia intuire la denominazione, si snoderà per 161 Km attorno alla principale cittadina dell’isola e che, con l’esclusione dell’ascesa al Coll de Sa Creu (2,4 Km al 5,4%) da superare a 35 Km dall’arrivo, non presenterà nessun’altra insidia altimetrica.
Poi sarà nuovamente ora di prendere l’aereo e di volare alla volta di Dubai… Febbraio bussa ormai alle porte, con il suo carico di corse che tireranno la volata ai primi appuntamenti caldi della stagione.

Mauro Facoltosi

Panoramica di Adelaide, la metropoli australiana dalla quale scatterà la stagione ciclistica ad alto livello per il 2017 (www.wikiwand.com)

Panoramica di Adelaide, la metropoli australiana dalla quale scatterà la stagione ciclistica ad alto livello per il 2017 (www.wikiwand.com)

Commenta la notizia