TRE VALLI: ALTRO SQUILLO DI COLBRELLI
Il bresciano brucia in volata Diego Ulissi e Francesco Gavazzi, cogliendo il terzo successo in 12 giorni, dopo Coppa Agostoni e Coppa Sabatini. Raggiunto all’ultimo chilometro Uran, il più brillante in salita. Non molto incisivo l’attacco all’ultimo giro di Aru, assistito oggi anche dal rientrante Nibali.
È senza dubbio Sonny Colbrelli l’azzurro più in forma nella fase calante della stagione. Già vincitore di Coppa Agostoni e Coppa Sabatini nelle ultime due settimane, nonché pedina fondamentale per la Bardiani-CSF nel successo di Ruffoni al GP Beghelli, il bresciano ha confermato il suo stato di grazia alla Tre Valli Varesine. Il tris nelle classiche italiane di settembre è arrivato allo sprint, ma non prima che Colbrelli impreziosisse l’affermazione finale rendendosi protagonista all’ultimo giro.
Prima di allora, ad eccezione della fuga della prima ora imbastita da Grosu, Dempster e Boev, facilmente neutralizzata dal gruppo a dispetto di un vantaggio massimo di quasi 10’, l’azione si era concentrata perlopiù tra i 55 e i 30 km all’arrivo, quando diversi gruppetti di buon livello medio avevano provato la sortita.
Il primo osservato speciale ad evadere dal gruppo è stato Moreno Moser, a 3 km circa dalla conclusione del quinto dei nove giri sul circuito finale di Varese, di 12.8 km. L’azione del trentino ha dato il la ad una girandola di scatti e controscatti dalla quale, dopo che anche il rientrante Nibali e Diego Rosa avevano messo la testa fuori, è emerso un drappello composto da De Marchi, Fuglsang, Roy, Velasco, Slagter e Niemec, raggiunti in un secondo tempo da Santaromita, Cort Nielsen, Gogl e Dayer Quintana.
Dalle ceneri di tale iniziativa, quasi azzerata già a 35 km dal termine, è nata un’ulteriore offensiva che, oltre ad alcuni superstiti della precedente, ha visto l’inserimento – tra gli altri – di Cunego, Puccio, Elissonde e Barguil. Già a poco più di due giri dalla conclusione, però, il plotone era di nuovo compatto, e soltanto due scatti velleitari di Combaud e Di Gregorio hanno animato la penultima tornata, contrassegnata dal forcing della BMC di Gilbert.
A 11 km dal termine, all’ultimo passaggio sull’ascesa di Via Montello, i favoriti hanno finalmente rotto gli indugi: il primo a muoversi è stato Fabio Aru, che ha sgranato il gruppo, ma senza riuscire a romperlo; più incisivo il secondo affondo, operato da Davide Villella. Le distanze non si sono però dilatate a sufficienza da scongiurare un generale ricompattamento nella successiva discesa, malgrado gli sforzi per alimentare l’azione di un Aru marcato stretto proprio da Colbrelli.
La Lampre, che poteva contare ancora su Mori e Petilli per lanciare Ulissi, si è incaricata di pilotare il gruppo fino all’imbocco della salita di Via Vigevano, dove il toscano ha immediatamente attaccato. Keukelaire è stato il più pronto ad incollarsi alla sua ruota, presto imitato da Brambilla e Sbaragli. Nessuno ha però fornito collaborazione ad Ulissi, condannando così il quartetto a subire il rientro dei resti del gruppo a 2 km circa dalla conclusione.
Brambilla, per l’occasione capitano della Nazionale Italiana, ha riprovato in prima persona, ma è stato il successivo contrattacco di Uran a lasciare il segno. Il colombiano ha fatto il vuoto, e soltanto il grande lavoro di Franco Pellizotti, in barba alle trentotto primavere sulle spalle, ha tenuto il gruppo ad una distanza recuperabile. Per riacciuffare Uran è servito però un ulteriore scatto di Ulissi, riportatosi sul battistrada a 900 metri dal traguardo, trascinandosi dietro Gavazzi e Colbrelli. E forse proprio la presenza di due uomini così veloci ha prodotto lo stallo che ha consentito agli inseguitori di rientrare a 400 metri dall’arrivo, rimandando i verdetti allo sprint.
La volata si è sviluppata su due corsie parallele: Ulissi è partito lungo sulla sinistra, con Colbrelli a ruota; Pellizotti ha lanciato la progressione di Gavazzi al centro. Il treno buono si è rivelato essere il primo, obbligando Gavazzi a lasciare la ruota del compagno a favore di quella di Colbrelli quando era ormai troppo tardi per andare oltre la terza piazza. Il bresciano ha così potuto saltare con apparente facilità Ulissi e firmare il settimo successo stagionale, forse il più prestigioso sin qui in carriera.
Il primo dei non italiani è stato Slagter, quarto in una top 10 di altissimo livello, completata da Visconti, Gilbert, Keukelaire, Brambilla, Aru e Sbaragli. Solo pochi anni fa, sarebbe stato difficile immaginare un ordine d’arrivo simile, a riprova di quanto sia stato azzeccato lo spostamento in calendario da agosto a settembre, tra Vuelta e Mondiale.
Poco è mancato che, anziché a Colbrelli, il titolo di giornata spettasse alla vittima dell’ennesimo incidente di gara tra una bicicletta ed un mezzo motorizzato. Non è stata questa volta colpa di un motociclista sconsiderato, ma di un uomo entrato in auto sul tracciato, in senso contrario alla marcia dei corridori. La vettura si è scontrata frontalmente con una moto della polizia, e per l’agente coinvolto si sospetta la frattura del bacino. Un bilancio grave ma che rischiava di essere ben peggiore, considerando ciò che sarebbe avvenuto se lo scontro fosse avvenuto con il gruppo.
Matteo Novarini
CLASSIFICA FINALE
1 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani CSF 4:48:18
2 Diego Ulissi (Ita) Lampre – Merida
3 Francesco Gavazzi (Ita) Androni Giocattoli – Sidermec
4 Tom Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Drapac
5 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team
6 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team
7 Jens Keukeleire (Bel) Orica-BikeExchange
8 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step
9 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
10 Kristian Sbaragli (Ita) Dimension Data