VUELTA A ESPAÑA 2016 – LA “TERCERA SEMANA”

settembre 3, 2016
Categoria: Approfondimenti

Introdotta dal tappone pirenaico dell’Aubisque, frazione più dura dell’edizione 2016, l’ultima settimana della Vuelta proporrà diverse “alternative”, intercalando tappe tranquille – le ultime tre destinate ai velocisti – a giornate destinate a definire le sorti della corsa spagnola. Su tutte spicca il tappone disegnato sulle strade del Tour, ma anche la crono di Calp e l’arrivo in vetta all’Aitana al penultimo giorno di gara potrebbero far altrettano “male”. E se la classifica sarà sul “chi va là” un piccolo peso potrebbe averlo anche il breve ma arcigno approdo sull’inedito Mas de la Costa.

14a TAPPA: URDAX/DANTXARINEA – AUBISQUE/GOURETTE (196.1 Km)

196 Km complessivi da percorrere, 61 di pura salita, 3960 metri di dislivello totale e una pendenza media “globale” del 6,5% distribuita su 4 colli sono i numeri del tappone, l’unico previsto da questa edizione della Vuelta, corsa che in questi ultimi anni ha preferito puntare su frazioni che presentavano le difficoltà concentrate nel finale, come ben hanno evidenziato le altimetrie delle tappe di montagna fin qui disputate. Lo scorso anno le frazioni che terminavano a Cortals d’Encamp ed Ermita de Alba erano quelle che più si avvicinavano alla definizione di tappone, ma la prima difettava alquanto in chilometraggio – lunga com’era soli 138 Km – mentre la seconda presentava sette ascese ma in gran parte erano pedalabili. La frazione che si correrà interamente sul suolo francese (il passaggio di frontiera avverrà nel tratto a velocità controllata verso il “chilometro 0”), invece, avrà tutti i connotati del tappone, a partire dal chilometraggio che, per il terzo giorno consecutivo, sfiorerà quota 200, un livello atipico per le “Vuelte” dell’ultima generazione, nelle quali si è optato anche per un contenimento delle distanze. Il primo dei 4 colli in programma è l’ineditissimo Col Inharpu, che non è mai stato affrontato nemmeno al Tour de France e che, a 51 Km dalla partenza, darà subito una bella “frustata” al gruppo, non solo per le pendenze (7,1% su 11,5 Km) ma anche per la carreggiata decisamente stretta, su ambo i versanti. Seguirà l’interminabile Col du Soudet, 24 Km al 5,2% (con gli ultimi 10,8 Km all’8,3%) ricchi di bei ricordi per il corridore attualmente secondo in classifica, Chris Froome, che salendo da questo versante al Tour dell’anno passato s’impose con pesantissimi distacchi nella tappa che terminava nella stazione invernale della Pierre Saint-Martin, situata poco oltre lo scollinamento del Soudet. Dopodichè i 9,2 km al 7,5% del Col de Marie-Blanque anticiperanno di una ventina di chilometri l’attacco dell’ascesa finale, diretta allo storico Col d’Aubisque, entrato nella storia del ciclismo il 21 luglio del 1910 quando per la prima volta il Tour propose i Pirenei inserendolo, assieme Peyresourde, Aspin e Tourmalet, nel tracciato della Luchon – Bayonne, frazione vinta dal francese Octave Lapize, colui che darà degli assassini agli organizzatori per aver proposto quelle salite all’epoca impossibili a causa del fondo sterrato. E davvero questa salita di 16 chilometri e mezzo d’ascesa al 7,1%, posta al termine della frazione più esigente della Vuelta 2016, potrebbe “assassinare” la classifica, sempre che ci sia corsa vera e che questa non s’accenda, come purtroppo spesso capita in queste ultime stagioni, solamente nei chilometri conclusivi.

15a TAPPA: SABIÑÁNIGO – SALLENT DE GÁLLEGO (ARAMÓN FORMIGAL) (118.5 Km)

La seconda tappa pirenaica si presenta decisamente agli “antipodi” rispetto a quella disputata ventiquattrore prima e non soltanto perché si svolgerà sul versante opposto della catena montuosa al confine con la Francia. Se il giorno prima si sfioravano i 200 Km di gara, oggi la distanza da percorrere sarà notevolmente più ridotta e questo, a prima vista, può far sembrare questa frazione meno impegnativa, anche perché pure le tre salite in programma non paiono particolarmente selettive. La brevità del tracciato potrebbe, però, invogliare – come spesso accade – una partenza a velocità decisa con il risultato di rendere più selettivo il tracciato, anche alla luce delle energie spese nel tappone dell’Aubisque. Per capire quanto tutto ciò avrà pesato bisognerà attendere l’ascesa finale verso la stazione invernale di Aramón Formigal, discretamente lunga (14,5 Km) e caratterizzata da una pendenza media del 4,6%, con i tratti più impegnativi nei 4 Km conclusivi, in cima ai quali nel 2013 s’impose il francese Warren Barguil.

16a TAPPA: ALCAÑIZ – PEÑÍSCOLA (156.4 Km)

Totalmente “bandite” dai palinsesti della Vuelta nella settimana centrale, negli ultimi settimi giorni di gara torneranno a far parte del programma tre facili tappe di trasferimento destinate ai velocisti, che s’alterneranno alla seconda giornata di riposo e alle ultime tre frazioni utili per la classifica, la cronometro di Calp e i due rimanenti arrivi in salita al Mas de la Costa e al Pico de Aitana. Quella odierna sarà una delle giornate più semplici, altimetricamente divisibile in due parti speculari l’una con l’altra, a partire da una prima metà del tracciato in costante ma lievissima ascesa, che si concretizzerà nei 3,4 Km al 5,2% del GPM del castello di Morella. La fase successiva presenterà un profilo esattamente contrario, con una planata dolcissima che farà riguadagnare al gruppo la pianura, unica protagonista negli ultimi 17 Km di una tappa che difficilmente sfuggirà agli sprinter e al controllo delle loro formazioni.

17a TAPPA: CASTELLÓN – LLUCENA (CAMINS DEL PENYAGOLOSA) (177.5 Km)

La tappa di Peñíscola è stata solo una dolce parentesi, chiusasi l’indomani con la seconda e ultima giornata di riposo. Da Castellón de la Plana, infatti, si ripartirà alla volta dell’ennesimo arrivo in salita, posto al termine di una frazione classificabile come di media montagna per via dei tre GPM di 2a e 3a categoria che s’incontreranno lungo il cammino, con l’ascesa al Desierto de Las Palmas d’affrontare a pochi chilometri dal via che sembra proprio un ideale trampolino per sganciare una fuga, con ottime possibilità di andare fino al traguardo. Quest’ultimo, come detto, sarà in salita ma non certamente “medio” come il decorso della frazione: anzi, numeri alla mano, si annuncia come uno dei più ripidi arrivi della Vuelta 2016, secondo solo a quello della Camperona, affrontato all’inizio della seconda settimana di gara. Come l’ascesa cantabrica anche il Mas de la Costa, al debutto assoluto in una corsa ciclistica, si “brucerà” nel breve volgere di pochi ma intensi chilometri: la salita inizierà quando ne mancheranno 3800 metri al traguardo, nei quali l’asfalto lascerà posto al ruvido cemento mentre le pendenze – pedalabili su tutte le ascese affrontate in precedenza – si faranno mordaci, attanagliando le gambe dei corridori con un’inclinazione media del 12,5% e una massima del 21%, che s’incontrerà quando mancheranno 800 metri alla fine delle sofferenze giornaliere. Lassù, poco a valle dei 1000 metri di quota, assisteremo a due lotte in una: quella tra i fuggitivi per il successo parziale e quella tra i big della classifica, pronti a cogliere momenti di défaillances degli avversari.

18a TAPPA: REQUENA – GANDÍA (200.6 Km)

È la penultima occasione per i velocisti, offerta al termine di una frazione che è abbastanza simile a quella disputata 48 ore prima, con la differenza che questa misurerà 50 Km di più e che si presenta più articolata nelle due parti nelle quali è scomponibile l’altimetria. I primi 70 Km saranno i più impegnativi e, dopo un avvio in quota seguito da un tratto in discesa, culmineranno con l’arrampicata al Puerto de Casa del Alto, valico di 2a categoria che svetta a 1085 metri di quota, raggiunto al termine di un’ascesa lunga oltre 12 Km ma dolcissima nelle pendenze. I rimanenti 130 Km ricordano un po’ il tratto che si doveva percorrere andando verso Peñíscola, ma stavolta la lunga discesa verso la pianura finale, che s’incontrerà negli ultimi 15 Km, non sarà continua perché interverranno a interromperla diversi dislivelli che renderanno un filo più duro il lavoro delle squadre degli sprinter, fortunatamente coaudivato da una planimetria non particolarmente tortuosa.

19a TAPPA: XÀBIA – CALP (cronometro individuale – 37 Km)

Scocca l’ora della cronometro individuale, la seconda prova contro il tempo dopo quella a squadre disputata il primo giorno di gara, che arriverà in una collocazione un po’ inusuale. In questi ultimi anni, infatti, gli organizzatori della Vuelta l’avevano sovente piazzata nel bel mezzo della corsa, tavolta infarcendola con una salita di medio impegno, mentre stavolta arriverà quasi a ridosso dell’epilogo madrileno, in programma due giorni dopo, e sarà “confezionata” in pianura pressochè totale, a parte un modesto zampellotto che dovrà essere superato in vista del dodicesimo chilometro di gara. Gli specialisti si fregheranno le mani, dunque? Non del tutto, perché a questo punto anche loro avranno speso parecchie energie e potrebbero faticare a esprimere tutta la potenza che tracciati simili permettono loro mettere sul piatto. E poi, in mancanza d’insidie altimetriche, altre ne incontreranno i corridori strada facendo, in particolar modo nella seconda metà del tracciato, che si snoderà lungo le coste del Mediterraneo e dove, a far da contraltare alla pianura, interverranno il vento che spira dal mare e la presenza di diverse curve, mentre le fasi iniziali saranno più filanti sul piano planimetrico.

20a TAPPA: BENIDORM – ALTO DE AITANA / ESCUADRÓN EJÉRCITO DEL AIRE (193.2 Km)

Se la cronometro di Calp avrà ribaltato la classifica senza però ucciderla, ecco la frazione che derimerà definitivamente la questione “maglia rossa”. È l’estrema occasione per gli scalatori, che arriverà al termine di una frazione impegnativa ma non dura e che potrebbe diventarlo se si considera che siamo al penultimo giorno di una corsa a tappe di tre settimane e le energie sono oramai al lumicino per tutti. I fari oggi saranno puntati sull’interminabile ascesa finale verso il Monte Aitana che, per quanto detto sopra, di là dalle pendenze a questo punto incute timore anche grazie solo ai 21 Km che si dovranno percorrere per arrivare alla base militare dell’Ejército del Aire, l’aeronautica militare spagnola, presso la quale in passato si sono concluse altre tre frazioni della Vuelta, due delle quali conquistate da corridori italiani, Leonardo Piepoli nel 2004 e Damiano Cunego nel 2009, mentre la prima volta ci eravano dovuti accontentare del secondo posto di Gilberto Simoni, che nel 2001 giunse a 15” dal danese Claus Michael Møller. Dunque, porta bene ai nostri atleti quest’ascesa che presenta una pendenza media del 5,9%, dato che sale al 7,9% se si considerano solo gli ultimi 6,5 Km, quelli che si snodano sulla strada militare d’accesso alla base. A rendere più dura la giornata l’Aitana arriverà al termine d’una frazione che si manterrà poco sotto i 200 Km e che in precedenza, pur priva di grandissime salite, proporrà un’altimetria costantemente frastagliata, con quattro colli di seconda categoria da scavalcare tra il 18° e il 148° Km di gara. Lo spazio per cambiare i connotati alla classifica c’è…

21a TAPPA: LAS ROZAS – MADRID (104.8 Km)

Come avviene al Tour costantemente del 1990 e al Giro dal 2013, l’atto terminale della Vuelta sarà una tradizionale passerella di fine corsa destinata ai velocisti, una tappa corta e priva di ostacoli naturali che partirà al piccolo trotto per poi ravvivarsi nel finale. Percorso il tratto in linea di una sessantina di chilometri disegnato tra Las Rozas e Madrid, i “reduci” della Vuelta a España giungeranno sul circuito conclusivo di 5,8 Km disegnato sulle strade della capitale spagnola, anello che ha il suo “fulcro” in Plaza de Cibeles, dalla quale, all’ombra del municipio di Madrid, si transiterà tre volte a tornata, con l’ultimo traguardo sul far della sera dell’11 settembre, arrivando dal rettilineo del Paseo del Prado, dopo esser transitati sotto le finestre dell’omonimo museo, uno dei più celebri al mondo. Conosciuto attorno all’ora di cena il nome dell’ultimo vincitore di tappa, spazio poi ai festeggiamenti che incoroneranno il successore di Fabio Aru, vincitore dell’edizione 2015 della Vuelta a España

Mauro Facoltosi

Le strutture militari costruite sulla vetta del Monte Aitana (Google Street View)

Le strutture militari costruite sulla vetta del Monte Aitana (Google Street View)

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