SAGAN(D) A WEVELGEM SPEZZA LA MALEDIZIONE: APPRENSIONE PER DEMOITIÉ, VITTIMA DI UNA MOTO

marzo 28, 2016
Categoria: 2) GAND - WEVELGEM, News

Antoine Demoitié, 25enne belga della Wanty, è stato travolto da una moto dopo una caduta in gara e versa in condizioni critiche. Una circostanza tragica e pressoché inedita che offusca una corsa spettacolare.

La bici è rischio, le fatalità dagli esiti anche tragici in uno sport del genere sono auspicabilmente limitabili ma non inevitabili: tuttavia la rabbia e l’amarezza sono difficili da tenere a freno quando un corridore giovane rischia di morire in gara per un incidente con un mezzo meccanico. Non è il primo scontro tra auto o moto al seguito ed atleti; anzi nelle ultime stagioni questi eventi infausti sono divenuti sempre più ricorrenti, il che rende ancor più grave quanto accaduto oggi, nonché del tutto inadeguata, in questo caso, la parola “fatalità”. Tutto questo specialmente a fronte di una presunta maggior attenzione alla sicurezza e salute degli atleti che, in certe circostanze, minaccia perfino di snaturare lo sport in sé (vedasi l’annullamento della tappa di montagna alla Tirreno). Quali provvedimenti o studi sono stati messi in campo per limitare un fenomeno la cui incidenza appariva preoccupante già da tempo?

Quanto alla corsa, è stata vivace e appassionante fin dalle prime battute, complice il vento che, seppur non apocalittico come nella passata edizione, ha sferzato il percorso indurendo la gara già molto lontano dal traguardo. Come da copione, è partita presto una fuga di lunga gittata, entro la quale segnaliamo Westra, l’uomo Astana in passato già dimostratosi abile sulle pietre, e Pavel Brutt della Tinkoff, eroe delle epiche evasioni su distanze interminabili. Fuor da copione, come anticipato, faceva la propria irruzione in scena il vento, che sotto l’impulso della BMC del convalescente Van Avermaet spezzava il gruppo in diversi segmenti a ben 150 km dalla linea del traguardo (dando tra l’altro adito ad alcune foto davvero spettacolari!). L’uomo più importante tra coloro che si trovano attardati è Sep Vanmarcke, che mette alla frusta la propria Lotto NL: il ricongiungimento è comunque sofferto, con gli squadroni principali ben rappresentati davanti. Finalmente ai -90 km si torna a una situazione di gruppo compatto, ma è un modo di dire: il peloton non conta più di una sessantina di atleti.

Da qui la dinamica è quella di una classica in grande stile, come la Gand è tornata ad essere con il nuovo percorso indurito e la nuova collocazione nel calendario, lasciandosi definitivamente alle spalle alcuni anni di opacità vissuti nei più recenti decenni. Basti pensare che, a fronte di un forcing continuo e pressante della Trek di Cancellara, si lancia in avanscoperta dal Monteberg (-70) un drappello di nomi di primissima qualità, con poche speranze di vedere l’arrivo, certo, ma buttando sulla bilancia tattica la spada metaforica di una minaccia concreta, e innalzando di conseguenza in modo esponenziale la durezza di una gara via via più esigente. Si tratta di Trentin, mezzapunta con licenza di colpire in casa Etixx, il campioncino della Lotto belga (non quella olandese di Vanmarcke) Tiesj Benoot, Nizzolo, l’uomo veloce della Trek, e Oss, in gara con un certo margine di libertà date le condizioni non eccelse del capitano Van Avermaet. Con loro l’irriducibile Brutt, che al momento dell’attacco aveva già nelle gambe qualcosa come 170 km di fuga. Evidentemente non gli bastavano! Brutt è un compagno di Sagan, apparso molto isolato a confronto della forza collettiva dimostrata dalla Trek, dalla BMC o dall’Etixx, ma mandarlo all’attacco poteva non essere una mossa peregrina, in modo da averlo presso la testa della gara in caso di problemi meccanici o altro.
Fatto sta che si apre una fase molto delicata, con i principali team rappresentati in questa bella azione (nella quale fa piacere contare molti italiani, in una fase storica nella quale comunque al Nord stentiamo, e specialmente sulle pietre).
Chi tirerà dietro? Ancora la Lotto NL di Vanmarcke, l’uomo forte del Belgio per il dopo Boonen, nonostante corra in una squadra olandese e sia reduce da un paio di annate piuttosto deludenti, che hanno reso il suo palmarés più ricco di podi che di vittorie. Lo sforzo sui volti degli inseguitori è agonico, collabora anche la Dimension Data per Boasson Hagen, e il momento è davvero coinvolgente, con il duello a distanza che mantiene il distacco sempre attorno ai 20”-30”. Infine l’azione viene ripresa, e in contropiede parte il russo Kuznetsov per la Katusha (tutti battitori liberi, in assenza dell’influenzato Kristoff), in una mossa solitaria di faccia al vento. Un viaggio senza speranza verso il nulla dell’entroterra belga, all’apparenza, tant’è che il gruppo lascia volentieri spazio e rifiata in attesa delle due ultime asperità di giornata, il Baneberg e l’emblematico Kemmelberg, che verrà scollinato ai -35 km dalla fine. Sul primo dei due è il già citato Vanmarcke a muoversi in prima persona, evidentemente scottato dall’essere stato tagliato fuori per ben due volte in precedenza e consapevole di non poter chiedere molto altro al suo team. Quinziato, per la BMC, lo stoppa.
È però destino che sia il Kemmelberg il muro decisivo: la durissima ascesa che combina pendenze impossibili e pietre selezione implacabile i migliori. È Cancellara a portare il primo affondo deciso che sbriciola il gruppetto dei sopravvissuti: alla sua ruota c’è però Sagan che nel punto più dura rilancia e con incredibile facilità di pedalata scollina in testa, con Fabian che tiene la ruota del campione del mondo digrignando i denti. Poco dietro c’è Vanmarcke, non all’altezza dei due fenomeni ma una spanna sopra gli altri, poi Stybar per la Etixx (Boonen, complice la grave frattura al cranio dello scorso autunno inoltrato, non sembra essere all’altezza), Van Avermaet e Luke Rowe della Sky. La discesa del Kemmelberg è crudele e selettiva quanto l’ascesa, tant’è che i buchi impalpabili dello scollinamento di fanno voragini, anche grazie all’abilità tanto di Sagan quanto di Cancellara. Solo Vanmarcke riesce a rientrare con tenacia incredibile. Gli altri preferiscono aspettare il gruppo e confidare in un inseguimento che, con oltre trenta km di pianura e falsopiani ancora da affrontare, di solito premia i grandi numeri.
Davanti si forma un poker, perché – chi si ricordava di lui? – c’è Kuznetsov, che solo soletto lì in testa alla gara si fa riprendere dal treno espresso e si accoda come umile vagoncino. Tirerà meno degli altri, è chiaro, ma qualche palata di carbone la apporterà pure lui, assai meritoriamente.
Cancellara, Vanmarcke e Sagan sono pressoché l’elite delle pietre. Tre mostri sacri, due dei quali ancora giovani peraltro, accomunati oltretutto da una smodata generosità. Vita dura là dietro per gli uomini Etixx di un immaginiamo furiosissimo Lefevére, nonostante qualche sporadico apporto da parte della FDJ (c’è Démare, che avrà smaltito i bagordi del dopo Sanremo e si dimostra dotato di un plus di classe per le grandi gare del Nord). Tanto più che questo “gran gruppo” è formato da una ventina di uomini scarsi! Per l’Etixx c’è Gaviria, alla sua seconda (!) gara in vita sua sul pavé, o giù di lì, quindi c’è anche da dire che gli altri team non sono motivatissimi a tirare per una volata contro uno sprinter puro. Eppure gli uomini della sola Etixx dovrebbero avere le forze per chiudere, sulla carta, sono tanti (cinque più Gaviria) e blasonati… ma Trentin e Stybar sono stanchi, Vanderbergh e Terpstra hanno già tirato parecchio, Boonen pare in bambola. Cancellara e Sagan hanno fin qui risparmiato le forze, pur tra piccoli problemi (Cancellara aveva forato nella prima parte di gara, Sagan ha dovuto più volte andare all’ammiraglia da solo per il rifornimento causa mancanza di compagni). Le loro trenate sono semplicemente devastanti.
Il distacco si dilata, tanto da consentire all’ultimo km un vero e proprio mexican stand-off, con tutti gli attori del quartetto a studiarsi con le pistole spianate. Cancellara ha i nervi a fior di pelle e i crampi che guizzano come pesciolini lungo i polpacci: si sbraccia contro Sagan, sembra riemergere la vecchia rivalità; e perfino Vanmarcke, che tante volte ha tolto le castagne dal fuoco a Fabian pur essendone avversario, stavolta non abbocca all’amo.
È Kuznetsov a lanciare una volata lunghissima, ma non stolta: il russo normalmente è l’apripista di Kristoff, e quando si parla di misurare i metri dopo la flamme rouge la sa molto lunga. Meno pratico di colpi di reni, ovviamente, e infatti proprio per non aver dato quell’ultimo allungo perderà il… secondo posto. Sì perché il primo è tutto per Sagan, alla faccia della maledizione iridata: e la vittoria con cui si spezza la presunta maledizione è pure specialmente simbolica, visto che se non abbiamo letto male sulle pagine dei ben informati della rete, era dai tempi di Van Looy, niente meno che l’Imperatore i persona, che nessuno vinceva la Gand con l’iride addesso. Peter prende la ruota del russo e lo salta lasciandosi tutti alle spalle in un’esultanza potente e liberatoria. Vanmarcke fa secondo, quasi al fotofinish, sull’uomo Katusha, e per Cancellara non c’è nemmeno il podio, in una classica a lui forse poco adatta e in effetti mai vinta in carriera. Tale resterà, stante che questa è l’ultima stagione dello svizzero.
Dietro Démare conferma il suo feeling con le pietre e il gran momento di forma vincendo la volata dei sopravvissuti su un Gaviria comunque eccezionale, poi Roelandts, l’affidabile uomo della Lotto belga.
Funestata da quanto riportato in apertura, è stata, in termini strettamente agonistici, una splendida Gand, e un eccezionale viatico all’imperdibile appuntamento di domenica prossima, quando il risultato finale manderà in secondo piano tutto quando è accaduto finora. È l’ora della Ronde, l’università del pavé, il Giro delle Fiandre.

Gabriele Bugada

AGGIORNAMENTO

Al momento della pubblicazione ci è giunta la triste notizia che Antoine Demoitié non ce l’ha fatta ed è deceduto nella notte

La redazione de ilciclismo.it è vicina alla famiglia e alla squadra di Antoine Demoitié in questo tragico momento

La redazione de ilciclismo.it è vicina alla famiglia e alla squadra di Antoine Demoitié in questo tragico momento

ORDINE D’ARRIVO

1 Peter Sagan (Svk) Tinkoff Team 5:55:12
2 Sep Vanmarcke (Bel) Team LottoNl-Jumbo
3 Viacheslav Kuznetsov (Rus) Team Katusha
4 Fabian Cancellara (Swi) Trek-Segafredo
5 Arnaud Demare (Fra) FDJ 0:00:11
6 Fernando Gaviria Rendon (Col) Etixx – Quick-Step
7 Jurgen Roelandts (Bel) Lotto Soudal
8 Jacopo Guarnieri (Ita) Team Katusha
9 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
10 Michael Morkov (Den) Team Katusha
11 Giacomo Nizzolo (Ita) Trek-Segafredo
12 Luka Mezgec (Slo) Orica-GreenEdge
13 Pieter Vanspeybrouck (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
14 Aleksejs Saramotins (Lat) IAM Cycling
15 Tiesj Benoot (Bel) Lotto Soudal
16 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Alpecin
17 Pavel Brutt (Rus) Tinkoff Team
18 Edvald Boasson Hagen (Nor) Dimension Data
19 Andriy Grivko (Ukr) Astana Pro Team
20 Tom Boonen (Bel) Etixx – Quick-Step 0:00:17
21 Niki Terpstra (Ned) Etixx – Quick-Step 0:00:19
22 Luke Rowe (GBr) Team Sky 0:00:24
23 Stijn Vandenbergh (Bel) Etixx – Quick-Step 0:00:28
24 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team 0:00:29
25 Jens Keukeleire (Bel) Orica-GreenEdge 0:01:07
26 Bryan Coquard (Fra) Direct Energie 0:01:22
27 Berden De Vries (Ned) Roompot – Oranje Peloton 0:05:08
28 Alexander Porsev (Rus) Team Katusha
29 Tom Van Asbroeck (Bel) Team LottoNl-Jumbo
30 Maarten Tjallingii (Ned) Team LottoNl-Jumbo
31 Cyril Lemoine (Fra) Cofidis, Solutions Credits
32 Manuel Quinziato (Ita) BMC Racing Team
33 Taylor Phinney (USA) BMC Racing Team
34 Edward Theuns (Bel) Trek-Segafredo
35 Michal Golas (Pol) Team Sky
36 Andrey Amador Bikkazakova (CRc) Movistar Team
37 Oscar Gatto (Ita) Tinkoff Team
38 Sacha Modolo (Ita) Lampre – Merida
39 Nikolas Maes (Bel) Etixx – Quick-Step
40 Zico Waeytens (Bel) Team Giant-Alpecin
41 Bert Van Lerberghe (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:06:05
42 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
43 Bram Tankink (Ned) Team LottoNl-Jumbo 0:06:06
44 Amaury Capiot (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise 0:06:08
45 Yohann Gene (Fra) Direct Energie 0:06:11
46 Zdenek Stybar (Cze) Etixx – Quick-Step 0:06:16
47 Matteo Trentin (Ita) Etixx – Quick-Step
48 Jasha Sütterlin (Ger) Movistar Team 0:06:21
49 Mitchell Docker (Aus) Orica-GreenEdge 0:07:16
50 Grégory Rast (Swi) Trek-Segafredo
51 Laurens De Vreese (Bel) Astana Pro Team 0:11:05
52 Paolo Simion (Ita) Bardiani CSF
53 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
54 Jesper Asselman (Ned) Roompot – Oranje Peloton
55 Roy Jans (Bel) Wanty – Groupe Gobert
56 Marcus Burghardt (Ger) BMC Racing Team
57 Murilo Antonio Fischer (Bra) FDJ
58 Mickael Delage (Fra) FDJ
59 Tomasz Kiendys (Pol) CCC Sprandi Polkowice
60 Marko Kump (Slo) Lampre – Merida
61 Jasper De Buyst (Bel) Lotto Soudal
62 Bert De Backer (Bel) Team Giant-Alpecin
63 Raymond Kreder (Ned) Roompot – Oranje Peloton
64 Michael Van Staeyen (Bel) Cofidis, Solutions Credits
65 Gediminas Bagdonas (Ltu) AG2R La Mondiale
66 Robert Wagner (Ger) Team LottoNl-Jumbo
67 Roy Curvers (Ned) Team Giant-Alpecin
68 Mike Teunissen (Ned) Team LottoNl-Jumbo
69 Sébastien Turgot (Fra) AG2R La Mondiale
70 Guillaume Van Keirsbulck (Bel) Etixx – Quick-Step
71 Danny Van Poppel (Ned) Team Sky 0:11:09
72 Sylvain Chavanel (Fra) Direct Energie 0:11:11
73 Marco Coledan (Ita) Trek-Segafredo
74 Maciej Bodnar (Pol) Tinkoff Team
75 Sander Helven (Bel) Topsport Vlaanderen – Baloise
76 Josef Cerny (Cze) CCC Sprandi Polkowice
77 Marco Haller (Aut) Team Katusha
78 Wesley Kreder (Ned) Roompot – Oranje Peloton
79 Yaroslav Popovych (Ukr) Trek-Segafredo
80 Tyler Farrar (USA) Dimension Data 0:11:57
81 Nick Dougall (RSA) Dimension Data 0:12:02
82 Simon Pellaud (Swi) IAM Cycling 0:12:03

Sagan si sblocca e ottiena alla Gand-Wevelgem la sua prima vittoria stagionale (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

Sagan si sblocca e ottiena alla Gand-Wevelgem la sua prima vittoria stagionale (foto Tim de Waele/TDWSport.com)

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