COSTA DEGLI ETRUSCHI: BOLE BEFFA GLI ITALIANI
Lo sloveno della Nippo-Vini Fantini regola allo sprint un gruppetto avvantaggiatosi nell’ultimo giro, conquistando la prima corsa del calendario italiano. Piegati allo sprint Gavazzi e Ulissi, uomo più atteso nonché promotore dell’azione decisiva all’ultimo passaggio sulla salita di Torre Segalari. Quasi coronata dal successo la lunga fuga di Riccardo Tonelli e Igor Boev, a lungo in avanscoperta insieme a Yamamoto ma raggiunti nel finale.
Mentre i migliori velocisti del pianeta si danno battaglia in mezzo al deserto, e gli uomini da corse a tappe iniziano a mettersi in moto nel caldo del Sud America o nella mite Comunidad Valenciana, un cielo plumbeo e una pioggia insistente condita da vento forte hanno inaugurato il calendario italiano, flagellando dalla partenza all’arrivo la 21esima edizione del GP Costa degli Etruschi.
A dispetto di un lotto partenti a forte presenza casalinga, ad alzare le braccia sul traguardo di Donoratico è stato Grega Bole, che ha così posto fine ad una striscia di undici successi azzurri, aperta da Alessandro Petacchi – 5 volte vincitore – nel 2005, e protrattasi fino all’acuto di Belletti dell’anno passato. Lo sloveno, terzo straniero a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro, dopo MetluÅ¡enko (due volte) e Kirsipuu, ha regolato un gruppetto selezionato dalla seconda ed ultima scalata verso Torre Segalari, per merito soprattutto di Diego Ulissi, l’uomo da battere della vigilia, volitivo ma ancora lontano dalla forma migliore.
Il toscano ha provato a non deludere il (poco) pubblico di casa, ma la sua sparata, tanto incisiva quando le gambe girano a dovere, è bastata soltanto a portare via un plotoncino di sette unità , avventatosi su Riccardo Tonelli e Igor Boev. I due, evasi dopo 26 km insieme al giapponese Yamamoto, crollato ad una cinquantina di chilometri dal termine, con il quale avevano costruito un vantaggio massimo di undici minuti e mezzo, hanno a lungo dato l’impressione di poter resistere al ritorno del gruppo, prima che la fatica presentasse il conto sull’ultima ascesa.
Da Torre Segalari, l’asperità introdotta nelle ultime tre edizioni per rompere la monotonia degli arrivi in volata che hanno a lungo caratterizzato la corsa, mancavano ancora 9 km al termine, e in testa si erano ritrovati, insieme ad Ulissi e agli ex fuggitivi, anche Matteo Busato, Enrique Sanz, Giulio Ciccone, Edoardo Zardini, Grega Bole e Daniele Ratto. Un drappello ben assortito e con squadre rappresentate da due (Southeast) o addirittura tre unità (Bardiani), ma che la mancanza di collaborazione ha rallentato al punto da consentire il rientro di Andrea Fedi, Francesco Gavazzi, Stephan Rabitsch e Stefan Schumacher.
Numerosi sono stati i tentativi di anticipare lo sprint, ma di fatto solo una foratura ha provveduto a scremare il drappello di testa, escludendo dalla contesa Sanz a 2 km dal traguardo.
Tutto si è così risolto nei 200 metri finali, in cui Ulissi ha provato a partire lungo, venendo però subito bruciato dal migliore spunto di Bole. Lo stesso sloveno pareva aver avuto troppa fretta di uscire, ma i tentativi di rimonta abbozzati da Fedi prima e Gavazzi poi si sono spenti al primo alito di vento in faccia. Il 30enne di Jesenice, tornato a militare in una formazione italiana come in quasi tutta la sua carriera, ad eccezione delle brevi parentesi nelle fila di Vacansoleil e CCC, ha potuto così festeggiare il primo successo del 2016, davanti proprio a Gavazzi e ad un Ulissi capace di riconquistare negli ultimi metri almeno il gradino più basso del podio. Quarto Fedi, davanti a Ciccone.
Il calendario italiano proseguirà domenica prossima con il Trofeo Laigueglia, dove potrebbero diventare protagonisti i velocisti non impegnati nella trasferta araba.
Matteo Novarini

Grega Bole, Francesco Gavazzi e Diego Ulissi sul podio (foto GP Costa degli Etruschi)