CUMBRE DEL SOL, LA CIMA DEI MIRACOLI: FROOME RISORGE, DUMOULIN DECOLLA

agosto 31, 2015
Categoria: News

Ancora un’erta breve e ripidissima nel finale, ripetuta due volte, sì, ma al primo giro abbastanza lontana dal traguardo da assumere un valore puramente esplorativo, senza alcuna implicazione tattica possibile. Ecco quindi la solita giostra di scatti, compressa nei dieci minuti finali di gara: i risultati sono quanto mai imprevedibili e avventizi, ma l’emozione resta superficiale.

C’è una fuga, certo, nella quale segnaliamo l’italiano Cattaneo per spirito combattivo, o Bouet e Geraint Thomas per pedigree, e magari anche Fraile, della piccola Caja Rural, che lotta col coltello tra i denti per mantenere la maglia di leader dei Gpm; però la sorte dell’evasione è segnata chiaramente, ben prima del finale, da un gruppo in cui è la Katusha a tirare a tutta forza: “Purito” ha in mente la rampa di garage conclusiva, una chiusura di tappa su cui è abitualmente imbattibile.
Ci sono cadute, e come no?, già nella prima ora di gara, oltretutto con vittime importanti, anche se niente a che vedere con i ritiri illustrissimi di ieri. Ci vanno di mezzo la maglia rossa del leader Chaves, e poi Aru, Pozzovivo, Dumoulin, Visconti… ma chi ha la peggio sono Landa, che non riuscirà a tenere il passo del gruppo e taglierà il traguardo a oltre un quarto d’ora, e Valverde, che accusa forti dolori al braccio e alla spalla, lamentando di non riuscire ad alzarsi sui pedali. Un bel problema con il finale odierno.
Il primo transito sul muro non suscita velleità di sorta, dato che il primo scollinamento e l’arrivo sono separati da oltre 40 km. Nel rush conclusivo si assommano agli sforzi dei Katusha anche i Movistar e gli Astana, mettendo fuori gioco la fuga molto prima che la faccenda si faccia seria.
Si arriva quindi alle durissime rampe della Cumbre del Sol con il gruppo compatto. È Quintana a sferrare il primo assalto: il colombiano, non è la prima volta in questa prima metà di Vuelta, cerca di alzare il ritmo fin da subito, di stirare il più possibile l’estensione di salita su cui davvero sia importante lo sforzo ascensionale, per far assomigliare il più possibile la musica del finale ai ritmi a lui più congeniali; vale a dire, non scatti da velocisti col naso all’insù ma semmai progressioni estenuanti, protratte. Ma non c’è verso, il terreno non lo consente, non solo quello dell’ultima ascesa, troppo a gradoni, bensì l’intero disegno di tappa, che consegna alle ultime rampe un “peloton” ancora numeroso e con le gambe frizzanti. È “Purito”, naturalmente, a non fidarsi e chiudere sul colombiano, con Aru attento subito dietro. Parte poi Valverde, in un bell’uno-due da parte dei Movistar che avremmo voluto vedere, magari, al Tour e possibilmente lontano dal traguardo – dato che, là sì, il terreno c’era.
La vittima di spicco e in un certo senso attesa è Froome, che si sgancia dalla coda del gruppetto dei migliori e resta isolato frullando disperatamente a vuoto.
Qui emerge un altro grosso problema legato al disegno delle tappe che la Vuelta propone quest’anno con ossessiva insistenza: l’assenza di difficoltà preventive fa sì che sia molto prevedibile lo stato di forma con cui si arriva al finale, perché non si apre un ventaglio di incognite legato al “come” si affrontino eventuali salite pregresse; una volta alla salita finale, essendo essa brevissima, compresa nei 10-15 minuti, è altresì calcolabilissimo quale sia lo sforzo da erogare per garantirsi la percorrenza ottimale; infine, trattandosi di veri e propri muri, su cui perfino i professionisti faticano a toccare i 15km/h, non c’è alcun rischio nel perdere contatto dal gruppo di testa, che avanza a scatti e fermate, perché la scia è irrilevante, e dunque non è importante rimanervi in contatto. Il risultato dell’equazione è che gli amanti dei ciclocomputer – e del compuciclismo – hanno vita facilissima nel giocare a mantenere come da copione i numeretti sullo schermo e raccoglierne i frutti, mentre chi duella, come da tradizione, in uno scontro diretto, finisce per pagare dazio.
Si sarà ormai capito che il tentennamento di Froome è stato, come tante volte ci è toccato vedere, naturalmente seguito da un puntuale rientro, e addirittura… ma non anticipiamo oltre.
Il discorso, comunque, non era ad personam: c’è anche Tom Dumoulin che, da bravo cronoman, dichiara di essersi avvantaggiato di questo tipo di approccio anche se, a dir la verità, lui indietro non c’è mai rimasto, anzi! E va pure detto che con tutti i “sono molto dimagrito” di questo mondo parliamo pur sempre di un atleta che a parità di statura pesa 5-6 kg più di Froome (almeno) e, insomma, la forza di gravità dovrebbe pur fare la propria parte.
La Vuelta tuttavia, si sa, riserva sorprese variegate, e così è proprio Dumoulin il primo a lanciarsi all’attacco dopo che Aru ha ricondotto Valverde alla ragione. Chaves, il leader, chiude su di lui, tallonato da Quintana, e i migliori tornano assieme – salvo Froome, ancora intento a risparmiare il fiato a una certa distanza dal fondo del gruppetto dei migliori. Valverde è in sofferenza, dopo il proprio allungo precedente, e forse comincia a sentire il dolore alla spalla, dato che oltre pendenze del 15% alzarsi sui pedali è un “must”… perfino per Chris Froome.
Tocca ad Aru attaccare, ma stavolta non riesce a fare la differenza: il sardo, per scalatore puro che sia, tende a inchiodarsi quando si va troppo oltre il 10%.
Dumoulin, ad ogni modo, che scalatore puro proprio non è, non ha di questi problemi, anzi senz’altro sente una gran gamba, tant’è che riparte in solitaria. Una breve contropendenza lo aiuta a spingere a fondo e aprire un buco significativo, mentre dietro si alternano all’inseguimento Chaves e… – è lui o non è lui? – certo che è lui! Il gomito largo è inconfondibile, parliamo proprio di Chris Froome! Sarà una trenata a fondo per riportare sotto il compagno Nicolas Roche? O Froome si spende in prima persona in questa sezione interlocutoria, lottando in un segmento di falsopiano contro un cronoman puro, perché di colpo ha energie da vendere?
Si scoprirà a breve, negli ultimi 800 metri che nuovamente tornano a impennarsi verso il cielo con punte del 18%.
Dumoulin vi entra con un vantaggio, piccolo ma indiscutibile: c’è da chiedersi quanto gli sarà costato fare a tutta il falsopiano, e lo stesso, naturalmente, vale per Froome.
Appena la strada torna a salire, si fa avanti Majka, ma è questione di pochi istanti prima che Froome riaccenda il motorino (figurativamente parlando) e in un lampo si riporti sul polacco, trascinandosi dietro solo un “Purito” digrignante. Chaves va in bambola, Quintana non ama queste fiammate, Aru si pianta dondolando da un lato all’altro della bici con il suo rapporto troppo duro.
Tocca a “Purito” provare la mossa d’orgoglio, sperare che quello di Froome sia stato un bluff e provare la sua tipica accelerazione da spaccamuri. Ma, anche se Majka accusa, Froome è ben lungi dal mollare. E Dumoulin è in vista.
Altra micidiale frullata dell’uomo Sky e “Purito”, dopo una lunghissima, straziante resistenza deve cedere una mezza dozzina di metri. Froome invece piglia e passa Dumoulin, ormai pronto a tagliare esultante il traguardo – se non che…
Se non che Dumoulin si appiccica alla ruota dell’inglese e, forte di uno sprint senza dubbio più efficace, a quanto pare per nulla spento dallo sforzo profuso, con autorevolezza lo salta senza ammettere repliche. Il cronoman olandese assicura di “essere migliorato molto in salita quest’anno” (lo saprà lui, perché noi gli abbiamo visto fare, prima della Vuelta, solo una top ten in un arrivo in salita degno di questo nome, e pure per un pelo, cioè arrivando decimo: ai ghiacciai di Sölden nel Giro di Svizzera, pur sempre a 1’40” dal vincitore Pinot e a un minuto da onestissimi comprimari come Spilak o Pozzovivo).
Scopriremo l’entità di questi miglioramenti mercoledì, nel tappone andorrano. Intanto, da parte dei colleghi, si sprecano gli “unbelievable” e gli “incredible”, anche se nel caso di alcune di queste uscite si potrebbe chiosare “da che pulpito”.
Froome si conferma pericolosissimo, nonostante la battuta a vuoto dell’altroieri e le incertezze viste nella facile salita di ieri (vanificate dall’arrivo in discesa). L’altalena prestazionale dell’inglese, sia a livello di carriera, sia di annata, sia… di singola ascesa!… è ormai un classico, quindi non ci stupiamo più, e ci limitiamo a prendere atto di un suo possibile, minacciosissimo rientro in gioco; c’è da augurarsi, per lo spettacolo, che ne prendano atto anche gli avversari, che badino un po’ di più a cercare di eliminarlo irreparabilmente al prossimo affanno (se mai ci sarà), invece che snobbarlo come troppo spesso in passato. Per un Nibali appiedato dalla caduta si sprecano le collaborazioni incrociate al fine di farlo fuori, a Froome invece non si fa la scortesia nemmeno quando si stacca per motivi puramente atletici. Ricordino, i rivali, che mentre l’anno scorso lor signori si dilettavano nelle ripicche tra i “tre tenori”, Froome storceva il collo, si spremeva, e alla fine della fiera il secondo, dietro al solo Contador, fu lui.
Aru, Valverde, “Purito” considerano, guardando alla propria carriera, di possedere quel “killer instinct” che invece ha da sempre contraddistinto il madrileno? Lo speriamo, sempre per lo spettacolo, perché altrimenti si fa incombentissimo il rischio di vedere un replay del Tour, tra un Froome traballante ma con un solido cuscinetto (lì La-Pierre-Sant-Martin, qui presumibilmente la crono) e un Quintana frenato dalla comproprietà con Valverde.
Intanto, comunque, “Purito”è terzo di giornata a una manciata di secondi, nonché, visto il crollo di Chaves, secondo nella generale. I podi, lo sappiamo, sono un po’ la sua specialità. Più indietro gli altri, con Aru che si riprende bene e arriva in spinta sull’arrivo, passando Majka; poi Quintana che segue col suo passo a venti, pesantissimi secondi, e quindi, dopo una bella pausa, entrano intorno al mezzo minuto e in rapida successione Valverde, Roche (l’altro uomo Sky, ancora quarto nella generale!) e Pozzovivo. Sono gli uomini della top ten della classifica, con l’aggiunta di Chaves che vi rimane in virtù del grosso vantaggio accumulato finora, ma che in un solo km perde quasi un minuto. Saranno loro a darci più credibili responsi nell’imperdibile tappone di mercoledì, disegnato – e non è un modo di dire – da “Purito” in persona.

Gabriele Bugada

ORDINE D’ARRIVO

1 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin 4:09:55
2 Christopher Froome (GBr) Team Sky 0:00:02
3 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:00:05
4 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:00:16
5 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:00:18
6 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:00:20
7 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team
8 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:00:31
9 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:00:33
10 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:00:34
11 Sergio Luis Henao (Col) Team Sky 0:00:49
12 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:00:55
13 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:00:56
14 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:00:59
15 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
16 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:01:08
17 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:01:14
18 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:01:18
19 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:01:21
20 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:01:31
21 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo 0:01:37
22 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:01:48
23 Rodolfo Torres (Col) Colombia 0:01:52
24 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
25 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling
26 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
27 Larry Warbasse (USA) IAM Cycling
28 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:02:06
29 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits
30 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:02:16
31 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:02:17
32 Romain Hardy (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:02:30
33 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:02:45
34 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:02:49
35 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
36 Peter Velits (Svk) BMC Racing Team
37 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
38 Haimar Zubeldia (Spa) Trek Factory Racing 0:03:01
39 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:03:03
40 Amets Txurruka (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
41 Cyril Lemoine (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:03:21
42 Pawel Poljanski (Pol) Tinkoff-Saxo 0:04:13
43 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:04:25
44 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha
45 Eduard Vorganov (Rus) Team Katusha
46 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
47 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team
48 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling
49 Luis Mas (Spa) Caja Rural-Seguros RGA
50 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:04:43

CLASSIFICA GENERALE

1 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Alpecin 35:22:13
2 Joaquim Rodriguez (Spa) Team Katusha 0:00:57
3 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 0:00:59
4 Nicolas Roche (Irl) Team Sky 0:01:07
5 Alejandro Valverde (Spa) Movistar Team 0:01:09
6 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:13
7 Nairo Quintana (Col) Movistar Team 0:01:17
8 Christopher Froome (GBr) Team Sky 0:01:18
9 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 0:01:47
10 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:01:52
11 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:02:17
12 Louis Meintjes (RSA) MTN – Qhubeka 0:02:25
13 Daniel Moreno Fernandez (Spa) Team Katusha 0:02:26
14 Sergio Luis Henao (Col) Team Sky 0:03:13
15 Gianluca Brambilla (Ita) Etixx – Quick-Step 0:03:46
16 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team 0:04:04
17 Bart De Clercq (Bel) Lotto Soudal 0:04:28
18 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:04:43
19 Romain Sicard (Fra) Team Europcar 0:04:47
20 Daniel Navarro (Spa) Cofidis, Solutions Credits 0:05:07
21 Fabrice Jeandesboz (Fra) Team Europcar 0:05:26
22 Stéphane Rossetto (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:06:00
23 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:06:45
24 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:09:32
25 David Arroyo (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:10:27
26 Haimar Zubeldia (Spa) Trek Factory Racing 0:12:38
27 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 0:13:47
28 George Bennett (NZl) Team LottoNL-Jumbo 0:14:12
29 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:15:36
30 José Gonçalves (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:16:58
31 Alberto Losada Alguacil (Spa) Team Katusha 0:17:16
32 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:17:56
33 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Etixx – Quick-Step 0:18:28
34 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 0:19:57
35 Rodolfo Torres (Col) Colombia 0:20:15
36 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:21:21
37 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 0:21:34
38 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:21:54
39 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:23:24
40 Tosh Van Der Sande (Bel) Lotto Soudal 0:25:01
41 Amets Txurruka (Spa) Caja Rural-Seguros RGA 0:26:57
42 Jerome Coppel (Fra) IAM Cycling 0:27:04
43 Lawson Craddock (USA) Team Giant-Alpecin 0:28:23
44 Jesper Hansen (Den) Tinkoff-Saxo 0:28:57
45 Nelson Oliveira (Por) Lampre-Merida 0:32:52
46 Ruben Plaza Molina (Spa) Lampre-Merida 0:34:08
47 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:34:14
48 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 0:35:15
49 Ricardo Vilela (Por) Caja Rural-Seguros RGA 0:35:48
50 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits 0:36:39

Dumoulin vince in vetta allarcigno traguardo di Cumbre del Sol mentre sullo sfondo si staglia minaccioso Froome (Getty Images Sport)

Dumoulin vince in vetta all'arcigno traguardo di Cumbre del Sol mentre sullo sfondo si staglia minaccioso Froome (Getty Images Sport)

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