L’ULTIMO SQUILLO E’ DI KEISSE
Il belga batte Durbridge in uno sprint a due sul traguardo di Milano, al termine di una fuga di 30 km. Beffate le squadre dei velocisti, troppo disorganizzate negli ultimi due giri per chiudere sugli attaccanti. Nessun cambiamento in classifica, con Contador che sale sul gradino più alto del podio davanti ad Aru e Landa. Nizzolo, 5°, si assicura la maglia rossa.
In quell’atmosfera da ultimo giorno di scuola che quasi sempre accompagna le passerelle per velocisti in chiusura delle grandi corse a tappe, il Giro d’Italia 2015 si è chiuso con lo sprint vincente di Iljo Keisse. Uno sprint diverso, però, da quello immaginato, dato che il 32enne pistard fiammingo ha avuto bisogno di regolare il solo Luke Durbridge, altro figlio dei velodromi, anziché il gruppo compatto, beffato dall’attacco delle due locomotive ad una trentina di chilometri dal traguardo.
L’azione buona è nata nel corso del secondo dei sette giri sul circuito milanese, mesta controparte di quello dei Campi Elisi che accoglie l’epilogo del Tour de France. Le formazioni dei velocisti hanno atteso qualche chilometro di troppo ad entrare in azione, regalando in breve ai due un tesoretto di una quarantina di secondi. Un margine da concedere con cautela a due passisti del calibro di Keisse e (soprattutto) Durbridge, ma che forse sarebbe stato ancora recuperabile, se le intempestive forature di König e Mezgec non avessero costretto a rallentare Team Sky e Giant Alpecin.
Quando, al suono della campanella, il gruppo è passato sul traguardo con 31’’ da recuperare in meno di cinque chilometri e mezzo, l’epilogo a ranghi compatti pareva già in discussione, ed è bastata un’esitazione ai -4 dal termine per garantire ai battistrada il buon esito dell’azione. Keisse, lasciando Durbridge davanti nell’ultimo chilometro e mezzo, ha avuto modo di cominciare lo sprint dalla posizione più favorevole, regolando agevolmente l’australiano e cogliendo il primo grande successo di una carriera su strada assai meno brillante di quella su pista, costellata di Sei Giorni (22).
La volata del gruppo, vinta da Kluge su Porsev e Nizzolo, è servita soltanto a garantire a quest’ultimo una maglia rossa che compensa in parte l’amarezza della mancata vittoria di tappa. Nulla hanno potuto Modolo e Viviani, candidati a soffiargliela in caso di successo, e Philippe Gilbert, che ha onorato fino in fondo un Giro già impreziosito da due pezzi d’autore andando in caccia di punti al traguardo volante di Novara, prima di essere tagliato definitivamente fuori da un’altra foratura. Una tra le tante, al punto da far sospettare che qualche buontempone, della stessa risma di quello che tre anni fa si divertì a sparger chiodi nella discesa del Mur de Péguère, avesse arricchito artificialmente il manto stradale.
Prima di dare appuntamento al Giro per il maggio prossimo, con la probabile partenza olandese da Apeldoorn, il pubblico milanese ha tributato i meritati omaggi ad Alberto Contador, giusto vincitore di un’edizione tra le più memorabili della storia recente: frenetica sin dai primi giorni, con gli attacchi a ripetizione della Astana, la gara ha vissuto tra Aprica, Verbania e Sestriere tre giornate da ricordare, senza trascurare perle come le già citate vittorie di Gilbert o quelle di Formolo e Zakarin. Tra tutte, sceglieremmo la frazione del Finestre come istantanea del Giro 2015, la tappa che ha aggiunto l’ultimo grano al rosario dei rimpianti della Astana: se Aru non avesse contratto il virus che lo ha debilitato prima del Romandia, se Landa non fosse caduto ai piedi del Monte Ologno, se il basco fosse stato lasciato libero di andarsene sul Mortirolo o di fare la sua corsa dall’inizio…
A nostro avviso, l’unico vero rammarico che i kazaki si porteranno dietro sarà quello di aver dato per chiusa con un giorno o due d’anticipo la questione maglia rosa. Fino a giovedì, Martinelli poteva forse aver preso alcune decisioni discutibili (rallentare Landa sul Mortirolo, limitarsi a fare l’andatura verso Madonna di Campiglio anziché sganciare qualche pedina), ma correndo sempre con la massima intraprendenza; dopo il minuto concesso a Contador a Verbania, i due alfieri Astana hanno invece ammesso di pensare a difendere il secondo e il terzo gradino del podio, puntando magari ad aggiungere altri successi di tappa ai tre già ottenuti. Un obiettivo, quest’ultimo, centrato con la doppietta di Aru, arrivata però in coda a due frazioni condotte senza la baldanza dei giorni precedenti. E se non c’è motivo di credere che Contador avesse particolari difficoltà venerdì (ma nemmeno gli uomini in azzurro hanno fatto qualcosa per verificarne l’eventuale esistenza), non c’è dubbio che la giornata nera di ieri sia stata nascosta per due terzi abbondanti del Finestre anche grazie all’andatura tutt’altro che forsennata imposta fino a quel momento.
Certo, se è vero che, con il senno di poi, è facile trovare alcuni snodi chiave in cui la corsa sarebbe potuta volgere a favore di Aru o Landa e non lo ha fatto, per una ragione o per un’altra, è altrettanto vero che non basta tutto questo a delegittimare la vittoria di Contador. Non soltanto perché lo stesso Pistolero ha avuto la sua dose di malasorte (la caduta con sublussazione alla spalla di Castiglione della Pescaia, quella di Jesolo con annessa perdita della maglia rosa, la foratura nella discesa dell’Aprica) o perché il madrileno si è dovuto destreggiare da solo nella tenaglia della Astana, regolarmente lasciato solo in montagna da un Kreuziger sottotono e degli ormai arrugginiti Rogers (comunque il migliore, nel complesso) e Basso, ma anche e soprattutto perché soltanto ai più grandi è concesso di vincere una corsa come il Giro senza essere al meglio della condizione.
Il principale merito di Contador è stato forse proprio quello di indurre gli avversari a crederlo un tantino più forte di quanto non fosse in realtà , approfittando al massimo di ogni occasione di mettere secondi da parte e dell’opportunità rappresentata dalla cronometro di Valdobbiadene. Piazzando i colpi giusti al momento giusto, lo spagnolo è riuscito ad apparire fuori portata anche quando, in termini di prestazione pura, qualcuno (Landa su tutti) aveva probabilmente qualcosa di più, anche prima del passaggio a vuoto del Finestre. Se per molti è già difficile vincere un Grande Giro con la miglior gamba del lotto, Contador è forse l’unico corridore in attività a poterci riuscire senza.
Per i due avversari sconfitti, Aru e Landa, il bilancio rimane comunque più che positivo: per il sardo si tratta di una tutt’altro che scontata conferma dopo un grande 2014, oltre che di una dimostrazione di crescita, prima per l’atteggiamento ben più di intraprendente dell’anno passato che per il gradino del podio scalato; per il basco, è la prima piena dimostrazione di un talento sin qui lasciato solo intravedere, e forse mai in questa misura. Il tempo, alla luce delle date di nascita (3 luglio 1990 e 13 dicembre 1989, rispettivamente), è dalla loro parte.
Nel tracciare i bilanci di un Giro il cui giudizio finale è senz’altro più che positivo, è tuttavia doveroso evidenziare il livello non eccelso, in termini eufemistici, dei corridori immediatamente alle spalle dei tre che si sono contesi la maglia rosa. Di certo, le peripezie di Uran – giunto solo nelle ultime due frazioni alpine ad una condizione vicina al 100% – e di Porte – dimostratosi ancora una volta del tutto inadeguato a guidare una squadra in un GT, al di là delle tante disavventure – hanno pesato non poco, ma, fra gli altri, i soli Hesjedal e Kruijswijk hanno saputo reggere con regolarità il confronto con i migliori sulle grandi montagne, dopo un avvio ad handicap. E se su Trofimov, ottimo tra Campiglio e Aprica, aleggia il dubbio di un’influenza negli ultimi giorni, Amador, König, Caruso e Geniez sono arrivati ad occupare la top 10 non soltanto pagando sempre e pesantemente in salita, ma senza neppure prendere un’iniziativa degna di nota. Il fatto stesso che il canadese, pressoché fuori classifica dopo quattro giorni, sia riuscito a risalire fino al quinto posto dice della qualità tutt’altro che eccelsa della classe media del Giro, oltre che delle indiscusse doti del vincitore dell’edizione 2012.
Mai come quest’anno, calato il sipario sul Giro, la testa corre subito al Tour de France, dove Contador proverà a portare a compimento il secondo e più difficile atto del suo progetto di doppietta. Un progetto attuabile soltanto a condizione che la forma di luglio sia migliore di quella di maggio: se classe ed esperienza sono state per il momento sufficienti a frustrare le ambizioni di Landa e Aru, difficilmente basteranno al cospetto di Froome, Nibali e Quintana, suoi sfidanti alla Grande Boucle.
Matteo Novarini
ORDINE D’ARRIVO
1 Iljo Keisse (Bel) Etixx – Quick-Step 4:18:37
2 Luke Durbridge (Aus) Orica GreenEdge
3 Roger Kluge (Ger) IAM Cycling 0:00:09
4 Alexander Porsev (Rus) Team Katusha
5 Giacomo Nizzolo (Ita) TrekRacing
6 Luka Mezgec (Slo) Team Giant-Alpecin
7 Elia Viviani (Ita) Team Sky
8 Moreno Hofland (Ned) Team LottoNL-Jumbo
9 Davide Appollonio (Ita) Androni Giocattoli
10 Elia Favilli (Ita) Southeast Pro Cycling
11 Anthony Roux (Fra) FDJ.fr
12 Fabio Sabatini (Ita) Etixx – Quick-Step
13 Sacha Modolo (Ita) Lampre-Merida
14 Eduard Michael Grosu (Rom) Nippo – Vini Fantini
15 Bartlomiej Matysiak (Pol) CCC Sprandi Polkowice
16 Eugert Zhupa (Alb) Southeast Pro Cycling
17 Maximiliano Richeze (Arg) Lampre-Merida
18 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
19 Petr Vakoc (Cze) Etixx – Quick-Step
20 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
21 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr
22 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling
23 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
24 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
25 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team
26 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team
27 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team
28 Kévin Reza (Fra) FDJ.fr
29 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
30 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo
31 Pier Paolo De Negri (Ita) Nippo – Vini Fantini
32 Aleksejs Saramotins (Lat) IAM Cycling
33 Tom Jelte Slagter (Ned) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
34 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team
35 Boy Van Poppel (Ned) TrekRacing
36 Mauro Finetto (Ita) Southeast Pro Cycling
37 Rick Flens (Ned) Team LottoNL-Jumbo
38 Luca Paolini (Ita) Team Katusha
39 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha
40 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step
41 Silvan Dillier (Swi) BMC Racing Team
42 Marcus Burghardt (Ger) BMC Racing Team
43 Sonny Colbrelli (Ita) Bardiani CSF 0:00:18
44 Ivan Rovny (Rus) Tinkoff-Saxo
45 Manuele Boaro (Ita) Tinkoff-Saxo
46 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo
47 Patrick Gretsch (Ger) AG2R La Mondiale
48 Marco Coledan (Ita) TrekRacing
49 Fabio Felline (Ita) TrekRacing
50 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge
CLASSIFICA GENERALE
1 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo 88:22:25
2 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:01:53
3 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:03:05
4 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:08:10
5 Ryder Hesjedal (Can) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:09:52
6 Leopold Konig (Cze) Team Sky 0:10:41
7 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo 0:10:53
8 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:12:08
9 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:15:51
10 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha 0:16:14
11 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:17:51
12 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:25:12
13 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:28:05
14 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step 0:28:26
15 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:30:35
16 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:40:36
17 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:48:24
18 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:50:32
19 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 1:03:38
20 Carlos Betancur (Col) AG2R La Mondiale 1:17:27
21 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 1:19:27
22 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 1:21:38
23 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 1:24:57
24 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 1:30:49
25 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 1:35:24
26 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 1:45:52
27 Ion Izagirre (Spa) Movistar Team 1:46:30
28 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo 1:47:03
29 Benat Intxausti (Spa) Movistar Team 1:49:22
30 Jonathan Monsalve (Ven) Southeast Pro Cycling 1:50:19
31 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 1:53:39
32 Fabio Felline (Ita) TrekRacing 1:55:57
33 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 2:11:06
34 David De La Cruz (Spa) Etixx – Quick-Step 2:15:27
35 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 2:17:30
36 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 2:22:52
37 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha 2:23:10
38 Igor Anton (Spa) Movistar Team 2:27:19
39 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team 2:30:21
40 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 2:39:20
41 Sebastian Henao (Col) Team Sky 2:39:28
42 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale 2:44:08
43 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 2:44:29
44 Ilnur Zakarin (Rus) Team Katusha 2:45:10
45 Sylwester Szmyd (Pol) CCC Sprandi Polkowice 2:45:21
46 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 2:46:57
47 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 2:48:49
48 Branislau Samoilau (Blr) CCC Sprandi Polkowice 2:49:01
49 Alessandro Bisolti (Ita) Nippo – Vini Fantini 2:51:45
50 Simone Stortoni (Ita) Androni Giocattoli 2:51:48

Alberto Contador brinda alla vittoria finale (foto Tim De Waele/TDWSport.com)