LA DURA LEGGE DEL GIRO: VERBANIA VIOLENTA, CAMPIONI SUGLI SCUDI

maggio 29, 2015
Categoria: News

Non c’è pace al Giro: e se in testa alla corsa Gilbert fa la corsa con la testa per andare a cogliere un bis da campione, per la generale Contador infila la forchetta in un piatto di vendetta ancora tiepido. Le pietanze fredde non fanno per lo spagnolo, che manda in ebollizione la gara assieme a un Hesjedal in stato di grazia: l’Astana resta in frigo per domani, con la speranza che Alberto non stia finendo per bruciarsi il Tour.

Una matrioska: altro che le due gare in una che deliziano i tifosi, specie al Tour, quando la sfida si sdoppia tra tappa, contesa dai fuggitivi, e classifica generale, con la lotta dei migliori qualche minuto più indietro. No, quattro, otto, sedici gare in una, in un gioco di scomposizioni e simmetrie che ricorda un frattale o la magia di un caleidoscopio.
Siamo alla 18esima tappa, e finora solo un paio di giornate non hanno visto convulsioni – o veri e propri sconvolgimenti – nella classifica generale. Tra cadute, penalizzazioni, scaramucce, scatti in faccia, pioggia battente, forature o attacchi a tradimento se ne sono viste di tutti i colori, almeno fino alle sponde placide del Lago di Lugano, che ieri hanno regalata sole e tregua.
Ci si aspettava, ormai, che il Lago Maggiore non offrisse altro che un riflesso appena appena sfalsato della giornata appena trascorsa. Il tracciato era promettente, promettentissimo, ma con la due giorni in alta quota e da duecento o più km a botta che sia inaugura domani, l’ovvia aspettativa di tutti e che si sarebbe concessa via libera alla fuga, e dietro tutti assieme a rifiatare. Un copione già scritto, insomma: volata ieri, fuga fiume oggi.
Curiosamente, però, la fuga ce ne mette per partire: la fatica fa paura, e il retropensiero di finire travolti dalle sfuriate dei grandi nomi forse ingolfa molti. Alla fin fine, però, la fuga si fa, e com’era ovvio con queste premesse si tratta di gente scafata – oppure molto affamata.
Alla prima categoria appartengono veri e propri monumenti come Gilbert, Chavanel e Nocentini, oppure anche gregari di lungo corso come De La Cruz, Siutsou, Moinard, Weening. Alla seconda, un fresco pro come Busato, secondo a Forlì, o giovani come Villella, o ancora Bongiorno, forse il più affamato dopo la beffa dello Zoncolan dell’anno scorso quando fu abbattuto da un tifoso che voleva spingerlo e così finì per fare terzo. C’è pure Cunego, che non si saprebbe in quale delle due categorie inserire, forse entrambe o forse nessuna, ma fatto sta che in una giornata per lui adattissima la sfortuna lo fulmina in forma di caduta e frattura, con triste addio al Giro.
Così la fuga va, si prende i suoi dieci e passa minuti, insomma si gioca la tappa.
E subito sdoppia la propria storia: sull’impervia salita principale di giornata, prima del finale tutto chicane e toboga, comincia la gara tra scalatori e scattisti da classiche. Davanti tirano De La Cruz e uno scatenato Bongiorno, con Moinard sulle ruote (ha dietro il capitano Gilbert) e Siutsou a traino. Dietro arrancano Chavanel, Gilbert, Nocentini, ai quali si aggregherà poi un irriduccibile Busato. Dal Gpm in poi, la lotta di quelli che inseguono e per rientrare, ma tra quelli davanti è per staccarsi, con Bongiorno sempre più infiammato: col senno di poi, un grave errore (qualche dritta dall’ammiraglia non sarebbe stata male), perché il giovane scalatore era l’uomo con più energie in vista di una volata a quattro. Ma la discesa incombe, e i cacciatori agguantano le prede. E qui comincia subito un’altra corsa, un one-man-show: perché Gilbert catturati i fagiani, li infilza allo spiedo seduta stante, e approfittando di una contropendenza a salire invece che rifiatare, rilancia lo scatto, ben supportato alle spalle dal compagno Moinard che fa da guardiano. Il gesto tecnico è splendido e porta le stimmate della vittoria, anche se la meta è lontana una ventina di km e la sfida è di sei contro uno. La strada è quasi tutta all’ingiù e Gilbert traccia ogni curva con la violenta precisione di un calligrafo giapponese. La pedalata è rotonda, potente, insensibile ai cambi di pendenza. Il belga esulta senza scaramanzia e sorride agli spettatori quando ancora i km all’arrivo sono almeno cinque. Maestoso. Agli altri non resta che bisticciare in una sottocorsa che si apre dentro quella principale, e dalla quale uscirà vincitore Bongiorno, allungando su un falsopiano nel finale: ma di questa corsa nella corsa è più piccolino pure il premio, solo il secondo posto.
Se però guardiamo attraverso l’arco del traguardo come attraverso uno specchio, e ripercorriamo la strada correndo indietro nel tempo, scopriamo che si corre un’altra gara, lì dietro – e che gara!
L’avvicinamento all’imbocco della salita è frenetico, la strada serpeggia intrappolata tra lago e montagna e la Tinkoff si è messa in testa per tutelare Contador. Una caduta, però, spezza il gruppo: finisce a terra in massa la Sky, con tutti i marginali vantaggi di ruote a 10 atm e cerchi superrigidi, ma finisce a terra pure Landa, il numero due in generale, lo scalatore prodigio al top della forma di casa Astana, colpevolmente fuori posto tra i rischi della retroguardia. La Tinkoff non scorda le premesse che ci han regalato un meraviglioso Mortirolo, e pesta ancor di più sul gas. Landa insegue a tutta con un paio di compagni e un’ammiraglia a fargli la scia.
Bastan due rampe per fare esplodere la corsa, e pure la Tinkoff. Kreuziger prova a imbastire due trenatine, ma proprio non ne ha. E allora è Contador che lancia un paio d’occhiate a destra e a manca, e poi se ne va, sinuoso com’è nel suo peculiare stile, leggerissimo, come ignaro dei quasi cinquanta km che lo separano dall’arrivo, e dal nulla che lo precede (troppo enorme la voragine di spazio-tempo che separa gli universi paralleli di fuga e gruppo).
Accenna un tentativo di tenergli le ruote Kruijswijk, e poi Hesjedal, ma a breve svaniscono, evaporano, lasciando nella bolla dell’universo in maglia rosa un unico abitante, che ascende solo, pensando chissà cosa, forse a chi gli dà la caccia li dietro, forse all’enorme cronometro che l’attende, quasi sicuramente non al Tour, però.
Non si volta più per un bel pezzo, Alberto, mentre dietro un gruppo piccolo piccolo si stringe nelle proprie incertezze, con Aru che si prepara a fare ancora tanta e tanta fatica, la Movistar che tira per attaccare il secondo posto di Landa o sai tu perché. E ancora più indietro, nel nastro di tempo e di strada, c’è Landa, solo pure lui simmetricamente a Contador, e specularmente al compatriota costretto a un inseguimento disperato a un rivale che ha quasi un minuto di vantaggio.
La salita è dura, interminabile. Aru vive scortato da Kangert la sua particolare agonia, attaccato di grinta e coraggio alla coda del gruppetto dei “migliori”. Contador comincia a stentare, Landa rientra sul resto della compagnia.
E là davanti a Contador scende la catena, materialmente. Potrebbe essere la svolta, ma lo spagnolo mette mano al deragliatore e torna in pista appena in tempo per ricevere giusto una spinta dal meccanico sceso di corsa dall’ammiraglia. La sua pedalata è via via più stentata, la ruota anteriore serpeggia come sulle pendenze più aspre Mortirolo, il distacco rimane stabile anche se l’inseguitore è un encomiabilissimo Visconti.
La chiave di volta sarà il canadese Hesjedal, unico inseguitore che non si è dato per vinto e che resta lungo tutta la salita a qualche centinaio di metri da Contador, reggendosi a un elastico più o meno stirato ma mai rotto.
Appena la maglia rosa si accorge di essere pedinato da vicino, allenta il ritmo, anche se progressivamente, e si fa riprendere dall’indomito canadese proprio sul Gpm. Dopo qualche tentennamento (Hesjedal si era infuriato con la Tinkoff per non aver ricevuto via libera sui propri tentativi di fuga della prima ora nella tappa del Mortirolo), la collaborazione si trova, e sarà fondamentale, anche grazie all’apporto del giovane Villella, fermato apposta raccogliendo i dividendi della sua posizione di fuggitivo.
Inizia così un confronto a distanza, reso ancor più confuso dai rilevamenti GPS impazziti, su un terreno quantomai imprevedibile.
Aru si mette anche a lavorare in prima persona, collaborando con Movistar e Katusha all’inseguimento: alla fine la lunga caccia si tradurrà in un pareggio, poco più di un minuto al traguardo proprio come allo scollinamento, ma è un pareggio amaro per chi insegue, visto che congela il vantaggio ottenuto in salita da Contador; oltretutto gli inseguitori avevano dalla loro la forza dei numeri.
Hesjedal irrompe in top ten con il suo approccio aggressivo e promette di continuare la battaglia, Contador, pur avendo cercato di collaborare con misura, taglia il traguardo affaticato ma con un consolidamento importante del proprio primato. La girandola di cambiamenti nel caleidoscopio della gara l’ha favorito affiancandogli Hesjedal e addirittura il relativo gregario, Villella: ma è stato un giusto premio al coraggio dimostrato lanciandosi in un attacco solitario a fondo quando mancavano quasi 50 km alla fine, a dispetto della superiorità numerica di chi inseguiva. Così corrono i grandi. Sono volati pugni a tutto guantone e guardia bassa. L’Astana è apparsa distratta nel proteggere Landa e poi timida, propensa a difendere il podio più che ad attaccare la maglia rosa. O si trattava di risparmiare le forze in vista di una battaglia campale domani? Sarebbe bello, ma non facile.
D’altronde con il Giro eclatante che abbiamo avuto fin qui, non ci sarebbe di che lamentarsi nemmeno se, ahinoi, finissero con una volata di gruppo pure i tapponi alpini, e non solo la passerella di Milano!

Gabriele Bugada

ORDINE D’ARRIVO

1 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team 4:04:14
2 Francesco Bongiorno (Ita) Bardiani CSF 0:00:47
3 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 0:01:01
4 Matteo Busato (Ita) Southeast Pro Cycling
5 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team
6 David De La Cruz (Spa) Etixx – Quick-Step
7 Rinaldo Nocentini (Ita) AG2R La Mondiale
8 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky
9 Chad Haga (USA) Team Giant-Alpecin 0:02:42
10 Pieter Weening (Ned) Orica GreenEdge 0:03:55
11 Ryder Hesjedal (Can) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:06:05
12 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo
13 Davide Villella (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:06:38
14 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:07:18
15 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo
16 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team
17 Leopold Konig (Cze) Team Sky
18 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani CSF
19 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team
20 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha
21 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal
22 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli
23 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team
24 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
25 Andrey Amador (CRc) Movistar Team
26 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr
27 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal
28 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team
29 Maxim Belkov (Rus) Team Katusha
30 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 0:11:34
31 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team
32 Mauro Finetto (Ita) Southeast Pro Cycling 0:14:45
33 Hubert Dupont (Fra) AG2R La Mondiale
34 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step
35 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo
36 Nikolay Mihaylov (Bul) CCC Sprandi Polkowice
37 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
38 Diego Ulissi (Ita) Lampre-Merida
39 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team
40 Lars Ytting Bak (Den) Lotto Soudal
41 Clement Chevrier (Fra) IAM Cycling
42 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step
43 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team
44 Carlos Betancur (Col) AG2R La Mondiale
45 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
46 Ruben Fernandez (Spa) Movistar Team
47 Adam Hansen (Aus) Lotto Soudal
48 Sander Armee (Bel) Lotto Soudal
49 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team
50 Simone Stortoni (Ita) Androni Giocattoli

CLASSIFICA GENERALE

1 Alberto Contador (Spa) Tinkoff-Saxo 72:23:09
2 Mikel Landa Meana (Spa) Astana Pro Team 0:05:15
3 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team 0:06:05
4 Andrey Amador (CRc) Movistar Team 0:07:01
5 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha 0:09:40
6 Leopold Konig (Cze) Team Sky 0:10:44
7 Damiano Caruso (Ita) BMC Racing Team 0:11:05
8 Steven Kruijswijk (Ned) Team LottoNL-Jumbo 0:12:53
9 Ryder Hesjedal (Can) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:13:01
10 Alexandre Geniez (Fra) FDJ.fr 0:14:01
11 Maxime Monfort (Bel) Lotto Soudal 0:15:17
12 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto Soudal 0:17:12
13 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 0:21:15
14 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:21:25
15 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:28:11
16 Rigoberto Uran (Col) Etixx – Quick-Step 0:30:52
17 Darwin Atapuma Hurtado (Col) BMC Racing Team 0:33:24
18 Carlos Betancur (Col) AG2R La Mondiale 0:41:13
19 Mikel Nieve (Spa) Team Sky 0:42:22
20 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team 0:46:40
21 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo 0:53:39
22 Davide Formolo (Ita) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 0:57:01
23 Dario Cataldo (Ita) Astana Pro Team 1:02:01
24 Ion Izagirre (Spa) Movistar Team 1:07:17
25 Andre Cardoso (Por) Cannondale-Garmin Pro Cycling Team 1:10:07
26 Diego Rosa (Ita) Astana Pro Team 1:11:23
27 Stefano Pirazzi (Ita) Bardiani CSF 1:12:25
28 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team 1:23:16
29 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 1:26:50
30 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 1:31:47
31 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky 1:33:01
32 Jonathan Monsalve (Ven) Southeast Pro Cycling 1:34:43
33 Benat Intxausti (Spa) Movistar Team 1:35:35
34 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida 1:36:07
35 Luis Leon Sanchez (Spa) Astana Pro Team 1:40:16
36 David De La Cruz (Spa) Etixx – Quick-Step 1:44:58
37 Mauro Finetto (Ita) Southeast Pro Cycling 1:46:57
38 Fabio Felline (Ita) TrekRacing 1:47:20
39 Igor Anton (Spa) Movistar Team 1:47:27
40 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 1:47:40
41 Grega Bole (Slo) CCC Sprandi Polkowice 1:48:39
42 Martijn Keizer (Ned) Team LottoNL-Jumbo 1:49:10
43 Francesco Bongiorno (Ita) Bardiani CSF 1:51:45
44 Pavel Kochetkov (Rus) Team Katusha 1:55:25
45 Esteban Chaves (Col) Orica GreenEdge 2:01:54
46 Maxime Bouet (Fra) Etixx – Quick-Step 2:02:16
47 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale 2:04:27
48 Francis Mourey (Fra) FDJ.fr 2:04:59
49 Francesco Gavazzi (Ita) Southeast Pro Cycling 2:05:15
50 Sebastian Henao (Col) Team Sky 2:07:35

Contador allattacco sul Monte Ologno (foto Bettini)

Contador all'attacco sul Monte Ologno (foto Bettini)

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