GRAVELLONA TOCE – CERVINIA: UN TAPPONE PER BRINDARE ALL’ANNIVERSARIO

maggio 29, 2015
Categoria: News

È il 150° anniversario della conquista della vetta del Cervino e per la tappa che si concluderà nell’occasione al piedi della montagna valdostana l’organizzazione del Giro ha predisposto un tracciato in grado di far scrivere ai “girini” una pagina di storia sportiva che possa competere con quella vergata sulla pietra il 14 luglio del 1865. Ci sarà la possibilità di scardinare la classifica negli ultimi 85 dei 236 Km che si dovranno percorrere per andare da Gravellona Toce a Cervinia, grazie a tre ascese non impossibili ma notevolmente esigenti in termini d’energie lasciate lungo la strada. Mancheranno pendenze mirabolanti, ma i molti chilometri da percorrere verso l’alto e 3255 metri di dislivello complessivo lasceranno sicuramente un indelebile segno, a soli tre giorni dal termine del Giro.

Dopo tanto peregrinare per lo stivale italico è arrivato il momento del tappone. Il termine, di genesi squisitamente ciclistica, identifica quelle frazioni che abbondano in tutto, dai chilometraggi “oversize” al numero delle salite, di solito 4 o 5, sparse lungo l’intero asse della tappa. Ma la frazione che, venerdì 29 maggio, condurrà i “girini” da Gravellona Toce a Cervinia asseconderà solo il primo aspetto – si percorreranno 236 Km, seconda tappa per distanza dopo quella di Fiuggi – poiché il nuovo modo di concepire queste giornate da parte degli organizzatori, adottato in questi ultimi anni, prevede di concentrare le difficoltà nel finale, lasciando decisamente sgombre le fasi iniziali allo scopo di evitare lente transumanze in partenza e vere e proprie ecatombi nel finale, con molti corridori a rischio tempo massimo. Le tappe vecchia maniera sono diventate rarità, anche se di tanto in tanto capita ancora di vederle spuntare sulla cartografia del Giro, com’è stato in occasione della frazione del Mortirolo di questa edizioe, di quella della Val Martello proposta l’anno passato (che proprio tappone non era a causa degli appena 139 Km) e la Arabba – Passo Fedaia del 2008. Tornando all’attualità, le tre salite che si dovranno affrontare nel finale non saranno impossibili ma, messe assieme, costituiranno uno sforzo di non poco conto: basti dire che negli ultimi 85 Km, se ne dovranno affrontare ben 52 Km di salita, superanno 3255 di dislivello e una pendenza media “globale” del 6,2%, numeri che – a tre giorni dalla tappa conclusiva del Giro – potrebbero chiedere un conto salatissimo a chi si fosse presentato a questo punto della gara in debito d’energie. E a ricordare il “peso” di questo percorso c’è il precedente del 1997, quando la tappa che terminava a Cervinia, molto simile a questa nel disegno e nel chilometraggio, fu determinante per la classifica finale, con l’attacco di Gotti sul Col Saint-Pantaléon, che sarà della “partita” anche quest’anno, e la conquista di quella maglia rosa che poi il bergamasco consoliderà strada facendo e porterà sino a Milano. Con la differenza, rispetto a quel giorno, che allora la tappa di Cervina fu affrontata a mezzo Giro e non in fin di corsa.
La tappa prenderà le mosse, come detto, da Gravellona Toce, alle porte del Verbano, e vedrà il gruppo sfilare nel tratto iniziale lungo la riva orientale del Lago d’Orta, nel cui mezzo si adagia placida l’Isola di San Giulio, dal 1973 sede di un’abbazia benedettina femminile di clausura e sulla quale “visse due volte” il Barone Lamberto, personaggio creato dalla fantasia dello scrittore Gianni Rodari per una delle sue più conosciute novelle per ragazzi.
Lasciatosi alle spalle il Cusio, il tracciato punterà poi su Borgomanero, centro legato al ricordo di Pasquale Fornara, il corridore che ancora oggi vanta il record di Tour de Suisse conquistati, un primato – 4 vittorie – che potrebbe essere insidiato quest’anno dal portoghese Rui Costa, vincitore delle ultime tre edizioni. Un altro “pezzo da novanta” del ciclismo locale fu Domenico Piemontesi (undici tappe vinte al Giro e un Lombardia nel suo palmarès), nativo della vicina Boca, piccolo centro noto agli appassionati di enologia per l’omonimo vino DOC e meta di pellegrinaggi al santuario del Santissimo Crocifisso, edificio progettato dal 22enne Alessandro Antonelli, futuro autore della Mole torinese.
Cambiata direzione di marcia, ora la carovana solcherà le strade del biellese, ricalcando – nella direzione opposta – parte del tracciato della tappa di Oropa della scorsa edizione, giungendo dopo una settantina di chilometri dal via nel centro di Biella, lambendone il “Piano”, uno dei tre nuclei abitati che lo compongono, nel quale si trovano i più due interessanti monumenti, il battistero del duomo e la chiesa di San Sebastiano.
In attesa della scorpacciata di salita prevista nel finale, è arrivata l’ora di un primo “stuzzichino”, rappresentato dalla pedalabile ascesa verso la Galleria della Serra (6,9 Km al 3,8%), piccolo traforo di 1,4 Km che fu scavato alla fine degli anni 60 bucando l’omonima collina morenica d’origine glaciale, oltre il quale si scenderà a ritrovar la pianura, che continuerà a scorrere sotto le ruote delle biciclette per ancora molti chilometri, anche dopo l’ingresso del gruppo in Valle d’Aosta. Il cambio di regione sarà annunciato dallo stringersi delle montagne ai lati del percorso, evidente in particolare al momento nel passaggio nella stretta gola dominata dal mastodontico Forte di Bard, aperto al pubblico una decina di anni fa dopo un lungo periodo di abbandono e oggi sede di un interessante museo dedicato alle Alpi. Un altro maniero, dei tanti che presenta questa piccola regione montana, si staglia all’orizzonte: è quello cubico di Verrès, costruito su iniziativa del Governatore del Piemonte Ibleto di Challant a partire dal 1372, che al gruppo suonerà la sveglia che annuncerà la seconda e ultima salita-antipasto, i 4,2 Km al 4,3% che si concluderanno alle porte di Saint-Vincent, una delle più rinomate di località di villeggiatura della valle che, prima dell’apertura del casinò, inaugurato il 29 maggio del 1947, era unicamente frequentata per le terme, le cui acque non furono utilizzate solo per scopi curativi ma anche per far muovere la locale funicolare a contrappeso d’acqua, oggi elettrificata.
Inizierà ora l’ultima razione di pianura in programma quest’oggi, durante la quale il gruppo fiancheggerà il più celebre e visitato dei castelli valligiani, quello di Fénis, pure innalzato dai Challant e nel quale dimorò nientemento che il conte Dracula, quello impersonato sul grande schermo dall’attore britannico Edmund Purdom nello spassoso “Fracchia contro Dracula”. Quando mancheranno 85 Km all’arrivo la musica cambierà diametralmente e, salutata la pianura, si attaccherà la prima delle tre ascese che costituiscono il gran finale. La meta sarà il Vallone di Saint-Barthélemy, inedita per il Giro ma già sperimentata in passato al Giro della Valle d’Aosta per under23, dove si giungerà dopo aver affrontato un’ascesa lunga 16,5 Km e caratterizzata da una pendenza media del 6,7%. Come nel caso del Monte Ologno affrontato il giorno prima, sarà il tratto iniziale il più ripido, con il primo chilometro che salirà al 10,1% medio, poi la pendenza si abbasserà di circa 3-4 punti, incontrando però frequenti variazioni d’inclinazione che, alla fine, potrebbero incidere non poco. Raggiunta la località di Lignan si volgerà le spalle al tratto più alto del vallone – nel quale si trova il santuario di Cunéy (2656 metri), uno dei più elevati dell’arco alpino – e si ritornerà verso la pianura, che sarà solo sfiorata poiché, terminata la discesa, immediatamente si riprenderà a salire e, a capo di un’ascesa lunga esattamente quanto la precedente, si raggiungeranno i 1664 metri del Col Saint-Pantaléon, formidabile balcone panoramico che consente di spaziare dal Monte Bianco al Cervino. Il versante che affronteranno i “girini” non sarà proprio lo stesso del 1997, sul quale si confluirà 3,5 Km sotto lo scollinamento, ma ci saranno tutte le premesse per ripetere l’impresa di Gotti grazie ad una pendenza media del 7,2%, quindi maggiore rispetto a quella del Saint-Barthélemy. Un tuffo di una decina di chilometri scarsi, attraverso la località turistica di Torgnon (in latino Tornacus, è il paese che ha dato il nome alla Valtournenche), condurrà ad Antey-Saint-André dove i corridori incontreranno uno “sputo” di strada facile, ultimo momento per tirare il fiato prima che l’ascesa finale inizi dalle parti della stazione della funivia per Chamois (letteralmente “camoscio”), il comune più alto della Valle d’Aosta, l’unico in Italia a non essere raggiunto da una strada asfaltata. L’ultima difficoltà di giornata appare, sulla carta, come la più “debole” delle tre sul piano della pendenza media (5%) e su quello del dislivello da superare (961) ma è quella che, alla fine, impegnerà più a lungo in virtù di una lunghezza maggiore, di quasi 20 Km. Risalendo verso la conca del Breuil, dunque, sarà richiesto ai “girini” di pescare ancora più a fondo nei loro oramai esausti serbatoi energetici e anche chi sarà riuscito a stringere i denti sulle prime due ascese potrebbe qui andare incontro a un vero e proprio “naufragio” mentre i più freschi tesaurizzeranno il loro vantaggio, andando a scrivere un’altra storica giornata di sport, come quella che fu vergata nella pietra il 14 luglio del 1865 quando, per la prima volta nella storia, mano d’uomo si pose sulla cuspide del Cervino. 150 anni dopo ci saranno tutte le premesse per brindare a quello storico evento, fondendolo con un’altra storica giornata sportiva alpina.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Colle di San Pantaleon (1645). Quotato 1664 sulle cartine del Giro 2015, è valicato dalla Strada Regionale 42 tra Semon e Torgnon. Il Giro d’Italia l’ha scalato due volte, la prima volta nel 1992 nel corso della Saluzzo – Pila, vinta dal tedesco Udo Bölts dopo che sul passo era transitato in testa il portoghese Acacio Da Silva. Ci si tornerà nel 1997 nel finale della citata Racconigi – Cervinia vinta da Gotti, mentre il GPM del San Pantaleon era finito nel carniere del colombiano José Jaime González Pico.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Lago d’Orta, Isola di San Giulio


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Boca, Santuario del Santissimo Crocifisso


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Il battistero di Biella


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Forte di Bard


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Castello di Verrès


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Il casinò di Saint-Vincent

Il castello di Fenis visto in Fracchia contro Dracula (www.davinotti.com)

Il castello di Fenis visto in ''Fracchia contro Dracula'' (www.davinotti.com)

Santuario di Cunéy (www.pianzola.it)

Santuario di Cunéy (www.pianzola.it)


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Lo scollinamento del Col Saint-Pantaléon

La cappella dedicata a San Panteleone, nei pressi dellomonimo valico (www.lovevda.it)

La cappella dedicata a San Panteleone, nei pressi dell'omonimo valico (www.lovevda.it)

Uno scorcio di Chamois (tripadvisor.com)

Uno scorcio di Chamois (tripadvisor.com)

Il Cervino visto da Cervina e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2015 (brucefamilyinprovence.files.wordpress.com)

Il Cervino visto da Cervina e, in trasparenza, l’altimetria della diciannovesima tappa del Giro 2015 (brucefamilyinprovence.files.wordpress.com)

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