MAROSTICA – MADONNA DI CAMPIGLIO: IL GIRO RITROVA LA SALITA DOLENTE

maggio 24, 2015
Categoria: News

Neanche il tempo di digerire l’interminabile crono di Valdobbiadene e andrà subito in scena il primo atto alpino del Giro 2015. La vicinanza di due degli appuntamenti “cardine” della corsa rosa sicuramente influenzerà gli esiti di una tappa che vedrà i momenti più palpitanti sulla durissima salita del Passo Daone, primo piatto di una frazione che offrirà la seconda portata lungo l’ascesa finale, più pedalabile della precedente e, anche per questo motivo, resa più saporita dagli organizzatori inserendo un’inedita appendice finale che, dal luogo dove Pantani colse il suo ultimo successo in rosa, condurrà sino ai 1715 metri del Rifugio Patascoss.

Madonna di Campiglio. È un nome intriso di dolore per gli appassionati di ciclismo che, tra il 4 e il 5 giugno 1999, assistettero al rapido declino di Pantani, precipitato dalle stelle dell’ennesima tappa conquistata in quell’edizione, proprio in Campiglio, alle stalle dell’allontanamento dal Giro per la storia dell’ematocrito fuori norma e per tutto quello che quel fatto si trascinò dietro, sospetti e accuse, giù giù fino alla drammatica morte del “Pirata”. Ed è anche per questo che, per un quindicennio buono, la corsa rosa è girata al largo da quella località “maledetta”, troppo il carico di dolore anche per portarvi una tappa dell’edizione dello scorso anno, quella nella quale si celebrava il 10° anniversario della scomparsa di Pantani. Ma nel frattempo qualcosa era cambiato, era tornato a sbocciare l’amore tra la “perla delle Dolomiti di Brenta” e il ciclismo e la scintilla era scaturita nel mese di luglio di due anni fa quando, sbarcato in Italia per festeggiare la sua 70a edizione, il Giro di Polonia aveva scelto di far concludere la prima tappa proprio lassù. Il ponte verso il Giro d’Italia era, dunque, lanciato e la corsa rosa l’ha colto, con un anno di ritardo proprio per non far riaprire ancor di più una ferita sempre sanguinante e con una tappa che sarebbe piaciuta parecchio allo scalatore di Cesenatico che, come detto, a Madonna colse l’ultimo dei suoi otto traguardi di tappa al Giro. Ricordiamoli tutti, è sempre un piacere, partendo dal duetto Merano-Aprica dell’anno della consacrazione, il 1994, passando poi per le frazioni di Piancavallo e Plan di Montecampione del Giro che conquistò nel 1998, due mesi prima della storica doppietta del Tour de France; poi, nel drammatico 1999, ecco le cinque affermazioni a raffica al Gran Sasso d’Italia, a Oropa, all’Alpe di Pampeago e, infine, a Madonna di Campiglio, giunta al termine di quella che sembrava la frazione meno adatta alle caratteristiche del “Pirata”, con i facili passi di Ballino e del Durone a far da antipasti alla non certo impegnativa salita finale, presa dal lato di Pinzolo. Quest’anno si arriverà dalla medesima direzione ma, come anticipato, per solennizzare il ritorno del Giro in Campiglio e non far rimpiangere troppo il ricordo di Pantani s’è optato per un tracciato più accattivante… anzi, decisamente più cattivo poiché al posto del morbido Durone si salirà sull’arcigno Daone e la stessa ascesa finale sarà più selettiva poichè si arriverà più in alto rispetto al 1999, addizionandola di un’appendice finale inedita. Ci attende, dunque, un’altra giornata di grande ciclismo, una frazione che potrebbe rivelarsi più selettiva del previsto alla luce degli effetti provocati dalla cronometro individuale di ventiquattrore prima e delle sue conseguenze, che potrebbero essere amare per chi avrà fatto ottimi tempi fra Treviso e Valdobbiadene, sprecando però troppe e preziose energie.
La prima giornata alpina si aprirà a Marostica, la città della famosa partita a schacchi giocata in Piazza Castello con pedine viventi, che per il mondo del ciclismo e il Giro rappresenta la patria di Giovanni Battaglin – vincitore dell’edizione 1981 della corsa rosa, che conseguì appena un mese dopo essersi imposto nella Vuelta – e della “Rosina”, conosciutissima salitella che è sempre stata inserita nel tracciato del Giro quando si trova a transitare da queste parti, come quella volta (2005) che la tappa di Zoldo Alto scattò proprio da Marostica e si salì sulla Rosina subito dopo il via. Non sarà così quest’anno poiché la tappa decollerà in pianura e nessuna difficoltà altimetrica incontreranno i “girini” nei primi 50 Km, tracciati ai piedi dell’Altopiano d’Asiago, muovendo inizialmente in direzione di Thiene, dove si trova l’interessante Villa Da Porto Colleoni, popolarmente detta “Il Castello”, che è stata set cinematografico in due occasioni, nel 1971 con “La notte che Evelyn uscì dalla tomba” e nel 2004 con “Il mercante di Venezia”, coproduzione che vide l’attore britannico Jeremy Irons aggirarsi tra gli ambienti della nobile dimora.
Lasciata Thiene il tracciato s’incanalerà nella Val d’Astico, portandosi lentamente ai piedi della prima salita prevista dal tracciato, il facile Passo della Fricca (11,4 Km al 5,6%, massima del 14,4%), al quale si giungerà dopo esser entrati nel territorio del Trentino e aver lambito l’altopiano di Lavarone, nel quale si trova uno dei più antichi laghi delle alpi e che conserva ancora parti delle fortificazioni erette dagli austro-ungarici in occasione della Prima Guerra Mondiale, come il Forte Belvedere Gschwent, l’unico rimasto intatto. Una tra le discese più lunghe di questa edizione, poco più di 20 Km, proietterà il gruppo tra le strade di Trento, dove si sfreccerà ai piedi dell’antico colle del Malconsey, ribattezzato nel 1300 nel più beneaugurante Buonconsiglio e sul quale troneggia il monumento simbolo della città, l’omonimo castello che fu la residenza dei principi-vescovi che ressero il Principato vescovile di Trento dal 1027 al 1801, anno nel quale il piccolo stato fu secolarizzato e annesso al filo-napoleonico Regno di Baviera. È anche la città dove si svolsero in gran parte le sessioni dello storico concilio che, tra il 1545 e il 1563, riformò la Chiesa Cattolica nel tentativo di conciliare cattolici e protestanti e che vide la congregazione generale del concilio radunarsi nella rinascimentale chiesa di Santa Maria Maggiore, elevata nel 1973 da Papa Paolo VI alla dignità di basilica minore.
Terminata la discesa sul capoluogo trentino subito si riprenderà il discorso con la salita, andando ad affrontare i cinque pedalabili chilometri al 5,4% (max del 13%) del Passo di Cadine – piccolo ma importante valico poiché rappresenta lo spartiacque tra l’Adige e il Sarca, due tra i più importanti fiumi della regione – planando poi verso i piccoli laghi di Santa Massenza e di Toblino, nelle cui acque si specchia l’omonimo castello, oggi sede di un ristorante, in passato appartenuto alla potente famiglia Madruzzo e teatro della leggendaria “liaison” peccaminosa tra il principe-vescovo di Trento Carlo Emanuele Madruzzo e la sua amante Claudia Particella, divenuta celebre anche grazie a Benito Mussolini che, prima di entrare in politica, fu anche giornalista e, su incarico di Cesare Battisti, scrisse per il quotidiano socialista “Il Popolo” un romanzo a puntate sulla vicenda, pubblicato tra il 20 gennaio e l’11 maggio 1910.
Tocca ora alla terza ascesa di giornata, l’ultima tra quelle facili, che con tre lunghe gallerie va a superare la suggestiva gola del Limarò, un tempo percorribile esclusivamente tramite una mulattiera che si arrampicava con 22 tornanti sino al Passo della Morte, in epoca mediovale teatro dell’omicidio di Aliprando di Castel Toblino, promesso sposo di Ginevra di Stenico, che fu pugnalato a morte dal rivale in amore Graziadeo di Castel Campo. La leggenda racconta che l’omicida poi impazzirà e che il suo fantasma vaghi ancora in queste zone nelle notti di luna piena, assieme allo spirito del monaco al quale i suoi familiari chiesero ripetutamente una supplica perché lo guarisse dalla follia.
Sbucati dal canyon, i “girini” giungeranno alle Terme di Comano, località di cura già nota in epoca medioevale e che in passato ha ospitato due tappe del Giro, vinte da Luciano Conati (1976) e dallo spagnolo Iban Mayo (2007). Sono gli ultimi scampoli di tranquillità di questa tappa, ma tra i migliori comincerà a serpeggiare un certo nervosismo perché, di lì a breve, si attaccherà il tremendo Passo Daone, novità della corsa rosa già sperimentata in passato al Giro del Trentino che nel 2001 pose addirittura un traguardo di tappa in vetta, dove s’impose Francesco Casagrande al termine degli impegnativi 8,4 Km della scalata, caratterizzata da una pendenza media del 9,2%, da un muro iniziale di 2,2 Km all’11,3% e da un picco del 14%. Non meno impegnativa si presenterà la successiva picchiata all’8,8% (su 7,3 Km), nel corso della quale gli staccati molto difficilmente riusciranno a recuperare a causa della sede stradale piuttosto stretta, a meno di non essere dei funamboli alla Savoldelli. La strada tornerà morbida sotto le ruote per poco meno di 4 Km, pedalando in lieve falsopiano sul fondovalle della Val Rendena in direzione di Pinzolo, il centro principale, situato nel punto dove confluiscono due dei tre torrenti che danno vita al fiume Sarca e presso ll quale si trova l’interessante chiesetta cimiteriale di San Vigilio, famosa per la danza macabra affrescata all’esterno da Simone II Baschenis nel 1539. Un altro luogo di culto affrescato esternamente da un altro esponente dei Baschenis – si pensa Cristoforo, il padre di Simone – si trova a Sant’Antonio di Mavignola, antico alpeggio dei pinzolesi oggi divenuto una piccola località di villeggiatura situata nel tratto iniziale dell’ascesa verso Madonna di Campiglio. Corrisponde con gli ultimi 15,5 Km di questa prima frazione alpina, in gran parte pedalabili (la media complessiva è del 5,9%) ma è oramai arcinoto che l’abbinamento tra una salita dura, il Daone, e una decisamente più morbida come quella che conduce in Campiglio solitamente fa più sfracelli del previsto, finendo per far dilatare i distacchi accusati in precedenza. Ancor più stavolta che, come anticipato, ci sarà un tratto conclusivo inedito e che, per giunta, sarà il più impegnativo sotto l’aspetto delle pendenze, con un picco del 12% pedalando verso il Rifugio Patascoss, oltre il cielo solleticato dalle braccia levate di Pantani il 4 giugno 1999.

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Carbonare (1074). Quotata 1080 sulle cartine del Giro 2015, coincide con l’omonima frazione di Folgaria, situata all’incrocio tra la SS 349 “di Val d’Assa e Pedemontana Costo” e la SS 350 “di Folgaria e di Val d’Astico”. Costituisce una delle porte d’accesso all’altopiano di Lavarone.

Passo della Fricca (1110). Quotato 1096 sulle cartine del Giro 2015, dove è semplicemente chiamato “La Fricca”, è attraversato in galleria dalla SS 349 “di Val d’Assa e Pedemontana Costo” tra Carbonare e Centa San Nicolò. È stato traguardo GPM in due occasioni, nel 1970 nel corso della Rovereto – Bassano del Grappa, vinta dal belga Walter Godefroot, e nel 1972 durante la Solda – Asiago vinta dal connazionale Roger De Vlaeminck: a scollinare in testa furono rispettivamente il belga Emile Cambré e lo spagnolo Santiago Lazcano.

Sella di Vigolo-Vattaro (725). Coincide con l’omonimo abitato, toccato dalla SS 349 “di Val D’Assa e Pedemontana Costo”, lungo la discesa dal Passo della Fricca a Trento. Quotata 708 sulle cartine del Giro 2015. Vigolo Vattaro è stato sede di un GPM nel 1990, conquistato dal francese Gérard Rué durante la tappa Brescia – Baselga di Pinè (vinta dal connazionale Eric Boyer)

Passo di Cadine (494). Spartiacque tra i bacini dell’Adige e del Sarca, vi transita la SS 45 bis “Gardesana Occidentale” tra il bivio per il Monte Bondone e l’omonima località.

Sella del Gaidos (495m). Vi transita la SS 45 bis “Gardesana Occidentale”, tra Vigolo Baselga e Vezzano.

Passo della Morte (510). Superato in galleria dalla SS 237 “del Caffaro”, tra Sarche e Terme di Comano.

Passo Daone (1292). Quotato 1298 sulle cartine del Giro 2015 è attraversato dalla strada che mette in comunicazione Preore con Spiazzo, evitando il passaggio da Tione di Trento.

RINGRAZIAMENTI

Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY


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Marostica, Piazza degli Scacchi

Villa Da Porto Colleoni di Thiene vista nel film La notte che Evelyn uscì dalla tomba (www.davinotti.com)

Villa Da Porto Colleoni di Thiene vista nel film ''La notte che Evelyn uscì dalla tomba'' (www.davinotti.com)

Forte Belvedere Gschwent (www.visitvalsugana.it)

Forte Belvedere Gschwent (www.visitvalsugana.it)


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Trento, Castello del Buonconsiglio


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Trento, Basilica di Santa Maria Maggiore

Castel Toblino


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Castello di Stenico

La salita a tornanti verso il Passo Daone (www.trentinoexperience.net)

La salita a tornanti verso il Passo Daone (www.trentinoexperience.net)

Passo Daone (www.kijiji.it)

Passo Daone (www.kijiji.it)


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Un tratto dell’impegnativa discesa dal Passo Daone


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Pinzolo, chiesa di San Vigilio


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La chiesetta affrescata dal Baschenis a Sant’Antonio di Mavignola


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Il viale di Madonna di Campiglio dove Marco Pantani colse la sua ultima vittoria di tappa al Giro

Una delle piste da sci di Madonna di Campiglio e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2015 (news.mondoneve.it)

Una delle piste da sci di Madonna di Campiglio e, in trasparenza, l’altimetria della quindicesima tappa del Giro 2015 (news.mondoneve.it)

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