MONTECCHIO MAGGIORE – JESOLO: UNA TAPPA “FUORI MODA”

maggio 22, 2015
Categoria: News

Nel ciclismo moderno, sempre alla ricerca dello spettacolo, tappe come questa sono viste quasi come il fumo negli occhi. Si vorrebbe sempre la salita, ogni giorno, ma tra Montecchio Maggiore e Jesolo cercare difficoltà altimetriche è come cavar ragni dal buco: oggi la pianura sarà l’unica protagonista e scontato sarà lo sprint a gruppo compatto in riva all’Adriatico, con il solo vento che spira dalla laguna a offrir gatte da pelare ai velocisti.

Frazioni come questa oramai sono quasi passate di moda, almeno nei grandi Giri dove, sempre alla caccia di percorsi mai banali, si è arrivati a infarcire anche i percorsi più facili di piccole collinette per movimentare un po’ la corsa e dare in pasto un piccolo spuntino agli irriducibili delle salite ad ogni costo e in ogni momento. Ma nelle terre attraversate dalla tappa n° 13 del Giro d’Italia 2015, regno incontrastato della pianura e delle acque, si sarebbero trovati al massimo dei cavalcavia ed ecco, dunque, confezionato un tracciato totalmente privo di rughe e certamente ben gradito al gruppo, che avrà un’altra opportunità di tirare il fiato in vista delle dure tappe previste nei giorni a venire. Anche il chilometraggio si annuncia poco impegnativo, 153 Km in tutto, e oggi la filosofia di giornata sarà quella del biliardo, tante biglie lanciate verso l’unica buca della vittoria. L’unica vera insidia di giornata potrebbe arrivare dal vento, in agguato in particolare da Mestre in poi, negli ultimi 70 km di gara. Ovviamente, anche oggi ci sarà spazio per la fuga ma, a differenza della tappa precedente, la sua sorte sarà certamente segnata, poiché il gruppo farà buona guardia per evitare che il vantaggio diventi incolmabile e poi ingranare la marcia nell’ultima ora di corsa.
La bandiera del via sarà abbassata in quel di Montecchio Maggiore, centro posto allo sbocco della valle del torrente Agno nella pianura padana e dominato dai manieri della Villa e della Bellaguardia, popolarmente conosciuti come i “Castelli di Giulietta e Romeo” perché da essi trasse ispirazione lo scrittore vicentino Luigi da Porto per l“Historia novellamente ritrovata”, opera sulla si basò Shakespeare per comporre una delle sue più celebri tragedie. Sempre in questo centro si trova la sede di rappresentanza della provincia di Vicenza, Villa Cordellina Lombardi, che alla fine degli anni ’60 fu teatro delle riprese di due film, “Un tranquillo posto di campagna” e “Plagio”.
I primi chilometri vedranno i “girini” sfrecciare nuovamente sulle strade di Vicenza e qualcuno non mancherà di alzare lo sguardo verso i soprastanti Colli Berici, verso il santuario che, poche ora prima, aveva accolto il suo trionfo a braccia levate. Puntando costantemente in direzione est il tracciato ritornerà in provincia di Padova, che il giorno prima era stata attraversata nella zona degli Euganei mentre ora si percorrerà la fascia pianeggiante posta a nord del capoluogo, toccando il centro di Piazzola del Brenta, dove si trova uno dei più alti esempi di villa veneta, realizzata a partire dal 1546 da Andrea Palladio per la famiglia Contarini modificando un preesistente fortilizio.
Superato il corso del Brenta, in monotonia altimetria costante si andrà ad attraversare il centro di Borgoricco, le cui strade disposte a scacchiera hanno conservato l’originale struttura del Graticolato Romano, l’organizzazione agraria che gli antichi romani realizzarono nel I secolo a.C. nel territorio del “municipium” di Patavium, l’odierna Padova. Il percorso abbandonerà poi anche questa provincia per passare in quella di Venezia, incontrando Santa Maria di Sala, paese che ha dato al ciclismo ben quattro suoi cittadini, Antonio “Toni” Bevilacqua (11 vittorie di tappa al Giro e la Parigi-Roubaix nel 1951), Attilio Benfatto (due tappe del Giro) e i fratelli Arturo e Alfredo Sabbadin, quest’ultimo vincitore di tre frazioni alla corsa rosa.
Continuando a seguire la direttrice dell’antica “Via Miranese” si giungerà nella cittadina che ha imposto il nome a questa strada, situata in un punto della pianura che è circa equidistante dalle città di Padova, Treviso e Venezia, e nel cui territorio sono state censite ben 79 ville venete, la più importante delle quali è quella detta il “Belvedere”, il cui parco è considerato tra i più belli d’Italia. Si giungerà, quindi, a Spinea, paese d’origine della nuotatrice Federica Pellegrini e nel quale ha vissuto a lungo il farmacista Giovanni Battista Zampironi, conosciuto per esser stato l’inventore dello “Zampirone”. Siamo alle porte di Venezia e ora il ricordo non potrà non levarsi a una delle più spettacolari tappe della corsa rosa, quella che Vincenzo Torriani concepì nel 1963 ma riuscirà a far svolgere solamente nel 1978, quando un traguardo fu collocato nella stupenda Piazza San Marco. In origine doveva essere la cronometro Treviso – Venezia, prevista il 4 giugno del 1963 e come tale inserita nella planimetria del Giro, salvo poi essere ridisegnata alla vigilia della partenza della corsa rosa da Napoli e limitata a un circuito tracciato attorno a Treviso. Forse fu un segno del destino perché, se si fosse disputata, si sarebbe arrivati nella città dei dogi in un clima non certo festivo, con la morte nel cuore per la scomparsa, poche ore prima, di Papa Giovanni XXIII che, prima di essere eletto pontefice, era stato Patriarca di Venezia dal 1953 al 1958. Torriani non rinunciò al suo progetto e lo ripropose, stavolta con esito più felice, nel 1978 quando si gareggiò sulla distanza di 12 Km, con partenza da Marghera, passaggi su passerelle collocate per evitare i gradini dei ponti e un ponte di barche appositamente allestito sul Canal Grande, poco prima dell’arrivo in Piazza San Marco, dove farà registrare il miglior tempo il re del “tic-tac” Francesco Moser. I “girini” del 2015 si manterranno a distanza da quei luoghi straordinari, limitandosi a percorrere le meno sdrucciolevoli strade di terraferma di Mestre, dal 1926 la più popolosa frazione del capoluogo veneto, nel cui cuore negli anni ’30 fu aperto Corso del Popolo, rettilineo viale che dal 1984 al 2005 è stato teatro delle 22 edizioni della Millemetri del Corso, gara a cronometro lunga, appunto, un solo chilometro e il cui plurivincitore è stato il veronese Massimo Strazzer, sei volte primo e detentore del record della gara con il tempo di 1′04″02.
All’uscita da Mestre inizierà il tratto più problematico di questa tappa, con il gruppo che si troverà a pedalare per una ventina di chilometri a breve distanza dalla parte settentrionale della laguna veneta, quella dove si trovano le isole di Murano, Burano e Torcello, impreziosita quest’ultima dalla basilica bizantina di Santa Maria Assunta. Lambita la campagna nella quale s’incontrano i resti di Altinum, antico insediamento che i romani trasformarono in un importante porto sulla laguna e chiede il nome alla Via Emilia-Altinate, tracciata tra Padova e Aquileia, il tracciato si discosterà dalla laguna per portarsi a San Donà di Piave, centro che durante la Prima Guerra Mondiale fu uno dei luoghi nei quali si combattè durante la seconda battaglia del Piave (soprannominata “del Solstizio” da Gabriele d’Annunzio), l’ultima grande offensiva lanciata dall’esercito austro-ungarico nel tentativo di raggiungere la pianura padana per impossessarsi delle scorte destinate all’esercito italiano che, però, vinse lo scontro che fu pesantissimo per entrambe le parti in causa, con 150.000 tra morti, feriti e dispersi per l’Austria-Ungheria e 90.000 per il Regno d’Italia. Meno “cruenta fu la sfida che il 21 maggio 2003 contrappose a San Donà i migliori sprinter in gara al Giro d’Italia – vinse l’australiano McEwen su Petacchi – anche se pure in quell’occasione il “campo di battaglia” fece le sue “vittime”, nel nome e del corpo, tra gli altri, di Mario Cipollini e dello spagnolo Isaac Gálvez López, scivolato sull’asfalto bagnato dopo aver affrontato a tutta una curva piazzata a 160 metri dall’arrivo.
Sgusciati fuori da San Donà mancheranno 30 Km all’arrivo di Jesolo, quelli che vedranno il rapido tramontare della fuga nata all’alba di questa frazione, mentre il tracciato tornerà ad avvicinarsi al litorare adriatico per quello che, per qualcuno, sarà l’ultimo traguardo di questo Giro. Come triste tradizione, infatti, per anni s’è assistito all’abitudine – soprattutto al Giro, da parte dei velocisti che puntavano a dettar legge anche al Tour – di far valigie alla vigilia delle frazioni più toste. Da quando gli organizzatori della Gazzetta hanno ripristinato la passerella finale, però, un po’ s’è diradato quest’andazzo e ora tutti coloro che avranno deciso di continuare l’avventura rosa se ne andranno presto a nanna, pensando alla lunghissima, interminabile crono dell’indomani. Saran quasi 60 Km: un’altra tappa “fuori moda”.

Mauro Facoltosi

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY


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Montecchio Maggiore, vista sui Castelli di Giulietta e Romeo

Montecchio Maggiore, Villa Cordellina Lombardi vista nel film Un tranquillo posto di campagna (www.davinotti.com)

Montecchio Maggiore, Villa Cordellina Lombardi vista nel film ''Un tranquillo posto di campagna'' (www.davinotti.com)


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Piazzola sul Brenta, Villa Contarini


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Santa Maria di Sala, Villa Farsetti

Mirano, Villa Belvedere (brenta.tv)

Mirano, Villa Belvedere (brenta.tv)


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Mestre, Torre dell’Orologio


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Punta della Dogana a Venezia, da questo punto partiva il ponte di barche sul quale transitarono i corridori nella storica tappa a cronometro del Giro del 1978


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Area archeologica di Altinum


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Torcello, Basilica di Santa Maria Assunta


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Spiaggia di Jesolo

Un suggestivo scorcio della laguna di Venezia e, in trasparenza, l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2015 (turistipercaso.it)

Un suggestivo scorcio della laguna di Venezia e, in trasparenza, l’altimetria della tredicesima tappa del Giro 2015 (turistipercaso.it)

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