IMOLA – VICENZA: SUL BERICO UNA SCAMPAGNATA PER I FUGGITIVI

maggio 21, 2015
Categoria: News

È, forse, l’ultima occasione “piena” per i cacciatori di tappe, che oggi potranno lanciarsi in avanscoperta senza il timore del gruppo inseguitore. Tagliati fuori i velocisti dalla rampa finale e con i big della classifica più attenti a non consumare troppe energie, nessuno si preoccuperà troppo di loro, badando solo che il tentativo non assuma dimensioni considerevoli. Nel finale, poi, si assisterà a una corsa nella corsa, perché lo strappo verso il Monte Berico da una parte deciderà le sorti della tappa e dall’altra potrebbe ispirare una sparata di qualche corridore di classifica che su questi arrivi va a nozze, come seppe fare Rodríguez ad Assisi nel 2012.

È una classica tappa da fuga, fatta e finita. Oggi regnerà il disinteresse quasi generale, in seno al gruppo, su quanto accadrà in testa alla corsa perché da una parte le squadre dei velocisti non saranno chiamate in causa essendo il finale fuori dalla portata delle loro “frecce”, dall’altra nemmeno i big della classifica saranno stimolati dal tracciato di questa Imola-Vicenza, movimentato solo da qualche collina negli ultimi 60 Km, e cercheranno di vivere la giornata all’insegna del risparmio energetico, in vista delle tappe decisive di quest’edizione del Giro, che saranno inaugurate 48 ore più tardi dalla maxi crono di Valdobbiadene. Dunque, oggi sarà concessa carta bianca ai tentativi da lontano e saranno in parecchi a cercare di cogliere questa preziosa opportunità, forse l’ultima nella quale si avrà la certezza quasi assoluta di andare indisturbati fino al traguardo, dove la secca rampa che condurrà al Santuario di Monte Berico selezionerà gli ardimentosi e farà emergere quelli che saranno arrivati alla fine di questa tappa, che rasenta i 200 Km di lunghezza, con ancora una briciola di benzina in corpo. Mentre davanti ci si studierà, dietro potrebbero comunque esserci un po’ di movimento tra i migliori, perché quella rampa fa gola ai finissuer e a corridori di classifica del calibro dello spagnolo Joaquim Rodríguez che al Giro del 2012 conquistò tappa e maglia rosa su un traguardo molto simile a questo, quello di Assisi, un fatto che potrebbe anche ripetersi in quel di Vicenza (con un protagonista diverso, perché lo spagnolo ha già deciso che nel 2015 farà Tour e Vuelta), se la fuga del mattino dovesse esaurirsi strada facendo e una sparata sulla salita finale potrebbe portarsi in dote anche i secondi d’abbuoni in palio per il vincitore.
La dodicesima tappa, che traghetterà il gruppo dagli Appennini ai piedi della catena alpina, prenderà le mosse da Imola e sarà l’ultima volta nella quale una tappa di questa edizione partirà dalla città dove la corsa aveva fatto scalo il giorno prima. Nel tratto iniziale, molto scorrevole anche sul piano planimetrico, i “girini” punteranno dritti verso le Valli di Comacchio, rasentando i margini occidentali di quest’area formatasi naturalmente nel X secolo in seguito all’abbassamento del suolo, con conseguente impaludamento, e conosciuta per gli allevamenti di anguille. Entrato in provincia di Ferrara, il gruppo attraverserà prima Argenta, poi Portomaggiore e quindi Voghiera, centri presso i quali è possibile visitare tre delle 19 “delizie” estensi rimaste delle 53 che esistevano nell’area del delta del Po (quelle di Benvignante, del Verginese e di Belriguardo, per la precisione), residenze costruite per lo svago della corte ducale, utilizzate come casini di caccia o come abitazioni estive. Percorsi i primi 80 Km di gara il tracciato del Giro intersecherà quello del fiume Po, i cui 652 Km, con il loro tagliare nel mezzo l’intera Italia Settentronale, sono incrociati quasi ogni anno dalla “corsa rosa” che nella storica prima edizione del 1909 li superò proprio nel ferrarese, percorrendo un traballante ponte di barche, oggi scomparso, situato nella non lontana Pontelagoscuro. I “girini” del 2015 passeranno sull’antico Padus (ancor prima chiamato Eridano) tra Ro e Polesella, lasciando definitivamente la Romagna e “sbarcando” in Veneto nell’area nota come Polesine, toponimo che fa riferimento alla genesi paludosa di questa terra, tornata alle origini in occasioni delle disastrose alluvioni che la colpirono, in particolare quelle avvenute nel 1951, che causò un centinaio di vittime, e nel 1882, dopo la quale 63000 abitanti del Polesine furono costretti a emigrare in America Latina.
Alle soglie del centesimo chilometro di gara il gruppo attraverserà Rovigo, sfrecciandosi sui sampietrini del centralissimo Corso del Popolo che nel 2001 fu teatro di uno dei 42 successi conseguiti da Mario Cipollini alla corsa rosa. Varcato l’Adige, si entrerà quindi nel territorio della provincia di Padova a Boara Pisani, paese natale dell’ex corridore Massimo Ghirotto, uno dei massimi rappresentanti della categoria dei gregari, ma che in carriera seppe comunque togliersi la soddisfazione di vincere una tappa alla Vuelta (nel 1989 ad Avila, alla sua unica partecipazione alla corsa spagnola), tre al Giro (Felino 1991, Oropa 1993 e Bra 1994) e due al Tour (Guzet-Neige 1988 e Ginevra 1990).
Qualcosa sta per cambiare e, infatti, avvicinandosi a Monselice all’orizzonte farà capolino la sagoma dei Colli Euganei, che da lì a breve saranno l’oggetto della prima delle quattro ascese che caratterizzano il finale. Sotto le ruote dovranno ancora scorrere una quindicina di chilometri privi di dislivello, attraversando la citata Monselice – dominata dal colle sul quale troneggia il complesso del castello, costruito tra l’undicesimo e il sedicesimo secolo – e poi sfiorando il minuscolo Laghetto della Costa, uno dei 111 siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, situato all’altezza del bivio per Arquà, il paesello nel quale trascorse gli ultimi quattro anni di vita il poeta aretino Francesco Petrarca, che fu anche il primo italiano al comando sul Mont Ventoux, scalato – ovviamente a piedi – il 26 aprile 1336, data consacrata come quella della nascita dell’alpinismo. Poco prima di abbandonare – temporaneamente – la pianura si attraverserà il piccolo centro di Valsanzibio, dove si trova Villa Barbarigo, il cui giardino – uno dei maggiori “all’italiana” del Veneto – nel 1976 fu uno dei tre set che nel film “Culastrisce nobile veneziano” (1976) furono utilizzati per rappresentare la villa del Marchese Luca Maria (interpretato dal grande Marcello Mastroianni) assieme a Villa Revedin Bolasco di Castelfranco Veneto e la celebre “Rotonda” di Vicenza. A Torreglia il tracciato svolterà a sinistra, incominciando l’unica salita euganea della tappa, quella pedalabile verso Castelnuovo (4,6 Km al 5,3%), risalendo le pendici del Monte Rua, al cui culmine si trova l’eremo camaldolese di Santa Maria Annunziata. Quelle che si stanno percorrendo sono strade impregnate di storia e passione ciclistica poiché non distante dallo scollinamento di Castelnuovo si trova quello del Roccolo, a lungo salita simbolo del Giro del Veneto, corsa che terminava al Prato della Valle di Padova e che, a parte una parentesi nel 2012, non è più organizzata dal 2011.
Una discesa a balze che sfiora le pendici della Rocca Pendice – conosciuta agli alpinisti per la sua palestra di roccia, affrontata per la prima volta nel 1909 – e attraversa il centro di Teolo farà riassaggiare al gruppo il dolce gusto della pianura, che tornerà protagonista per una dozzina scarsa di chilometri, nel corso della quale si taglierà nel mezzo il “corridoio” che separa gli Euganei dai Colli Berici, teatro del finale di gara, introdotto dall’ascesa verso Crosara, 5300 metri inclinati al 6,8%, con i primi 4 Km che salgono all’8,1% (massima del 12%) e il finale più agevole. È nota tra i cicloamatori locali come “salita degli Ulivi” e non è del tutto ignota al gruppo, molti elementi del quale ricorderanno d’averla scalata due anni fa nella tappa di Vicenza vinta da Giovanni Visconti e che presentava un finale più agevole rispetto a quest’anno perché quella era l’unica difficoltà prevista dal tracciato. Infatti, terminata la discesa – che si snoda a breve distanza dal Lago di Fimon, il più vasto della provincia di Vicenza – anziché puntare verso la città il tracciato tornerà a inoltrarsi tra i Colli Berici, che nel 2020 potrebbero essere terreno di gara dei campionati del mondo di ciclismo, offrendo ora agli attaccanti la Salita del Raposso, 2500 metri al 9% su strada non larghissima che non metteranno in palio i punti del GPM ma daranno una bella frustata alle energie residue degli attaccanti, contribuendo a dare una bella scremata al gruppetto all’avanguardia e, perché no, a far assaporare un amaro boccone anche a qualche personalità di spicco del plotone dei migliori. A questo punto mancheranno 13 Km all’arrivo, comodi, belli e filanti sino al triangolo rosso. Poi, salendo verso la Madonna che domina la città del Palladio, qualcuno, i più affaticati da quest’ottovolante, la Santa Vergine potrebbe vederla davvero…. Con tutti i santi!

Mauro Facoltosi

ERRATA CORRIGE

La salita di Crosara non sarà affrontata dal versante noto come “salita del Ulivi”, indicato nel testo, ma da una più ripida strada parallela che raggiunge il GPM in 3,7 Km, affrontando una pendenza media del 9,1% e una massima del 17%

I VALICHI DELLA TAPPA

Sella di Torreglia (116). Valicato dalla SP 43 salendo da Torreglia al GPM di Castelnuovo.

Passo di Castelnuovo (298). Valicato dalla SP 43 salendo da Torreglia al GPM di Castelnuovo. Questa salita è stata affrontata come GPM al Giro del 2002, durante la tappa Terme Euganee – Conegliano, vinta allo sprint da Mario Cipollini. Il primo a scollinare fu lo spagnolo José Castelblanco, al termine di uno sprint che fu caratterizzato da una brutta scorrettezza di Francesco Casagrande (in quel momento quarto in classifica generale, a 1’07” dalla maglia rosa Heppner), che strinse contro le transenne e fece cadere il colombiano John Freddy García, fatto per il quale il campione toscano sarà espulso dal Giro.

Sella Ciuin (148). Valicato dalla SP 43 scendendo dal GPM di Castelnuovo verso Teolo.

Sella Teolo (175). Coincide con l’omonima località

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY


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Uno scorcio della pianura ad occidente delle Valli di Comacchio


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Delizia di Benvignante


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Delizia del Verginese


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Delizia di Belriguardo


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Il ponte sul Po sul quale transiteranno i “girini”


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Il centalissimo Corso del Popolo di Rovigo


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Ingresso in Monselice: sullo sfondo i Colli Euganei, a destra il colle del castello

Arquà Petrarca, casa di Francesco Petrarca (www.parchiletterari.com)

Arquà Petrarca, casa di Francesco Petrarca (www.parchiletterari.com)

Villa Barbarigo di Valsanzibio set de Culastrisce nobile veneziano (www.davinotti.com)

Villa Barbarigo di Valsanzibio set de ''Culastrisce nobile veneziano'' (www.davinotti.com)

Monte Rua, eremo di Santa Maria Annunziata (panoramio)

Monte Rua, eremo di Santa Maria Annunziata (panoramio)


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Rocca Pendice


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I Colli Berici visti dal “corridoio” che li separa dagli Euganei


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Lago di Fimon


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Uno dei tornanti della salita del Reposso


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Il santuario di Monte Berico, di fronte al quale si concluderà la tappa

La rampa d’arrivo al Santuario di Monte Berico e, in trasparenza, l’altimetria della dodicesima tappa del Giro 2015 (wilkipedia)

La rampa d’arrivo al Santuario di Monte Berico e, in trasparenza, l’altimetria della dodicesima tappa del Giro 2015 (wilkipedia)

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