9 ARRIVI IN QUOTA INEDITI NELLA SOLITA VUELTA PER SCALATORI

gennaio 15, 2015
Categoria: News

Tante salite nella 70a edizione della Vuelta a España che scatterà sabato 22 agosto per concludersi a Madrid domenica 13 settembre, dopo 21 tappe e 3374 km. In programma una breve cronosquadre inaugurale, sei frazioni pianeggianti, una cronometro individuale e ben 13 tappe di media o alta montagna. Nove gli arrivi in quota, tutti inediti.

Non offrirà rivoluzioni rispetto al recente passato il percorso della Vuelta 2015, svelato quest’oggi a Madrid: nonostante due cronometro (una – brevissima – a squadre, una individuale), le sole sei tappe pianeggianti in programma lasceranno spazio a ben tredici frazioni di media o alta montagna, rendendo il terzo GT stagionale una corsa dichiaratamente per scalatori.
Le novità, assenti nell’impostazione del tracciato, non mancheranno tuttavia nella scelta dei finali delle singole frazioni: tutti i nove arrivi in salita saranno infatti inediti, anche se alcune scoperte dell’edizione 2015 (la 70a della serie) non sembrano, sulla carta, particolarmente intriganti.
Per il primo assaggio di salita basterà attendere la seconda tappa, quando, ventiquattro ore dopo la cronosquadre inaugurale da Puerto Banùs a Marbella (7.4 km), si farà tappa a Caminito del Rey, con traguardo collocato ai 560 metri dell’Alto de la Mesa. Un’ascesa non trascendentale, ma che potrà offrire al vinitore la chance di vestire di rosso almeno per un paio di giorni, trovandosi a precedere la facilissima Mijas – Malaga, prima occasione per i velocisti, e la Estepona – Vejer de la Frontera, con arrivo su uno strappo che renderà verosimilmente il finale questione per i Valverde e Gilbert del gruppo.
Un’altra frazione pianeggiante dal finale leggermente mosso fra Rota e Alcala de Guadaira lancerà quindi la corsa verso la prima sequenza di montagne, benché l’ascesa di Sierra de Cazorla, teatro del traguardo della 6a tappa, non sembri materiale da camosci. Ben diverso, invece, l’impatto che avrà sulla classifica l’Alto de Capileira, sede d’arrivo della 7a frazione, con oltre 20 km di ascesa ad una media del 5%, azzoppata dal lungo tratto pianeggiante che separa due tronconi non semplici.
Sabato 29 agosto offrirà una giornata di relativa calma, malgrado la doppia scalata alla Cresta del Gallo che animerà gli ultimi chilometri verso Murcia, in vista di un altro traguardo in quota, sul breve ma arcigno Alto Cumbre del Sol. Il tradizionale riposo del secondo lunedì verrà posticipato di ventiquattro ore, obbligando così i corridori a pedalare per il decimo giorno consecutivo, per altri 152 km tra Valencia e Borja, insaporiti dalla scalata all’Alto del Desierto de las Palmas, ai -23.
Il primo pit-stop della corsa dovrà essere sfruttato appieno dagli atleti, che mercoledì 2 settembre saranno chiamati ad affrontare la frazione regina della Vuelta: un contorto ghirigoro sulle strade andorrane che in appena 138 km (unica pecca di una frazione comunque magnifica) condenserà un colle di Categoria Especial, quattro di 1a e uno di 2a, con possibilità di recupero pressoché inesistenti fra un’ascesa e l’altra. Si comincerà con la Collada de Beixalis per finire con l’inedito Alto Els Cortals d’Encamp, a 2100 metri, affrontando nel mezzo Ordino, Rabassa, Gallina e Comella. Una tappa che promette di rivoluzionare la classifica, magnanimamente fatta seguire dalla facilissima frazione di Lleida, con la prima ed ultima asperità collocata a quasi 120 km dalla conclusione.
Grossi patemi non dovrebbe crearli nemmeno la pur nervosa 13a tappa, da Calatayud a Tarazona, chiamata a precedere un trittico d’alta quota che culminerà nella seconda tappa regina della Vuelta. La lunga ma dolce (ultimissimi chilometri a parte) ascesa di Fuente del Chivo fungerà da antipasto, sabato 5 settembre; l’indomani, la scalata all’Alto de Sobres chiamerà i big ad osare un po’ di più per guadagnare terreno, relegando le rampe più aspre al primo tratto di salita; i 184 km da Luarca all’Alto Ermita de Alba, infine, avranno nell’infilata Cobertoria – ascesa finale il trampolino di lancio ideale per attaccare a fondo, in coda ad una frazione forte di altri 5 (non durissimi) GPM.
Il secondo ed ultimo giorno di riposo, ancora fissato al martedì, precederà anch’esso una tappa cruciale; questa volta, si tratterà della prima ed unica cronometro inividuale, con partenza ed arrivo a Burgos, per 39 km di sola pianura. Un’occasione che gli specialisti dovranno sfruttare appieno, in vista di altri tre giorni favorevoli agli scalatori. La 18a tappa, fra Roa e Riaza, proporrà infatti il Puerto de la Quesera, ascesa di 1a categoria (classificazione forse opinabile, e non è la sola) a meno di 13 km dalla conclusione, mentre la diciannovesima, da Medina del Campo alla meravigliosa Avila, farà precedere l’insidioso finale dal pur non terribile Alto de Paramera. La ventesima, infine, offrirà un graditissimo ritorno sulle strade della Vuelta: quello delle tappe di alta montagna con arrivo in discesa, ormai in via di estinzione anche nelle altre grandi corse a tappe. Dopo la partenza da San Lorenzo de El Scorial, i corridori dovranno scavalcare Navacerrada, Morcuera (due volte) e Cotos prima di planare sul traguardo di Cercedilla, dove la classifica generale assumerà verosimilmente la sua forma definitiva, prima della passerella madrilena.
Sebbene non si possa parlare di percorso equilibrato, ci sentiamo di promuovere il tracciato, perlomeno tenendo conto della direzione che ormai da anni ha imboccato la Vuelta, sfortunatamente seguita anche dai due GT più importanti. Paradossalmente, anzi, proprio dalla corsa spagnola sono arrivate alcune scelte in controtendenza rispetto alla via dei chilometraggi ridotti e dell’affastellamento di arrivi in salita, spesso di dubbio interesse tecnico: sarà infatti la Vuelta il GT del 2015 con più frazioni oltre i 200 km, superando di una lunghezza, con le sue quattro, quelle dei concorrenti. Non solo, ma sarà ancora la Vuelta l’unica a proporre come ultima tappa di montagna una frazione senza traguardo in quota, laddove Giro e Tour affideranno i verdetti finali a Sestriere e Alpe d’Huez rispettivamente. Soltanto le prossime edizioni potranno dire se si tratti di un effettivo cambio di rotta o di una deviazione estemporanea.

Matteo Novarini

La tappa regina delledizione 2015, che si disputerà sulle strade del Principato dAndorra (www.lavuelta.com)

La tappa regina dell'edizione 2015, che si disputerà sulle strade del Principato d'Andorra (www.lavuelta.com)

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