A MARTIN UN GRAN BRUTTO LOMBARDIA

ottobre 5, 2014
Categoria: News

L’irlandese sorprende tutti a 500 metri dall’arrivo e beffa Valverde, vincitore della volata del gruppetto di testa, davanti a Rui Costa. Con loro anche Wellens, Samuel Sanchez, Albasini, Gilbert, Rodriguez e Aru. Bocciato il percorso brevettato per il ritorno a Bergamo: poca selezione e ancor meno spettacolo fino allo strappo di Bergamo Alta, insufficiente a creare differenze significative.

Ventitré anni dopo l’ultimo successo di Sean Kelly, e più o meno altrettanti dopo l’ultima corsa completata da Daniel Martin senza una rovinosa caduta, un irlandese è tornato a conquistare il Giro di Lombardia. In coda ad una stagione costellata di incidenti, primo fra tutti quello che lo ha privato della seconda Liegi-Bastogne-Liegi consecutiva, all’ultima curva, il 28enne portacolori Garmin ha colto l’ultima occasione utile per salvare l’annata, andando ad aggiungere la Classica delle Foglie Morte ad un palmares numericamente non trascendentale (12 vittorie da professionista in 7 stagioni) ma di impressionante qualità media.
Se la quasi-vittoria alla Doyenne era stata frutto di semplice superiorità sugli avversari, quello di oggi è stato un successo di esperienza e tempismo. Inizialmente intenzionato ad attaccare sullo strappo di Bergamo Alta, Martin è stato costretto a rinunciare dalla posizione infelice in cui si è fatto trovare al restringimento di Porta Garibaldi (parole sue), e probabilmente anche da una gamba meno scattante rispetto ad aprile (parole nostre). Mentre Wellens provava a sorprendere i favoriti e Rui Costa, Aru e Gilbert tentavano inutilmente di scrollarsi di dosso i resti di un gruppo rimasto troppo folto troppo a lungo, Martin è riuscito a rimanere aggrappato a fatica al treno buono, ma con la poco allettante prospettiva di arrivare a giocarsi il successo contro ruote molto più veloci della sua. All’irlandese e ai quattro attaccanti citati, infatti, a Colle Aperto facevano compagnia non solo i gestibili Sanchez e Rodriguez, ma anche Valverde e Albasini, sulla carta fuori portata in volata.
Anziché accontentarsi del piazzamento o sperare nello sprint della vita, Martin è rimasto vigile, pensando a come scompigliare il finale; e quando la corsa gli ha mostrato un pertugio, a 500 metri dal traguardo, ci si è buttato senza pensarci. Dopo una discesa a rotta di collo, buona per allontanare definitivamente gli inseguitori ma non per sbarazzarsi della compagnia, Sanchez si è spostato, senza trovare qualcuno pronto a subentrargli. L’attimo di stallo successivo ha offerto a Martin l’occasione per uno scatto a sorpresa, approfittando dell’ultima posizione nel gruppetto. Valverde, trovatosi davanti dopo il rallentamento di Sanchez, non ha esitato un istante a guardarsi indietro; gli altri lo hanno imitato, aspettando quell’attimo sufficiente a concedere all’irlandese il vantaggio decisivo.
Valverde, ormai nella parte del piazzato di lusso come nemmeno Al Pacino in quella di un boss della malavita, ha regolato nettamente Rui Costa nella volata dei battuti, mentre Albasini si è dovuto accontentare di un sesto posto, alle spalle anche di Wellens e Sanchez. Gilbert, il cui attacco verso Bergamo Alta è sembrato il più vicino a creare una vera differenza, ha chiuso solo settimo, davanti ad un Purito lontano da quello delle ultime edizioni e ad un buon Fabio Aru, capace di ben figurare alla prima occasione da leader in una grande classica.
Se stoccate come quella di Martin riescono sempre a farci sorridere, come tutte quelle azioni che premiano la fantasia contro il calcolo e l’attesa, non può però bastare un pezzo di bravura a riabilitare un Lombardia francamente scadente, zavorrato da un percorso tracciato con il pilota automatico (un quasi copia-incolla degli ultimi Lombardia bergamaschi, salvo per la sostituzione della salita di Selvino con quella del vicino Passo di Ganda) e non riscattato dalle gesta di protagonisti che hanno perlopiù brillato solo per l’abilità nel ripararsi dal vento.
A riportare entro proporzioni accettabili il vantaggio dei fuggitivi della prima ora (Tiziano Dall’Antonia, Francesco Gavazzi, Jérémy Roy, Jan Polanc, Andrea Fedi, Sergio Paulinho, Paul Voss, Angelo Pagani, Miguel Angel Rubiano Chavez e Matthias Brändle) avevano provveduto Katusha e Tinkoff, ossia la squadra sulla carta più competitiva nel complesso (anche al netto della rinuncia a Chernetskiy, in gran forma alla Milano-Torino, dirottato verso il Tour of Almaty, perso in volata da Lutsenko) e quella di Alberto Contador, principale indiziato a cercare una soluzione non banale. Pareva il preambolo ad una corsa vivace, ma già il Passo Ganda, affrontato ad andatura più che blanda da un gruppo controllato dalla Omega Pharma – Quickstep di Kwiatkowski, ha provveduto ad abbassare le aspettative. E quando anche l’interessante azione di Hermans, Weening, Cherel e Mollema sullo strappo di Bracca è stato ignorato dai big e dai loro luogotenenti, è parso ovvio che il Giro di Lombardia (ci piacerebbe continuare a chiamarlo anacronisticamente così, con buona pace dei guru del marketing RCS) si avviava ad un finale magari aperto, ma non esattamente pirotecnico.
La salita di Berbenno, approcciata in testa da Paulinho, Fedi e Polanc, unici superstiti della fuga, con 25’’ sul gruppetto di Hermans, andato a riprendere nel frattempo qualche ex battistrada e Txurruka, scattato sul Ganda, ha fatto più o meno la selezione che ci si poteva aspettare, ossia poca: Kolobnev è partito, Zardini lo ha seguito, ma tra i due non è mai nato l’accordo; Kiryenka, Zoidl, Wellens e Rosa hanno provato a rientrare, senza successo; la Katusha, con un uomo davanti, ha deciso di inseguire, spendendo in questo modo la carta Caruso. Il risultato è stato un gruppo di non meno di 40 corridori ancora insieme in cima, con il solo strappo di Bergamo Alta ancora da superare e più di una squadra abbastanza in forze da sventare alzate d’ingegno.
König si è riportato tutto solo su Hermans e Weening, rimasti nel frattempo soli al comando, nella successiva discesa, venendo subito punito dalla sorte per cotanta intraprendenza con una massiccia dose di crampi. Gli stessi che, a 10 km dal termine, hanno tagliato fuori il campione del mondo, a quel punto diventato uno dei nomi più quotati.
L’azione di Hermans e Weening è stata definitivamente neutralizzata a 4 km e mezzo dal termine, quasi in corrispondenza dell’inizio dello strappo di Bergamo Alta. Di quelle battute finali, le uniche a meritare di figurare in un’eventuale sintesi, si è detto, e non ci pare di aver visto materiale tanto entusiasmante da meritare una ripetizione.
Il ritorno a Como previsto per l’anno prossimo darà a Vegni e soci un anno in più per inventarsi un percorso dignitoso con traguardo a Bergamo, dove il Lombardia tornerà a concludersi nel 2016. Date le soluzioni che le valli circostanti offrono (chi ha detto Valcava?), sarebbe un delitto ripresentare lo stesso percorso annacquato di quest’anno, riuscito nella difficile impresa di far rimpiangere quello già scadente delle edizioni lecchesi. Nel frattempo, vedremo con curiosità se si riuscirà a trovare un tracciato ugualmente insipido nel comasco, teatro degli ultimi Lombardia davvero entusiasmanti.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO

1 Daniel Martin (Irl) Garmin Sharp 6:25:33
2 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team 0:00:01
3 Rui Alberto Faria Da Costa (Por) Lampre-Merida
4 Tim Wellens (Bel) Lotto Belisol
5 Samuel Sanchez (Spa) BMC Racing Team
6 Michael Albasini (Swi) Orica Greenedge
7 Philippe Gilbert (Bel) BMC Racing Team
8 Joaquin Rodriguez Oliver (Spa) Team Katusha
9 Fabio Aru (Ita) Astana Pro Team
10 Rinaldo Nocentini (Ita) AG2R La Mondiale 0:00:14
11 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale
12 Jelle Vanendert (Bel) Lotto Belisol 0:00:18
13 Alexandr Kolobnev (Rus) Team Katusha 0:00:20
14 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr 0:00:25
15 Alessandro De Marchi (Ita) Cannondale
16 Davide Villella (Ita) Cannondale
17 Wilco Kelderman (Ned) Belkin Pro Cycling Team
18 Tiago Machado (Por) Team NetApp – Endura
19 Mauro Finetto (Ita) Yellow Fluo
20 Ivan Santaromita (Ita) Orica Greenedge
21 André Cardoso (Por) Garmin Sharp
22 Riccardo Zoidl (Aut) Trek Factory Racing 0:00:30
23 Roman Kreuziger (Cze) Tinkoff-Saxo 0:00:31
24 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:00:42
25 Cadel Evans (Aus) BMC Racing Team 0:00:46
26 Chris Anker Sörensen (Den) Tinkoff-Saxo
27 Lars Petter Nordhaug (Nor) Belkin Pro Cycling Team
28 Romain Sicard (Fra) Team Europcar
29 Sébastien Reichenbach (Swi) IAM Cycling
30 Angel Madrazo Ruiz (Spa) Caja Rural – Seguros RGA
31 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 0:00:54
32 Edoardo Zardini (Ita) Bardiani-CSF
33 Ryder Hesjedal (Can) Garmin Sharp 0:00:58
34 Alberto Contador Velasco (Spa) Tinkoff-Saxo
35 Pieter Serry (Bel) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:01:05
36 Warren Barguil (Fra) Team Giant-Shimano 0:01:16
37 Janez Brajkovic (Slo) Astana Pro Team 0:01:21
38 Diego Rosa (Ita) Androni Giocattoli 0:01:27
39 Ben Hermans (Bel) BMC Racing Team 0:01:34
40 Przemyslaw Niemiec (Pol) Lampre-Merida
41 David Arroyo Duran (Spa) Caja Rural – Seguros RGA
42 Kristijan Durasek (Cro) Lampre-Merida
43 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Shimano
44 Franco Pellizotti (Ita) Androni Giocattoli 0:01:44
45 Giampaolo Caruso (Ita) Team Katusha 0:01:46
46 Mikael Cherel (Fra) AG2R La Mondiale 0:02:06
47 Vasil Kiryienka (Blr) Team Sky
48 Simon Clarke (Aus) Orica Greenedge 0:02:37
49 Pieter Weening (Ned) Orica Greenedge 0:02:42
50 Jean-Christophe Peraud (Fra) AG2R La Mondiale 0:03:21
51 Maxime Monfort (Bel) Lotto Belisol 0:03:52
52 Kanstantsin Siutsou (Blr) Team Sky
53 Miguel Angel Rubiano Chavez (Col) Colombia
54 Marco Marcato (Ita) Cannondale
55 Robinson Eduardo Chalapud Gomez (Col) Colombia
56 Jarlinson Pantano (Col) Colombia
57 Bart De Clercq (Bel) Lotto Belisol
58 Enrico Battaglin (Ita) Bardiani-CSF
59 Jan Polanc (Slo) Lampre-Merida
60 Steve Morabito (Swi) BMC Racing Team 0:04:02
61 Francesco Failli (Ita) Yellow Fluo
62 Paolo Tiralongo (Ita) Astana Pro Team
63 Oliver Zaugg (Swi) Tinkoff-Saxo
64 Sergio Miguel Moreira Paulinho (Por) Tinkoff-Saxo 0:04:04
65 David De La Cruz Melgarejo (Spa) Team NetApp – Endura 0:04:12
66 José Joao Pimenta Costa Mendes (Por) Team NetApp – Endura
67 Leopold Konig (Cze) Team NetApp – Endura 0:04:14
68 Antonio Parrinello (Ita) Androni Giocattoli 0:04:15
69 Mathias Frank (Swi) IAM Cycling
70 Simone Ponzi (Ita) Yellow Fluo
71 Valerio Conti (Ita) Lampre-Merida 0:07:09
72 Amets Txurruka (Spa) Caja Rural – Seguros RGA
73 Johann Tschopp (Swi) IAM Cycling
74 Andrea Fedi (Ita) Yellow Fluo 0:07:13
75 Kenny Elissonde (Fra) FDJ.fr 0:09:40
76 Michal Golas (Pol) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team 0:09:42
77 Michal Kwiatkowski (Pol) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
78 Carlos Verona Quintanilla (Spa) Omega Pharma – Quick-Step Cycling Team
79 Davide Formolo (Ita) Cannondale
80 Paolo Longo Borghini (Ita) Cannondale
81 Maxime Mederel (Fra) Team Europcar
82 Georg Preidler (Aut) Team Giant-Shimano 0:12:15
83 Cesare Benedetti (Ita) Team NetApp – Endura
84 Steven Kruijswijk (Ned) Belkin Pro Cycling Team 0:12:47
85 Domenico Pozzovivo (Ita) AG2R La Mondiale 0:13:12
86 Romain Guillemois (Fra) Team Europcar 0:13:34
87 Tony Gallopin (Fra) Lotto Belisol 0:14:58
88 Philip Deignan (Irl) Team Sky
89 Bauke Mollema (Ned) Belkin Pro Cycling Team
90 Jérémy Roy (Fra) FDJ.fr 0:17:09
91 Antonio Piedra Perez (Spa) Caja Rural – Seguros RGA
92 Matthias Brandle (Aut) IAM Cycling
93 Tom Jelte Slagter (Ned) Garmin Sharp
94 Alessio Taliani (Ita) Androni Giocattoli 0:18:25
95 Gianfranco Zilioli (Ita) Androni Giocattoli

Lirlandese Martin taglia vittorioso il prestigioso traguardo del Giro di Lombardia (foto Bettini)

L'irlandese Martin taglia vittorioso il prestigioso traguardo del Giro di Lombardia (foto Bettini)

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