NIBALI, ADESSO E’ FATTA: UN ITALIANO IN GIALLO DOPO 16 ANNI

luglio 27, 2014
Categoria: News

Marcel Kittel coglie il suo quarto successo personale sui Campi Elisi, rimontando negli ultimi metri un ottimo Kristoff, nel giorno che consacra Vincenzo Nibali quale sesto uomo nella storia a conquistare le tre grandi corse a tappe. Péraud e Pinot affiancano il siciliano sul podio. Il Tour torna a parlare italiano dopo 16 anni.

Jacques Anquetil, Felice Gimondi, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Alberto Contador e Vincenzo Nibali; l’esclusivo club dei campioni capaci di conquistare in carriera le tre grandi corse a tappe conta, da qualche ora, un sesto membro, il secondo italiano. Un ingresso in realtà scontato già da alcuni giorni, non fosse che il Tour 2014, forse più di qualsiasi altra corsa recente, ha ricordato a tutti quanto ogni curva sia buona per frantumare certezze e sovvertire gerarchie, come gli imprevisti possano annidarsi nelle pieghe all’apparenza più banali della gara.
Per assicurarsi la diciannovesima e più importante maglia gialla (record in singola edizione dal 1981), Nibali non ha dovuto far altro che tenersi alla larga dai guai una volta di più, come aveva già mirabilmente saputo fare nei primi 20 giorni di gara: un risultato non da poco, in un Tour funestato da cadute, nervosismo e condizioni meteorologiche che poco hanno a che spartire con la stagione in corso. Certo, non è mancato quel pizzico di fortuna necessario a tante imprese sportive di questa portata, ma le ragioni vanno cercate perlopiù in una lucidità mai venuta meno, e in una capacità di guidare la bicicletta che è requisito spesso sottovalutato (come il siciliano ha del resto imparato a sue spese lo scorso anno, al Mondiale di Firenze). Tanto più che nemmeno l’ultima frazione ha rinunciato a distribuire una discreta dose di inconvenienti: Péraud ha visto per un attimo in pericolo la sua piazza d’onore a causa di una caduta, mentre una foratura ha rischiato di escludere Kristoff da una volata della quale sarebbe poi stato grande protagonista.
Nel giorno che ha portato a dieci il computo dei Tour de France italiani, (con sette corridori diversi: altro circolo elitario al quale Nibali viene ammesso; prima di lui, solo Bottecchia, Bartali, Coppi, Nencini, Gimondi e Pantani), a mettere la firma sulla passerella dei Campi Elisi è stato – per il secondo anno consecutivo – Marcel Kittel. Allo sprint si è arrivati secondo il più classico dei canovacci parigini: brindisi e foto ricordo fino all’ingresso sul circuito conclusivo, quindi gara vera e andatura forsennata, con Chavanel, Porte, Serpa, Morkov, Fonseca, Clarke e altri a tentare improbabili colpi di mano, sempre rintuzzati dal plotone.
L’australiano della Orica, evaso a 5 km dal traguardo, è stato l’ultimo ad essere riassorbito, 2 km più tardi, quando i treni dei velocisti hanno alzato il ritmo a tal punto da rendere impossibili tentativi di colpi di mano à la Vinokourov.
Kittel e la Giant hanno fatto tutto quanto in loro potere per gettare al vento la vittoria: il tedesco ha perso all’ultima curva la ruota di Veelers, che ha fatto il suo piantandosi all’imbocco del rettilineo finale, e lanciando così lo sprint a velocità troppo bassa per le caratteristiche del capitano. Il solito Kristoff ha provato ad approfittarne giocando d’anticipo, riuscendo ad affiancare il tedesco e prendendo fino ad una mezza bicicletta di vantaggio; in una dimostrazione di potenza comparabile alla rimonta di Belfast al Giro, però, Kittel ha invertito la tendenza a 100 metri dal traguardo, colmando lo svantaggio e procedendo al contro-sorpasso poco prima del colpo di reni, ribadendo una volta di più – caso mai non fosse sufficientemente palese – il proprio status di velocista principe del gruppo.
La pur interessante volata è stata in ogni caso il preludio all’evento più atteso, ossia la premiazione che ha visto sfilare Rafal Majka in maglia a pois, Peter Sagan in maglia verde, Alessandro De Marchi quale supercombattivo del Tour, la Ag2r al completo come vincitrice della classifica a squadre, Thibaut Pinot in maglia bianca, e soprattutto Vincenzo Nibali in maglia gialla, facendo risuonare l’Inno di Mameli all’ombra dell’Arco di Trionfo per la prima volta nel terzo millennio. Una cerimonia nella quale lo Squalo non ha perso neppure per un istante la compostezza che lo ha contraddistinto perfino nel momento dell’arrivo, quando Michele Scarponi ha dovuto alzare le braccia al suo posto.
Ci fermiamo qui, nel racconto del podio, prima di scadere nella facile e già imperversante retorica sul campione che indica la via ad un paese a forza di sacrifici, sul vincitore umano dopo edizioni dominate da cyborg e sui francesi che si incazzano (cosa peraltro non accaduta, ad eccezione di alcune testate interessate comunque più a cercare il torbido ovunque che ad esprimere astio nei confronti dei cugini; i più, in compenso, hanno dedicato a Nibali le prime pagine anche in giorni, come quello del pavé, in cui i corrispettivi italiani si concentravano sulla semifinale mondiale tra Argentina ed Olanda, tra le più raccapriccianti gare di tale livello mai materializzatesi di fronte agli incolpevoli spettatori).
Meno ancora intendiamo tentare di leggere la vittoria di Nibali nella più generale ottica di un successo del movimento ciclistico italiano, come ha naturalmente e prevedibilmente suggerito alla prima occasione il presidente Di Rocco. Dimenticando forse (ma più probabilmente no) che Nibali è il solo campione all’apice della carriera di un movimento che paga uno spaventoso buco nero tra la generazione dei nati negli anni ’70 e quella dei giovani Aru e Formolo (parliamo di corse a tappe, ma, a livello di classiche, la situazione non è molto più rosea).
Ci sembra giusto, invece, che i meriti della vittoria rimangano circoscritti a Nibali, a chi lo circonda, al suo staff, alla sua squadra, e a chi lo ha seguito nel corso degli anni, fra Sicilia e Toscana. A loro si deve il ritorno del tricolore sul gradino più alto del podio parigino, e da loro passa la possibilità di rivederlo in tempi brevi. Quantomeno – si spera – senza dover attendere altri 16 anni.

Matteo Novarini

ORDINE D’ARRIVO
1 Marcel Kittel (Ger) Team Giant-Shimano 3:20:50
2 Alexander Kristoff (Nor) Team Katusha
3 Ramunas Navardauskas (Ltu) Garmin – Sharp
4 André Greipel (Ger) Lotto-Belisol
5 Mark Renshaw (Aus) Omega Pharma-Quick Step
6 Bernhard Eisel (Aut) Team Sky
7 Bryan Coquard (Fra) Team Europcar
8 Alessandro Petacchi (Ita) Omega Pharma-Quick Step
9 Peter Sagan (Svk) Cannondale
10 Romain Feillu (Fra) Bretagne – Seche Environnement
11 Daniele Bennati (Ita) Tinkoff-Saxo
12 Arnaud Demare (Fra) FDJ.fr
13 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team
14 Adrien Petit (Fra) Cofidis, Solutions Credits
15 Sep Vanmarcke (Bel) Belkin Pro Cycling
16 Daniel Oss (Ita) BMC Racing Team
17 Davide Cimolai (Ita) Lampre – Merida
18 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:00:04
19 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team
20 Johan Van Summeren (Bel) Garmin – Sharp
21 Roger Kluge (Ger) IAM Cycling 0:00:06
22 Kévin Reza (Fra) Team Europcar
23 Jack Bauer (NZl) Garmin – Sharp
24 Tom Veelers (Ned) Team Giant-Shimano
25 Elia Viviani (Ita) Cannondale 0:00:09
26 Jens Voigt (Ger) Trek Factory Racing
27 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team
28 Samuel Dumoulin (Fra) AG2R La Mondiale
29 Peter Velits (Svk) BMC Racing Team
30 Bram Tankink (Ned) Belkin Pro Cycling
31 Matteo Montaguti (Ita) AG2R La Mondiale
32 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling
33 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing
34 Sébastien Minard (Fra) AG2R La Mondiale
35 Christophe Riblon (Fra) AG2R La Mondiale
36 Jean-Christophe Péraud (Fra) AG2R La Mondiale
37 Christopher Horner (USA) Lampre – Merida
38 Nelson Oliveira (Por) Lampre – Merida
39 Geraint Thomas (GBr) Team Sky
40 Mickaël Delage (Fra) FDJ.fr 0:00:15
41 Koen De Kort (Ned) Team Giant-Shimano
42 Martin Elmiger (Swi) IAM Cycling
43 Michael Albasini (Swi) Orica Greenedge
44 Anthony Delaplace (Fra) Bretagne – Seche Environnement
45 Julien Simon (Fra) Cofidis, Solutions Credits
46 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team
47 Bauke Mollema (Ned) Belkin Pro Cycling
48 William Bonnet (Fra) FDJ.fr
49 Lars Boom (Ned) Belkin Pro Cycling
50 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling

CLASSIFICA GENERALE
1 Vincenzo Nibali (Ita) Astana Pro Team 89:59:06
2 Jean-Christophe Péraud (Fra) AG2R La Mondiale 0:07:37
3 Thibaut Pinot (Fra) FDJ.fr 0:08:15
4 Alejandro Valverde Belmonte (Spa) Movistar Team 0:09:40
5 Tejay Van Garderen (USA) BMC Racing Team 0:11:24
6 Romain Bardet (Fra) AG2R La Mondiale 0:11:26
7 Leopold Konig (Cze) Team Netapp-Endura 0:14:32
8 Haimar Zubeldia Agirre (Spa) Trek Factory Racing 0:17:57
9 Laurens Ten Dam (Ned) Belkin Pro Cycling 0:18:11
10 Bauke Mollema (Ned) Belkin Pro Cycling 0:21:15
11 Pierre Rolland (Fra) Team Europcar 0:23:07
12 Frank Schleck (Lux) Trek Factory Racing 0:25:48
13 Jurgen Van Den Broeck (Bel) Lotto-Belisol 0:34:01
14 Yury Trofimov (Rus) Team Katusha 0:36:41
15 Steven Kruijswijk (Ned) Belkin Pro Cycling 0:38:15
16 Brice Feillu (Fra) Bretagne – Seche Environnement 0:43:59
17 Christopher Horner (USA) Lampre – Merida 0:44:31
18 Mikel Nieve Iturralde (Spa) Team Sky 0:46:31
19 John Gadret (Fra) Movistar Team 0:47:30
20 Tanel Kangert (Est) Astana Pro Team 0:52:11
21 Ben Gastauer (Lux) AG2R La Mondiale 0:58:00
22 Geraint Thomas (GBr) Team Sky 0:59:14
23 Richie Porte (Aus) Team Sky 1:01:08
24 Jan Bakelants (Bel) Omega Pharma-Quick Step 1:06:28
25 Cyril Gautier (Fra) Team Europcar 1:08:47
26 Michael Rogers (Aus) Tinkoff-Saxo 1:17:53
27 Peter Velits (Svk) BMC Racing Team 1:19:38
28 Michal Kwiatkowski (Pol) Omega Pharma-Quick Step 1:21:55
29 Tony Gallopin (Fra) Lotto-Belisol 1:29:24
30 Arnold Jeannesson (Fra) FDJ.fr 1:33:27
31 Luis Angel Mate Mardones (Spa) Cofidis, Solutions Credits 1:36:52
32 Marcel Wyss (Swi) IAM Cycling 1:38:27
33 Tom Dumoulin (Ned) Team Giant-Shimano 1:48:00
34 Sylvain Chavanel (Fra) IAM Cycling 1:48:13
35 Peter Stetina (USA) BMC Racing Team 1:52:36
36 Jakob Fuglsang (Den) Astana Pro Team 1:54:50
37 Giovanni Visconti (Ita) Movistar Team 1:56:28
38 Greg Van Avermaet (Bel) BMC Racing Team 1:56:34
39 Nicolas Roche (Irl) Tinkoff-Saxo 1:58:45
40 Bram Tankink (Ned) Belkin Pro Cycling 1:59:02
41 Jon Izaguirre Insausti (Spa) Movistar Team 2:00:50
42 Thomas Voeckler (Fra) Team Europcar 2:08:38
43 Michael Schär (Swi) BMC Racing Team 2:09:43
44 Rafal Majka (Pol) Tinkoff-Saxo 2:17:53
45 Amaël Moinard (Fra) BMC Racing Team 2:19:13
46 Kristijan Durasek (Cro) Lampre – Merida 2:21:18
47 Tony Martin (Ger) Omega Pharma-Quick Step 2:25:35
48 Jos̩ Serpa (Col) Lampre РMerida 2:29:06
49 Michele Scarponi (Ita) Astana Pro Team 2:31:40
50 Paul Voss (Ger) Team Netapp-Endura 2:32:48

Vincenzo Nibali sfoggia la maglia gialla sul podio di Parigi (foto AFP)

Vincenzo Nibali sfoggia la maglia gialla sul podio di Parigi (foto AFP)

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