DEGENKOLB VENDICA L’ÉTOILE
Era uno dei principali favoriti per le vittorie parziali alla recente Étoile de Bessèges, ma la corsa a tappe francese si era conclusa senza successi per il velocista tedesco. Con questa premessa si attendeva un Degenkolb agguerrito al via del Giro del Mediterraneo e, stavolta, non ha tradito le attese, nonostante la sfortuna gli avesse anche oggi messo i bastoni tra le ruote. Ma, esorcizzata una foratura a ridosso del finale, il corridore della Giant-Shimano è piombato come una furia scatenata sul traguardo e ha “giustiziato” gli italiani Napolitano e Colbrelli
Parte il Giro del Mediterraneo 2014 e, a differenza della precedente corsa a tappe francese (L’Étoile de Bessèges), la prima tappa si conclude in volata, previa neutralizzazione della fuga della giornata. L’epilogo, però, non deve far pensare ad una tappa monotona e senza emozioni; al contrario, il forte vento e le strade strette e tortuose presenti nel finale di tappa hanno scatenato la bagarre in seno al gruppo. La tappa di oggi ha anche visto la vendetta di Degenkolb (Giant Shimano), il velocista tedesco rimasto a bocca asciutta all’Étoile de Bessèges, è riuscito, alla prima occasione di riscatto, a tagliare il traguardo braccia al cielo precedendo i nostri ottimi Danilo Napolitano (Wanty Groupe Gobert) e Sonny Colbrelli (Bardiani-CSF), che conferma lo stato di grazia già riscontrato durante l’Étoile.
La frazione odierna è stata caratterizzata da una fuga di 5 uomini – Juan Pablo Valencia (Colombia), Vegard Stake Laengen (Bretagne-Séché Environnement), Pierre Gouault (BigMat-Auber 93), Fernando Grijalba (Caja Rural-Seguros RGA) e Julien Bérard (AG2R La Mondiale) – che hanno salutato il gruppo già dalle prime battute della corsa. Il vantaggio massimo ha raggiunto i nove minuti mentre il gruppo per diversi chilometri ha controllato, rallentando ed accelerando il ritmo in base al mutare del vantaggio, ma l’impressione è che non si sia voluto rischiare la beffa come nella prima tappa dell’Étoile de Bessèges. I fuggitivi sono stati, infatti, ripresi, senza particolari problemi, già ai 30 dall’arrivo.
Poco dopo il ricongiungimento, però, il vento e le caratteristiche delle strade provocano diverse frazioni nel plotone che si divide in 6 tronconi. Assistiamo, quindi, ad un inseguimento continuo, mentre davanti in diversi tentano la sortita senza fortuna, dato che tutti i tentativi sono resi vani dalla squadra di Degenkolb, decisa a portare la sua punta allo sprint.
A 14 chilometri dalla conclusione parte deciso Christophe Prémont (Wallonie-Bruxelles) e nel gruppo c’è un attimo di smarrimento con i protagonisti che si guardano finché la BMC non prende in mano la situazione, senza però forzare la mano particolarmente. Premont guadagna fino a 50 secondi in 4 chilometri e, quando mancano 10 Km alla conclusione, nel gruppo principale – composto da una cinquantina di atleti – arrivano i rinforzi con la Europcar e IAM. Degenkolb è, però, vittima di una foratura e si teme che la sfortuna che lo ha accompagnato durante la precedente corsa a tappe non lo abbia abbandonato. A questo punto, tutti sono a tutta: Premont che cerca di approfittare del finale in leggera discesa per non farsi riassorbire dopo l’arrivo, le squadre dei velocisti che tentano invece di riprendere il prima possibile il fuggiasco e Degenkolb con la sua squadra che tentano di rinvenire. Premont viene ripreso sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, mentre le squadre dei velocisti si organizzano e tentano di lanciare i loro uomini ma, da dietro, Degenkolb piomba come un missile sulla testa del gruppo e supera tutti prima del traguardo, scacciando definitivamente i fantasmi e dimostrando che quando si da tutto si riesce a battere anche la sfortuna.
Peccato per i nostri ottimi Napolitano e Colbrelli che devono accontentarsi della seconda e terza posizione. Se Degenkolb non fosse riuscito a rientrare avremmo avuto probabilmente un podio tutto italiano in quanto la medaglia di legno se la aggiudica Manuel Belletti.
La tappa di domani potrebbe riservare delle sorprese perchè sono in programma 3 gran premi della montagna, due di terza categoria e l’ultimo HC con scollinamento a 24 chilometri dal traguardo. L’ultima salita potrebbe, quindi, fungere da trampolino di lancio per qualche coraggioso attaccante o anche per un ristretto drappello di atleti.
Benedetto Ciccarone

Degenkolb cala come una mannaia sul traguardo e 'ghigliottina' le speranze dei nostri corridori (foto AFP)