COLLECCHIO – SAVONA: LA BELLA ADDORMENTATA E LA STREGA MALEFICA

maggio 21, 2014
Categoria: News

Sembra una tappa “sospesa nel tempo”, placidamente collocata tra gli appuntamenti cardine del Giro. Qualche giorno fa si sono disputate le prime due difficili tappe di montagna e quello successivo è in programma l’unica vera cronometro individuale, ma questo non vuol dire che, alla vigilia di una delle più importanti frazioni del Giro 2014, si potranno dormire sonni tranquilli: la tappa di Savona è la più lunga di tutte e presenta nel finale una salita molto impegnativa, che pochi hanno preso in considerazione in sede di presentazione. Si potrebbero vederne davvero delle belle!

Sembra proprio una bella addormentata l’undicesima tappa della corsa rosa, quella del giro di boa di una gara che oggi giungerà nel bel mezzo del “cammin della sua vita”. Placidamente collocata tra le prime tappe di montagna e la tormentata cronometro prevista l’indomani sulle colline langarole, sembra quasi sonnecchiare tranquilla e senza troppe pretese, forse per quelle due stelle di difficoltà che le ha assegnato mamma Gazzetta, ma – proprio come nella celebre favola di Charles Perrault – ecco che, a un certo punto, a ridosso del finale spunterà a sorpresa la fata malefica, con le forme del Naso di Gatto. Il nome è da fatina buona, a dire il vero, ma non certo le pendenze di un’ascesa impegnativa anche se non esageratamente dura, che molti potrebbero sottovalutare per la scarsa considerazione che si è data a questa tappa in sede di presentazione, quando gli occhi di tutti scrutavano con particolare attenzione i particolari delle grandi frazioni di montagna e dava poca importanza a una giornata che proponeva l’unica vera salita collocata a quasi 30 Km dall’arrivo. Le sue inclinazioni andranno a sommarsi alle difficoltà insite nel chilometraggio odierno (questa sarà la frazione più lunga del Giro 2014, con quasi 250 Km da percorrere) e in una discesa molto bella e veloce, che finirà per agevolare chi si troverà davanti e magari farà il diavolo a quattro per far lievitare il ritardo che qualche pesce grosso avrà accusato allo scollinamento. Poi ci sarà qualcuno che verserà lacrime amare in quel di Savona, come quelle che solcarono le gote di Merckx nel 1969 quando fu espulso dalla corsa per l’ancora controverso caso della sua positività proprio nella cittadina ligure, la stessa dove siamo convinti che pianse, anche se le sue furono solo lacrime interiori, Greg Lemond quando, il 6 giugno del 1991, lui vincitore di tre Tour de France si vide infilzato dal giovane e imberbe Sciandri.
Quel giorno del 1969 era il 2 giugno e si era conclusa poche ore prima la sedicesima giornata di quell’edizione, una tappa di 234 Km disputata tra Parma e Savona e che sarà ricalcata dai “girini” del 2014, almeno fino al primo passaggio dalla città sede d’arrivo perché 45 anni fa la salita verso il Naso di Gatto non era contemplata dal percorso. Un’altra differenza rispetto a quella tappa sarà la sede di partenza ma, per il resto, si ripercorrerà fedelmente quell’itinerario che, lasciata la cittadina di Collecchio, debutterà con la lenta risalita della valle del fiume Taro, toccando pochi chilometri dopo il via il centro di Fornovo, il cui nome è iscritto nei libri di storia per due battaglie che vi furono combattute, la prima durante le cosiddette “Guerre d’Italia” (1495) e la seconda in occsione della guerra di liberazione italiana (1945). Lasciata la statale per il Passo della Cisa si proseguirà, sempre prendendo gradualmente quota, verso Borgo Val di Taro, centro molto conosciuto dagli appassionati di funghi (porcini, in particolare) e paese natale dell’indimenticato Bruno Raschi, il giornalista che non fu solo vicedirettore della Gazzetta dello Sport dal 1976 al 1983 (l’anno della prematura morte) ma anche un grande amico, e amante al contempo, del Giro d’Italia. Ne seguì parecchie edizioni dall’ammiraglia di patron Torriani, suo amico ma talvolta suo “bersaglio” quando notava che qualcosa non andava, e il Giro lo ricorda sempre con affetto tutte le volte che viene a “bazzicare” da queste parti, come in occasione dei due arrivi che furono organizzati a Borgotaro nel 1987 (Argentin) e nel 1993 (Baldato), nel decennale della sua scomparsa.
Ancora qualche chilometro tranquillo e poi inizierà la prima ascesa di giornata, diretta al Passo di Cento Croci, valico di confine tra Emilia e Liguria il cui nome ricorda i tempi nei quali in queste lande spadroneggiavano bande di brigati che assalivano e assassinavano i viandanti. Oggi, fortunatamente, non sussistono più questi disagi e rimangono solo quei pochi offerti dalla salita, una delle più agevoli della catena appennica perché, per arrivare allo scollinamento, bisognerà percorrere 13,6 Km inclinati al 4,5%. Leggermente più pendente è la successiva planata con il quale il gruppo si porterà a Varese Ligure, la “Plebes de Varia” già esistente nel 1031 d.C. e caratterizzata da un nucleo storico di forma perfettamente tondeggiante, quel “Borgo rotondo” innalzato in epoca mediovale e che è uno dei vanti di questo centro iscritto nel club privato “I borghi più belli d’Italia”. Un breve zampellotto condurrà al traforo sottostante il colle di Velva, sul quale dal 1895 sorge il santuario della Madonna della Guardia, poi si riprenderà a scendere verso il mare, raggiungendo la costa a Sestri Levante, una delle principali località dell’omonima riviera, conosciuta non solo per i pregi turistici di un centro noto come la “città dei due mari” per il suo affacciarsi sulle baie “delle Favole” e “del Silenzio” (il primo toponimo lo coniò il famoso conduttore televisivo Enzo Tortora, rammentando un soggiorno dello scrittore Hans Christian Andersen) ma anche per i cantieri navali presenti nella frazione di Riva Trigoso, tra i più antichi della nostra nazione, dai quali nel 2004 uscì la prima portaerei della Marina Militare Italiana.
Da qui sino al primo passaggio da Savona si rimarrà costantemente sull’Aurelia, un palcoscenico ben noto agli appassionati di ciclismo, anche se solo nel tratto finale si confluirà sul tracciato della Milano – Sanremo. Fin da subito, però, la fisionomia della strada sarà quella solita della “classicissima”, tutta un succedersi di capi che talvolta neanche si notano sull’altimetria, alternati a rari tratti pianeggianti, come quello lungo 8 Km che s’inconterà all’uscita da Sestri e che condurrà i corridori prima a Lavagna e poi a Chiavari, centri che prima d’esser scoperti dal turismo erano conosciuti per le cave d’ardesia dell’entroterra, roccia utilizzata sia per scopi artistici, sia per altri meno “nobili” come la produzione di tegole e lavagne. Le prime difficoltà “aureliane” di questa tappa ci richiameranno alla memoria una pagina triste della storia recente del Giro d’Italia perché l’ascesa verso la Madonna delle Grazie (2,4 Km al 6,4%) e l’immediatamente successivo strappo di Castellaro furono affrontati nel finale della tappa di Rapallo del Giro 2011, in una giornata dove, però, nessuno pensò ai dati tecnici di quelle salite, a nessuno importò più di tanto cosa stava succedendo in testa alla corsa perché il cuore di tutti si era fermato lungo discesa del Bocco, assieme a quello di Wouter Weylandt. Alle due salite sopra citate ne seguirà una terza perché, sfiorato lo scoglio sul quale troneggia il cinquecentesco castello di Rapallo (maniero che nel 1964 fu set del film “La congiuntura”), si doppierà il promontorio del Monte di Portofino salendo in maniera gradevole (circa 5 Km al 4,4%) sino alla Ruta, piccola località dove soggiornò in due occasioni il filosofo tedesco Nietzsche, e da lì poi scendendo verso l’incantevole borgo di Camogli e quindi Recco, patria riconosciuta – con tanto di marchio I.G.P. – di una delle più conosciute prelibatezze liguri, la “focaccia di recco col formaggio”, composta di due strati di pasta non lievitata farciti solo internamente con lo stracchino, il formaggio che ha soppiantato l’originaria “prescinseûa”, latte rappreso e inacidito che non incontrava il gusto di molti. Passati questi “scogli”, la cartina non evidenzierà ostacoli per una quarantina di chilometri, anche se nella prima metà di questo tratto, quella che anticiperà il passaggio da Genova, non s’incontrerà vera “bonaccia” ma un continuo beccheggio, quello che nel gergo ciclistico è definito come “manga e bevi”. La vera pianura inizierà una volta giunti sulle strade del capoluogo ligure, dove i “girini” costeggeranno prima il Lido d’Albaro (è qui che il 25 maggio del 1909 terminò la sesta tappa del primo Giro d’Italia, vinta dal pavese Giovanni Rossignoli) e poi l’area del Porto Antico, totalmente ristrutturata da Renzo Piano in occasione dell’Esposizione Internazionale di Genova ‘92 e quindi aperta al pubblico, che può visitarvi non solo il secondo acquario d’Europa per dimensioni dopo quello di Valencia ma anche una delle tre sedi del Museo Nazionale dell’Antartide (le altre sono a Siena e Trieste) e il “Neptune”, il galeone che Roman Polanski fece costruire in vista delle riprese del film “Pirati” (1986) e recentemente riutilizzato per girarvi la miniserie “Neverland – La vera storia di Peter Pan”. Si uscirà da “Zena” attraversandone i quartieri più moderni e industrializzati e toccando una serie di centri che ebbero piena autonomia fino al 1926, quando furono assorbiti, amministrativamente prima e urbanisticamente poi, dalla città capoluogo andando a costituire quella che è oggi definita la “Grande Genova”, un’area che si spinge anche nell’entroterra e che occupa un’estensione di poco più di 240 km².
Giunti a Voltri si comincerà a respirare l’aria della “Classicissima” perché nei prossimi 30 Km il tracciato dell’undicesima tappa coinciderà con il primo tratto rivierasco della Sanremo, quello che s’incontra dopo esser scesi dal Turchino. I saliscendi non riprenderanno subito e ci sarà ancora una porzione di strada abbastanza liscia fino ad Arenzano, località frequentata non solo dai bagnanti ma anche dai pellegrini diretti al santuario del Bambino Gesù di Praga, dove si attaccherà il primo dei capi sanremesi, la facile Colletta, oltrepassato il quale si scenderà su Cogoleto, l’ultimo comune della provincia di Genova e centro che molti studiosi considerano come il paese natale di Cristoforo Colombo, i cui natali sono contesi da diversi altri centri. Qui concedeteci un momento tutto per noi, per fermarci un attimo a ricordare il cogoletese Matteo Patrone, il fondatore di questo sito, scomparso lo scorso anno dopo una lunga malattia. Ci riasciughiamo le lacrime e ci riaccodiamo con slancio in coda al gruppo, che ora starà affrontando i Piani d’Invrea prima di portarsi a Varazze, località turistica universalmente conosciuta come “città delle donne” dal nome di una manifestazione che vi si tiene del 1992. È in queste vesti che il terzo comune per numero di abitanti della provincia di Savona ha accolto due importanti happening sportivi a due ruote destinati alle atlete, la tappa dell’ultima edizione del Giro Rosa terminata sul soprastante Monte Beigua (vittoria dalla statunitense Mara Abbott, che poi s’imporrà nella classifica finale) e la partenza della Primavera Rosa, versione “in gonnella” della Sanremo dei professionisti, organizzata dalla Gazzetta dello Sport dal 1999 al 2005. Tornerà ben presto il momento di sfogliare il libro dei ricordi quando si transiterà per Celle Ligure, il paese d’origine di Giuseppe “Gepin” Olmo, il primo ciclista italiano a stabilire il record dell’ora, conquistato il 31 ottobre 1935 al Velodromo Vigorelli percorrendo 45,090 Km e detronizzando il francese Maurice Richard, che poi si riprenderà il maltolto un anno più tardi, sempre nell’impianto milanese.
Saranno questi gli ultimi minuti che il gruppo trascorrerà sull’Aurelia, abbandonata subito dopo il primo passaggio da Savona, dove si sfiorerà il Priamar, l’imponente fortezza cinquecentesca che nel Risorgimento fu utilizzata anche come prigione (vi fu rinchiuso Giuseppe Mazzini) e oggi è divenuta il simbolo della città. Lasciata la costa, il percorso si dirigerà verso l’interno, risalendo la Valle del Letimbro senza incontrare ancora pendenze per mezza dozzina di chilometri, sino alla frazione di Santuario, che prende il nome dalla basilica di Nostra Signora della Misericordia, costruita dove la Vergine Maria apparve a un contadino il 18 marzo 1536. Poco più avanti avrà inizio il momento più caldo di questa tappa, la salita che in 7 Km condurrà sino al Naso di Gatto, antica masseria cinquecentesca che nell’800 fu trasformata in un’osteria, recentemente chiusa dopo quasi 180 anni d’onorato servizio: la pendenza per arrivare fin lassù sarà dell’8,1%, con un picco del 12% nel tratto più impegnativo, quello iniziale. Di tutt’altra pasta è la discesa che ricondurrà a Savona e che, sempre dolce, nella prima parte si snoderà in maniera altalenante – di tanto in tanto spezzata da brevi risalite – sull’altopiano di Monte Pra, tra l’11 e il 12 aprile del 1796 teatro della Battaglia di Montenotte che vide Austria e Regno di Sardegna uscire sconfitte dal confronto con l’esercito francese comandato da Napoleone Bonaparte. Attraversato Altare e superato l’ultimo zampellotto di giornata presso la galleria del celebre Colle di Cadibona, la discesa si farà più “compatta”, anche se pur sempre contraddistinta da lievi inclinazioni, nell’ultima sua parte, con la quale si piomberà letteralmente sul traguardo, dove stavolta non potrebbe esserci il classico “lieto fine” per la storia della “bella addormentata”. Il dritto fuso del Naso di Gatto, se pungerà, stavolta non farà assopire nessuno…. Anzi!

Mauro Facoltosi

I VALICHI DELLA TAPPA

Passo di Cento Croci (1055). Separa il bacino del Taro (Emilia) da quello del Vara (Liguria) ed è attraversato dalla SS 523 “del Colle di Cento Croci” tra Campi e Varese Ligure. Quotato 1058 sulle cartine del Giro 2014, è stato inserito sei volte nel tracciato della corsa rosa. A transitare per primi in vetta sono stati Adriano Zamboni nel 1960 (tappa Carrara – Sestri Levante, vinta da Nencini), lo spagnolo Julio Jiménez nella citata Parma-Savona del 1969 (1° Roberto Bellini), Paolo Rosola nel 1983 (Parma – Savon, 1° Braun), il portoghese Acacio Da Silva nel 1989 (Voghera – La Spezia, 1° Fignon), Giancarlo Perini nel 1994 (Santa Maria della Versa – Lavagna, 1° Svorada) e il colombiano José Jaime González Pico nel 1999 (Sassuolo – Rapallo, 1° Virenque). Nel 1994 il passo fu traguardo di due tappe del Trofeo dello Scalatore, corsa di tre giorni oggi scomparsa e che era organizzata dalla Gazzetta: la frazione in linea la vinse Stefano Casagrande mentre nella cronoscalata da Varese Ligure s’impose il russo Bobrik.

Valico Santa Maria della Guardia (tunnel – 315). Valicato in galleria, lunga circa 2 Km, dalla SS 523 “del Colle di Cento Croci” tra Torza e Castiglione Chiavarese.

Sella di San Lorenzo (192). Coincide con la località San Lorenzo della Costa, attraversata dalla SS 1 “Via Aurelia” lungo la salita alla Ruta.

Valico di Ruta (tunnel – 254). Quotato 269 sulle cartine del Giro 2014, è valicato in galleria dalla SS 1 “Via Aurelia” tra San Lorenzo della Costa (Rapallo) e Recco. Il valico geografico è la Sella di Ruta (278), situata sulla displuviale che divide i due versanti del promontorio di Portofino. Il Giro l’ha scalato fin dalla prima edizione (1909), ma solo in due occasioni il passaggio è stato considerato valido per la classifica del GPM: ad imporsi lassù sono stati il portoghese Da Silva nel 1991 (Sala Baganza – Savona, 1° Sciandri) e Germano Pierdomenico l’anno successivo (Genova – Uliveto Terme, 1° Leoni).

La Colletta (75). Valicata dalla SS 1 “Via Aurelia” tra Arenzano e Cogoleto, è la seconda salita della Milano – Sanremo dopo il Turchino. La “classicissima” l’ha saltata solo nel biennio 2001-2002, quando una frana sul Turchino costrinse l’organizzazione a sostituire il passo con il Bric Berton e far entrare la corsa sull’Aurelia alle porte di Savona.

La Crocetta (446). Valicata dalla SP 12 che sale al Naso di Gatto da Savona.

Colletto di Pian del Melo (621), Colletto di Purassino (670). Valicati dalla SP 12 tra Montenotte Superiore e Altare (discesa dal Naso di Gatto.)

Colle di Altare (tunnel – 436m). Più conosciuto come Colle di Cadibona, è valicato dalla SS 29 “del Colle di Cadibona” tra i centri di Altare e Cadibona. Il valico geografico (Bocchetta di Altare) si trova a 459 metri di quota ed è raggiunto da una strada asfaltata. Sul Cadibona la corsa rosa ha collocato sette volte lo striscione del GPM: nell’ordine sono scollinati per primi Angelo Conterno nel 1959 (Genova – Torino, 1° Vito Favero), Pietro Dallai nel 1972 (Savona – Bardonecchia / Jafferau, 1° Merckx), Wilmo Francioni nel 1976 (Varazze – Ozegna, 1° Van Linden), lo spagnolo Faustino Fernández Ovies nel 1977 (Santa Margherita Ligure – San Giacomo di Roburent, 1° Francioni), il francese Christian Jourdan nel 1986 (Savona – Sauze d’Oulx, 1° Earley), il tedesco Fabian Wegmann nel 2004 (1° Petacchi) e il francese Patrice Halgand nel 2005 (Varazze – Colle di Tenda, 1° Basso.)

RINGRAZIAMENTI
Segnaliamo che le citazioni cinematografiche (nel testo e nella fotogallery) sono frutto della collaborazione con il sito www.davinotti.com, che ringraziamo per la disponibilità.

FOTOGALLERY

Collecchio, municipio (panoramio)

Collecchio, municipio (panoramio)

Visuale invernale di Borgo Val di Taro (www.comune.borgo-val-di-taro.pr.it)

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Il borgo rotondo di Varese Ligure visto dallaereo (www.bbcanova.it)

Il 'borgo rotondo' di Varese Ligure visto dall'aereo (www.bbcanova.it)

Il Santuario della Madonna della Guardia sul Colle di Velva (panoramio)

Il Santuario della Madonna della Guardia sul Colle di Velva (panoramio)

Sestri Levante (tripadvisor.com)

Sestri Levante (tripadvisor.com)

Il castello di Rapallo come appare ne La congiuntura (www.davinotti.com)

Il castello di Rapallo come appare ne 'La congiuntura" (www.davinotti.com)

Camoglia (www.inspiaggia.com)

Camoglia (www.inspiaggia.com)

Il galeone di Pirati ormeggiato nel Porto Antico di Genova (www.davinotti.com)

Il galeone di 'Pirati' ormeggiato nel Porto Antico di Genova (www.davinotti.com)

Arenzano, santuario del Bambino Gesù di Praga (www.arenzanoturismo.it)

Arenzano, santuario del Bambino Gesù di Praga (www.arenzanoturismo.it)

Cogoleto, la presunta casa natale di Cristoforo Colombo (www.vanderkrogt.net)

Cogoleto, la presunta casa natale di Cristoforo Colombo (www.vanderkrogt.net)

Colle di Cadibona (cycloclimbing.com)

Colle di Cadibona (cycloclimbing.com)

Savona, fortezza del Priamar (www.lionsgenova.it)

Savona, fortezza del Priamar (www.lionsgenova.it)

La fata Malefica del film Disney e, in trasparenza, laltimetria dellundicesiam frazione

La fata Malefica del film Disney e, in trasparenza, l'altimetria dell'undicesiam frazione

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