QUINTANA HA GIA’ MESSO IL TURBO

gennaio 24, 2014
Categoria: News

Il forte scalatore colombiano ha dimostrato di aver già adesso, a metà gennaio, uno stato di forma da grandi corse a tappe, lo stesso sbandierato all’ultimo Tour de France, dove lo avevamo visto essere il migliore della classifica generale alle spalle di uno stratosferico Froome. Al Tour de San Luis gli è bastato l’ultimo chilometro del Cerro el Amago per scavare un importante divario tra sè e gli avversari, apparsi piuttosto demotivati, e riuscendo a mantenerlo nel lungo falsopiano che conduceva al traguardo. Ora l’unico ostacolo tra il colombiano della Movistar e la vittoria finale è la frazione contro il tempo del penultimo giorno, 20 Km privi di difficoltà altimetriche

Quarta tappa del Tour de San Luis, una frazione chiave con l’arrivo posto 4 chilometri dopo lo scollinamento della salita più dura della corsa, Cerro el Amago, 10 Km di ascesa continua con pendenze a doppia cifra in diversi tratti ed una media del 7,20%. Non si è fatto attendere l’attacco di uno degli uomini più rappresentativi del gruppo, che già nella frazione dell’altro ieri aveva regolato il drappello dei grandi in cima alla salita finale, dimostrando di possedere un buon spunto e uno stato di forma soddisfacente.
Nella frazione odierna Nairo Quintana ha fatto vedere un vero e proprio show, molto simile a quelli visti al Tour de France e conferma di essere tra i migliori scalatori del momento. In un ciclismo in cui i grandi propongono attacchi negli ultimissimi chilometri degli arrivi in salita, il colombiano è partito poco dopo l’inizio della salita finale, ai 9 dall’arrivo, procedendo prima con altri corridori e poi staccando tutti sulle ultime rampe prima dello scollinamento, infliggendo pesanti distacchi agli avversari ed arrivando a soli quattro secondi dal primato in classifica generale.
La corsa ha visto anche oggi la fuga di giornata, nata dopo circa mezz’ora dall’inizio della frazione quando escono dal gruppo 5 atleti: Juan Ignacio Curuchet (Argentina), Matias Presa (Uruguay), Juan Esteban Arango Carvajal (Team Colombia), Julian Gaday (Buenoa Aires) e Jonathan Clarke (United Healthcare Presented by Maxxis). Dietro sono gli uomini del leader della generale a controllare e a dettare il ritmo. I fuggitivi raggiungono un vantaggio massimo di 6 primi e 40 secondi, ma il ritmo di gara è molto intenso e la sorte degli avventurieri appare volgere verso l’inevitabile capitolazione quando il gruppo accelera, dopo circa un’ora e mezza di corsa, recuparando terreno molto velocemente. Il primo traguardo volante se lo aggiudica Curuchet, seguito da Gaday e Presa, mentre il gruppo ha già dimezzato il gap. Gaday si aggiudica il secondo sprint seguito da Curuchet e Arango mentre ai fuggitivi, che ormai hanno poco più di un minuto di vantaggio sul gruppo, si aggiungono anche Almonacid e Guzman. Ai piedi della prima salita di terza categoria (El Embalse, 990 metri sul livello del mare) la fuga viene neutralizzata ed il gruppo torna compatto. Il colombiano Carvajal, che è stato l’ultimo a cedere, resta per qualche chilometro solo al comando, ma il sogno si infrange ai meno 15. Nei primi chilometri della salita finale è il corridore della selezione di casa Sergio Godoy a lanciare l’attacco, mentre Nairo Quintana non ci pensa due volte e coglie la palla al balzo, raggiungendolo con estrema facilità. I due proseguono con 25 secondi di vantaggio su Moyano (San Luis Somos Todos), Atapuma (BMC), Abila, Rubiano (Team Colombia) ed Euser. L’attacco decisivo viene sferrato ai cinque dall’arrivo, quando Quintana accelera e non ce n’è per nessuno; il compagno di avventura Godoy non può far nulla per chiudere sull’attacco, né gli altri inseguitori appaiono in grado di reagire sicché il colombiano si invola verso il traguardo in perfetta solitudine alla maniera dei grandi scalatori. Da notare che Quintana è partito per il secondo attacco ai meno 5 e la salita terminava a quattro chilometri dall’arrivo, ciò significa che Quintana ha mantenuto un ritmo forsennato anche negli ultimi chilometri di falsopiano, rifilando un distacco di ben 50 secondi a Godoy e 1:32 ad Atapuma. Tutti gli altri inseguitori arrivano un po’ alla spicciolata come in una cronometro individuale: Moyano a 1:39, Euser 1:45, Rubiano Chavez a 2:09, Stetina (che si era aggiudicato il primo GPM) a 2:46. Nei primi dieci solo un italiano, Gianluca Brambilla, nono a 3:04.
Gaimon riesce a mantenere il primato per soli 4 secondi, ancora in virtù della fuga del primo giorno. L’attacco di Quintana è stato davvero impressionante oltre che tecnicamente perfetto; già nella salita della seconda tappa aveva dato l’impressione di essere particolarmente vitale, ma nella frazione odierna ha dimostrato una netta superiorità nei confronti di tutti gli altri big che non hanno neppure provato a seguire il colombiano e che non hanno proposto alcun accenno di attacco. Il secondo classificato al Tour de France 2013 ha dapprima colto l’occasione, seguendo l’attacco di Godoy, quindi è restato per qualche chilometro con l’argentino che cercava di collaborare avendo evidenti velleità di vittoria di tappa, finché non ha deciso di rompere decisamente gli indugi e di partire secco, salutando la compagnia e imprimendo un ritmo impossibile.
Nairo Quintana quindi si conferma non solo un fortissimo scalatore, ma anche uno dei pochi che tenta attacchi anche all’inizio delle salite. Al Tour de France lo avevamo visto attaccare sui Pirenei anche da molto lontano, sulle Alpi si è sì mosso nell’ultima salita, ma senza limitarsi a cercare di forzare negli ultimi 2 o 3 chilometri piazzando la bottarella dei 20 secondi. Qui al Tour di San Luis conferma questa tendenza che sembra dare i suoi frutti visti i distacchi inflitti agli avversari; distacchi che gli permetteranno di affrontare la cronometro di domani con spirito positivo, visto anche il ritmo con cui ha affrontato gli ultimi chilometri di falsopiano, facendo lievitare il distacco maturato nell’ultimo chilometro dell’asperità.
La frazione contro il tempo è per specialisti, caratterizzata da lunghi rettilinei con dislivello praticamente nullo e con un chilometraggio che per una corsa di una settimana è di tutto rispetto, 20 Km.
In ogni caso, con la vittoria di oggi lo scalatore colombiano sembra aver messo una seria ipoteca sulla vittoria finale e soprattutto sembra stia gettando le basi per una stagione straordinaria.

Benedetto Ciccarone

Quintana allattacco sulla dura salita del Cerro el Amago (foto Bettini)

Quintana all'attacco sulla dura salita del Cerro el Amago (foto Bettini)

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