I VELOCISTI STAVOLTA NON SBAGLIANO… E NIZZOLO NEPPURE

gennaio 23, 2014
Categoria: News

Avevano paura di fallire anche questo obiettivo, dopo essersi svisti sfumare la prima occasione nella tappa d’apertura. Stavolta le squadre degli sprinter hanno monopolizzato la cabina di regia della terza tappa della corsa argentina, impedendo che le fughe giornaliere riuscissero ad andare in porto andandole a riprendere quando mancano ancora molti chilometri all’arrivo. L’operazione è riuscita alla perfezione, un po’ meno agli Omega Pharma che puntavano alla vittoria con il duetto Cavendish / Boonen ma che sono rimasti con un pugno di mosche in mano perchè il loro lavoro è stata sopravanzato da quello della neonata Trek Factory, che ha ottenuto il bottino massimo lanciando braccia al cielo l’italiano Giacomo Nizzolo.

Come era prevedibile, la tappa odierna del Tour de San Luis ci ha riservato la prima volata di gruppo ed anche la prima soddisfazione per noi italiani in questa gara con la splendida vittoria di un bravissimo Giacomo Nizzolo, protagonista di uno sprint perfetto. Dopo la sorpresa della prima tappa, che tutti pensavano riserva di caccia per le ruote veloci e che ha visto invece andare in porto una fuga che il gruppo ha lasciato andare, oggi le cose sono andate diversamente.
In realtà, la frazione odierna poteva sembrare sulla carta meno adatta agli sprinter rispetto a quella dell’altro ieri. Infatti, il tracciato estremamente mosso, sempre tra i 700 ed i 1000 metri, con molti saliscendi e uno strappetto all’arrivo sembrava molto più adatto a colpi di mano piuttosto che ad una volata, ma le squadre dei velocisti hanno tenuto cucita la corsa e non hanno permesso ai tentativi, che pure ci sono stati, di avere buon esito. In ogni caso i saliscendi non erano di quelli tali da mettere in difficoltà i velocisti in gruppo.
Il principale avversario dei corridori oggi è stato però il caldo, con temperature che hanno abbondantemete superato i 40 gradi arrivando a toccare punte di 44 e mettendo certamente a dura prova le energie degli atleti lungo tutto il corso della frazione.
La fuga di giornata, partita dai primi chilometri di gara, ha visto come al solito protagonisti i corridori di casa poichè tre argentini su sei fuggitivi sono usciti dal gruppo tentando la fortuna. La fuga, durata circa centotrenta chilometri, è stata animata da Ignacio Maldonado (Seleccion Uruguay), Julian Barrientos (Seleccion Argentina), Patricio Almonacid (Seleccion Chile), Juan Ignacio Curuchet (Seleccion Argentina), Clément Koretzky (Bretagne Secha) e Ruben Ramos (Seleccion Argentina), portatosi sulla testa della corsa in un secondo momento.
E’ Almonacid a conquistare l’unico GPM di giornata (terza categoria), seguito da Maldonado e Barrientos. E’ l’argentino Curuchet, invece, ad aggiudicarsi il primo traguardo volante (meta sprint), dopo 67 chilometri di corsa.
I fuggitivi raggiungono un vantaggio massimo di quasi cinque minuti, ma il gruppo, memore della tappa dell’altro ieri, non solo non ha lasciato che il vantaggio si dilatasse, ma ha addirittura ripreso gli attaccanti quando mancavano ancora quaranta chilometri al traguardo. Questa fretta di chiudere sulla fuga ha, però, costituito un invito a nozze per altri corridori con intenzioni bellicose ed infatti Daniel Díaz (San Luis Somos Todos), Alfredo Lucero (San Luis Somos Todos), Pieter Weening (Orica Greenedge) e Marco Marcato (Cannondale) hanno allungato, riuscendo a guadagnare qualcosa sul gruppo che, però, ha prontamente reagito neutralizzando il tentativo nel giro di una ventina di minuti.
A questo punto risultava chiaro che la vittoria si sarebbe decisa allo sprint e le squadre dei velocisti si sono organizzate per portare i capitani in posizione favorevole. I Lampre hanno tentato di anticipare i tempi con l’allungo dell’argentino Araquistan per favorire lo spunto di Sasha Modolo che aveva vinto la volata del gruppo nella prima tappa, ma questa volta il trevigiano ha lanciato la volata decisamente in anticipo. Mark Cavendish, a sopresa, invece di tentare la vittoria ha tirato la volata al compagno di squadra Tom Boonen che sembrava essere in stato di grazia; il belga è partito a grande velocita e sembrava aver trovato lo spunto vincente, ma un ottimo Nizzolo è riuscito a resistere alla sparata di Boonen ed a superarlo prima del traguardo, cogliendo così l’ottava vittoria della carriera.
Il velocista milanese è stato autore di uno sprint perfetto individuando la ruota di Tom Boonen come quella buona per poi superare un avvesario comunque lanciatissimo. Davvero un ottima prova che fa ben sperare per la stagione appena iniziata.
Una curiosità da segnalare: Giacomo Nizzolo è indicato come svizzero dal sito ufficiale della corsa argentina, una svista che non è stata ancora emendata.
La considerazione interessante che questa tappa ci offre è la paura delle squadre dei velocisti di lasciarsi sfuggire per la seconda volta una volata. Infatti, invece di lasciare la fuga con un paio di minuti di vantaggio fino a pochi chilometri dall’arrivo, il gruppo, a scanso di equivoci, ha ripreso gli avventurieri di giornata con largo anticipo, offrendo di fatto l’occasione per un secondo attacco che si è puntualmente verificato. Le alte velocità non hanno comunque consentito agli attaccanti di conseguire un vantaggio gestibile e, pertanto, il secondo tentativo ha avuto vita brevissima. Naturalmente, i velocisti hanno pensato che questa fosse per loro l’ultima occasione, esclusa la tappa finale, poichè inizia ora la tre giorni cruciale di questo Tour de San Luis e qualche sprinter potrebbe esser costretto a far le valigie cadendo nelle grinfie del tempo massimo. Domani è in programm l’arrivo sul Cerro El Amago, salita più dura della corsa, seguito dalla cronometro di San Luis e quindi dall’arrivo al Mirador del Sol, ove l’anno scorso appose il sigillo Alberto Contador.
Stiamo quindi per assistere all’inizio della vera sfida per la vittoria finale dato che da domani i grandi non potrenno più nascondersi.

Benedetto Ciccarone

Nizzolo dirige la sinfonia della vittoria davanti alla platea di Juana Koslay (foto Bettini)

Nizzolo dirige la sinfonia della vittoria davanti alla platea di Juana Koslay (foto Bettini)

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