VUELTA PIU’ FACILE? MA QUANDO MAI!!!
Ci si aspettava un percorso più facile rispetto a quello, durissimo, proposto nella scorsa edizione e così è stato. Ma la Vuelta del 2014 sarà solo un pochino più addolcita rispetto a quella della sfida Horner / Nibali e gli scalatori saranno ancora i naturali favoriti di un tracciato che offrirà loro otto arrivi in salita e poco meno di una sessantina di chilometri da percorrere contro il tempo. Le uniche vere novità saranno le tre dure ascese che debutteranno la prossima estate e l’assenza di Madrid dal tracciato, poiché la tappa conclusiva sarà ospitata da Santiago de Compostela.
I “rumors” che trapelavano da oltre i Pirenei negli scorsi giorni lasciano presagire un percorso più facile e un ritorno al passato, con un tracciato meno sbilanciato a favore degli scalatori, com’erano state le ultime edizioni della Vuelta. Ma d’altronde, non ci sarebbe voluto molto a disegnare uno più facile rispetto a quello proposto la scorsa estate e confezionato con ben dieci arrivi in salita ufficiali ed è proprio quello che è stato fatto nello stendere il programma della Vuelta 2014, che di conclusioni in quota ne mostrerà due di meno, con una riduzione, però, anche dei chilometri contro il tempo. Detto e fatto, i quasi 3200 Km della prossima Vuelta saranno nuovamente infarciti di occasioni per i grimpeur, mentre chi punterà a indossare la “roja” sfruttando le cronometro dovrà ancora stringere i denti oppure sperare in un deciso cambio di rotta per gli anni a venire. Nessuna sorpresa, dunque, a parte la mancanza di Madrid, fuori dal percorso per la prima volta dal 1986 (nel passato della corsa spagnola era già successo in otto occasioni che la capitale venisse “tradita”) e che sarà sostituita nel ruolo di meta finale dalla cittadina di Santiago di Compostela, dove la Vuelta terminò anche nel 1993.
La lunga marcia verso la Galizia, che lo scorso anno accolse le tappe inaugurali, prenderà le mosse dall’Andalusia dove Jerez de la Frontera accoglierà la tradizionale cronosquadre d’apertura, su di un filante tracciato di una dozzina di chilometri. La seconda alba della Vuelta si leverà sulla tappa Algeciras – San Fernando, prima delle cinque occasioni che gli organizzatori hanno riservato ai velocisti (altra categoria che avrà parecchio da masticare amaro per com’è stato imbastito il percorso) poi si affronteranno due vallonate frazioni di media montagna che daranno una prima, leggera scrollata alla classifica: la tappa verso Arcos de la Frontera presenterà tre colli di terza categoria e una rampetta finale che piacerà molto ai finisseur, mentre il traguardo di Cordoba sarà preceduto dall’immancabile salita del “Catorce per ciento” che potrebbe accendere le prime polveri tra gli uomini di classifica. Dopo una seconda tappa destinata ai velocisti (Ronda), al sesto giorno di gara debutteranno le grandi salite, che entreranno in scena in maniera “roboante”, come accadrà anche al Giro con la scalata al Carpegna: il 28 agosto sarà il giorno del primo degli otto arrivi in salita, in cima all’inedita ascesa delle Cumbres Verdes, appena 5 Km di scalata, conditi però da una pendenza media del 9% e da un picco del 13%. Due tappe tranquille – quella di Alcaudete pensata per gli uomini delle sparate finali e la frazione di Albacete quasi totalmente priva di dislivelli – traghetteranno il gruppo ai piedi della montagna successiva, l’arrampicata verso la stazione invernale di Aramón Valdelinares, decisamente più pedalabile rispetto alla precedente (11 Km al 5,2%) e che costituirà la “Cima Coppi” di questa edizione, una quarantina di metri sotto la quota 2000.
Entrati nella seconda settimana di gara, una giornata di riposo permetterà al gruppo di rifiatare in vista di due momenti “forti” dell’edizione 2014, i 34,5 Km della cronometro di Borja e l’unico traguardo pirenaico. La prima sarà un invito a nozze per i passisti perché il tracciato si snoderà costantemente in discesa, una volta superato, subito dopo il via, il facilissimo Alto del Moncayo, già conosciuto a molti perché nella scorsa edizione fu inserito nel tracciato della crono di Tarazona. Tappa delicatissima, sia per la sua natura, sia perché – come anticipato – precederà di ventiquattrore la frazione pirenaica diretta al santuario di San Miguel de Aralar, che accoglierà per la prima volta la Vuelta al termine di un’arrampicata di 11 Km all’8%, ripida fino al 17% e da pedalare su di un fondo in cemento.
Dopo la facilissima tappa di Logroño la Vuelta si sposterà verso la Cantabria e le Asturie, dove si disputeranno le frazioni decisive, introdotte da una giornata di media montagna che si concluderà nel parco naturale di Cabárceno, già sede di tappa nell’edizione 1996 (vi s’impose l’italiano Biagio Conte). Il 6 settembre toccherà al “figlio dell’Angliru” perché così i cicloamatori locali hanno ribattezzato l’ascesa della Camperona, epilogo della 14a tappa caratterizzato da pendenze fino al 24% negli ultimi 3 Km. Anch’essa sarà una novità per la corsa spagnola, al contrario del classico traguardo ai Laghi di Covadonga che, l’indomani, sarà riproposto per la 19a volta nella storia della Vuelta. Se difettano in altezza (l’arrivo è a 1120 metri di quota), i “lagos” non lo fanno in termini di pendenze e, infatti, i suoi 11 Km all’8,5% hanno sempre lasciato il segno sulla corsa. Non sarà questa, però, la tappa regina della Vuelta 2014, titolo che calza a pennello per la frazione successiva che avrà in menù cinque colli di 1a categoria sui quali svetterà l’interminabile ascesa finale della Farrapona (quasi 20 Km al 5,5% con un cuore di 2000 metri al 12% medio), scoperta dalla corsa iberica tre anni fa, il giorno del successo dell’estone Taaramäe.
Inevitabile ora il secondo giorno di riposo, alla vigilia dell’ingresso del gruppo in Galizia, dove si disputeranno le ultime cinque frazioni, non estreme ma che saranno rese dure dal vento che spesso spazza quelle terre. Alla ripresa si disputerà l’ultima delle cinque frazioni votate alla volata (traguardo a La Coruña), poi si affronterà il penultimo arrivo in salita sul Monte Castrove, ascesa lunga poco più di 7 Km e caratterizzato da una pendenza media non elevata (6,6%), ma che riserverà stilettate al 14-15% che in fin di Vuelta potrebbe far più male del previsto. Seguiranno la tappa di media montagna di Cangas do Morrazo (due colli di 1a categoria, tra i quali l’Alto Monte da Groba, che fu il primo arrivo in salita della scorsa edizione) e quindi suonerà l’ultimissima campana per gli scalatori che, alla vigilia della conclusione, potranno tentare l’ultimo assalto alla “roja” nella frazione che si concluderà ai 1660 metri dell’impegnativo Puerto de Ancares (11,8 Km al 7,7% con picchi fino al 17%), laddove nel 2012 taglio per primo la retta d’arrivo lo spagnolo Joaquim Rodríguez.
Difficilmente, a questo punto, i 10 Km della conclusiva cronometro di Santiago de Compostela, più che altro una pianeggiante passerella, riusciranno a ribaltare le sorti di una Vuelta che continua a strizzare un occhio ai funamboli delle pendenze. Anzi, tutte e due.
Mauro Facoltosi

l’ascesa verso San Miguel de Aralar, una delle mete inedite della Vuelta 2014 (www.pedalierweb.es)