ULISSI, GUIZZO DA CAMPIONE
Di fronte a una start list di altissimo livello il 24enne di Cecina, già secondo un anno fa, si impone nella Milano-Torino precedendo in cima alla collina di Superga Rafal Majka, Daniel Moreno e Domenico Pozzovivo grazie a uno spunto irresistibile negli ultimi 300 metri e candidandosi a un ruolo da protagonista al prossimo Giro di Lombardia. In ripresa il vincitore uscente Alberto Contador, 5° davanti ad Alejandro Valverde; in ombra Joaquim RodrÃguez solo 17°
Foto copertina: Diego Ulissi sbaraglia la concorrenza alla classica Milano – Torino (foto Bettini)
Per il secondo anno consecutivo la Milano-Torino, tornata in scena grazie all’intervento degli organizzatori dell’AC Arona dopo che dal 2008 al 2011 era stata cancellata dal calendario pur essendo in assoluto la più antica tra le classiche italiane, si è disputata lungo un tracciato di 193,5 con partenza da Settimo Milanese e arrivo in cima alla collina di Superga, nei pressi del luogo del tragico incidente aereo che il 4 maggio 1949 segnò la fine del Grande Torino, al termine di una dura ascesa di 4,8 km con pendenza media del 9% e punte oltre il 15 affrontata una prima volta già a 23 km dal traguardo. Nonostante alcune assenze di prestigio, tra cui quelle del neo campione del mondo Rui Alberto Faria da Costa e di Vincenzo Nibali, il campo partenti è stato di altissimo livello con il livornese Diego Ulissi (Lampre-Merida), secondo un anno fa, che si è presentato come uomo da battere al pari del campione uscente Alberto Contador (Saxo-Tinkoff) e dei due grandi delusi di Firenze Joaquim RodrÃguez (Katusha) e Alejandro Valverde (Movistar). Accanto a loro al via anche Michael Rogers e Rafal Majka (Saxo-Tinkoff), Fabio Aru e Wilhelm Kessiakoff (Astana), Damiano Cunego (Lampre-Merida), Daniel Martin (Garmin-Sharp), Giovanni Visconti (Movistar), Jan Bakelants (RadioShack), Carlos Betancur e Domenico Pozzovivo (Ag2r), Daniel Moreno (Katusha), Marco Marcato (Vacansoleil), Franco Pellizotti (Androni), Enrico Battaglin (Bardiani-Csf), Darwin Atapuma e Fabio Duarte (Colombia), Davide Rebellin (Ccc Polsat) e Thomas Voeckler (Europcar). Nei primi 170 km interamente pianeggianti la corsa è vissuta sulla fuga partita al km° 29 ad opera di Jay Robert Thomson (Mtn Qhubeka) e Bjorn Thurau (Europcar), ai quali si sono accodati, ma solo per un breve tratto, Maurits Lammertink (Vacansoleil), Cesare Benedetti (Netapp) e Josef Cerny (Ccc Polsat), che si sono in seguito lasciati riassorbire da un gruppo tirato dalla Movistar di un Valverde determinato a tornare finalmente a un successo che, malgrado una costante presenza nei primi posti degli ordini d’arrivo lungo tutta la stagione, gli manca addirittura dal mese di febbraio quando si aggiudicò due tappe e la classifica generale della Vuelta Andalucia. Il vantaggio dei battistrada ha sfiorato gli 8′ poco oltre metà percorso ma ai piedi della prima ascesa verso Superga si era già ridotto a poco più di 1′ rendendo la loro sorte segnata, anche se Thurau ha resistito per diversi chilometri della salita prima di arrendersi al ritorno dei big. Il primo scatto è stato portato dall’immancabile Stefano Pirazzi (Bardiani-Csf), che si è immediatamente rialzato ma ha dato il la al successivo contrattacco del compagno Stefano Zardini, seguito da Kristjan Durasek (Lampre-Merida), Jose João Mendes (Net-App Endura) e da un particolarmente attivo Majka che si è incaricato di dettare il ritmo al quartetto, che però non è mai riuscito a guadagnare più di un centinaio di metri sul resto del gruppo. Quest’ultimo non ha lasciato spazio neppure ai contrattaccanti Sergey Firsanov (RusVelo) e Blel Kadri (Ag2r) e si è via via sgranato fino a comprendere in vetta non più di una quarantina di unità . In prossimità dello scollinamento anche Voeckler, Pozzovivo e Diego Taborre (Vini-Fantini) si sono portati sul gruppetto di Majka e l’abruzzese ha proseguito in solitudine nella successiva discesa ma anche lui, sebbene alle sue spalle non ci fossero squadre organizzate in testa al gruppo a condurre l’inseguimento, non è riuscito a fare la differenza così come Emanuele Sella (Androni), che ha successivamente tentato l’allungo. Il vicentino ha in ogni caso approcciato con un leggero margine di vantaggio l’ascesa finale e sulle prime rampe è stato raggiunto dal compagno Riccardo Chiarini oltre che da Durasek, Paul Voss (Net-App Endura), Matteo Rabottini (Vini Fantini), Chris Sørensen (Saxo-Tinkoff), Louis Meintjes (Mtn-Qhubeka) e Mikael Cherel (Ag2r), rimasti al comando fino a 3 km dal traguardo quando Valverde, molto in anticipo rispetto alle sue abitudini, si è mosso in prima persona, seppure non in modo deciso. L’azione del murciano in ogni caso ha dato il via al contrattacco di Pellizotti, Majka e Pozzovivo sui quali si è portato dapprima Moreno, ben supportato da Giampaolo Caruso, e successivamente Ulissi e Rabottini. Lo scalatore lucano ha quindi rilanciato l’azione con Majka alla ruota ma all’ultimo chilometro Ulissi è tornato sotto con una grande sparata alla quale ha resistito con grande difficoltà il solo Moreno e i quattro si sono controllati fino a 300 metri dal traguardo, quando lo spagnolo ha lanciato il suo sprint ma nulla ha potuto di fronte al contrattacco del corridore della Lampre-Merida: Ulissi ha fatto il vuoto dietro di sè e ha tagliato a braccia alzate il traguardo andando a conquistare un successo che, alla luce della qualità della starting list, è ancora più prestigioso di quello di Tirano al Giro d’Italia 2011, arrivato peraltro in seguito alla squalifica di Visconti, reo di una scorrettezza in volata. Indubbiamente il 24enne di Cecina ha compiuto un grande salto di qualità in questa stagione e gli manca ormai solo la tenuta su distanze superiori ai 250 km per essere considerato un big a tutti gli effetti. La piazza d’onore è stata occupata da Majka con un distacco di 3” seguito da Moreno 3° a 5”, Pozzovivo 4° a 7”, un Contador ancora lontano dai suoi livelli migliori (ma comunque in ripresa dopo un Mondiale molto deludente) 5° a 11”, Valverde che ancora una volta si è fatto sorprendere nel momento cruciale 6° a 15” con a ruota la sorpresa di giornata Mauro Finetto (Vini Fantini), Voeckler, Rabottini e Pellizotti, mentre è stata buona anche la prova dei giovani Patrick Facchini e Gianfranco Zilioli (Androni) che hanno chiuso rispettivamente 13° a 24” e 16° a 41”, precedendo tra gli altri un RodrÃguez sotto tono. E’ probabile, però, che il catalano abbia corso in funzione di Moreno e che tornerà a dare il massimo al Giro di Lombardia, ultimo grande appuntamento stagionale in programma sabato 5 ottobre, dove Purito tenterà di bissare il successo del 2012.
Marco Salonna