GENIEZ PROFETA IN PATRIA, PARI E PATTA TRA I BIG
Al termine di una lunghissima fuga il passista scalatore francese si impone in solitaria nella tappa pirenaica di Peyragudes davanti a Michele Scarponi, unico insieme al corridore della Fdj a resistere al ritorno dei migliori, e a Nicolas Roche mentre Vincenzo Nibali controlla con autorità gli attacchi degli avversari diretti e giunge insieme a loro al traguardo facendo un altro passo importante verso la maglia rossa di Madrid.
Foto copertina: il francese Geniez testa della corsa nella tappa regina della Vuelta 2013 (foto Bettini)
La frazione che da Andorra portava in Francia in quel di Peyragudes si presentava come la tappa regina della Vuelta in virtù della distanza di 224,9 km, del fatto che i corridori avessero nelle gambe lo sforzo, reso ancor più duro dal maltempo, di Collada de la Gallina e delle quattro lunghe salite presenti lungo il percorso con il Port del Cantò e il Port de la Bonaigua nella fase iniziale prima di un lungo tratto di discesa e pianura e di un finale già andato in scena al Tour de France 2012 con il successo di Alejandro Valverde, caratterizzato dall’impegnativo Port de Balès, ascesa di 19,2 km che salendo diventa sempre più aspra fino a toccare pendenze costantemente intorno al 10% negli ultimi 5, seguito, dopo una tecnica discesa, da una montagna mitica della Grande Boucle ancorchè non impossibile quale il Col du Peyresourde, prima di una breve picchiata e dei 3 km conclusivi ancora all’insù verso il traguardo. Fortunatamente le condizioni meteo sono andate migliorando nel corso della giornata ma fino al primo pomeriggio pioggia e freddo hanno continuato a imperversare sulla corsa costringendo diversi atleti ad abbandonare la corsa, anche se tra questi non manca chi, come Tony Martin e Zdenek Stybar (Omega-QuickStep) e Philippe Gilbert (Bmc), ha lasciato la Vuelta per scelta in modo da preparare al meglio il Mondiale di Firenze.
A differenza di quanto accaduto nella tappa precedente i tentativi di fuga si sono susseguiti, complice la partenza in salita verso il Port del Cantò, fin dalle prime fasi e ben presto si forma in testa un plotoncino di 28 atleti portato fuori da Amets Txurruka (Caja Rural) e comprendente Bartosz Huzarski e Josè Joao Mendes (NetApp-Endura), Giampaolo Caruso (Katusha), Yaroslav Popovych (RadioShack), Yannick Eijssen (Bmc), Javier Moreno e Josè Herrada (Movistar), Mikel Nieve, Mikel Landa e Gorka Verdugo (Euskaltel), Francis De Greef (Lotto-Belisol), Juan Manuel Garate (Belkin), Mikael Cherel (Ag2r), Rafal Majka e Oliver Zaugg (Saxo-Tinkoff), Kenny Elissonde e Alexandre Geniez (Fdj), Juan Antonio Flecha (Vacansoleil), Warren Barguil (Argos-Shimano), Sergio Luis Henao e Dario Cataldo (Team Sky), Nicolas Edet (Cofidis), Michael Matthews (Orica-GreenEdge), Serge Pauwels (Omega-QuickStep), Maciej Paterski (Cannondale), Michele Scarponi (Lampre-Merida) e Andre Cardoso e David Arroyo (Caja Rural), quest’ultimo 12° in classifica generale a 11′26”. Il 33enne di Filottrano era 15° a 12′26” dal leader Vincenzo Nibali e anche per questo l’Astana ha pertanto lasciato fare, tanto più in considerazione del fatto che Popovych, possibile punto di appoggio per il più diretto rivale del siciliano Chris Horner, è stato tra i primi a perdere contatto dal gruppo di testa al pari di un Cataldo lontano dai suoi livelli migliori e i fuggitivi hanno potuto gradatamente accumulare minuti su di un plotone che ha percorso ad andatura regolare anche il Port de la Bonaigua e ha accelerato solo nel lungo tratto che portava ai piedi del Port de Balès, quando si è portata al comando la Saxo-Tinkoff di un Nicolas Roche voglioso di riscattare la debacle di Collada de la Gallina. Proprio lungo le rampe della Bonaigua si è decisa la lotta per il successo di tappa con i francesi, particolarmente motivati nella giornata in cui la Vuelta approdava in terra transalpina, che si sono mossi in blocco con Geniez, Barguil, Edet e Cherel, ai quali si sono aggregati Cardoso e De Greef mentre tutti gli altri hanno lasciato fare, confidando nella superiorità numerica nel lungo tratto di discesa e pianura successiva per recuperare il terreno perduto. I sei uomini al comando hanno, però, proseguito di buon accordo mentre alle loro spalle la sola Euskaltel ha condotto con vigore l’inseguimento e ai piedi del Balès il plotoncino comprendente i vari Scarponi, Nieve e Arroyo era ancora cronometrato a 2′20” dalla testa della corsa mentre il ritardo del gruppo Nibali sfiorava i 6 minuti.
Lungo l’ascesa più dura di giornata Geniez e Cardoso, portoghese poco conosciuto dal grande pubblico ma già in grado di arrivare sempre a ridosso dei migliori in tutte le tappe di montagna affrontate fin qui, sono rimasti soli al comando mantenendo un margine di sicurezza sul gruppo di Scarponi, che a sua volta si è ridotto strada facendo con atleti del calibro di Henao e Nieve andati sorprendentemente in crisi e i soli Arroyo, Majka, Herrada, Caruso e Garate in grado di rimanere a ruota del marchigiano, insieme al quale hanno via via ripreso e staccato coloro che si trovavano nel mezzo. Alle loro spalle è stato Chris Sørensen (Saxo-Tinkoff), eroico su queste stesse strade al Tour di un anno fa quando aveva concluso la tappa malgrado una vistosa ferita alla mano conquistando anche grazie a quest’impresa il premio della combattività, a scandire un buon passo per Roche riducendo il gruppo della maglia rossa a una trentina di atleti. In prossimità dello scollinamento l’irlandese, 6° nella generale a 4′06” da Nibali, ha lanciato il suo attacco al quale nessuno ha replicato. Anzi, nella successiva picchiata ha potuto anche contare sul supporto di Zaugg, che ha tirato a tutta fino ai primi chilometri del Peyresourde consentendo al compagno di squadra di guadagnare oltre un minuto sugli altri uomini di classifica. Più avanti è arrivato anche l’aiuto di Majka mentre in testa alla corsa un Cardoso letteralmente fermo in discesa ha perso la ruota di Geniez che ha potuto così involarsi verso il successo.
Il passista scalatore francese, atleta piuttosto discontinuo in questi suoi primi 4 anni di carriera da professionista ma dal talento certamente superiore rispetto ai risultati ottenuti fin qui, ha, infatti, mantenuto un gran ritmo anche sull’ultima salita che gli ha consentito di imporsi con 3′03” su uno Scarponi che ha staccato gli altri inseguitori facendo valere nella tappa più lunga della Vuelta le sue doti di fondo, anche se ciò non è bastato per conquistare quella che sarebbe stata la prima vittoria stagionale, e 3′07” sul rimontante Roche, alle spalle del quale si è scatenata la lotta tra gli uomini di classifica. Il primo ad attaccare, intorno a metà del Peyresourde, è stato Daniel Moreno (Katusha), che però pagherà dazio successivamente uscendo dalla top ten della generale, quindi ci hanno provato Horner, che per il secondo giorno consecutivo ha avuto il supporto di un Robert Kiserlovski sopra le righe, Alejandro Valverde (Movistar), Joaquín Rodríguez (Katusha) e per ben quattro volte Thibaut Pinot (Fdj), che già si era reso protagonista di uno scattino in cima al Balès insieme a Igor Antón (più che altro per affrontare davanti la discesa). Nibali ha sempre risposto con estrema autorità dando a tratti anche l’impressione di poter essere lui a poter fare la differenza e sul traguardo ha chiuso 4° a 3′20” da Geniez con a ruota Valverde, Horner, Rodríguez e un Domenico Pozzovivo (Ag2r) che ha corso sempre sulla difensiva mentre 10° e 11° a 3′23” si sono piazzati Herrada e Arroyo, scavalcati nelle centinaia di metri conclusive, 12° a 3′45” un Pinot che nel finale ha pagato gli sforzi precedenti e 13° un Samuel Sánchez (Euskaltel) che, dopo aver fatto più volte l’elastico, ha perso contatto negli ultimi 3 km chiudendo in compagnia di Leopold König (NetApp-Endura) e di un Rigoberto Urán (Team Sky) più pimpante rispetto alle scorse giornate. L’ex maglia rossa Daniel Moreno, invece, ha chiuso 19° a 6′19” ed è il grande sconfitto di una giornata in cui, per il resto, la classifica generale non ha subito variazioni significative. Le posizioni fino alla quinta e i distacchi sono, infatti, rimasti immutati con Nibali che guida con 50” su Horner, 1′42” su Valverde, 2′57” su Rodríguez e 3′43” su Pozzovivo in scia al quale si è portato Roche, ora 6° a soli 6” dallo scalatore dell’Ag2r, mentre Pinot ha mantenuto la 7a piazza ma con un distacco dalla testa salito a 4′59” e Scarponi ne ha guadagnate due portandosi al 13° posto con un ritardo di 12′03”. In programma ora la terza e ultima tappa pirenaica, 146,8 km da Graus ad Aramón Formigal che presentano difficoltà altimetriche decisamente inferiori rispetto alle due ultime frazioni che l’hanno preceduta, ma l’arrivo è comunque in salita e gli ultimi 4 km con una pendenza media intorno al 7% potrebbe creare distacchi, sia pure di lieve entità, tra gli uomini di classifica.
Marco Salonna