LA PRIMA VOLTA DI BARGUIL, DELUSIONE AZZURRA
Sembrava che i nostri potessero centrare finalmente il successo con tre atleti di spessore come Michele Scarponi, Ivan Santaromita e Rinaldo Nocentini presenti nella fuga buona ma ad avere la meglio è stato il 21enne francese dell’Argos-Shimano che scatta a poco più di 1 km dal traguardo e coglie il suo primo successo tra i professionisti davanti all’aretino e a Bauke Mollema. Scaramucce tra i big sull’Alto de Rat Penat con Joaquim Rodriguez all’attacco ma la classifica generale rimane invariata con Vincenzo Nibali sempre in “roja” alla vigilia del trittico pirenaico.
Foto copertina: il primo successo da professionista del francese Barguil (foto Bettini)
Dopo la giornata di Tarragona in cui il campione del mondo Philippe Gilbert (Bmc) ha spezzato un digiuno che durava proprio dalla prova iridata di Valkenburg la 13a tappa della Vuelta, 169 km da Valls a Castelldefels, si presentava come una nuova frazione di transizione in vista dei Pirenei, sebbene più impegnativa della precedente per via della presenza dell’Alto del Rat Penat, ascesa di 5 km al 9% con punte oltre il 16%, sebbene distante 50 km dal traguardo, posto a sua volta in cima a una rampetta di 1 km al 5%. Una tappa dunque fuori dalla portata dei velocisti ed è per questo che i tentativi di fuga sono stati innumerevoli con Diego Ulissi (Lampre-Merida), Juan Antonio Flecha (Vacansoleil) ed Edvald Boasson Hagen (Team Sky) tra i più attivi finchè al km 72 non è riuscito finalmente a prendere il largo Bauke Mollema (Team Belkin), che dopo l’ottimo Tour de France chiuso al 6° posto si presentava alla vigilia della Vuelta come l’uomo di classifica della formazione bianco-nero-verde insieme a Laurens Ten Dam – che dal canto suo è stato costretto al ritiro, al pari del veterano Pablo Lastras (Movistar), per una caduta avvenuta nelle fasi iniziali della tappa – ma che nei giorni precedenti ha pagato gli sforzi della Grande Boucle accumulando minuti di ritardo in classifica generale. L’olandese ha portato via la fuga di 18 corridori che ha caratterizzato la giornata, comprendente altri atleti di grande spessore, sia pure a loro volta piuttosto giù di corda in questa Vuelta, come Michele Scarponi (Lampre-Merida), Jelle Vanendert (Lotto-Belisol) e Beñat Intxausti (Movistar) oltre a Mikael Cherel e Rinaldo Nocentini (Ag2r), Warren Barguil (Argos-Shimano), Antonio Piedra e Amets Txurruka (Argos-Shimano), Jerome Coppel (Cofidis), Egoi Martínez (Euskaltel), Iker Camano (NetApp), Christian Meier (Orica-GreenEdge), Vasil Kiryienka e Xabier Zandio (Team Sky), Tomasz Marczynski (Vacansoleil), Gianni Meersman e Serge Pauwels (Omega-QuickStep) e un Ivan Santaromita (Bmc) in grandissima condizione tanto da essere rimasto per diversi giorni nella top ten della classifica generale prima di uscire volutamente dalle zone alte proprio per poter entrare con maggiore facilità nelle fughe. Con Scarponi migliore dei battistrada nella generale, ma comunque distanziato di oltre 10′ da Vincenzo Nibali, l’Astana ha lasciato fare, limitandosi a controllare che il vantaggio degli uomini di testa non assumesse proporzioni eccessive, essun’altra formazione ha preso l’iniziativa fino alle prime rampe del Rat Penat, quando la Katusha di Joaquin Rodriguez e Daniel Moreno ha operato un po’ a sorpresa, soprattutto con un Giampaolo Caruso in grande crescita tanto da poter essere preso in considerazione per una maglia azzurra ai Mondiali di Firenze, un forcing che ha ridotto il gruppo dei migliori a una ventina di unità finchè a un certo punto solo Rodriguez e un reattivo Nicolas Roche (Saxo-Tinkoff) hanno seguito la ruota del siciliano guadagnando una cinquantina di metri sugli altri big. A fare le spese di quest’azione è stato però proprio Moreno e con lui l’8° della generale Thibaut Pinot (Fdj) ed è per questo che Caruso e Rodriguez si sono rialzati, consentendo a diversi atleti, tra cui un Gilbert apparso ancora non al top della condizione su un percorso molto più impegnativo di quello di Castelldefels, di rientrare negli ultimi chilometri della salita e nella successiva discesa finchè non si è riformato un gruppo di un centinaio di atleti. La corsa per la classifica generale è di fatto finita qui, al di là delle trenate in pianura della Fdj, finalizzate a salvaguardare la posizione di Pinot dall’attacco di Scarponi e della Cannondale, queste ultime dal significato oscuro se non di quello di aiutare l’Astana in virtù dell’amicizia di lunga data tra Nibali e Ivan Basso. L’attenzione si è così concentrata sui fuggitivi, rimasti in 10 dopo che un brillante ma forse troppo generoso Scarponi ha affrontato a forte andatura il Rat Penat scollinando in solitudine e venendo raggiunto nella successiva discesa da Barguil, Martínez, Zandio, Coppel, Mollema, Txurruka, Santaromita, Nocentini e Intxausti mentre tutti gli altri, tra cui il pericolosissimo Meersman che sarebbe stato l’uomo da battere in caso di arrivo di una volata ristretta, sono stati strada facendo riassorbiti dal gruppo. Anche il basco della Movistar ha dovuto dire addio ai sogni di vittoria per via di una caduta senza conseguenze a 9 km dal traguardo e di lì in avanti sono iniziati gli scatti, con Coppel che è stato il primo a muoversi seguito da Martínez e, qualche centinaio di metri più tardi, da Scarponi che in solitudine si è riportato sul francese e sul basco per quella che sembrava essere l’azione decisiva. I tre non hanno, però, trovato grande collaborazione consentendo al resto del gruppetto di rifarsi sotto finchè Barguil, dopo aver prodotto un primo allungo non troppo convinto seguito da Coppel, Zandio e Nocentini, è stato autore dello scatto vincente a poco più di 1 km dal traguardo. Temendo di essere poi infilzato allo sprint nessuno degli altri ha reagito e il 21enne scalatore di Hennebont, che già nelle prime tappe si era distinto rimanendo sempre a ridosso dei migliori prima di perdere 25′ in cima all’Alto de Hazallanas in cui aveva risentito delle conseguenze di una caduta nelle prime fasi di gara, ha potuto tirare dritto fino al traguardo conquistando il suo primo successo tra i professionisti con 7” su un delusissimo Nocentini, che si è aggiudicato la volata per la piazza d’onore su Mollema, Santaromita, Zandio, Txurruka, Scarponi e Martínez con Coppel 9° a 24”, lo sfortunato Intxausti a 2′34” e il gruppo Nibali a 2′43” regolato da un Ulissi combattivo ma che sulle rampe del Rat Penat non ha convinto rimanendo staccato da una quarantina di atleti prima di rientrare in discesa. La classifica generale, al di là di Scarponi risalito al 16° posto a 7′49” da Nibali, rimane invariata con il siciliano che guida con 31” su Roche, 46” su Alejandro Valverde (Movistar) e Chris Horner, 2′33” su Rodriguez, 2′44” su Domenico Pozzovivo (Ag2r) e 2′52” su Basso. Ora il siciliano è atteso dalla sfida delle tre frazioni pirenaiche consecutive: si comincia con la 14a tappa, 155 km da Bagà a Collada de la Gallina che, dopo un avvio soft, presentano in rapida successione l’interminabile Port de Envalira, Cima Alberto Fernández di questa Vuelta con i suoi 2410 metri di altitudine, l’impegnativo Coll de Ordino, il più breve e pedalabile Alto de la Cornella e infine la durissima ascesa finale, 7,2 km all’8% di pendenza media ma con gli ultimi 4 costantemente oltre il 10%, che già un anno fa fu teatro di una splendida battaglia tra i big con Alberto Contador che sembrava lanciato verso il successo prima di cedere di schianto negli ultimi 200 metri ed essere infilato da Rodriguez e da Valverde, che sul traguardo ebbe la meglio sul catalano e sul madrileno.
Marco Salonna